Stagione 2014/2015, l’anno in cui il pubblico scappò dall’Eccellenza

Torneo con una squadra in meno rispetto a un anno fa, ma il calo è di quelli davvero preoccupanti. Rovigo sempre prima

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 12 Maggio 2015, 08:47

    Chiedo scusa all’estensore della nota ma l’unico dato sul quale fare delle valutazioni è quello relativo alla media spettatori per partita: 902 contro 919.(-1,9%). Certo sarebbe stato meglio un + 1,9% , sempre di cifre di poco conto parliamo: 17 spettatori a partita in meno. Evidentemente pesano i 400 spettatori in media in meno a partita di Rovigo non del tutto compensati dagli aumenti di Mogliano e Calvisano. La debacle di Prato ha fatto il resto.
    Se devo esprimere un giudizio statistico direi che si tratta una stagnazione più che di una deflazione.
    Che poi siano “Numeri che preocupano, numeri che fanno pensare. Numeri che dovrebbero spingere a un profondo ripensamento della filiera e dell’organizzazione del nostro campionato nazionale più importante” direi che lo sono a prescindere e da qualche anno.
    Sarebbe interessante fare lo stesso confronto con la serie”A”. Il pubblico visto a Piacenza domenica potrebbe essere la testimonianza che forse , il pubblico è calato in eccellenza ma è aumentato in serie “A”.

    • Paolo 12 Maggio 2015, 08:52

      Beh, direi che anche il dato complessivo qualche peso ce l’ha se si passa da poco più di 100mila a 81mila…
      Dati sulla Serie A completi non ce ne sono

      • Alberto da Giussano 12 Maggio 2015, 09:25

        Il dato complessivo si basa su alcune partite in più giocate. Comunque 17 spettatori per partita alla fine sono pur sempre 15.000 spettatori nell’arco del campionato.
        Il senso del mio commento è che se il problema dell’audience del rugby in fosse solo quello di recuperare 17 spettatori a partita dovremmo essere tutti ottimisti. Invece siamo tutti pessimisti perchè se confrontassimo l’ultimo anno con il primo senza le celtiche i numero sarebbero ben diversi.

        • Paolo 12 Maggio 2015, 09:37

          non ho i numeri sotto mano, ma mi pare di ricordare che gli ultimi due anni avrevano registrato una crescita contenuta ma continua. Numeri che rimangono comunque molto bassi

        • federico66 12 Maggio 2015, 10:03

          …c’è qualcosa che non torna…
          17(spettatori) x 90 (partite) = 1530

          101080 (spettatori totali) : 90 (partite campionato 20013/14) = 1123 spettatori a partita questa è la media…

          …scusa Paolo ma qualcuno dei dati non quaglia…

          • federico66 12 Maggio 2015, 10:10

            …ok nel 2013/14 le partite sono state 110, 20 in più…
            … quindi la differenza reale possiamo stimarla in 1500 spettatori in meno nell’arco dell’annata

    • venezuela 12 Maggio 2015, 09:19

      quest’anno ho assistito ad una sola partita di serie A, Brescia Colorno e devo dire di essere rimasto piacevolmente colpito dal pubblico numeroso…era dall’ ultimo derby con Calvisano in A che non vedevo l’ Invernici così pieno…

  2. electrocase 12 Maggio 2015, 09:01

    Che dire
    sabato ai distinti del Fattori abbiamo fatto le stesse considerazioni: lo spettacolo era desolante
    no, non in assoluto (va così da inizio stagione nonostante gli enormi sforzi di coinvolgimento della società), ma in relazione alla giornata particolare, ovvero il saluto dei tre giocatori citati nell’altro articolo: Perugini, Picone e Zaffiri
    Incredibile, davvero incredibile

    • M. 12 Maggio 2015, 09:09

      Tra grandissimi per altro. Peccato.

      • vecchio cuore neroverde 12 Maggio 2015, 12:22

        vero 2 grandi ex giocatori aquilani
        un ex giocatore di altri club che, dopo aver smesso, ha scelto di giocare con l’aquila per una stagione.
        è stato bello rivedere i ns. 2 con la maglia neroverde, ma al tempo stesso non è stato bello vedere lo stadio vuoto ed il nulla in campo
        sembrava una partita di serie C2, non l’aquila /petrarca

        • mezeena10 12 Maggio 2015, 14:25

          ciao VCN vieni per la partita del 6 giugno a Capoterra? italia classic vs sud africa classic..

          • vecchio cuore neroverde 12 Maggio 2015, 15:17

            magari, ma non posso per due ragioni

            1) il lavoro

            2) marcello non mi ha voluto (forse perchè oscurerei gli altri)

            godetevela fino alla feccia e buon rugby (kuello vero) a tutti

          • mezeena10 12 Maggio 2015, 22:13

            grazie, chissa una delle prossime..
            spero di poter restare poi alla cena dopo il terzo tempo, cosi indago un po! 🙂

  3. aug61 12 Maggio 2015, 09:01

    Il bello è che sono poi datti del tutto approssimativi, se non proprio artatamente taroccati. Si può sapere dalla SIAE quanti i biglietti effettivamente venduti e pagati, come per gli abbonamenti?

    • Alberto da Giussano 12 Maggio 2015, 09:27

      Questa considerazione in realtà non dovrebbe modificare nulla perchè, eventualmente, taroccati erano e taroccati sono.

    • San Isidro 13 Maggio 2015, 02:03

      a Roma sia alla Lazio che alle Fiamme Oro si entra gratis…

  4. maximages 12 Maggio 2015, 09:05

    “…crolla invece Prato, ma la cosa non stupisce, che passa da una media di 680 presenze per partita interna a 217.”
    “San Donà-Prato e Fiamme Oro-L’Aquila sono quelle con meno spettatori: 300 in entrambi i casi.”

    Mi sembra che qualcosa non torni in quanto sopra…

    • western-province 12 Maggio 2015, 10:04

      acuto osservatore che sa che la matematica non è un’opinione

    • maxam 12 Maggio 2015, 10:32

      Sì in realtà, se leggo bene la statistica, le partite con meno spettatori sono state Prato-Lazio e Prato-Viadana con 100 spettatori. Le 300 presenze di San Donà-Prato e Fiamme Oro-L’Aquila indicano le partite con il nr minore di spettatori per San Donà e Fiamme.

  5. M. 12 Maggio 2015, 09:08

    Varese lotta per salire dalla C alla B e nelle ultime giornate c’era un pubblico mai visto prima. Tipo 1500-2000 per Milano e più di 1000 per Grande Brianza. Secondo me la fame di sport e di ovale in giro ci sarebbe anche, è questo che fa più male.

    Comunque: vediamo gli spalti di Zebre e Treviso. Vediamo Italia-Galles, c’erano tantissimi gallesi altrimenti per me non si arrivava ai 40-45 mila. Purtroppo i segnali non positivi sono evidenti, inutile sottostimarli dicendo sono 19 spettatori (19 su 900, e con discese continue anno per anno).

    • TommyHowlett 12 Maggio 2015, 09:47

      Ecco cosa serve al rugby italiano: la grande piazza. Il riscatto del campionato italiano non può prescindere da Milano, Roma e da altri grossi agglomerati. E’ lì che un eventuale investitore potrebbe trovare un mercato ideale per far fruttare le sponsorizzazioni. Questi numeri citati da M. potrebbero essere un ottimo punto di partenza.

      • Maggicopinti 12 Maggio 2015, 10:22

        Lo ripeto da anni. Pensare di avere decine di migliaia di spettatori quando abbiamo squadre in paesi di 8.000 abitanti è una chimera.

        • M. 12 Maggio 2015, 10:46

          Treviso e Parma sarebbero anche città abbastanza grandi, diciamo al pari di Llanelli, Galway, Limerick ecc. Ma a livello di spettatori restiamo spesso alle centinaia pure lì…

        • San Isidro 13 Maggio 2015, 02:06

          beh vabbè, se Calvisano, Viadana, San Donà e Mogliano si sono meritati sul campo la massima serie che dobbiamo fare scusa?

        • Hullalla 13 Maggio 2015, 16:26

          Sicuramente allora alle partite delle squadre di Milano ci saranno decine di migliaia di paganti…

      • Il Doge n1 12 Maggio 2015, 11:20

        Se le prime tre squadre a numero di spettatori sono le Venete è chiaro che non serve la grande piazza !!! Roma è sempre stata presente in Eccellenza con almeno 2 squadre negli ultimi 10 anni eppure continua a non produrre spettatori , nonostante si svolga pure annualmente il 6 Nazioni, che qualche pubblicita all’Ovale italico dovrebbe farlo…..cosa vuol dire ???? che forse Roma non vale un piffero come grande piazza????’
        E poi cosa si vorrebbe fare con le grandi piazze?? Se l’ Amatori Milano che è ancora oggi la più titolata, non ha mai attirato il grande sponsor ( Berlusconi a parte e per breve tempo), cosa ci vuoi fare adesso??? Portare Calvisano a Milano ???
        Bisogna fare altro, non posso dire con certezza cosa, ma di sicuro evito di distruggere le sedi piccole ma storiche a favore delle grandi piazze che cmq non attirano niente.

        • malpensante 12 Maggio 2015, 11:39

          Ai tempi del biscione ovale, c’era tanta gente in tribuna che capitava di sentir parlare il Giova in spogliatoio. Più nocetani, piacentini, bresciani e così via che milanesi.

          • Il Doge n1 12 Maggio 2015, 16:01

            nonostante questo, mi ricordo che quando c’era il Grande Milan berlusconiano , con Campese, Dominguez ecc.ecc. , nonostante nomi e sponsor .alla partita di Heinken Cup contro Tolosa praticamente non c’era nessuno a vederla la partita. Mi pare fu giocata a S.Siro la partita è sugli spalti non c’era nessuno.

          • malpensante 12 Maggio 2015, 17:02

            Appunto, qualche foresto e bon. Bon. KO. Bon.

          • electrocase 12 Maggio 2015, 18:24
        • Maggicopinti 12 Maggio 2015, 13:27

          Ma che c’entra? Io parlo di potenzialità. Saremo d’accordo sul fatto che una città di 50.000 abitanti arriverà difficilmente a 30.000 spettatori? Che un paese di 8.000 in mezzo alla campagna è impossibile che ne faccia 15.000?
          Capisco tutte le ragioni sentimentali di questo mondo, ma se parliamo di crescita di spettatori non si può pensare di ottenerla dove gli spettatori fisicamente non esistono. Il che non significa che se porto una squadra in una grande piazza NECESSARIAMENTE avrò eserciti di spettatori: ma significa che SICURAMENTE non li avrò dove per arrivare a 10.000 persone devo contare anche i neonati e quelli ricoverati in casa di cura.

          • enricalvisano 12 Maggio 2015, 14:14

            leggendo “8mila abitanti in mezzo alla campagna” colgo il riferimento, inevitabilmente, a Calvisano. E’ vero, Calvisano è un paese piccolo; i suoi 9mila abitanti non sono nemmeno tutti calvini: ci sono le frazioni di Viadana (che mille abitanti li fa tutti), Mezzane e Malpaga. Calvisano, quindi, avrà 6/7mila abitanti. Insomma, guardandola da questo punto di vista, non potrebbe riempire uno stadio con migliaia di spettatori. Ma a chi non conosce la bassa bresciana sfugge una cosa: c’è un paese ogni 3km. Io non sono calvino, ma in 5 minuti d’auto sono al San Michele. Nonostante questo, dal 2009 allo stadio ci sono andato meno di 5 volte, mentre prima ci andavo sempre. Il bacino di utenza di Calvisano è più ampio di quanto si possa pensare, a grandi linee va da Asola (10mila abitanti circa, provincia di Mantova) a Montichiari (23mila abitanti), Brescia città, Manerbio (altri 10 mila abitanti), Castelgoffredo, Leno, Ghedi, Pontevico… Per tacere dei paesini più piccoli, come il mio che si chiama Isorella. Insomma, volendo il bacino d’utenza di sarebbe, anche perché, a mio parere, il Rugby Calvisano da noi è un emblema dello sport provinciale, se fosse in una città come Milano sarebbe solo una delle tante associazioni sportive. Faccio l’esempio dell’AN Brescia, una delle squadre di pallanuoto più forti d’Europa che fa sì e no mille spettatori a partita perché paga lo scotto di essere in città.
            Tornando al nostro discorso, io allo stadio ci vado molto sporadicamente perché l’Eccellenza ha perso l’appeal del Super10, penso che la Celtic League abbia rovinato il campionato italiano. Un tempo ce la giocavamo con il Treviso, che con tutto il rispetto per Rovigo che ci sta dando filo da torcere, era una gran squadra. Nelle finali scudetto Calvisano-Treviso si vedeva in campo l’80% della Nazionale italiana, oggi di nazionali in campo non ne abbiamo praticamente nessuno, perlomeno non di esperienza, e quei pochi che hanno qualche caps andranno a Parma la prossima stagione.
            Parlando con un mio amico, gli ho chiesto se volesse venire con me al San Michele a vedere qualche partita. Mi ha risposto che non vede il senso di spendere 15€ per entrare al San Michele quando a Parma le Zebre gli costano la stessa cifra. E sinceramente anch’io, da studente universitario, sono rimasto stupito nel sapere che a Parma gli universitari entrano pagando 1€ mentre l’Eccellenza a Calvisano costa 15€ a partita. Nel 2008 l’ingresso costava 10€ e paradossalmente i giocatori in campo erano di ben altro livello.
            Questi secondo me sono i principali problemi per il pubblico. Il bacino d’utenza ci sarebbe, ma tanti hanno smesso di frequentare gli stadi, come me, perché lo spettacolo non vale il prezzo del biglietto.

          • malpensante 12 Maggio 2015, 15:09

            Quando fai a Milano e Roma gli abbonamenti, o i biglietti di Calvisano e Viadana (Mogliano, San Donà) telefona. Pago io.

        • TommyHowlett 12 Maggio 2015, 15:12

          Ma in termini di professionismo spinto, quello che esiste in Francia e Inghilterra, non serve più solo la passione del tifoso e la storia di un’area geografica; vero è che le tre venete sono in testa alla classifica degli spettatori, ma di che numeri parliamo? 1700 spettatori di media per Rovigo è il massimo che può dare il massimo campionato italiano? Occorre cominciare a ragionare sui 3-4 mila spettatori di media. Rovigo ci può arrivare con la sua passione, Padova ha le potenzialità anche per doppiare questo numero essendo una grande città al centro di tutto, ma per il resto servono bacini importanti in cui si possa fare promozione coinvolgendo grossi imprenditori italiani e stranieri, sviluppare attività collaterali e sfruttare il marketing che solo con i grandi numeri può funzionare. Il Milan di Berlusconi era parte di una grandeur fine a sè stessa che coinvolgeva un sacco di altri sport senza alcun obiettivo di crescita e sviluppo, miseramente finita per questioni economiche; Roma non ha mai seriamente investito su una qualche squadra locale. E’ ora che le cose cambino per le due “capitali” d’Italia. E soprattutto per il nostro rugby.

          • malpensante 12 Maggio 2015, 17:05

            Abitanti Tolone, Tolosa, Clermont, Brive, Castre, ……. Ma di cosa stiamo parlando?

          • TommyHowlett 12 Maggio 2015, 17:27

            Malpensante, stai parlando di città del sud della Francia, dove il rugby è sport nazionale; tra l’altro Tolosa ha 400 mila abitanti e Tolone e Clermont quasi 150 mila. Praticamente quello che succede in Veneto. Ma al di fuori di quella regione il rugby di alto livello (T14) ha attecchito solo a Parigi, dove i proprietari delle due squadre, SF e Racing, hanno fatto e stanno facendo continue e massicce operazioni di marketing a sostegno degli investimenti necessari per gestire i due club. Ad ogni modo, per chiudere il discorso, con i tempi che corrono servono i grossi investitori per portare denaro al rugby. E in provincia i grossi investitori non arrivano. Mettiamocelo in testa.

          • malpensante 12 Maggio 2015, 18:02

            Come no, infatti a Treviso (85000 abitanti, nel raggio di un’ora 2 milioni, Veneto, Celtic, Heineken e tradizione di un botto di campionati) fai 4000 spettatori ma se gli dai un gratta e vinci in omaggio, a Brive, 50000 abitanti e intorno praterie piene di vacche, 12000 di media con 6000 abbonati. Ma c’è qualcuno che pensi a un normale pubblico di rugby da 30000 unità? Perché se vuoi 30000 spettatori allora puoi scordarti Viadana e Calvisano e puntare su Roma e Milano, ma non dirlo a nessuno se no ti ricoverano.

          • San Isidro 13 Maggio 2015, 02:13

            “Roma non ha mai seriamente investito su una qualche squadra locale”…beh, non è vero, te la ricordi la Rugby Roma? e gli anni della Capitolina in Super 10?

          • TommyHowlett 13 Maggio 2015, 10:08

            Qua si fa confusione con quello che era e quello che deve essere; la Rugby Roma era una bella realtà di una quindicina di anni fa che, se non ricordo male, è riuscita a portare allo stadio anche 5 mila spettatori per una partita. Ma i tempi sono cambiati, ora a farla da padrone è il marketing perché oggi come oggi conta il budget milionario, che è l’unica cosa che fa arrivare i grandi giocatori che portano vittorie e quindi pubblico e interesse; ma il budget si fa con i grossi investitori che spesso e volentieri sono anche grossi imprenditori che un minimo di tornaconto lo vorrebbero anche avere. E dove si possono accasare questi sponsor? Caro Malpensante, se vuoi parlare seriamente sono qua, ma se devi dimostrare che le sai fare battute, scegli un altro sito o altri interlocutori…

          • Hullalla 13 Maggio 2015, 16:34

            @TommyHowlett
            I Wasps un paio di anni fa erano di fatto falliti.
            Hanno messo la cosa in mano ad una dirigenza professionale e preparata (ma con un budget bassissimo per la loro categoria) e guarda un po’ come hanno sistemato le cose.
            Tra l’altro si sono spostati da una megtropoli ad una cittadina…

            Qui si parla tanto di grandi sponsor e investimenti come se, avendo i soldi in mano, i dirigenti li sapessero spendere bene.
            Magari!!!
            In passato i nostri dirigenti (se gira e rigira sono ancora quelli) i soldi li hanno avuti, eppure… cosa e’ rimasto???

      • zappinbo 12 Maggio 2015, 17:09

        “Ecco cosa serve al rugby italiano: la grande piazza.”

        che cavolata! ma hai letto l’articolo? Roma x2 fa meno spettatori di Casalpuserlengo inferiore.

        Lo stesso si diceva dell’hockey su ghiaccio: portiamolo nelle cittá. invece ad un certo livello sopravive solo nel suo habitat naturale: la valle!

        È che l’eccellenza é anche pubblicizzata malissimo. Qualche spicciolo in FIR é rimasto? Altro investimento saggio…

        • TommyHowlett 12 Maggio 2015, 17:32

          La grandissima cavolata è far finta di non vedere come vanno le cose; le grandi città sono gli unici posti dove uno sponsor ha tutto l’interesse ad investire su una squadra, che sia di calcio o di rugby. La pubblicità di un evento può portare qualche persona in più nell’immediato ma per creare un qualcosa di concreto e strutturato bisogna attrarre i capitali, cosa mai fatta finora né a Roma né in altre grandi città.

          • zappinbo 12 Maggio 2015, 19:23

            solo in via teorica. in pratica per fare come dici te ci vuole una lega di Serie A e A2 e con un progetto preciso a cui aderire. Quanti anni ci hanno messo nel Basket, sport di tutta altra tradizione in Italia?

          • TommyHowlett 13 Maggio 2015, 10:10

            Appunto. Vedi come siamo in ritardo? La lungimiranza non è caratteristica tipica del rugby italiano. E i fatti lo dimostrano.

          • enricalvisano 13 Maggio 2015, 12:19

            Non condivido per nulla. Le grandi città non attirano affatto: un evento come l’Eccellenza, in una grande città, verrebbe risucchiato dalla miriade di eventi che la città può offrire. Nelle piccole realtà, invece, si fa più gruppo attorno a quello che c’è, e se c’è solo la squadra di rugby (vedi Calvisano, ma anche e soprattutto Rovigo) si fa gruppo attorno a quella.
            Se io non vado quasi più allo stadio i motivi sono altri: perché dovrei pagare 15€, che non sono pochi, per vedere partite dal basso contenuto tecnico, senza giocatori di livello (0 nazionali) e di fama nazionale? Dieci anni fa a Calvisano trovavo Ghiraldini, Zanni, Castrogiovanni, McLean, Scanavacca, De Marigny… adesso chi trovo? Trovo Griffen che si guarda la partita dalla tribuna e un Canavosio che anni fa è stato un gran giocatore ma che ormai è a fine carriera.
            Ci perde lo spettacolo, e senza spettacolo allo stadio non ci vado. Soprattutto se mi costa così tanto. L’unico modo per far rifiorire il campionato italiano è riportarci Parma e Treviso, ricreando una più o meno equa distribuzione dei Nazionali tra le squadre. E chi se lo merita, che vada a giocare all’estero: sempre meglio che in due franchigie italiane dove vincono sì e no 3 partite all’anno.

          • Hullalla 13 Maggio 2015, 16:44

            Clermont: 141.000 abitanti e una grande squadra storica, in grado di competere costantemente con i migliori in Europa.
            Marsiglia: 850.000 abitanti e un fallimento (rugbystico) dietro l’altro.

            Guarda bene e vedrai che, a parte Parigi (che nella sua storia ha avuto gran alti e bassi), il resto del campionato francese (supermilionario, per cui gli sponsor e i soldi li hanno ben saputi attirare…) e’ fatto di cittadine e provinciali dove c’e’ grande passione e radicamento e SU DI ESSE ha costruito le sue fortune.

            Ma sei sicuro di aver veramente capito come vanno le cose oppure stai cercando di convincerci a forza di ripetere il ritornello?
            Nelle grandi citta’ e’ gia’ piu’ facile trovare pubblico e sponsor, per cui piu’ facilmente arriveranno ai vertici.

            L’idea di “far fuori” chi c’e’ per fare spazio a chi FORSE MA FORSE ci sara’ in nome del “progresso” mi sembra un vero suicidio! Perche’ le grandi citta’ non arrivano ai vertici come tutti gli altri posti, inclusi paesini di 8000 persone???

  6. massimo1 12 Maggio 2015, 09:15

    A mio avviso il nr spettatori e’ ancora piu’ basso, basti vedere i dati di mogliano che con una media di quasi 1000 a partita vuol dire avere lo stadio esaurito sempre. La tribunetta coperta forse tiene max 600 persone e i 4 gradini scoperti altri 300. I dati di rovigo invece sono riportati sempre per difetto.

    • Alberto da Giussano 12 Maggio 2015, 09:32

      Sulla statistica complessiva, la tua osservazione è ininfluente. Qui non stiamo ragionando se sono tanti o pochi 900 spettatori a partita ma che questi sono in calo rispetto all’anno scorso ( tanto o poco che sia) quindi, il come vengano contati è ininfluente, le fonti di raccolta sempre quelle sono e qunidi l’errore, se c’è, non influisce sul dato per quando riguarda il confronto.

      • M. 12 Maggio 2015, 10:23

        Il problema è doppio: oltre ad essere pochi sono in continuo calo.

  7. TommyHowlett 12 Maggio 2015, 09:40

    Sin troppo ovvio: da una parte, nell’alto livello (Nazionale e franchigie), mancano pesantemente le vittorie, dall’altra, nell’Eccellenza, manca tutto. Il campionato nazionale non ha appeal e di conseguenza non può avere sponsor importanti, quindi soldi, quindi buoni giocatori, e il livello diventa sempre più mediocre; i vertici del rugby nazionale si ostinano a non investirci sopra e il torneo arranca nell’invisibilità (se pensiamo che nella stampa sportiva nazionale, soprattutto nel giornale rosa, all’Eccellenza è dedicato il solito mini trafiletto nella mezza pagina “altri sport”). Per quanta fede sportiva ci possa essere tra i tifosi, difficile essere invogliati ad andare allo stadio se più della metà delle partite ha un esito praticamente scontato. Per fortuna ora arrivano i play off.

    • boh 12 Maggio 2015, 09:59

      Tommy, io sono arrivato alla personalissima conclusione, che ci puoi investire tutto il budget della Fir, ma purtroppo il sistema di promozione dell’italico sport, è in mano ad un sistema che non prevede crescite per nessuno che non siano gli sport prestabiliti a tavolino. Ricordiamoci, che far crescere di visibilità il rugby, vuol dire anche togliere non solo pubblico, ma anche risorse economiche ad altre realtà. E questo il sistema, non lo accetta.

  8. socceria 12 Maggio 2015, 09:54

    Io sabato ero allo stadio con electro…….la gente la puoi letteralmente contare, la causa è da imputare solo al livello infimo della competizione.

    • vecchio cuore neroverde 12 Maggio 2015, 12:23

      per parlare di competizione occorre competere
      io non ho visto un momento di orgoglio per tutta la partita

      • socceria 12 Maggio 2015, 12:35

        E pure tu c hai ragione…….io intendevo il livello generale del campionato però….anche le “sfide al vertice” non è che abbiano questi grandi contenuti tecnici, atletici e tattici.
        Poi che L’Aquila sia di un livello ancora inferiore all’ “Eccellenza” si nota dalla differenza punti tra l’ottava (Lazio, -59) e la nona (L’Aquila, -379), il che, come si dice dalle parti nostre, aiuta pe la calata……Chi ci viene allo stadio a vedere gente che non sa neanche che farci con la palla in mano!?!?!

        • vecchio cuore neroverde 12 Maggio 2015, 15:18

          ma come fai ad andare allo stadio con electrocase ?
          non capisce la differenza tra una giarrettiera ed una porta ad h

          • electrocase 12 Maggio 2015, 18:37

            già
            ci pensavo proprio ora
            per quanto mi riguarda la differenza non la so davvero ma conosco benissimo e da vicino entrambi “gli oggetti”
            di certo però so anche che di sicuro tu caro vcn conosci una porta ad H ma una giarrettiera non credo tu l’abbia mai vista da vicino ….
            oh! non penserai mica che è una siciliana ……

  9. MisterX 12 Maggio 2015, 09:59

    Purtroppo questo numeri (e questo articolo) non hanno alcun valore statistico poichè fanno riferimento ai dati riportati dagli addetti stampa delle varie squadre nei tabellini ufficiali; tali indicazioni di affluenza non sono MAI precise ma spesso vengono fatte con valutazioni “ad occhio” dagli incaricati delle varie società oppure da conti a spanne degli addetti alla biglietteria. I dati vengono regolarmente gonfiati per dare una parvenza di pubblico che, in larga parte, è sempre lo stesso sia che si giochi con la prima della classe sia con l’ultima. Fare un ragionamento sull’andamento dell’affluenza nel campionato è un bellissimo esercizio dialettico e analitico ma non rappresenta in alcun modo l’appeal “live” del campionato. I dati delle squadre venete, poi, perdono ancor più di significato dato che il Derby Day ha scombussolato ancor di più le tendenze assegnando un incremento a Mogliano ed un calo a San Donà che in realtà non esiste. Purtroppo chi guarda il rugby sono sempre le stesse persone ed evidentemente l’anno scorso i dati erano stati maggiormente gonfiati, fino a che non verranno fatti interventi drastici per il rilancio del domestic dovremmo abituarci a questo malinconico ed inutile conteggio basato sul niente.

    • Alberto da Giussano 12 Maggio 2015, 10:07

      Vedi la tua foga eccessiva ti fa commettere qualche errore.
      L’articolo in ragione delle argomentazioni da addotte, può non avere valore in termini assoluti , ma statisticamente è validissimo. Se coloro che “contano” gli spettatori commettono errori in eccesso, gli scostamenti percentuali non subiranno comunque variazioni.

      • malpensante 12 Maggio 2015, 10:38

        Esiste dal punto di vista statistico l’errore sistematico di chi rileva, che lo faccia volontariamente o meno, ed è pure corretta l’osservazione di Alberto sulla invarianza delle percentuali.

      • Cuco23 12 Maggio 2015, 10:40

        Saluti Alberto, ciò che dici tu a riguardo dell’errore in eccesso ininfluente è vero se tale eccesso rimane relativamente costante. Se una volta sgarri di 300 un’altra di 200 e un’altra di 100 su valori medi di circa 1500 gli scostamenti percentuali cambiano eccome. Tali errori errori sarebbero ininfluenti perché sistematici se è solo se l’osservatore è sempre lo stesso e il pubblico è sempre lo stesso, ovvero se abbiamo sempre le stesse condizioni di analisi (cosa che non accade in questo contesto)

        • malpensante 12 Maggio 2015, 10:59

          Cuco, se non ti metti apposta a far saltare la statistica (e non credo ci sia un numero di matti così specializzati), con quella numerosità, origine, e diffusione del campione non succede niente di importante anche con tutte le variazioni possibili. Al massimo sono sballati i valori assoluti, ma le percentuali e la tendenza, no.

          • Cuco23 12 Maggio 2015, 12:31

            Non saprei mal, perché secondo me le troppe variabili in gioco (partite diverse, location diverse, presenza di pubblico differente, osservatori/rilevatori diversi con una sensibilità dell’ordine delle centinaia di persone) portano a situazioni che non possono essere ricondotte ad errori sistematici o errori trascurabili. Con tutte queste cose non credo tu possa arrivare ad una distribuzione normale degli errori (e quindi regolarti di conseguenza) nel calcolo totale, ma non facendo da un po’ di tempo statistica potrei anche sbagliarmi 🙂

          • Alberto da Giussano 12 Maggio 2015, 13:52

            Guarda @Cuco che è molto più semplice. Ogni società quando da i dati alla FIR somma i bilgietti venduti agli abbonamenti, compresi quelli gratis dati agli sponsor, che a Calvisano sono 160, ad esempio. Questo lo fa anche il Rovigo, con la differenza che essendo i 100/150 posti degli sponsor spalmati su 1.500 paganti si “vedono” di meno dei 160 di Calvisano “spalmati” su 400/500 spettatori.
            L’errore è sempre questo che viene ripetuto. E dipende dagli abbonamenti “gratis” distribuiti. A Calvisano solo il 10/15% degli abbonamenti gratis è utilizzato dagli sponsor.
            Nessuna società si inventa altri ingressi, anche perchè la SIAE potrebbe comunque rompere i maroni se tu dichiari ingressi superiori e ingiustificati rispetto alle tasse SIAE pagate.

          • Cuco23 12 Maggio 2015, 14:18

            Capito, grazie del chiarimento Alberto

  10. Francesco.Strano 12 Maggio 2015, 10:14

    poveri noi……. AL PEGGIO NON C’è MAI FINE….senza una programmazione in nessun campo.

  11. mistral 12 Maggio 2015, 10:32

    immagine di apertura emblematica (e molto bella, secondo me): un movimento che tende verso l’alto (la touche) bloccato nel massimo della sua elevazione, con sullo sfondo, lontano, molto lontano, un pubblico piccolo piccolo, nuvoloni grigi che si allargano e occupano metà dell’inquadratura, ed in secondo piano un tramonto dai colori inquietanti vanamente contrastato da un paio di riflettori… la domanda che mi pongo: ma quella palla verrà afferrata o no?… tornando a bomba: ha ragione AdG, 17 (ma fossero anche il doppio) spettatori a partita sono nulla, probabilmente compensati da chi evita trasferte più o meno lunghe e si riavvicina al campo sotto casa (tanto non è che il livello di gioco sia talmente diverso) e che non viene considerato mancando dati “ufficiali”… il dato vero, incontrovertibile, è che comunque la metà di quei numeri si “fanno” nel nord-est, alla faccia di chi considera il rugby italiano uno sport “nazionale”… il resto è nebbia…

  12. carlo s 12 Maggio 2015, 10:42

    L’affluenza del pubblico denota che questo sport non può essere considerato professionistico.
    Le ragazze della volley fanno molto più pubblico (vero che sono anche più carine da guardare).
    Fallimento totale, su tutta la linea… (pro12 compreso) certificato da questi numeri.
    Tiramo giù la cler….

    • enricalvisano 12 Maggio 2015, 14:25

      Condivido. Facevo il raccattapalle dell’Acqua Paradiso Montichiari di pallavolo anni fa, e durante la partita di campionato (nemmeno playoff!!) Montichiari-Treviso (sì, a quei tempi in bassa Bresciana le partite con qualunque Treviso sportivo erano una costante) il PalaGeorge era gremito con 6mila spettatori. Solo perché più di quelli non ce ne stavano. I posti erano esauriti. In Eccellenza un’affluenza del genere si è vista, penso, solo nelle finali del Super10 pre CelticLeague

    • yuri 12 Maggio 2015, 16:20

      Quoto. Stasera mi vado a vedere le ragazze del mio paese, Casalmaggiore, in finale scudetto con Novara.Ho trovato i biglietti per pura fortuna con giorni di anticipo. E il palazzetto, Palaradi a cremona, è soldout da giorni; 4.000 persone.

  13. malpensante 12 Maggio 2015, 10:55

    Bazzicando (relativamente, che non passo la vita a bordo campo) Celtic, Eccellenza, A, giovanili e qualche volte pure la B, i numeri non mi sorprendono affatto sia in assoluto sia nella tendenza. sLe riflessioni non ci sono, perché per me non c’è nulla di nuovo sotto il sole se non, finalmente, una ragionevole riforma della A demenziale degli anni scorsi.metto in fila cose che penso ormai abbiano annoiato tutti, visto che le dico da qualche migliaia di post.
    1) il professionismo è un’attitudine, non soldi (questa l’ha detta qualcun altro)
    2) più restringiamo i campionati, meno cresce il livello, meno cresce l’interesse, più si gonfiano i maroni
    3) la forza del rugby è la provincia, le piccole capitali, l’economia di microdistretto
    4) il grande pubblico va agi eventi, non al rugby. La gente (non folle oceaniche) va a vedere il rugby se l’ha giocato, se conosce chi lo gioca o l’ha giocato, se ci sono traguardi, se è vicino, se c’è campanile, se si diverte. In Celtic si gioca senza obbiettivi, non c’è campanile, si vedono partite indecorose, di una noia mortale, soprattutto non è un evento.
    5) La A qualche cosa di buono hanno fatto, e si vede.
    6) La strada è quella, downgrade a livello economico sostenibile e non drogato, gironi territoriali piccoli e incroci (se no ci sono squadre che giocano due partite all’anno, e le altre raccolgono palloni e calciano rinvii), portare le cosidette “grandi” a competere con le piccole, ma giovani e agoniste.

    • carlo s 12 Maggio 2015, 11:22

      1. Vero. Però devi lavorare molto con continuità sennò rimarrai sempre una pippa (e un dilettante).
      2. fino a poco tempo fa c’era chi diceva che l’eccellenza doveva essere ridotta da 12 squadre a 8… vedo con piacere che si cambia idea. Inoltre due squadre in pro12 sono troppo poche per destare interesse nel pubblico. I campionati europei di club non hanno mai funzionato.
      3. Come darti torto. E’ così anche per l’economia.
      4. Il pubblico si appassiona dello sport e va a vederlo se è divertente e lo spettacolo è coinvolgente. Il basket il volley …. I numeri degli spettatori dell’eccellenza sono quelli dei campionati di 1a divisione del Basket.Ridicoli dopo 70 anni di storia.
      5. In serie A ci sono probabilmente alcune realta’ dove si lavora bene. Il caso citato di Lyons di Piacenza ne è un chiaro esempio.
      6. La decrescita felice, l’ha teorizzata un comico che ha rischiato di vincere le elezioni. Secondo me è una boiata pazzesca. L’unica cosa che farei è togliere le due franchigie dal pro12 per rinforzare il ns campionato domestico.

      • malpensante 12 Maggio 2015, 11:51

        Con altri due o tre, ho sempre pensato e detto che se da 12 somari passi a 6, restano sei somari e vengono a vederli correre 6 accompagnatori in meno. La decrescita sono squadre che se gli togli i 400000 di carità federale chiudono (quelle sane) o falliscono (quasi tutte), ma sono opinioni, io vado a divertirmi con i ventenni della serie A, anche quando vanno in barca sempre meglio che vedere partite infarcite di falli fischiati e non, con un quarto d’ora di tempo effettivo e due ore a massacrarsi i maroni tra un avanti e il dodicesimo reset. O un campionato dove due squadre giocano sì e no una partita e mezzo, altre due tre o quattro al massimo, le altre non hanno nessun motivo per star lì. E magari qualche gruppetto di frustrati urlanti.

      • soa 12 Maggio 2015, 11:53

        @carlo, se vuoi allargare la base devi necessariamente abbassare i tetti di spesa. Altrimenti ti trovi degli squadroni che giocano contro i disperati e la cosa non interessa a nessuno.

    • mezeena10 12 Maggio 2015, 11:29

      mal presidente fir! e pure del consiglio!!! 😉

      • malpensante 12 Maggio 2015, 11:52

        Prima riforma: il Coniglio alla cacciatora.

        • il carogna 13 Maggio 2015, 13:46

          Il coniglio alla cacciatora non lo conosco M me ne hanno parlato bene

    • soa 12 Maggio 2015, 11:57

      @mal, non sono d’accordo sul fatto che non ci sia campanile in celtic. Il fatto è che noi andiamo con un club ed una squadra creata dal nulla a tavolino, conseguentemente una ha un’identità che non le permette di confrontarsi con le altre realtà (regionali, aggregazioni di altre squadre) e una proprio non ce l’ha. Ma che tra Leinster-Munster non ci sia campanile..

      • malpensante 12 Maggio 2015, 12:11

        Per noi, soa. Io tengo da sempre il Munster, e facevo fatica a tifargli contro allo Zaffanella, al Lanfranchi proprio non c’è dubbio con chi stia. Comunque anche in Galles e in Scozia è così, c’è di sicuro molto meno campanile (sano) in un Ospreys – Scarlets che in un vecchio Neath-Swansea. Sarà che il tifoso medio del rugby è anziano e arterosclerotico come me, ma Munster è una roba ben diversa da una franchigia costruita a tavolino.

        • soa 12 Maggio 2015, 12:40

          Le regioni irlandesi esistevano prima ed esisteranno anche dopo. In Galles e Scozia invece il movimento era di club proprio come qui, tuttavia anche noi potremmo produrre franchigie stile Munster (i Dogi vanno in questo senso, in Veneto c’è una forte identità territoriale). Da questo a farne un derby di campanile tra franchigie italiane la vedo dura, ti do ragione. Forse solo un derby Dogi – Pretoriani potrebbe avere l’appeal adatto.

          • malpensante 12 Maggio 2015, 15:20

            Non faremo mai un Munster, e sta qui l’errore. Dovremmo fare franchigie, o club importanti, ma non ci sono modelli da seguire, il più vicino sono i gallesi: prendi noi e il Galles e la differenza è quella che dice il campo. Non è attaccandoci al passato (spesso ai miti, più che alla realtà) o scopiazzando che ce la potremo fare. Io sarei per liberalizzare tutto, come Mao con i cento fiori: chi ha del filo tessa, e senza aiutini impropri come oggi alle eccellenti: la FIR metta soldi logistici e organizzativi, premi a chi vince e controlli a chi fa il furbo sforando i budget imposti. E chi si vuol mettere insieme per far meglio, si dia la possibilità di organizzarsi in franchigia con i relativi vantaggi. Senza obblighi per nessuno, se non di non fare i furbi e i bucaioli.

          • soa 12 Maggio 2015, 17:23

            @mal, già adesso chi vuole fa: il Romagna è franchigia ma anche lì sono sorti dei problemi interni. La realtà è che i progetti di franchigia sono duri da portare avanti e devono superare i campanili. Le irlandesi funzionano perchè sono prima entità territoriale-culturale e solamente dopo sono anche squadra di club. I dogi si avvicinano a quest’idea, in quanto espressione di un territorio. E non voglio star qui a parlare di battere gli AB, ma di avere un qualcosa che faciliti l’aggregazione e giustifichi gli sforzi economici e la limitazione di autonomia che il raggrupparsi in franchigia comporta. Questo in Veneto (e già qui sarà dura, ma ci spero).
            Nel resto d’Italia sicuramente il modello gallese è quello più prossimo, con club riuniti a forza per dar vita alle franchigie, ma devi tener conto che in Galles è stato coinvolto tutto il territorio. Se lo lasci alla bontà ed alla volontà dei singoli, il discorso qui non funziona: o non si fa, o se si fa poi si trova da dire perchè manca il fulcro che giustifica l’aggregazione.

          • malpensante 12 Maggio 2015, 18:16

            L’Italia è il paese della diversità, se no non saremmo quella meraviglia che siamo. Con i pregi e tutti i difetti: un modello unico per me non può funzionare. Quel che va bene a Mira non va bene a Casalmaggiore, la perfezione per Bressanone è un disastro per Noto, e così via. Servono poche regole e farle rispettare,e scaravoltare la logica da manicomio degli ultimi 20 anni. Campionati per tutto e tutti, soldi giusti per pagare le spese fisse e vere, premi a chi vince, tanti agli u16 e 18. Niente trucchi e tarocchi sforando il budget, e soldi a chi fa veri progetti e lavoro con le scuole. Chi è bravo si organizza e si concentra su dove è bravo e magari ci si mette insieme, chi non è bravo lo diventa e impara, e magari si mette insieme a quelli più bravi o a quelli come lui. Se vuoi i soldi, devi far bene, e pedalare. Poi non saremo mai uno sport da riempire il venerdì San Siro o il Bentegodi, ma chi se ne frega.

  14. LiukMarc 12 Maggio 2015, 11:05

    OT (su uno che l’eccellenza l’ha vissuta) la bella intevista di Lucchese al “colonnello” Van Zyl che saluterà Monigo da giocatore sabato prossimo (e mi spiace non riuscire a venire). E chissà che qualcuno non provi a farlo tornare in altre vesti

  15. mezeena10 12 Maggio 2015, 11:28

    bella foto!

  16. papavero 12 Maggio 2015, 11:46

    Massimo1: Staccionata tiene circa 700/800 persone.
    Partita max a mogliano Mogliano/Ve Mestre finale andata serie A 2007 forse 2650 paganti.

  17. Shane McDriscoll 12 Maggio 2015, 12:29

    Le precedenti due stagioni io personalmente sarò andato una volta a stagione a vedere l’eccelenza, qualche anno fa andavo ogni tanto a vedere il Petrarca. Quest’anno l’unica partita di un’eccellente che ho visto è stata Rovigo – Cardiff Blues. Da quando c’è la Pro12 vado qualche volta al monigo, anche per la Heineken – Champions. Se devo prendere freddo e nebbia per andare allo stadio lreferisco farlo per vedere belle squadre e giocatori che conosco e ammiro. Magari se giocassero più partite di eccellenza col caldo andre più spesso ma d’inverno con le strutture che ci sono il gioco non vale la candela a mio parere

  18. fracassosandona 12 Maggio 2015, 12:33

    lo stadio (come divertimento domenicale) in Italia attira sempre meno pubblico anche nel calcio…
    ora tra forum e tv uno può appagare la propria sete di confronto senza alzare le chiappe dal divano…

    Padova ha più o meno gli stessi abitanti del 1977, quando le partite con il Rovigo si disputavano davanti ad un pubblico degno dell’attutale TOP14…
    ora il Petrarca gioca alla Guizza in un impianto meno capiente di quello di San Donà… allora non c’erano il Valsugana o il Rubano, ma in due di loro non giustificano un esodo del genere…

    conosco ex giocatori (alcuni anche scudettati) che non vanno allo stadio nemmeno una volta all’anno ed i cui figli giocano a pallavolo…

    uno club che non sappia avvicinare e legare i giovani (in tanti casi basterebbero metù degli ex giocatori delle giovanili) alla prima squadra ed alle proprie vicende è destinato ad estinguersi…

    i frequentatori di questo forum hanno un’eta media molto alta, se non regalano il biglietto omaggio alla badante presto non ci andrà più nessuno allo stadio…

    • carlo s 12 Maggio 2015, 16:59

      Hai ragione francasso, daltronde se fossimo più giovani probabilmente saremmo in campo a giocare piuttosto che qui a scrivere…..

  19. xnebiax 12 Maggio 2015, 12:37

    non ho letto se qualcuno l’ha già detto, ma volevo far notare che i numeri sono in calo nonostante il campionato di quest’anno sia stato più combattuto, e poi mi è parso che questo inverno sia stato più mite e più asciutto rispetto all’anno scorso, o sbaglio? (sono a Berlino da febbraio io, quindi questa è più un’impressione… di campi fangosi in tv ne ho visti ppchissimi quest’anno).

  20. william 12 Maggio 2015, 12:42

    Per fare un confronto, qualcuno sa (o sa dove trovare) i dati di pallavolo e basket?
    Giusto per capire la differenza di pubblico

    • parega 12 Maggio 2015, 13:14

      confornto improponibile per il nostro sport credimi…lascia stare che se noi’ ci intristiamo ancora di piu’

      io credo che il diminuire , pur se di poco, di spettatori nell’eccellenza sia anche il fatto del clima che c’e’ nel nostro movimento da quando si e’ insidiato gavazzi, troppi problemi , clima di odio , gente cacciata
      difatti dove c’e’ piu’ pubblico e’ nelle serie inferiori…
      questo vuole dire che la fame c’e’ ma ci vuole anche la spinta di una federazione che sia dalle parte delle societa’ …dico tutte…e non facendo interessi di questa o quest’altra…la gente poi si stanca

      • malpensante 12 Maggio 2015, 15:28

        Arzàn, sarò brutale ma con quel popò di giocatori non buttar via il campionato e i numeri al Canalina e fuori crescono. Gavazzi o no. Vale per tutti, non solo per voi. Gavazzi c’entra nulla se allo Zaffanella avanza posto nella centrale e il resto è vuoto, per dire un posto mitico quanto ad attaccamento e tradizione recente, che quelle storiche van bene per farci il filò nei giorni della merla.

        • parega 12 Maggio 2015, 22:18

          caro mal
          ricordati che la spinta di un movimento arriva anche dalle scelte della federazione….soprattutto da quelle
          sia negl’ultimi anni di dondi che con questo il clima che si respira e’ di odio/zizzania/tristezza
          piu’ che positivita’ arrivano sempre polemiche settimana dopo settimana…e con che scelte si aiutano le serie inferiori come l’eccellenza ? si’ perche’ ormai e’ diventata una serie inferiore
          la colpa va’ data..i colpevoli ci devono essere e ci sono
          NOMI E COGNOMI di chi sputtana tanti soldi in scelte assurde che non portano a niente quando invece potrebbero essere investite per la pubblicita’ per i campionati o per aiutare a migliorare le strutture delle societa’

  21. Hullalla 12 Maggio 2015, 14:23

    Credo che nel miglioramento di Mogliano ci siano anche un po’ di spettatori che anziche’ andare a vedere la Benetton hanno preferito Mogliano.
    Per una volta abbiamo avuto un piccolo travaso di interesse dal Pro12 all’Eccellenza, dopo tanti schiaffi..

    • carlo s 12 Maggio 2015, 16:50

      Hullalla ma quanti spettotori tiene il campo del Mogliano?
      500/600?

      • Antonio9 12 Maggio 2015, 18:46

        Mogliano ha una tribuna coperta da nemmeno 500 posti e sul lato opposto 4 gradini su cui potranno stare al massimo 300 persone.

        Sono però i più disinvolti a gonfiare le presenze, se a Rovigo dichiarano di meno (probabilmente perché ci sono parecchi che entrano “di straforo” ) a Mogliano la media andrebbe tagliata di un terzo ad essere benevoli.

  22. San Isidro 12 Maggio 2015, 15:34

    Dal momento che Roma si piazza sempre ultima per la media spettatori di club e, legittimamente, questo fatto si porta dietro un sacco di critiche, a costo di risultare noioso, visto che tutto quello che dovevo dire l’ho già scritto in passato, copio parte di un mio vecchio commento sul pubblico romano…
    “Purtroppo il pubblico dell’ovale capitolino scarseggia ed è un dato di fatto…i buoni numeri l’anno scorso ci sono stati, soprattutto per i derby: circa 1500 per Lazio-URC, 1200 per Capitolina-Fiamme e al derby URC-Lazio eravamo almeno 1000…
    Siamo in una metropoli di oltre 3 milioni di abitanti e per questo a Roma di rugby se ne fa tanto (14 sono le squadre senior dall’Ecellenza alla C2 quest’anno, almeno altri 7-8 club che hanno solo attività giovanile, compreso il territorio di Ostia), al tempo stesso però gli interessi si disperdono e il rugby di club è un mondo ristrettissimo, fa parte dei tanti sport minori che si fanno nella capitale…
    Ci sono poi tanti romani che seguono il rugby a grandi linee, magari vanno allo stadio a vedere l’Italia o guardano in tv l’Heineken Cup o altri avvenimenti di rilievo…ho conosciuto gente molto appassionata e preparata che non è interessata al rugby italiano di club…ci sono diversi amici che mi accompagnano a vedere la nazionale all’Olimpico o i TM al pub, ma raramente sono riuscito a coinvolgerli per la Capitolina o le Fiamme…
    Le realtà di club sono mondi a sè, chi segue il rugby romano, oltre ad appassionati ovali genereci, è per lo più gente all’interno dell’ambiente, ovvero tifosi di vecchia data, ex giocatori, famiglie dei ragazzi del vivaio, amici di chi è in campo e così via, non c’è un grande incremento extra…addirittura alcuni sono fedeli alla loro bandiera e raramente si spostano per i vari campi della capitale…ma questo non accade solo per l’Eccellenza, ad es. anche il CUS Roma in serie B ha sua piccola cerchia di affezionati e sostenitori che seguono per lo più il loro club e basta…
    Sottolineo anche un aspetto socio-culturale, nei piccoli centri come Rovigo, Mogliano, San Donà, Viadana, ecc, il rugby è qualcosa di molto sentito da parte della comunità, un appuntamento a cui difficilmente si può fare a meno…Roma, proprio per la sua dispersività, non riesce a trasmettere la stessa cosa…mettiamoci pure le distanze, anche se uno è appassionato, ma abita dall’altra parte della città, andarsi a vedere una partita, magari pure con i mezzi pubblici, diventa un impegno non da poco e non sempre uno ci può andare, chi non vive qui non può rendersi conto (abito a Roma Nord e per fortuna Lazio, Capitolina, Primavera e CUS Roma ce lo ho vicine, ma per le Fiamme devo farmi un’ora di trenino, idem per il Tre Fontane dove dalla stazione Termini devo prendere la metro…a Dicembre mi sono andato a vedere il sentito derby di C1 Villa Pamphili-Rugby Roma Club al Corviale, estrema periferia sud-ovest, giunto a Termini sono poi arrivato al campo con due mezzi e più di 40 fermate di autobus, questo solo per rendere l’idea)…
    Sicuramente sarebbe più dignitoso in una città come Roma vedere sempre almeno 1000 persone per ogni incontro d’Eccellenza, ma i problemi sono questi…”
    Dal mio punto di vista questa stagione, per quello che ho potuto, ho cercato di darmi fare, sono andato a vedere tre volte la Lazio, tre le Fiamme, tre la Capitolina, il sentito derby di Serie B CUS Roma-Primavera (e c’erano circa 1000 persone, mi ha fatto davvero piacere) e due volte la C1…ho desisito per la C2 (nonostante in città ci siano 6 squadre e ho qualche ex compagno di squadra che ci gioca), anche se l’acceso derby dei centri sociali, tra gli All Reds di Ostiense e lo Spartaco del Tuscolano, mi sconfinferava…purtroppo mi rode essermi perso il derby d’andata Lazio-Fiamme (con la clamorosa vittoria dei biancocelesti), ma ero influenzato…adesso non mancherò per le fasi finali visto che abbiamo le FF.OO ai play-off di Eccellenza, il CUS Roma e la Primavera a quelli per salire in Serie A (e raggiungere così la Capitolina), la Rugby Roma Club e il Villa Pamphili in lotta all’ultima giornata di C1 per un posto che vale l’accesso ai play-off per la Serie B…non so invece come funzionino i play-off di C2, ma la Roma Urbe ha chiuso in testa al girone regionale laziale ed è prossima alla C1…
    Insomma, al di là dei bassi numeri di spettatori, il rugby a Roma c’è ed è vivo, a noi (pochi) appassionati ovali il week-end rimane solo l’imbarazzo della scelta su quale campo cittadino andare (considerando pure che siamo ad un tiro di schioppo da Frascati, Colleferro, Segni, ecc, paesi di grandi tradizioni ovali), personalmente dò la precedenza all’Eccellenza e alla Capitolina, ma, anche se di livello basso, pure le gare della B e della C1 non sono male per agonismo e intensità…

    • Alberto da Giussano 12 Maggio 2015, 15:55

      Scusa @San, ma il tema direi che riguara Roma e Milano alla stessa maniera. Una metropoli di fronte ad uno spettacolo come è il rugby in Italia, non va considerata come un tutt’uno, ma come la sommatoria di piccole “citta”.
      Probabilmente ci fosse una squadra che si identificasse con “Tor Pignattara” potrebbe fare, in eccellenza, gli stessi spettatori di Mogliano e di altre. Per identificazione, intendo :avere dei campi, fare un settore giovanile ed avere una decina di ragazzi che giocano in 1a squadra.
      Se la Capitolina giocasse a Frascati o Colleferro farebbe più spettatori.
      Una squadra “neutra” che vuole pescare su tutto il territorio della città deve avere una dimensione internazionale di valore indiscusso: come la nazionale.
      A Milano l’Amatori targata Berlusconi faticava ad arrivare a 4/500 persone la cui metà veniva da fuori Milano. E di scudetti ne ha vinti.
      La metropoli esige squadre di altissimo livello.

    • San Isidro 12 Maggio 2015, 17:23

      @Adg,
      hai perfettamente ragione su tutta la linea…la situazione del rugby meneghino non la conosco per cui non ti so dire, ma, ovviamente, trattandosi di una grande città anche Milano, penso che i problemi siano più o meno simili…
      Per quanto riguarda Roma, i club, per così dire, “istituzionali” della città non rappresentano determinati quatieri o territori, ma è ovvio che vi affluiscono ragazzi che abitano in zona…a Roma Nord, in un’area di pochi Km quadrati, ci sono ben 4 società…all’Acquacetosa giocano la Lazio e la Primavera, nella vicina Tor di Quinto invece abbiamo altri due impianti ovali a distanza di 2-3 Km l’uno dall’altro, ovvero quello del CUS e, andando verso Saxa Rubra, quello della Capitolina…in queste 4 realtà campi da rugby (7 in totale: 3 dell’Acquacetosa + 2 del CUS + 2 della Capitolina, anche se uno dell’URC non è regolamentare) e vivai non mancano, ogni società ha il suo settore giovanile ben strutturato, ma un’identificazione precisa con il territorio non c’è, al massimo sono società che rappresentano Roma Nord e che, per quanto riguarda l’Eccellenza con la Lazio e la Capitolina per la Serie A, raccolgono appassionati e tifosi della zona…se proprio vogliamo dirla tutta, soprattutto per il settore giovanile, Lazio e URC sono società di un certo livello borghese in quanto ci vanno a giocare ragazzi provenienti prevalentemente dai quartieri eleganti di Roma Nord: per lo più dai Parioli per la Lazio e dalla Cassia, dalla Collina Fleming, dalla zona di Corso Francia, dalla Camilluccia e da Vigna Clara per la Capitolina…ovviamente non generalizzo, ma le zone di riferimento sono a grandi linee quelle…
      La Rugby Roma invece, nonostante sia stata la società più rappresentativa del rugby capitolino, raccoglieva (e tutt’oggi lo fa con la neosocietà della Rugby Roma Club), stando al Tre Fontane, tutti ragazzi di Roma Sud e di diversa estrazione sociale, da quelli provenienti dalle zone benestanti dell’EUR a quelli di quartieri e borgate circostanti (Trullo, Magliana, Ostiense, Garbatella, Tor Marancia, Laurentino, Annunziatella, Roma 70, ecc)…
      Il cosiddetto “rugby di quartiere” a Roma è una novità degli ultimi anni e, in questo senso, bisogna applaudire una società storica come il Villa Pamphili che dal Tre Fontane si è accasata al Corviale, quartiere difficile della periferia sud-ovest, e ha dato vita ad un progetto di rugby sociale notevole portando a giocare tanti ragazzi della zona e divenendo un punto di riferimento per appassionati e tifosi di quel quadrante della città (da Monteverde all’Arvalia, da Portuense alla Casetta Mattei)…altre società amatoriali sono diventate squadre di quartiere…in periferia nord abbiamo il Nuovo Salario (dalle mie parti) che fa rugby giovanile per i ragazzi dell’area, nella periferia nord-est abbiamo la Roma V° Rugby che ha il suo campo nella borgata di San Cleto e raccoglie ragazzi dalla zona di Casal de Pazzi, Torraccia, San Basilio e quartieri limitrofi…a Roma Est abbiamo ben tre società che fanno rugby giovanile, la Nuova Tor Teste nell’omonimo quartiere (club in cui ha iniziato a giocare Giovanni Maiestri), e da pochi anni il rugby è arrivato anche a Centocelle con gli SPQR Gladiatori e la Arnold…nella zona sud-est abbiamo l’Appia Rugby che fa attività giovanile nel bel contesto del Parco degli Acquedotti e raccoglie ragazzi che arrivano per lo più dall’Appio Claudio e dall’Appio-Pignatelli…poi ci sono altre realtà, come le squadre autogestite dai ragazzi dei centri sociali che sono riuscite ad avere un considerevole pubblico di quartiere, come gli All Reds a Ostiense e lo Spartaco al Quadraro prima e al Tuscolano adesso…manca una squadra di rugby in tutta l’area di Roma Ovest che va dall’Aurelio a Casal del Marmo, ma sono fiducioso…per me tutte le squadre che ho elencato sono anche troppo poche per un territorio così vasto come quello della capitale…
      Sul concetto di squadra “neutra” è vero, ovviamente tanti appassionati romani si identificavano nella grande Rugby Roma targata RDS della seconda metà degli anni ’90 e dei primi anni 2000, una squadra che regolarmente arrivava in semifinale-scudetto e che ha vinto due titoli a distanza di un anno l’uno dall’altro (la Coppa Italia del ’99 proprio contro il tuo Calvisano e lo scudetto del 2000)…molti dei vecchi appassionati della RR adesso vanno a vedere le FF.OO visto che sono sempre a Roma Sud…

      • Pino_foto 12 Maggio 2015, 18:38

        ( ah bello ) spinto da curiosità sul articolo mi sono imbattuto sul tuo post.. e ti direi un “ni” sulla localizzazione del seguito della Rugby Roma, perchè sono legato ancora oggi (nonostante la sparizione della squadra) da amicizia e affetto a quel gruppo di pessimi elementi detti “Bocia” , presenti sulle tribune del 3 fontane dai primi anni 2000 e che provenivano si in parte da Roma Sud ma anche da quartieri decisamente fuori da quel giro, come il prenestino tiburtino o Monte Mario, peculiarità poi sempre del gruppo era quello di non essere in nessun modo legata al “campo” nessuno infatti aveva giocato ne direttamente ne nelle parentele… 😉 ora spiega tu che vuol dire arrivare dal prenestino al tre fontane… aahahahha

        • San Isidro 12 Maggio 2015, 19:03

          ahah…in effetti dal Prenestino all’EUR ce metti di più che andà da Rovigo a Treviso…
          io parlavo più che altro delle giovanili, sono quasi tutti ragazzi di Roma Sud…anch’io da ragazzino avevo il mito della Rugby Roma e volevo andare a giocarci, ma uscivo di scuola sulla Bufalotta alle 14 e alle 14.30 iniziavano gli allenamenti al Tre Fontane, così ho “ripiegato” sulla Primavera…
          quanto agli appassionati della vecchia RR, beh si, era la squadra più seguita e rappresentativa della città, venivano a vederla da ogni dove, anche dalla provincia…ricordo le mie traversate da Roma Nord con 90 express e metro B (fermata EUR Magliana), che poi la stessa traversata l’ho rifatta qualche settimana fa quando sono andato a vedermi l’acceso derby di C1 tra la Rugby Roma Club e il Villa Pamphili…
          ps: ti vedo spesso con la tua attrezzatura sia all’Acquacetosa che a Ponte Galeria, magari sabato ci si vede…

          • delipe 12 Maggio 2015, 21:06

            Grazie ragazzi per avermi inquadrato un po la situazione romana attuale, che ammetto di conoscere poco.
            Molto interessante leggervi
            Ciao

          • mezeena10 13 Maggio 2015, 08:30

            grandi gli amici di Villa Pamphili..grande Nuragiko, uno dei loro leader!
            San quando stavo a Roma viaggiavo tutti i giorni in metro da Rebibbia all’ Eur, 50 minuti circa a tratta, piu 10 min a piedi (dopo neanche un anno gliela ho data su)..
            quasi come andare da Sassari a Olbia! 😉

          • mezeena10 13 Maggio 2015, 08:31

            1999\2000..

  23. ric 12 Maggio 2015, 15:49

    la media 1722 a rovigo non concorda coi dati sempre sottostimati di ogni fine settimana…essendoci 650 abbonamenti…non si può sempre recitare che ci sono 800 – 1000 persone…basta guardare le foto
    che i neri alla guizza siano al secondo posto fa ridere…quando il rovigo gioca a padova porta 1500 – 2000 persone….lasciateci almeno questa soddisfazione

    • San Isidro 12 Maggio 2015, 15:53

      in quanti verrete a Roma sabato? dai che vi aspetto…

      • Cuco23 12 Maggio 2015, 16:24

        Purtroppo San io non riuscirò a venire 🙁

        • San Isidro 12 Maggio 2015, 17:37

          ci sarà occasione dai, magari al prossimo Meet & Beer di OnRugby…

          • Cuco23 12 Maggio 2015, 17:59

            Se vuoi ti aspetto a Rovigo per il ritorno 😉

      • steve 13 Maggio 2015, 09:20

        Mettiti qualcosa per distinguersi..

    • Alberto da Giussano 12 Maggio 2015, 18:07

      @ric, i dati non sono sottostimati, sono quelli che le società comunicano alla Fir, no non credo che Rovigo comunichi un numero di spettatori inferiore ai biglietti venduti e alla quota abbonati. Potrà, forse, non comunicare la quota degli abbonamenti omaggio, ma il resto, tutto.

  24. ric 12 Maggio 2015, 15:57

    intanto maxi schermo fuori rugby house…poi pullman e privati…ti so dire

  25. maxetere 12 Maggio 2015, 16:34

    La situazione è anche peggiore di quella descritta, ne sono certo. Dopo ogni partita leggo i numeri dichiarati ma dubito fortemente siano reali. Ci son state delle partite a l’aquila dove veramente eravamo 4 gatti, 2 dei quali giocatori non convocati e i numeri indicavano una più che discreta quantità di pubblico. Parlo soprattutto delle partite del trofeo eccellenza che veramente non serve a niente. Gli Aquilani si professano tutti rugbisti, cresciuti con la palla pizzuta in famiglia, ma se la squadra non vince disertano lo stadio. Hanno questo modo di fare disfattista che mi fa veramente girare le balle: “Ma che ci vado a fa’ allo stadio? A vedelli perde? Me stengo a casa.” al contrario se la squadra deve lottare per qualcosa si fanno i pullman e riempiamo gli stadi. Cosa rara purtroppo. La verità è che è ormai uno sport decaduto, che ha perso buona parte del suo spirito, parte del fascino. I giocatori bravo sono andati tutti all’estero e quei pochi rimasti fanno la fame per offrire uno spettacolo spesso noioso. Per non parlare degli arbitraggi spesso penosi. Parlo di tutti, non solo dell’aquila rugby. Le partite in casa me le sono viste tutte e sono andato sempre a Roma per fiamme e Lazio, il livello è basso, a volte imbarazzante. Sugli spalti a volte serpeggia palpabile lo sconforto e la delusione. È logico che restano fedeli solo gli appassionati, noi pazzi che andiamo allo stadio con la neve e il gelo. Cazzarola sabato quando ho visto uscire Toto’ e Zappo’ ho avuto la netta sensazione di assistere alla fine di qualcosa. Erano gli ultimi rappresentanti di una l’aquila che è stata grande e che da 10 anni soffre anche solo a rimanere in eccellenza.

    Infine non me ne vogliano gli amici delle fiamme oro ma lo stadio non è affatto comodo, sta fuori città sebbene sia facilmente raggiungibile. Quanti romani sono disposti a farsi mezzo raccordo e mezza Roma-Fiumicino? Tra l’altro fiamme L’Aquila era sotto al diluvio universale. Te credo che la gente resta a casa. 🙂

    • San Isidro 12 Maggio 2015, 17:40

      fortunatamente dalla periferia nord, dove abito, ho il trenino che in un’ora arriva a Ponte Galeria (anche se la fermata è Fiera di Roma) e la caserma è appena là vicino…certo, è comunque un viaggio…

    • electrocase 12 Maggio 2015, 18:54

      Caro Max
      stessa amara sensazione
      la fine di qualcosa…
      Credo che l’Aquila vista in questo campionato non meriti la serie
      (e non perché tutte le altre squadre viste giocassero di livello)
      Non la merita perché avrei preferito perdere quasi tutte le partite con i nostri ragazzi invece che con una squadra imbottita di stranieri (e con stranieri intendo anche gli italiani stranieri)
      Lo so è complicato ma tu che conosci sicuramente bene la situazione avrai di certo potuto notare che per gli avanti problemi non ce ne sarebbero mentre per i trequarti è deserto
      Il mistero Speranza resta per me un mistero incomprensibile ed un esempio che dovrebbe dirci molto
      per il resto che dire
      Davvero triste
      Solo “E’ ora di Tornare” ci poteva salvare ma…….

  26. Svevo 12 Maggio 2015, 16:46

    Un grosso problema secondo me è che sui giornali e alla radio ,se non nelle cronache locali , non si parla mai di Rugby se non quando gioca la nazionale . Io sono di bologna e nei giornali locali per non parlare di quelli nazionali non c’è mai una riga sul rugby d ‘eccellenza, se non seguissi internet ed il rovigo non saprei nemmeno la classifica.
    Bisogna investire sulla comunicazione

    • Emy 12 Maggio 2015, 17:21

      Parole sante.
      Il punto è che, anche quando le società comunicano, i media se ne fregano. Per dire solo la più macroscopica: raisport “trasmette” (parola grossa, ma questo passa il convento) l’Eccellenza, ma tu hai mai sentito dare lettura, cosa che richiederebbe tipo 20 secondi, di risultati e classifica di Eccellenza nei tg rai?

    • San Isidro 13 Maggio 2015, 02:33

      pienamente d’accordo @Svevo!

  27. faduc 12 Maggio 2015, 16:55

    Il piccolo galles diventa sempre più piccolo…meditate gente…meditino coloro che ragionano ancora da club e non da franchigie territoriali. Ma, come si dice spesso, è meglio essere testa di una sardina che c**o di una balena. Se la federazione non impone per le squadre del massimo campionato una struttura societaria che spinga verso le franchigie, il rugby italiano diventerà un mondo di under e old, senza la via di mezzo

  28. papavero 12 Maggio 2015, 16:59

    Mogliano tra le 2 gradinate 1100/1200 con staccionata 2000 con tribune in affitto come con rovigo l’anno scorso 2500.

  29. delipe 12 Maggio 2015, 17:08

    Buonasera,
    Ormai e diversi anni che l eccellenza e in crisi di spettatori, per questo fatto e per il fatto che manca una squadra rispetyo all anno precedente nom mi sembra un calo eccessivo ma appunto di “stagnazione” come ha detto qualcuno.
    Condivido che bisognerebbe fare qualcosa ma cosa ? Certo non ridurre il campionato ad 8 squadre che e gia risicato cosi come qualcuno ogni tanto scrive o auspica.
    A mio parere il campionato nazionale deve tornare importante, quesyo e meglio metterselo nella testa !
    Nel senso di risorse, nel senso di campi, nel srnso di territorialita nazionale, nel senso di immagine, nel senso di sponsor,nel senso di televisione e media in genere, nel senso di progetto di formazione del gioco, ecc…ecc..
    Ma la cosa piu importante nel senso di dare un senso a cio che si fa !
    Niente progetti piccoli, raffazonati e cambiati ogni anno.
    Niente senso di inferorita rispetto ai campionati degli altri paesi e niente rassegnazione che il nostro rugby non cresce ed e brutto da vedere.
    E il nostro rugby ! Se non siamo cresciuti sul 5 nazioni di Paolo Rosi, siamo cresciuti sui campi dispersi di qualche citta di provincia.
    E bello vedere il rugby d elite nel nostro paese da qualche anno e di certo non possiamo e dobbiamo frenare questo cambiamento.
    Ma neppure e sano dimenticarsi delle radici del nostro rugby nazionale e non “alzare il di dietro” per andarlo a vedere oppure investire tempo e denaro per finanziarlo.
    Molti scrivono, a gran ragione, che il campionato di serie A e un bel campionato.
    Condivido e forse questo puodimostrare che il nostro piccolo, piccolino rugby puo dare ancora molto ed in ogni caso ha ancora da dare molto!
    Tirarsi su le maniche e lavorare per questo….tutto nello stesso SENSO !
    Cordialità

    Ps quest anno ho assistito a prato lazio equindi sono uno dei cento spettatori !
    Ma io non conto sono un girovago del rugby con in tasca piu di un abbonamento…fanno media ? 😀 😀

  30. Emy 12 Maggio 2015, 17:18

    Il problema dello scarso pubblico nel rugby italico è trasversale a tutte le categorie e cercare di portare spettatori sui campi è certamente una delle maggiori sfide che le società si trovano ad affrontare. Banalmente, se non per tifo e simpatia, fosse anche solo per pecunia: biglietti e ristoro.
    La verità è che il rugby italiano è straripante di tifosi da divano e da scrivania, come del resto lo sport tricolore in generale: si cerca di parlarne e di far conoscere e sapere per portare gente ad avvicinarsi e a vedere le partite, ma il risultato troppo spesso è opposto, con le persone che si abituano a seguire il rugby, e sentono di seguirlo, senza mettere mai piede su un campo.
    Se In italia ci fossero più persone come San isidro, che a Roma va a vedersi ogni squadra che gli capiti a tiro, senza tifare realmente per nessuna ma seguendole tutte e andandole a vedere, il nostro rugby e lo sport in generale sarebbero certamente migliori. Ma sarebbe già un passo avanti se tutti coloro che si definiscono appassionati se non addirittura tifosi scendessero dal divano al sabato e/o alla domenica per andarsi a vedere anche solo una squadra ma con una certa costanza. Piove? La tribuna è bruttarella? Beh si può stare in club house, che da molte il campo si vede lo stesso, e passare lo stesso la giornata al campo e alla partita: pazienza se qualche volta la visuale non è perfetta o il tempo è brutto.
    Resto basita nel leggere de L’Aquila e del poco pubblico anche all’ultima partita di vere e proprie bandiere: è grave questa cosa, e molto triste.
    E’ vero che l’Eccellenza è spesso poco spettacolare e quindi non è un grande specchietto per attirare nuovo pubblico, ma il problema di questi numeri in calo è che si stanno allontanando anche i tifosi.
    Secondo la mia personale esperienza, essendo il rugby sport minore, è percepito dal pubblico come tutti gli sport minori: lo vado a vedere se si vince/se c’è in palio qualcosa. Chiunque segua una squadra dall’interno non fatica ad accorgersi di questa cosa: l’interesse del pubblico si risveglia o per partite particolari, tipo derby sentiti, oppure per una squadra che vince e raccoglie risultati (ad esempio un accesso ai play off, meglio se raggiunti per la prima volta e magari anche a sorpresa), o per partite particolari, tipo semifinali. Queste e solo queste sono partite in grado di tirare la gente giù dal divano e fuori di casa. Il clima ci mette la ciliegina sulla torta: sappiamo tutti che vedersi le partite in inverno al freddo e/o sotto la pioggia, spesso su campi che non hanno tribuna coperta, non è proprio uno spasso, mentre, come per magia, a fine campionato e nei play off è primavera inoltrata.
    Teoricamente, almeno le franchigie dovrebbero avere buoni numeri di pubblico, invece non li hanno neppure loro, e questo è il vero e grande sintomo che il rugby in Italia non funziona e non attecchisce. L’Olimpico più o meno pieno 2-3 volte l’anno non vuol dire niente e chi fa finta che sia sintomo di buona salute mente sapendo di farlo e, peggio, lo usa come tappeto per nascondere la polvere e i cocci.
    L’obiettivo di una strategia congiunta tra federazione e club dovrebbe essere quello di portare a vedere le partite di campionato tutti quelli che vanno a vedersi l’Italia ignorando che in Italia a rugby si gioca sempre e non 5-6 volte l’anno. La Nazionale andrebbe usata come traino per Pro12 e Domestic e viceversa, in un costruttivo scambio di attenzione e spazio, che invece non esiste minimamente: Mercurio e Plutone. Spazio, ultima frontiera.

    • San Isidro 12 Maggio 2015, 17:36

      ahah…a Emy, ma io ce vado perchè il week-end non c’ho un cacchio da fa…

      • delipe 12 Maggio 2015, 19:00

        Io….invece ho anche da fare….ma non rinuncio settimanalmente alla mia giornata di rugby dal vivo…anzi tante volte preferisco il “campo mitico” alle rinomate partite in tv. 🙂

        • San Isidro 12 Maggio 2015, 19:08

          su questo ti dò ragione, vedere una partita dal vivo, magari anche di serie minori, è decisamente più coinvolgente (almeno secondo me), vuoi mettere: rumore degli impatti, tifo, chiacchiere tra amici, birra, pranzo alla Club House (qualora ci fosse), ecc…poi di questi tempi ci sono pure le belle giornate…

          • delipe 12 Maggio 2015, 19:27

            Certo San Isidro,
            A parte il tifo troppo rumoroso e continuativo che ti impedisce di parlare che non amo molto ma rispetto, condivido tutto.
            Personalmente non mi frena neppure l inverno, vado in treno piuttosto che in macchina, ma vin brule o panino e salsiccia sono buoni amici 🙂
            Francamente mi stupisco di come un po di pioggia o un po di freddo possa essere un freno per una giornata di rugby tra amici o nuovi amici.
            Come ci si fa a lamentare degli “spifferi” quando in campo vanno 30 persone il piu delle vokte sottopagate, a prendere tranvate e fango in bocca in un contesto diffuso di fiato da mischia che trasforma ogni mischia in una locomotiva a vapore in un campo spesso spelacchiato….. :D:D

            Uhmmmm…..non ci siamo….non ci siamo…. 🙂

          • delipe 12 Maggio 2015, 19:30

            Senza contare quegli “eroi contemporanei” vestiti digiallo che si chiamano arbitri!!
            Standing ovation please….. 😀

  31. delipe 12 Maggio 2015, 19:29

    Senza contare quegli “eroi contemporanei” vestiti digiallo che si chiamano arbitri!!
    Standing ovation please….. 🙂

  32. Gandalfilgrigio 13 Maggio 2015, 13:17

    se la Fir non sponsorizza le partite, se non si fa pubblicità , se la stampa snobba costantemente il rugby, se si svendono i valori del rugby per far spazio ancora la calcio, vedasi caos del Tre Fontane anzi a tal proposito vi ricordo che stanno raccogliendo firme einvito tutti a farlo https://www.change.org/p/assessorato-sport-e-cultura-roma-capitale-il-rugby-deve-rimanere-al-tre-fontane , ma cosa pretendiamo???? Questo è uno sport potenzialmente che potrebbe avere numeri da paura ma se ci si limita sempre e solo al 6 nazioni non crescerà mai….si deve cambiare registro viviamo nell’era della comunicazione che non c’è se non per la nazionale….ma non si vive di sola nazionale ahimè

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