Il 5 marzo uscirà un volume di Pierre Ballester che farà molto rumore. Pubblicati oggi alcuni estratti
Doping nel rugby: un altro libro-inchiesta scuote la Francia
Lascia un commento
Devi essere autenticato per lasciare un commento: Accedi o Registrati

Sei Nazioni femminile 2023: la preview di Italia-Francia
Le Azzurre capitanate da Elisa Giordano vogliono ben figurare davanti al pubblico di casa di fronte ad una Francia come sempre competitiva

Benetton, Bortolami: “Dobbiamo guardarci allo specchio e ripartire”
L'analisi del coach di Treviso è netta, la squadra non ha reso come si aspettava e ha perso un'occasione importante per agguantare il treno play-off

URC: gli highlights di Benetton-Lions
Sconfitta amara per i biancoverdi che adesso rischiano di dire addio ai play-off

Top10: Rovigo espugna Reggio Emilia e vede la testa della classifica
Cinque punti contro il Valorugby in attesa della partita del Petrarca. Mogliano espugna Torino, le Fiamme regolano Calvisano

Italia, la capitana Giordano: “Contro la Francia partita senza remore”
La terza linea della nazionale femminile verso la partita d'esordio nel Sei Nazioni 2023

Top10: la domenica della quindicesima giornata
Le formazioni delle squadre che giocano i due posticipi del massimo campionato
#team<1500kg
#1500kilipossonbastare
Che queste parole non le dica un pirla mitomane qualsiasi ma l’ex medico dei bleus per 20 anni (no dico… Vent’anni) è davvero un pugno nello stomaco. Ovviamente il libro va letto e mi auguro (per lui, non per il rugby) che di prove dimostrabili ne abbia a pacchi, altrimenti rischia di apparire una mossa scandalistica per avere notorietà quindi vendite quindi soldi. Con cui dovrebbe pagare le spese processuali per le centinaia di denunce a carico, ovviamente…
C’è insomma da stabilire la veridicità delle accuse (che puzzano anche di outing, dato che il signore non è il giardiniere del Saint-Denis…) ed il perchè esse vengono portate in pasto all’opinione pubblica nel 2015.
Si indaghi. Poi (e solo poi) si faccia VERA pulizia. O di rugbysti drogati o di scrittori megalomani.
Thunder…
o li fermiamo (e secondo me è già tardi) o questo sport diventerà come il football americano…
la mia proposta è che il peso complessivo della squadra in campo non superi i 1500 kg (anche meno se vuoi), in modo che per ogni george north in campo ci sia anche uno shane williams…
alla fine saranno costretti a riumanizzare gli atleti…
Appena usciti dagli spogliatoi, tutti, uno alla volta, sulla bilancia con notaio e calcolatrice prima di raggiungere il centro del campo, dici?
Ci può stare. Non elimini d’amblè il pericolo di “dopaggio” ma lo controlli aggirandolo.
So che il problema c’è, inutile nasconderlo pur con l’amore per questo sport. Anzi, proprio per quello non va nascosto. Però basterebbero controlli SERI (requisito fondamentale) pre o post match abbinati a punizioni esemplari. Ciclismo docet. I chili calerebbero consequenzialmente, quasi a vista d’occhio, a prescindere che si superi o meno una soglia complessiva di 1500.
Mi rimane però sempre fastidioso il fatto che si prenda carta, penna e un editore per vomitare a tutti un malcostume orribile da denunciare in tempi adeguati e d’innanzi ad organi competenti.
C’è solo il problema che in questo caso si parla di anfetamine, e negli anni 80, quando il problema doping praticamente non era quasi considerato (il bubbone scoppiò a Seul 88 con Big Ben). Non si parla di anabolizzanti, che sono quelli che i kg li fanno metter su. Anzi le anfetamine come noto venivano fino a qualche anno fa prescritte proprio per dimagrire perchè danno inappetenza. Il famoso Plegine che era quasi certamente quello che i giocatori francesi trovavano pronto negli spogliatoi.
Non è che finisce che si prenderà ancora ma “solo per dimagrire” e rientrare nei 1500 kg?
Anche per quello che non ne facevo una questione di meri chili come in macelleria.
Diciamo che, da qualunque parte la si guardi, l’escamotage lo si troverebbe sempre, volendolo. Prelievi, dna, bilancia… L’infallibilità non esiste, soprattutto d’innanzi alla volontà di dolo. Per ora accontentiamoci di limitarlo, magari dichiarandogli apertamente guerra da parte non tanto di estemporanee denunce di qualche coraggioso ma da parte di organi internazionali preposti. Invece, da lì, sento pochino, per non dire nulla… Chissà se questo ha una spiegazione. Spero che non si sia messo così tanto sporco sotto il tappeto negli anni che ora non c’è un cristo che si prenda l’onere di alzarlo…
Così facendo non si rischia di avere disparità fisiche come avviene nelle nostre under 14 e meno nelle 16? Trovi nella stessa squadra giocatori di 40 kg ed altri di 80/90 kg – di muscoli, non lardo – con un rischio di infortuni comunque elevato.
O si porta ad avere tutti giocatori di 90 kg, o altrimenti, si rischia di avere quello di 80kg e quello di 120kg…
@fracassosandona mi spieghi questa tua proposta di 1500 kg?
15 ragazzotti da 100 kg ti pare poca cosa…..
Non tutti possono essere piloni! 🙂 🙂
Se i primi 8 pesano dagli 870 ai 930 kg…….
la mia è una via di mezzo tra una soluzione semplicistica ed una provocazione…
pesare i giocatori prima di entrare in campo è un’operazione semplice e può essere fatta anche il giorno prima…
come riescono a farci sapere in sovrimpressione il peso delle mischie? hanno i dati, non è così difficile usare excel e non serve fare i conti a mano sul blocco a quadretti…
facciamo 1460 kg (230 stones per i brits)? per me va bene… ma per cominciare mi accontenterei dei 1500…
considera che i pacchetti di mischia ormai superano i 900 chili in otto,
te ne restano 600 da distribuire tra sette giocatori…
se uno di questi pesa 110 kg come north gli altri sono di media 80 kg…
se dovessi avanzare proposte serie direi che i controlli vanno fatti durante la preparazione estiva, il martedì mattina al club, prima e dopo la partita, occorre schedare i ragazzi con un vero e proprio passaporto biologico sin dall’under 20 che analizzi tutti i loro valori e andare a colpire laddove questi sballano…
Sangue e urine quindicinali…. Poi vediamo!
passaporto biologico, dna..da li non scappi..
il tuo metodo, pur condivisibile, è inapplicabile, troppo costoso..
invece creare un “database genico”, passaporto biologico con regole chiare e uguali per tutti, in tutti i paesi, con il vincolo di non poter partecipare a manifestazioni nazionali ed internazionali se non si aderisce al protocollo..
poi i test mirati diventerebbero piu semplici ed efficaci, barare impossibile!
naturalmente con agenzie indipendenti e non vincolate alle federazioni sportive..
c’ è un piccolo problema, le lobbies delle case farmaceutiche (principali produttori), le associazioni mafiose che si occupano della distribuzione etc..
la lotta dev’ essere seria, non guardare in faccia a nessuno, avere tutti gli strumenti necessari per colpire chi imbroglia..e pene ancora piu severe, 2 anni evidentemente non sono un deterrente sufficiente!
Però anche chi “parla” solo ora dopo che per 20 anni ci è stato dentro, ha visto e non ha denunciato. Ecco, non è proprio il massimo.
Condivido a cui aggiungo il punto che fa sotto @mistral “un medico che per vent’anni fa parte del giro, ai massimi livelli federali, e che a sua discolpa non trova di meglio che incolpare altri trincerandosi dietro il “io non lo facevo, ma era prassi comune”…insomma diciamo che proprio il massimo non e’…al netto dei sospetti su cio’ che avveniva ed avviene oggi.
Non è magari lo stesso medico che ha dichiarato Serge Betsen abile a giocare durante la semifinale (o quarto, non ricordo bene) mentre non si reggeva in piedi? E tutto per averlo arruolabile in finale e non doverlo fermare per 3 settimane…
premesso che l’uso di qualsiasi sostanza “illecita” che in un modo o in un altro falsi i risultati sportivi, in qualsiasi sport, ma direi anche in qualsiasi attività umana soggetta a competizione (e quindi anche nel lavoro di tutti i giorni) sia da sanzionare, e fatto salvo che la “illicità” delle sostanze è stabilita dalla legge senza se e senza ma, leggendo le poche righe pubblicate per estratto sull’Express ho sentito come un senso di smarrimento e di deja-vu… tutto viene riportato a episodi di quindici, venti anni fa, di quanto avviene oggi si dice, si suppone, e spero vivamente che nelle rimanenti 190 pagine si provi quanto si dice e sussurra… da un lato si imputa al professionismno la deriva nell’uso di sostanze, dall’altro si dice che in nel periodo pre-professionsitico le anfetamine andavano più dell’aspirina… in più punti si sottolinea come la gara del detettare le sostanze definite illecite sia una gara persa, perchè la chimica e l’inventiva degli utilizzatori è sempre un passo avanti a quella che si suppone sia la realtà dei fatti… si fanno pochi nomi, ma il gotha della federazione viene assolutamente escluso dai dubbi… mah!… un medico che per vent’anni fa parte del giro, ai massimi livelli federali, e che a sua discolpa non trova di meglio che incolpare altri trincerandosi dietro il “io non lo facevo, ma era prassi comune”… ri-mah!… che poi l’uso di sostanze eccitanti, anabolizzanti, rinforzanti etc etc sia una consuetudine in quasi tutte le attività sportive (dalla maratona allo sci estremo) è il classico segreto di pulcinella, e non credo influisca il professionismo, le droghe (di qualsiasi tipo) sono sempre state usate dall’uomo per raffinare/migliorare le proprie performances, ed a seconda delle leggi vigenti erano non solo autorizzate ma di uso rituale… mi chiedo a qual titolo oggi (e nel rugby) dovrebbe essere diverso?… chiudo con una frase estrapolata dal liboro-inchiesta: “Du dopage, il y en a toujours eu et il y en aura toujours. D’après ce que je sais, les médecins constituent un frein et des joueurs se tournent alors vers des “préparations” individualisées. Mais, globalement, le rugby ne peut plus y échapper désormais. Pour moi, les joueurs ne sont ni victimes ni coupables, mais des victimes consentantes.”… i giocatori sono vittime, forse, ma consezienti…
Questo medico ha “coperto” pratiche nel corso della sua attività remunerata dal team Francia . Ora dà la spiacevole impressione di sputare nella minestra
Tre o quattro anni fa un ex giocatore francese del O.Marsiglia di calcio dichiarò nella sua autobiografia che nel 92/93 la quasi totalità della squadra faceva uso di sostanze dopanti fornite dallo staf medico della socirtà. E’ l’anno in cui hanno vinto la Coppa dei Campioni.
Ora mi sembra diventata una costante fare outing e pentirsi clamorosamente in ritardo, ma sopratutto mi sembra essere stata una costante di quel periodo in alcuni stati.
Anche senza il libro-inchiesta a me qualche dubbio è sempre venuto…
Gente da 90-100 kg che corre in quel modo sia scatti, che resistenza alla velocità, che in più va a sbattere e fa sollevamento pesi per 80 minuti a quei livelli… Va bene il professionismo ma…
certo che quel nick…. occhio a Berton 🙂 🙂 🙂
me la ricordo benissimo la tornee’ dell86 dei tutti neri in francia
la prima partita dominarono senza problem
a nantes i francesi furono furiosi e non lasciarono spazio agl’attacchi dei NZ
all’epoca eravamo tutti consci del doping presente in francia perche’ gia’ dagl’anni 50 facevano uso di sostanze eccitanti
difatti molti giornalisti francesi dicevano che lo stop avuto per violenza in quegl’anni fu’ dovuto al doping ai prodotti eccitanti che si prendevano i giocatori e che li faceva diventare sclerotici violenti
altre tournee’ a due facce clamorose della francia a casa loro ne ho viste tante
contro i sudafricani sempre anni 80
e anche i pumas, dove a una prima partita persa di brutto la settimana dopo arrivava una prestazione straordinaria soprattutto fisicamente
i FRANCESI SONO I PIU’ SPORCHI SI SA’…i prodotti migliori arrivano dali’ e loro poi sono i piu’ grandi moralisti
Anche in Spagna, Russia e Cina sono abbastanza esperti in materia tantè che i comitati olimpici ed i laboratori antidoping nazionali coprono gli atleti anzichè denunciarli.
Haaaahhaaaa !!!!!
Ma comme si chiama questi professori italiani Ferrari, ….
È tutti questi corridori italiani Pantani, ….
È vero che predevano tutti prodotti francesi per andare come le moto
@dieg mi spieghi cosa centra PANTANI con il doping.
E per rispondere a Parega
I francesi i piu sporchi ma forse a dimenticato tutte le grande storie del doping italiano