Cosa lascia il passaggio degli All Blacks negli USA

Il campo di Chicago ci dice poco sul rugby giocato, qualcosa di più su quello che gira attorno. E poi Cruden, Carter e SBW…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Stefo 3 Novembre 2014, 15:36

    Melita il “markettabili” era un gioco di parole voluto tra marketing e marchetta?:-)

  2. western-province 3 Novembre 2014, 16:17

    Premetto che non ho visto la partita, ma Cruden non è mai stato un gran calciatore, a differenza di Carter (che l’unico difetto che ha è che ogni tanto si rompe)
    Però Cruden nell’ultima IRLANDA-NZ 22-24 l’ultimo calcio da posizione angolata lo ha messo dentro; insomma sti neozelandesi quando c’è da tirare fuori gli attributi si fan sempre trovare pronti

    • Larosa 3 Novembre 2014, 16:26

      Si beh, aspetta: l’ha messo dentro al secondo tentativo e solo perchè gli irlandesi sono stati polli.

    • ugotruffelli 3 Novembre 2014, 17:02

      Lo stesso difetto di Wilko

    • frank 3 Novembre 2014, 17:40

      Cruden è un dicreto calciatore ma se guardiamo solo le percentuali non affidabile come DC.

      • mezeena10 4 Novembre 2014, 17:17

        sul 74% in media tra franchigia e nazionale..manco cosi male! certo con l’ ultima puo essersi abbassata la media, ma resta un discreto piazzatore..

  3. Alberto da Giussano 3 Novembre 2014, 16:29

    Non vorrei sembrare blasfemo, ma l’unica cosa certa che lascia la partita di Chicago è la cassa piena della nzfru. Beati loro.

  4. Maggicopinti 3 Novembre 2014, 16:35

    Molto banalmente, il rugby negli USA non crescerà perché qualunque giocatore potenzialmente forte viene reclutato prestissimo per il football americano, dove può prendere cifre che il rugby americano (e non solo) si sogna. Per cui al rugby rimangono le seconde (terze, quarte?) scelte.

    • giannino 4 Novembre 2014, 09:04

      direi anche che il punteggio non è così male per gli usa. ricordiamoci che l’irlanda ha preso 60-0 l’anno scorso o due anni fa.
      e non sono sicurissimo che l’italia ne uscirebbe molto meglio…
      dall’articolo sembra che il nostro rugby sia tutt’altra cosa rispetto a quello degli anni 90. mah!

      • mezeena10 4 Novembre 2014, 09:37

        giugno 2012..3 test..

        • mezeena10 4 Novembre 2014, 09:38

          ma ad onor del vero nella seconda partita gli ABs vinsero con un drop di Carter allo scadere!
          nel 3 test sono crollati in primis di testa!

          • giannino 4 Novembre 2014, 10:08

            ciao! quanto perdiamo oggi contro gli AB?

          • mezeena10 4 Novembre 2014, 17:20

            oggi come oggi non oso pensarci, ma la differenza è sui 40\50 punti, piu o meno, penso..
            ma ogni partita ha storia a se..

  5. Maggicopinti 3 Novembre 2014, 16:38

    (e quelli alti due metri non fanno le seconde linee, ma vanno a giocare a basket)

    • Alberto da Giussano 3 Novembre 2014, 16:40

      Beh, questo succede anche in Italia, quelli alti giocano a basket e pallavolo, non a rugby. Ma solo perchè trovano minibasket e minivolley e non il minirugby.

      • Maggicopinti 3 Novembre 2014, 16:45

        Si me ne ero accorto. E’ poi il motivo per cui le nostre (poche) seconde linee sono “basse” o si chiamano Van Qualcosa.

  6. Maxwell 3 Novembre 2014, 17:00

    ……………Quasi un appiglio che il mascalzone al dieci necessitasse per mettere le mani avanti……………………….
    Mascalzone.
    http://www.treccani.it/vocabolario/tag/mascalzone/
    – Persona priva di scrupoli o di scarso senso morale, che compie azioni disoneste
    – Assassino di strada, brigante
    – Uomo dall’apparenza cenciosa; accattone

    • ginomonza 3 Novembre 2014, 17:58

      Vero Maxwell ma ha anche un sinonimo scherzoso che significa monello birbante che è entrato ormai nell’uso comune.
      Certo la 3cani si dovrebbe un po’ rinnovare ! 😉

  7. Stefo 3 Novembre 2014, 18:06

    @ Maggico quello che dici e’ vero ma si parla di un numero enorme di atleti a cui poter attingere…prendo dei numeri che erano stati pubblicati qualche tempo fa al riguardo, la fonte e’ la NCAA: al livello collegiale ci sono circa 15000 atleti di fotball americano, solo l’ 1.7% arriva alla NFL…ora si possono anche aggiungere gente che va in altre leghe ma non credo siano molte (Canada, indoor american football e poi non credo ci sia altro ma posso sbagliarmi). Ora quel 1.7% saranno anche i migliori, la creme de la creme, ma parliamo di un numero elevatissimo di atleti di livello ottimo che restano fuori. Non so i numeri di atletica che potrebbe essere un altro potenziale bacino.
    Ora il vero problema semmai per me e’ quando fai il talent transfer, se aspettano che gli si chiudano le porte del professionismo del football ovviamente diventa un po’ tardivo come transfer, il vero lavoro sarebbe riuscire a trasferirne alcuni prima gia’ al college per poi provare piano piano ad andare indietro nelle high school.

    • rugbymalato 3 Novembre 2014, 18:15

      Come al solito mi togli le parole di bocca…stavo proprio scrivendo questo:
      Popolazione USA 316 milioni
      Popolazione NZ 4 milioni

      Io credo che non sia necessaria la capillarizzazione del rugby per trovare un bacino di atleti validi (certo, forse x gli allenatori il discorso è un pò diverso..)

    • Katmandu 3 Novembre 2014, 18:40

      Stefo la differenza tra FA e rugby (qualunque) è enorme, logico possibiliissimo il passaggio ma i risultati per performare a dati livelli son pochi, oramai troppe le differenze anche tra League seven e union e li c’è almeno la base di partenza uguale
      Il FA per come è concepito è molto più simile al seven (IMHO) che al union, inoltre fargli acquisire delle competenze dopo i 23 anni è veramente arduo

      • Stefo 3 Novembre 2014, 19:03

        kat infatti parlo del problema di un talent transfer troppo tardivo oggi e che andrebbe abbassato ma realisticamente questa e’ una cosa che non fai dall’oggi al domani ma ci devi lavorare negli anni ed in maniera progressiva…e questo sarebbe il lavoro da fare.
        Kat un’altra cosa, quando parliamo di questi atleti parliamo di atleti coi contromazzi non gente che pratica sport in qualche maniera, se l’1.7% sono la creme de la creme gli altri restano atelti che in mlti casi ce li sogna.
        Aggiungo di non sottostimare mai la pratica multisportiva dei ragazzi.

        PS: devo specificare che quei 15000 di cui parlo sono solo seniors e quindi ci si devono aggiungere freshman, sophomore ecc anno per anno.

        • Katmandu 3 Novembre 2014, 20:11

          Stefo ma penso che farlo pure a 20 anni è tardivo per sport i cui principi base son così differenti, convinci tu un giocatore di FA “scarso” a lasciare una pur minima possibilità di diventare ricco abbastanza facendo un lavoro che gli piace per fargli guadagnare molto ma molto meno, in uno sport che manco sa quali son le regole base… Non credo che ci sia la minima possibilitá di intercettare meno di un decimo dei freshman e ripeto che sarebbe tardi

          • Stefo 3 Novembre 2014, 20:34

            kat prima cosa, rileggi bene il mio rpimo itnervento: “se aspettano che gli si chiudano le porte del professionismo del football ovviamente diventa un po’ tardivo come transfer, il vero lavoro sarebbe riuscire a trasferirne alcuni prima gia’ al college per poi provare piano piano ad andare indietro nelle high school.”
            Io faccio un discorso a medio lungo termine del tornare indietro che va oltre l’universita’ ma mentre lavori sulla base giovanile vera e propria hai un numero enorme di atelti di primo livello per capacita’ motorie, allenati come dei pro dal punto di vista fisico ed atletico dove puoi lavorare nel breve e brevissimo termine qualcosa di buono (certo devi avere persone che sappiano fare il talent id necessario e quelli in USA specifici per il rugby non ci sono magari ma li puoi sempre importare) se dal numero di atleti dai vari sport collegiale riesci a trasferire con successo anche lo 0.1% nel breve periodo hai qualcosa su cui lavorare.
            Ovvio che non si parla di gente per vincere un Mondiale, ma gente per crescere di competittivita’ e migliorare mentre intanto lavori sulla base.

          • Katmandu 3 Novembre 2014, 21:09

            @ stefo ma il problema è proprio quello se aspettano che gli si chiudano le porte del professionismo del football ovviamente diventa un po’ tardivo come transfer, il vero lavoro sarebbe riuscire a trasferirne alcuni prima gia’ al college per poi provare piano piano ad andare indietro nelle high school.”…. se aspettano non diventerebbero atleti coi qontroquazzi semplice, non dimentichiamoci che comunque le università si basano anche sui fondi privati, e più son facoltosi meglio è per cui proprio il sistema collegiale basato sul know how degli sport americani fa si che ci sia lo sviluppo delle competenze, eccezioni ce ne son sempre, la prime che me ne vien in mente è Le bron ma si parla comunque di fenomeni, ma la maggior parte fa almeno un anno di college appunto per migliorarsi
            entrare prima è molto più complicato e comunque partirebbero con notevole ritardo per competere per le prime posizioni del ranking, insomma qua da noi ci si lamenta che i nostri giuovini partono con 6 anni di ritardo rispetto ai giuovini del resto di ovalia figurati partire con 10 anni
            comunque vorrei portarti le parole di un mio ex allenatore (di nazionali giovanili e Rovigo tra le altre) “il rugby non basta essere atleti tipo superman ci vuole altro, bisogna saper giocarci altrimenti andiamo in giro per le palestre di mezza Italia peschiamo i migliori pugili e lottatori che abbiamo e andiamo si dovrebbe vincere il campionato del mondo… giusto?” 😉

          • Stefo 3 Novembre 2014, 21:42

            Kat io non parlo di andare ai primi posti del ranking nel breve termine e neanche nel medio, quello e’ in caso qualcosa che puo’ avvenire nel lungo termine, ed infatti ripeto per la terza volta: il talent transfer dal college va fatto solo perche’ ce’ un pool di atleti enorme da cui attingere oggi, il tuo allenatore ha ragione ma coi numeri di atleti che hanno io reputo che 4-5 “freak of nature” dello sport, quel tipo di atleti cioe’ che tendono ad essere performanti a buon livello in diversi sport (e sottolineo performanti a BUON livello non fenomeni) li possano anche trovare…ovvio che pero’ dovrebbero fare di tutto per spedirli in Europa a giocare pro.
            Contemporaneamente, e sottolineo CONTEMPORANEAMENTE, devono lavorare sulla base vera sull’avere un proprio movimento giovanile in maniera che il talent transfer avvenga in eta’ giovane nel caso.
            Risottolineo, non e’ per vincere un Mondiale o essere tra le prime 5 al mondo nel giro di 4-5 anni questo discorso ma un lavoro di lungo perioro di crescita.

          • Katmandu 3 Novembre 2014, 21:54

            in pratica diciamo la stessa cosa, ma io comunque continuo a credere che lo sfracelo di Atleti in quasi tutte le discipline (la A maiuscola anche solo per il fisico) viene appunto perchè c’è il college, altrimenti l’indice di obesità statunitense ci sarebbe da riflettere su parecchie cosette, se non si passa per il college che ha strutture, staff, risorse etc etc etc farebbero abbastanza fatica a emergere anche nel lungo periodo, anche perchè l’investimento da fare è di quelli belli importanti e conoscendo qualcosina della mentalità USA non gli piace aspettare troppo senza avere risultati tangibili nell’immediato

  8. Katmandu 3 Novembre 2014, 18:32

    Quasi sempre trovo equilibrati gli artocoli di Melita ma questa volta mi ha lasciato abbastanza perplesso il discorso fatto su Cruden, premesso che a me non piace troppo ma dargli del mascalzone mi pare esagerato, ha sbagliato una volta ma mi pare che la sua bravata l’ha pagata, e poi uno con la sua storia merita tutto il mio rispetto, quasi qualunque cosa fa, poi ovvio il campo dice altro ma stiamo dicendo che ha sfigurato nei confronti di DC non di Heathcote

    • mezeena10 3 Novembre 2014, 19:19

      un po ingeneroso il paragone con DC..concordo con te, ha sbagliato e pagato, non meniamola ulteriormente..
      credo pero il mascalzone fosse in senso bonario Kat..
      e Cruden ha tutto il mio rispetto per la sua storia di uomo e giocatore!

  9. vecchio cuore neroverde 4 Novembre 2014, 00:08

    Il rugby in USA non ha futuro solo perché’ non offre pause pubblicitarie. Altrimenti in NFL anche i giocatori più’ modesti corrono più’ veloci di savea, sono più’ aggressivi di mc caw e sono più’ potenti di hayman.
    Mediamente i rugbisti sono atleti mediocri, e peraltro la banalità’ del gioco attuale, basato sulla forza e sulla ossessiva ripetitività’ degli impatti sequenziali sta privando della fantasia il rugby ed esclude dall’alto livello giocatori talentuosi ma solo normodotati.

    • ginomonza 4 Novembre 2014, 09:46

      Sono anche molto piú obesi che non si possono vedere.

      • ginomonza 4 Novembre 2014, 16:41

        Pensa che grandi atleti.
        Uno della NFL ha esultato come CR7 e si e’ rotto i legamenti 🙂

        • ginomonza 4 Novembre 2014, 16:42

          Mannaggia avevo già detto.
          Scusate é l’ anzianità 🙁

    • sentenza 4 Novembre 2014, 10:44

      Le pause sono il meno, basterebbe mettere il tempo effettivo e i time out per gli allenatori e si trova il tempo per gli spot. Il problema è perchè farli se ci sono pochi spettatori tv (e si torna al rugby italiano che deve pagare per stare in tv). Poi è la differenza nella meccanica che porta il FA a essere uno sport di sprint brevi e ripetuti con quei 30 secondi di pausa fra un gioco e l’altro. Il rugby è più continuo e per forza si va a una velocità media inferiore, e si fa presto ad andare in debito nelle fasi ripetute e prolungate. Ovviamente richiedono allenamenti diversi. Poi nel football come si sa c’è il playbook, ogni gioco è disegnato prima e va imparato a memoria ed eseguito così come disegnato con pochissima tolleranza nei movimenti, o non ci si “trova”. Lo spazio per “l’invenzione” è molto più limitato che nel rugby, e in qualche modo è “disegnata” anch’essa in caso di gioco rotto.

    • ginomonza 4 Novembre 2014, 15:57

      Pensa che grandi atleti: un giocatori NFL ha cercato di esultare come CR7 e si è rotto i legamenti 🙂

  10. Emy 4 Novembre 2014, 08:57

    Io non sono negativa e drastica come Melita riguardo al possibile sviluppo del rugby negli USA: sono solo agli inizi, si stanno muovendo, e stanno preparando il 7 per l’Olimpiade. Quello sarà un bel banco di prova a tutti i livelli, incluso tastare il polso agli sponsor, oltre che al pubblico.
    Il bacino di atleti non è un problema, anche se è vero che se si aspetta la migrazione di quelli che non ce la fanno per l’alto livello di football, basket o atletica non ci siamo con l’età. E’ però pur sempre un paese dove si fa sport a scuola fin da piccoli e in cui i bambini provano da subito diverse discipline: con un buon inserimento del rugby nei programmi scolastici, la base si crea.
    E non sono schizzinosi se c’è da prendere know how dall’estero: non si faranno certo problemi a prendere consulenti e coach, sia a livello scolastico, che universitario, che di club o federale, e a farsi aiutare al contempo a crescere risorse interne.
    E’ vero che ci sono tanti “contro” ad una possibile crescita del rugby negli USA, ma ci sono anche diversi “pro” non da poco, primi fra tutti la cultura sportiva e la capacità di programmazione, seguite dalla caratura dei potenziali sponsor e dal bacino di atleti.
    Io faccio il tifo per loro.

  11. boh 4 Novembre 2014, 11:35

    Ricordiamoci però che alla conferenza stampa di presentazione del TM, non c’erano giornalisti. E questo paragonato alla ns esperienza è preoccupante…..Da noi gli imbratta carte, sono a libro paga del calcio. Da loro del footbal….E quando ci sono di mezzo gli interessi economici……si muovono anche le montagne

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