Eccellenza: ultimi 80 minuti di regular season, tutti gli intrecci

Per ottenere risultati servono capacità ma anche fortuna e mi sembra che qui ce l’abbiano le Fiamme: avere fame di punti per raggiungere l’obiettivo e trovarsi ad affrontare all’ultima giornata una squadra già a posto con la classifica è una discreta botta di fortuna.
In A è stato così domenica scorsa per il Verona, che ha staccato l’ultimo biglietto buono per le semifinali giocando contro il Colorno già ampiamente qualificato e quindi in campo con formazione “inedita”, mentre le altre due contendenti si sono scannate tra loro.
Niente di male: insieme alle capacità, la fortuna serve sempre. E, ovviamente, niente da dire sul Mogliano se giocherà “morbido”: fanno benone.
Seguo le Fiamme da quando erano in A e mi pare che il progetto stia procedendo in modo lineare: un paio di stagioni in A, una promozione per ripescaggio (ma probabilmente se non fosse stato così sarebbero cmq saliti l’anno successivo), due stagioni di Eccellenza in progressione e quest’anno, alla terza, salvo un clamoroso scivolone (attenzione Fiamme: testa a posto, non come fu a Livorno anni fa), la prima volta ai play off.
Forse non sarò obiettiva, perchè il personaggio mi piace tantissimo e lo ritengo bravo come pochi, ma io credo che non avrebbero avuto lo stesso cammino positivo senza quel grande allenatore che è Presutti, che ha saputo dare alla squadra una concretezza anche mentale ed un concetto di gruppo che prima non aveva e che non è facile, in una squadra “costruita” per concorso e comunque fatta e vissuta con meccanismi molto diversi dalla norma.
Sullo sfondo c’è sempre un po’ la musichetta del “ti piace vincere facile”, vista la situazione economica e professionistica assolutamente unica nel nostro rugby, che sicuramente è anche fonte di pressione per i cremisi, chiamati sempre a dimostrare qualcosa di più, in quanto facilissimi bersagli di critiche se deludono. Devo però dire che, andando qualche volta a Ponte Galeria nell’arco di un tot di anni, un processo di trasformazione da caserma a campo da rugby c’è stata, così come da somma di giocatori a squadra e società di rugby. Chi conosce il rugby sa bene che questi aspetti possono fare la differenza in campo quanto e anche più delle più squisite abilità tecniche: se alle Fiamme se lo ricorderanno sempre, i risultati continueranno ad arrivare. E avranno giocatori sempre più motivati e quindi che cresceranno sempre meglio, anche in chiave nazionali e franchigie, potendo al contempo permettersi di essere più al riparo dalle inevitabili e cicliche critiche.