Il tecnico del Rovigo ha già programmata “viaggi di studio” in Francia, Inghilterra, Galles e Nuova Zelanda
Filippo Frati prende zaino e appunti: una estate in giro per Ovalia
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Un esempio.
Applauso sincero.
Quoto
pensa di poter fare a Rovigo gli allenamenti che si svolgono in Nuova Zelanda o Francia? è come voler fare una pizza napoletana in Papua Nuova Guinea
Encomiabile la voglia di apprendere ma pensi a portare lo scudetto a Rovigo dopo tanto tempo, la piazza aspetta ansiosa di gioire, lasci perdere il dopo e si concentri sul presente
Forse questa voglia di un rugby superiore indurrà il suo amico De Rossi a portarlo alle Zebre? vinca qualcosa prima
Però burger… A parte che il suo programma itinerante di apprendimento e formazione sarebbe dopo la fine della stagione attuale (magari vincente. I rossoblu sono autorizzati a toccarsi…) ma poi…si parla spesso della presunzione dei nostri coach, dell’impreparazione a livelli internazionali, del non confrontarsi con altri mondi ovali più evoluti e poi, quando uno lo fa per conto suo senza nemmeno pesare sulla Federazione, gli si dice di pensare a Rovigo? Secondo me anche la stessa Rovigo beneficerà di questa sua esperienza che fra l’altro dimostra amore per il proprio lavoro e anche una certa ambizione. Non so se alle Zebre o altro, ma per lui, entro pochissimi anni, prevedo un futuro di soddisfazione. Io penso all’estero, dato che noto da parecchio tempo una sua certa propensione alle sfide e al confrontarsi con mondi che non siano solo il nostro orticello…
Qualunque cosa si faccia non andra’ mai bene a tutti.
E ti sorprendi?
@Burger, mi fai pensare che una delle migliori pizze napoletane che io abbia mai mangiato, l’ho gustata proprio a Rovigo…
Burger per apprendere devi uscire dall’italia per migliorare devi uscire dall’italia e tutto questo verrà ripagato e mi auguro accada proprio a rovigo!questo è il giusto percorso se vuoi ottenere qualcosa! Ha fatto e fa così casellato ottenendo qualcosa perché nn può farlo frati?! E poi si parla del periodo estivo! X cui la tua uscita acida mi conferma solo una cosa ‘che se ti sta sui coioni una persona a priore’ i giudizia saranno sempre fuori luogo xche’ nn c’è l’intelligenza a la versatilita’ mentale di dire ‘bravo! Facessero così tanti altri x migliorare il rugby italiano e magari anche gli arbitri’
Caro Burger il tuo mi sembra un modo di ragionare molto provinciale. Rifletti.
guardare avanti fa sempre bene, a maggior ragione se si guarda ai più bravi. anche Casellato l’anno scorso andò in NZ, spero non siano gli unici.
Piccola riflessione, Queste decisioni, dovevano essere prese ma soprattutto organizzate fin dagli esordi nel rugby professionistico. E non solo mandarci i tecnici, ma anche i potenziali dirigenti. Perché di tecnici (stranieri) preparati ne sono passati ma…..
…burger…vi manca qualcosa a Rovigo?
Turistas fai da te? No FIR-tour? Ahiahiahiahi…
Cmq, volendo c’è sempre la “San Isidro Tour Ovali”: “fantasie celtiche”, “miraggi mediterranei”…già i nomi dei suoi viaggi ammantano di fascino… 🙂
Ciao, io penso che l’autoformazione sia un bene per tutti, se tu facessi l’idraulico non ti incuriosirebbe come stringono i tubi nell’Emisfero Australe? Magari ci vai ti impari un mestiere e anche ti godi del buon rugby…
Certo. Mica era una critica verso Frati, la mia. Anzi, avercene.
senso dell’ironia lasciato al Battaglini…
Questo tour che fa Frati, sul catalogo San Isidro Tour Ovali si chiama “il giro dell’ovale – suggestioni up and under”…
Sottotitolo: “Tutti son bravi ad andare in crociera col transatlantico: noi vi ci mandiamo in piroga…!!!” 😀
Oltretutto la prima tappa è presso i London Vaticans, non agli Irish.
Giovanni,dovresti lanciare anche un “Sfogliatellando Tour”! 🙂
Quello è già presente nel catalogo San Isidro!
“San Isidro Tour Ovali”: mica pizza e fichi…sfogliatelle si però…! 😉
mi pare un’ottima cosa e una mentalità giusta da parte di un professionista a prescindere dai risultati che ottiene, non è fortunatamente l’unico, molti lo fanno e fanno bene, penso che sarebbe meglio, per tutti, entrare un paio di anni negli staff, piuttosto che girare così, ma questo è un altro discorso.
criticarlo per questo mi pare, sinceramente, sciocco
quello che fa dovrebbe essere la regola per ogni allenatore ,dirigente ,giocatore che ha voglia di migliorarsi .
la carenza maggiore noi l’ abbiamo nei tecnici e nei dirigenti, sono di qualità mediocre, questo si riflette sui giocatori .
aggiungiamo poi che siamo italiani ed il gioco è fatto !!!!
Lupen 3 hai perfettamente ragione
che fosse un professionista serio l’ho sempre pensato. che un allenatore debba fare queste esperienze completamente di tasca propria, con una federazione miserabile che spende e spande in progetti fallimentari, è un po’ meno comprensibile. in fin dei conti, il suo zainetto si riempirà non preziosi appunti che faranno il bene non solo di frati ma di coloro che lavorano e lavoreranno con lui, facendo crescere un poco tutto il movimento. bravo pippo, forza rovigo!
Ecco, il fatto che debba autofinanziarsi stages all’estero è vergognoso. I responsabili della Fir credo che nemmeno guardino le partite di Top 14 o di Top 12 per avere idea di come si gioca a rugby.
No, calma… Frati è un dipendente del Rugby Rovigo e, fino a che lo sarà, se c’è qualcuno che dovrebbe pagargli un viaggetto di apprendimento all’estero, ora come ora, è Zambelli. Qualora Frati dovesse diventare uomo della F.I.R. allora sarebbe tutta un’altra cosa. Figuriamoci se la F.I.R. deve regalare uno stage di formazione ad un coach di una società privata. Ma scherziamo?
Pippo è un professionista, non un cassaintegrato. Paga di tasca quel che serve alla sua competenza professionale e incasserà (se gli va bene) con gli ingaggi. Come un geometra, o un idraulico. Sarebbe bene che anche i tecnici FIR fossero dei professionisti e non degli impiegati.
Allora potremmo aprire una discussione sugli impiegati in generale, mal, specie nel settore pubblico. La realtà rimane una sola: se si è non cassintegrati ma semplicemente persone di una Federazione o comunque di un apparato statale è da esso che si dipende. Se lo si è di una società privata da cui peraltro già si prende uno stipendio, ogni decisione o iniziativa che si vuole intraprendere (in questo caso addirittura per se stessi ma che poi ne beneficierà la propria società) è ovviamente a carico personale o della società stessa, come capita in qualunque ditta dell’universo con dipendenti che desiderano o necessitano di corsi d’aggiornamento.
Torno a ripetere: Frati ha tutta la mia stima personale ma lui stesso nemmeno si sognerebbe, ora come ora, di chiedere 50 cent alla Federazione Italiana Rugby. Giustamente…
Thunder, non ce l’ho con gli impiegati ma credo che la FIR debba preoccuparsi dell’aggiornamento di tutti i tesserati, e del rugby di base. Chi fa l’allenatore di professione, è giusto che paghi di tasca. Che alleni squadre FIR o meno.
E come vedi, siamo d’accordo.
Mal, dici cose idealmente giustissime ma poi difficili da ottenere. E’ strarisaputo che, soprattutto in Italia, essere alle dipendenze di un qualsiasi organo statale ed in qualsiasi settore è il primo requisito per autoinibirsi ogni iniziativa onerosa di sviluppo ed evoluzione personale-professionale, a meno che non ci pensi lo Stato stesso. Il Rugby non credo che esuli da ciò. Un uomo con incarico pubblico, seppur professionista e professionale, che dovesse decide per proprio conto di spesarsi uno stage chissà dove, potrei equipararlo ad un Eroe moderno. Non andargli incontro organizzandogli ad hoc dei corsi specializzati è il primo passo per ottenere risultati scarsi.
quoto al 100% ! anche sul forza Rovigo! Insieme a Viadana avete la mia simpatia
😉
Bravo Frati, così come già Casellato.
Pure Moretti l’estate scorsa è stato in NZ……..deve ancora tornare secondo me.
Col deve ancora tornare intendevo che non è ancora rientrato.
molti ragionano da dipendenti, altri da liberi professionisti, io appartengo alla seconda categoria… e anche Casellato e Frati, evidentemente…
la mia formazione professionale me la pago io, le competenze sono e restano mie e potrò rivenderle al miglior offerente (possibilmente a caro prezzo, rifacendomi così dell’investimento in formazione)…
non dovrebbe essere così difficile da capire…
tuttavia a me il tour delle quattro chiese in quattro settimane sa più da crociera organizzata (tipo tour giapponese “tutta europa in sette giorni” con la mattina a venezia ed il pomeriggio a Roma) che da vero e proprio stage formativo…
per come la vedo io quest’anno mi farei un mese in Nuova Zelanda, l’anno prossimo un mese in Galles, tra due anni uno in Francia…
Con il mordi e fuggi di una settimana si porta a casa solo una visione parziale del tutto… poi ognuno è libero di fare come vuole e non devo certamente programmare io l’estate ad uno che sa fare il suo lavoro (almeno fino alla finale) come Frati…
ps: la mia proposta di ricomporre il tandem Frati De Rossi, a garanzia del secondo posto in un torneo, andrebbe considerata dalle Zebre… una finale di pro12 non si butta via…
Bravo Frati.
Vergognoso l autofinanziamento.
La FIR preferisce gli autoreferenziati senza esperienza all estero…. Come il precedente allenatore zebre…….e il successivo……..
In teoria è tutto condivisibile: chi è professionista si paga da sè gli aggiornamenti professionali e poi li/si rivende sul mercato.
In pratica nel mondo ovale italiano c’è, per forza di cose, una tale commistione pubblico-privato che districare la matassa non è per nulla semplice. Per dirne una: Brunel è professionista? E Troncon? E come la mettiamo un domani con eventuali giovani tecnici che verranno formati per divenire responsabili della formazione presso le Accademie? Saranno da considerare “dilettanti” fino all’ultimo giorno di formazione e “professionisti” un minuto dopo che i corsi son terminati?
Inoltre: a Rovigo c’è Zambelli che sborsa di tasca sua, ma altrove la partecipazione privata porta nelle casse quote inferiori. Per fare un esempio: a Mogliano senza contributi FIR (sotto forma di partecipazione alla terza coppa o altro) bisognerebbe ridimensionare ed allora, un tecnico di Mogliano, che un domani andasse “sua sponte” a fare uno stage in Lapponia, lo fa coi soldi suoi propri o sempre suoi ma in relazione a quanto Mogliano è riuscito a stipendiarlo grazie al contributo FIR? In pratica, se guadagno 100 ho i margini di manovra per permettermi d’investire su me stesso, se guadagno 10, pur essendo bravo (e di bravi che non hanno la fortuna di sedere sulle panchine di Rovigo o Calvisano ce ne sono in giro…) o mi “attacco al tram” oppure…in questo ultimo caso una “quota contributo FIR al miglioramento professionale” ci starebbe o no??
E se i giocatori che fanno parte delle squadre d’Eccellenza non hanno lo status di professionisti, è giusto considerare gli allenatori delle stesse dei professionisti?
Ed ancora: mettiamo che Frati (o Casellato o chiunque altro) un domani diventi un super-allenatore internazionale (glielo auguro), che vada ad allenare un top-team francese o inglese, cresca enormemente ed un bel giorno la FIR gli proponga la panchina azzurra e lui dice “voglio almeno il triplo di quanto mi offri, se no rimango all’estero”. Ma la federazione non può permettersi quelle cifre e la cosa sfuma: proviamo ad immaginarci gli strali sui forum! “Mercenario! L’attaccamento alla Patria, la maglia…” e via andando. Ed il professionismo? Ce lo saremo già dimenticato? O esiste solo in certe situazioni ed in altre forse…?
Insoma non è esattamente tutto bianco o nero. Mi rendo conto che ho ampliato l’ambito del discorso. Voglio solo evidenziare come applicare schemi rigidi (ed apparentemente inappuntabili) a situazioni che di partenza per loro natura non lo siano, rischia di non far rimanere aderenti alla realtà delle cose.
Ottime osservazioni.
Io sono tra quelli che pensano che una Federazione (in qualsiasi sport) debba occuparsi della formazione/sviluppo professionale di coloro che allo sport stesso desiderano approcciarsi. Se si tratta di discipline minori senza strutture adeguate non è umiliante che si conceda/offra/organizzi stage all’estero in aree virtuose. A beneficiarne sarebbero tutti, sia a livello individuale che poi nei risultati di un movimento in larga scala. Ovviamente sono costi, ma anche investimenti. Certo, se si campa aspettandosi che ognuno, con mere iniziative individuali, si sveni per diventare qualcuno deambulando per il mondo ad acquisire nozioni, le conseguenze sono che i numeri dell’alto professionismo rimarranno costantemente miseri e che colui che ha ottenuto una crescita professionale si “venda” dove meglio crede e serve, senza che vi sia poi un riconoscimento verso il proprio organo istituzionale che avrebbe dovuto aiutarlo nella formazione, oltre che alcun accordo formale che ne sancisca una collaborazione in ottica futura.
Per tutto ciò occorrono soldi (abbastanza) e lungimiranza (molta). Il nostro problema (e noto che vale per un pò tutti gli sport) è la presunzione di non aver molto da imparare, lo sperpero delle già poche risorse a disposizione e il non programmare a lunga scadenza anche per coloro che succederanno a chi c’è ora e che dovrebbero raccogliere i frutti per reinvestire a loro volta.
Eh vabbè… Parole al vento…
La fir non ha i soldi per pagare dei veri tecnici (SAF NZ GB ) che insegnino a tutti i nostri allenatori. Poi chi meglio apprende meglio applica.
Errata Corrige: “La fir HA i soldi MA NON per pagare dei veri tecnici (SAF NZ GB ) che insegnino a tutti i nostri allenatori.”
Diciamo però che se, a monte, investisse per formarsene di ottimi in casa, di SAF NZ GB non ce ne sarebbe così bisogno come ora. O comunque sì, ma non sarebbero più dei messia ma professionisti tra i tanti.
Nel calcio, sport in cui eccellevamo, un tempo insegnavamo tecnica e tattica al Mondo. In panca c’erano persone con controcoglioni che chiunque c’invidiava e consequenzialmente si formavano atleti di primissimo livello. Poi è accaduto che ci siamo seduti pensando narcisisticamente che bastava nascere nel Bel Paese per essere di botto dei Rocco. Ed ora nessuno ci invidia più nulla, nè in panca nè in campo, salvo andare a cercare ancora certi matusalemme di epoche che furono per sperare in fasti passati. Ed arranchiamo.
Se non capiamo che avere coach di altissima preparazione significa avere atleti altamente preparati allora non ne usciremo mai.
Nel rugby, o si investono le risorse a disposizione stimolando iniziative per formare gente capace (qui o altrove. Non è quello il punto) o dovremo continuare ad importare coach, atleti poi equiparabili e naturizzabili ecc… Tutti escamotage… Foglie di fico… Ma da noi non uscirà più nulla di buono, purtroppo.
Beh di tecnici italiani validi nel calcio ce ne sono parecchi. Non per dire, ma Carletto ha vinto 3 Champions’ League (più di Mourinho e più di Guardiola).
@Thunderstruck: sono pienamente d’accordo… “sono costi ma anche investimenti”.
E purtroppo da noi non esiste questa idea di investimento, si sa, in nessun campo. Basti pensare che qui a Firenze il 90% (il 90%!!!!) dei fondi ricevuti dall’Europa non sono stati utilizzati…sono lì…che aspettano e prendono polvere. Probabilmente nessuno ha ancora pensato a come riuscire a intascarseli…….probabilmente se li porteranno in Svizzera…
Scherzi a parte, non hanno idea di come investirli, perchè nessuno né rischia né investe in senso diverso. Appena qualcuno propone qualcosa di nuovo si innescano tutti quei macchinosi ingarbugliamenti burocratici per cui uno è costretto a rinunciare. E allora o vai contro tutto e tutti o ti fai le cose da solo, come Frati. Bravissimo tra l’altro! Noi italiani in questo momento storico si guarda sempre al presente o al futuro prossimo. Mai in grande. La paura di perdere quel poco che abbiamo ci attanaglia le viscere.
Questo è un esempio ridicolo di come non usufruiamo delle risorse che abbiamo anche se è rischioso, nemmeno appunto dei soldi che ci danno in Europa; figuriamoci se in Federazione si mettono a pensare a dare i soldi a Frati o a qualche altra promessa del rugby per fargli formazione.
Che Frati, in qualità di tecnico di uno dei più grandi club di Rugby in Italia, si debba pagare questi viaggi di tasca propria, è a dir poco RIDICOLO…
Il fatto che si metta in dubbio che un libero professionista debba pagarsi il suo aggiornamento professionale, la dice lunga sullo stato confusionale in cui ci trova nel nostro paese.
Di ridicolo c’è il fatto che Rovigo o la FIR debba pagare l’aggiornamento di Frati.
Secondo me la fir dovrebbe pagare l’avanzamento di livello dei nostri tecnici tutti.
Ma c’è da pagare la nuova sede , quindi amen.
Abbiamo le accademie ma non gli insegnanti preparati adeguatamente, abbiamo una nuova sede ma non i rappresentanti adeguati.
@gino: se sei un libero professionista che ripara televisori, ed hai messo su una tua ditta che gestisci personalmente o con dei dipendenti, è tuo dovere essere formato e pagarti(a te e ai tuoi dipendenti) i corsi di aggiornamento per dare un buon servizio alla tua clientela. se sei l’allenatore di un club di rugby che sottostà alla FIR (e che IN TEORIA) fornisce giocatori alla nazionale o ai club di PRO 12, credo sia giusto che i corsi di aggiornamento TE LI FORNISCA/RIMBORSI la FIR. Poi se oltre a quelli te ne vuoi fare altri te li paghi da solo. E sarebbe opportuno che questi corsi fossero di un certo livello altrimenti restano chiacchere e il futuro del movimento si perde nelle spese inutili. Volevo dire solo questo.
P.S. fare l’allenatore di un club sportivo significa essere libero professionista?
Assolutamente sì. Come pure il giocatore è un libero professionista. Come ogni sportivo e come ogni operatore dello spettacolo. Il regista teatrale è un libero professionista e non esiste nessun teatro al mondo che paga ad un regista uno stage da Zeffirelli.
La FIR non ha tutte le responsabilità che tu elenchi.Nella fattispecie del campionato di Eccellenza, ha solo l’onere di organizzare un campionato dietro il versamento di una tassa d’iscrizione, garantendone il funzionamento ( stilare calendari , garantire l’arrivo degli arbitri, ecc. ecc.)
Appartiene a Mogliano o Rovigo avere giocatori e allenatori migliori di quelli di Calvisano e Viadana.
E se Frati non è ritenuto all’altezza , Zambelli può chiamare Hansen. Sarà quindi compito di Frati fare in maniere di essere all’altezza di quel possibile ingaggio.
Gino sarebbe bello che la Fir o le società stesse aiutassero a migliorare i propri allenatori andando all’estero da Frati a Cadellato a Moretti e se altri si aggiungessero ben vengano!se poi uno di questi ti stasui maroni problema tuo a loro nn cambia niente sponsorizzati o no vanno lo stesso all’estero x imparare
La burocrazia e le relative lungaggini è un problema che ci ammorba da illo tempore. Ho smesso di sperare che sia una piaga risolvibile ma continuo a sperare nelle IDEE di gente che vede più in là del proprio naso.
Ma ci sono ancora? Se sì, dove vengono tenute nascoste? E se no, a che santo dovremo rivolgerci? Perchè le IDEE sono sempre, fottutissimamente inversamente proporzionali alla scala gerarchica di questo paese?? Perchè dei forumisti che nella vita fanno le professioni più disparate, pur con tutte le loro diversità, riescono ad avere delle IDEE spesso più lungimiranti di chi DOVREBBE averle per ruolo e per necessità? Perchè??
In Argentina no?
Non vogliono invadere il tuo territorio…
Bravo Frati!
Credo che abbia già iniziato il suo viaggio infatti era con noi tifosi del mogliano sabato scorso a Parma