OnRugby ha incontrato il ct dei Pumas alla viglia dell’incontro con la Nuova Zelanda. E su Castro e Parisse dice che…
L’Argentina, gli All Blacks e l’Italia: intervista a Daniel Hourcade
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😀
Forse su Castro il ragionamento ha un senso, ma su Parisse credo proprio stia sbagliando. Genitori ambedue italiani, trasferitisi per lavoro in Argentina. Certo, in Argentina non ha faticato a giocare fin da piccolo, ma un talento così non sarebbe sfuggito a nessuno neanche in Italia , per di più con un genitore ex rugbista.
Questa su Parisse mi sembra una forzatura sciocca , quella dell’allenatore argentino!
Ma per tutto il resto ha ragione da vendere…..
in effetti…anche se non sono molto d’accordo sulla gestione dell’UAR per la futura franchigia di SR…
@Al infatti io non so per quale meccanismo mentale, considero Parisse di formazione italo/argentina forse perchè giocò nelle giovanili Benetton , mentre Castro è di formazione Argentina venuto poi a giocare in Italia.
….. A me risulta ( ma non ho il link ) che Castro abbia detto che per la sua formazione deve ( quasi) tutto a Gavazzi, quando lo prese diciottenne.
A prescindere, da quel che dice Castro, è ovvio che dagli 8 ai 18 anni ha giocato in Argentina da argentino. E lì si è formato nei fondamentali. Dopo di che ha avuto la maturazione completa a Calvisano e Leicester.
no a quell’ età giocava a basket, ha iniziato tardi Castro, a 15-16 anni, percio la formazione argentina è stata minima, l’ abc..
Esatto: Castro era un fenomeno fisico nei Pumitas, ma in Argentina ha giocato per due o tre anni, poi e’ passato in Italia, dove e’ cresciuto moltissimo, poi e’ passato in Inghilterra, dove ha completato la sua maturazione.
@AdG, sono d’accordo…
Ottimo lavoro Melita, anche piú del solito. Davvero tanti spunti di riflessione.
Interessante che abbiano scelto una impostazione nuova, con ritorno al possesso. Spero per loro funzioni.
Su Italia end Argentina ha ragione, ma la rivalitá c’é sempre ed il pepe non manca. Ed allora vanno battuti ogni volta che c’é l’occasione. Ed ad esempio, l’ultima Volta, avevano una formazione rimaneggiata e Brunel non é riuscito a portare a casa nemmeno quella.
Almeno però aveva lanciato Allan.
in verità gsp è una scelta fatta precedentemente, quella relativa al possesso, da quando hanno avuto Sir Graham Henry come consulente (con Phelan in plancia)..
Dai…. Adesso sarebbe anche ora di smetterla…… Scheletri ne hanno anche i C.T. degli AB.
Figurati il genio che perse contro i Pacifica Islanders
In che senso Max?
@gsp, per ora la nuova impostazione di gioco data da Hourcade funziona molto bene…sul discorso del TM di Novembre scorso sono d’accordo, mancavano di 10 titolari e siamo riusciti a fare contro di loro una partita orribile…
“secondo la mia opinione dovrebbe investire nel sistema e nella crescita di giocatori italiani. Al momento il sistema non porta risultati. Si deve creare competenza e conoscenza”.
chissa che a forza di sentirselo dire lo comprendano un giorno quelle teste ricolme di banchi di nebbia della fir!
comunque su Parisse non concordo, come dice Alfredo da Giussano è italiano figlio di italiani emigrati per lavoro, molto diverso dal caso di Castro..
Quoto in tutto.
Piuttosto ho paura che le teste ricolme di nebbia lo sappiano ma fanno finta di niente per mantenere potere e privilegi.
Spero solo che tra due anni alle prossime elezioni chi deve votare si ricordi di questo scempio.
sai qual’ è il problema? che han messo su un sistema tale (accademie e CdF) da consentirgli di vincere anche le prossime elezioni (si aspettano di “riscuotere” le regalie fatte!)..
a meno di clamorosi ribaltoni il futuro è gia segnato, purtroppo!
fortunatamente peggio di cosi è difficile fare!
Purtroppo ho paura che tu abbia ragione, speriamo in un miracolo..
“Si deve creare competenza e conoscenza.”
Secondo me non c’è molto altro da dire. Il succo, per noi, sta tutto qui. E una persona che saprebbe come fare nel rugby italiano c’è. Di sicuro il sistema attuale non funziona.
Per il resto Hourcade resta un po’ abbottonato.
Oltre a Castro ci sono i vari Agüero, Orquera, Garcia, Canale e tanti tanti altri.
Gli interessano di meno, si vede 😉
in effetti…forse Garcia sarebbe interessato però visto che è stato nei Pumitas…
e nieto, dallapé, canavosio, pez… se non ci fosse stato il nerbo argentino probabilmente non ci sarebbe stata la nazionale degli anni 2000… e non dimentichiamo il più grande di tutti, diego dominguez, protagonista assoluto dell’ingresso italiano nel 6N…
hai ragione…
oserei aggiungere anche Dominguez alla lista…
A Daniel Hourcade brucia che giocatori del suo paese siano andati a giocare in altre nazionali, è comprensibile. Detto questo nessuno ha obbligato questi ragazzi a giocare per l’Italia, gli andava bene e lo hanno fatto.
Per il resto da sempre loro sono più avanti di noi nel rugby, sta a noi metterci sotto e puntare sui ragazzi del nostro paese e soprattutto delle nostre isole come la SICILIA e la SARDEGNA.
Per gli argentini era l’unico modo per confrontarsi costantemente con atleti di alto livello. Con l’italia facevano il 6N, con l’Argentina niente. Da adesso le cose cambieranno e dovremo darci una mossa con la formazione.
bravo cassina!
facessero qualche giretto in piu sulle isole italiane, dove c’ è gente veramente affamata di rugby e anche persone molto preparate e competenti, grazie anche ai vari mostri sacri del rugby internazionale che si son succeduti qui in Sardegna, piuttosto che fare vacanza nelle isole del pacifico!
anche per caratteristiche fisiche (piloni e ali e centri veloci, la scuola sarda di “velocità” ha dettato legge in italia spesso e volentieri!) ci sono giovani molto portati..
Caro mezeena io sono milanese ma da sempre sono convinto che sia in Sicilia che in Sardegna ci sono realtà veramente belle, quando leggo che si va nelle isole del pacifico mi fa incavolare veramente tanto.
Rimaniamo nelle nostre isole, guarda io ho fatto il militare con dei sardi, non ti dico la testa dura ma il loro coraggio fa paura!!! non te lo dico perché sei sardo te lo dico perché lo penso e ripeto quando vanno nelle isole mi fa arrabbiare che guarda!!! voi vi arrabbiate per le accademie e per Gavazzi io per la storia della pesca nel pacifico con li un testoro da sviluppare!!
Bravo Cassina, mi sei piaciuto, sono convinto che sia la Sicilia che la Sardegna possono essere il futuro del movimento.
molto interssante, as usual, l intervista, i problemi italiani li vedono e conoscono anche oltre oceano, puta caso solo nella penisola italica manca questa sensibilità…
gia, testardaggine, coraggio, voglia d’ imparare ed emergere!
pensa solo che un piccolo club come quello dove gioco ha oltre 250 tesserati, tutte le under comprese (2 squadre U12 e 2 U14), prima squadra in C1 e squadra old (oltre a fornire 7 elementi al CdF U16 di capoterra)..
ps alghero e capoterra sono entrambe nel girone 1 della serie B, con tante squadre milanesi..
magari ci becchiamo in qualche trasferta! 😉
Sarà un piacere!
Investire in Sardegna mi sta bene ma andare a BUTTARE altri soldi nella terra della mafia mi sembra una bestemmia. Nonostante la Sicilia sia una regione a statuto speciale, è un pozzo senza fondo di debiti. Altro che federalismo fiscale.
E questo cosa centrerebbe con il rugby?
Immagino che tu intenda il nord italia
sall quello che dici è altamente offensivo e non c’entra niente col rugby, non sa da quale regione vieni, ma sono arcisicuro che anche nella tua regione ci saranno scandali di natura politica/mafiosa, il sistema è uguale in ogni regione, magari nella tua manca il capro espiatorio chiamato mafia. Le persone che lavorano nel rugby lo fanno per passione, non ti faccio il sermone, sarai abbastanza intelligente per capire che hai scritto una sciocchezza.
Non sono d’accordo con il tuo post che trovo, scusami, un po’ offensivo, io ti scrivo da MIlano e quindi cosa dovremmo fare vietare i finanziamenti al rugby milanese dopo le ruberie indegne che si sono perpetrate nel capoluogo lombardo?
oppure non sostenere il rugby veneto asse portante del nostro movimento dopo lo scandalo MOSE??
limitiamoci a parlare del rugby e ripeto SVILUPPIAMOILRUGBYNELLENOSTREISOLENONANDANDOAPRENDEREALTRISOLANIQUANDOABBIAMOINOSTRICHENONSONODAMENO!!!
@sall, ma che dici? adesso in Sicilia sono tutti mafiosi? mah…
non c’ è niente di peggio che fare di tutta l’ erba un fascio!
conosco personalmente tanti siciliani, gente onesta e preparata, lontani anni luce dal sistema mafioso che combattono tra mille difficolta! se vogliamo dirla tutta è anch’ esso vittima il rugby siciliano, non carnefice!
investendo nel rugby tanti ragazzi avrebbero un’ altra via d’ uscita da quel mondo inverecondo!
Si mi scuso, giornata infelice, purtroppo quando sento parlare di investimenti in Sicilia o al sud mi viene un diavolo per capello. Non c’entra nulla con il rugby il mio post e quindi avete ragione. Quando si sbaglia si deve ammettere l’errore.
bravo @sall, ce ne fossero d’interventi come i tuoi di gente che si scusa ragionevolmente per dei post ambigui, invece qui ogni tanto spunta qualche troll che rilascia commenti solo per provocare…
@cassina, diciamo che brucia di più ai tanti appassionati argentini più che a Hourcade, ma alla fine non gli pesa più di tanto visto la grande profondità di scelte che hanno e gli ottimi giocatori di qualità che producono ogni anno…certo dei Pumas con Parisse e Castro in campo avrebbero avuto più spessore…
su Castrogiovanni, posso dargli ragione. ma ho sentito e letto alcune interviste a Parisse dove lui diceva chiaramente di non aver mai giocato per selezioni argentine, che i suoi lo hanno cresciuto come un italiano, andando a scuola italiana etc etc. Quindi Parisse è un italiano nato all’estero, Castrogiovanni un oriundo e posso capire Hourcade in questo. poi anche a me non piace che, per dire, De Villiers che è sudafricano giochi per la Francia o tanti altri esempi anche in casa nostra. ma il regolamento lo permette quindi…lo fanno tutti!
e si vede che gli va bene, no?? qualcuno li obbliga???
poi come dici tu il regolamento lo permette, se la prenda con chi scrive i regolamenti! e soprattutto con i giocatori che accettano le convocazioni!!!
anche se il regolamento lo permette non è vero che lo fanno tutte le nazionali, Pumas e Boks in primis…
Se non si programma non si va da nessuna parte, c’è poco da fare. Le accademia così come sono non servono a niente, abbiamo due squadre in pro12 che non hanno una giovanile da cui pescare e, in alternativa, non abbiamo nemmeno un sistema di permit players efficiente. Ascione e Checchinato vanno nel pacifico alla ricerca di bestioni da importare, robe che manco nelle piantagioni di cotone.
GAVAZZI SVEGLIAAAAAAAAA!!!
Riflettendoci, però, si dovrebbe rammentare al sig. Hourcade, che si è vero che l’Italia ne ha approfittato. Ma è anche vero, che in tutti questi anni di professionismo, L’Argentina, senza spendere una lira, si è trovata giocatori di alto livello cresciuti e formati dalle migliori scuole europee. Anzi, ora tanti a fine carriera, tornati in patria, hanno portato tutto cio che serve per formare in loco giocatori di alto livello. E nessuno mi impedisce di pensare, che sia stata una politica impostata ad oc. Praticamente han fatto come il cuculo…..
verissimo quello che dici sui giocatori formati ad alto livello in Europa, ma in questo bisogna attribuire un grande merito ai club argentini che hanno tirato su questi giocatori, se non fossero cresciuti a dovere in Europa non ci sarebbero mai arrivati…sul fatto del ritorno ai club d’origine è più fatto di appartenenza e di tradizione, i rugbysti argentini che miltanto ad alto livello poi tornano a chiudere la carriera nel CLUB in patria che li ha cresciuti, chiaramente poi danno anche un prezioso contributo tecnico ai compagni di squadra e ai giovani…
Bravo, San ben detto!! Adesso non facciamo i permalosi…gli Argentini che sono venuti a giocare in europa erano già migliori dei locali altrimenti non gli avrebbero presi.
Mi è piaciuta molto la parte in cui si dice che prima noi eravamo un modello per l’argentina mentre adesso lo sono loro per noi.
Bravi Pumas, hanno una strategia dei piani a breve ed a lungo termine, cosa che noi non abbiamo.
L’unica cosa che ci viene in mente è mandare gente a pesca grossa nel pacifico
infatti…dagli argentini abbiamo solo tanto da imparare su programmazione, base e formazione…sul fatto che prima eravamo noi il modello per gli argentini, non credo molto nelle parole di Hourcade, anche se c’è da dire che parecchi atleti argentini vedevano l’Italia come la prima tappa per avventurarsi nel professionismo…
Beh uno però potrà anche almeno commentare che la compravendita di giocatori fatta dalle nazionali gli fa un po’ schifo.
O forse pensi che i vari Castro, Parisse, Dominguez, Orchera, Pez, Canavosio, Canale, Aguero, Dellapè, Nieto, Garcia, …. siano venuti in Italia perché si mangia bene!
E poi il problema è la miopia della cosa: se compri giocatori già formati all’estero, nel breve potrai anche avere anche risultati “meno peggiori” ma, togliendo spazio ai tuoi giovani, poni le basi per un futuro di difficoltà.
Questa è una domanda cui è difficile dare una risposta. L’Udinese calcio, fa questo da vent’anni ormai ed è additata ad esempio da copiare : non ha un settore giovanile, pesca giovani in ogni dove, li fa esordire nel proscenio nazionale e internazionale e via di Euro a go go.
Ai Pozzo il plauso massimo da media, procuratori e addetti ai lavori varii.
Nel rugby c’è l’aggravante che con la regola “olimpica” bastano 18 mesi per ottenere l’eleggibilità. Se qualche imprenditore volesse fare in proprio in Italia , nel rugby, ciò che fanno i Pozzo nel calcio, chi potrebbe impedirgli di farlo?
I Pozzo vengono esaltati perchè riescono a guadagnare con l’Udinese e per la rete di scouting che hanno messo in piedi nel corso degli anni. Sotto l’aspetto sportivo, tutti sono concordi nel dire che l’Udinese, al calcio italiano, non porta alcun beneficio.
Si incrociano tre aspetti: interessi della società, interessi della lega di appartenenza ed interessi federali (del movimento nel complesso). La politica dei Pozzo soddisfa pienamente i primi due (soldi per la società, giovani promesse e fari puntati sulla serie a) ma non l’ultimo.
Passando al rugby, nessuno glielo può impedire. L’unica soluzione è fare in modo che una parte dei settori giovanili siano composti di giovani di formazione italiana. Le regole sull’eleggibilità dei giocatori rendono tutto molto più liquido. Personalmente, toglierei la regola sull’equiparazione. Nasci in una nazione forte? Meglio. Nasci in un piccolo Stato? Vanne fiero, gioca per la tua nazionale e accontentati di vincere con il club. Da questo punto di vista penso che il calcio sia molto più avanti.
Io condivido il tuo punto di vista generale. L’Italia, per un meccanismo che ancora mi sfugge, ha subito dai “forti” queste regole sull’equiparazione.
Che l Udinese non abbia un settore giovanile è una frase un po’ ardita, aggiungo di più hanno un sistema di integrazione così elevato e professionale che consente a giovani di svariate nazionalità di integrarsi in un sistema sportivo di di prima fascia, c’è ne fossero come l Udinese…i problemi dei giovani italiani sono forse i loro manager??? che magari avanzano richieste assurde per giovani che si sono appena affacciati al calcio che conta.
Togliamo i manager dal calcio italiano e vedi come cambia il sistema…
Hai ragione detta così può essere grossa. Intendevo che non recluta all’interno di una sua organizzazione giovanile italiana verticale.
Che (a lui) personalmente gli faccia schifo non lo metto in dubbio. Che di questo esodo negli ultimi 20 anni ci abbiano guadagnato in crescita (la federazione) ne sono certo. ora, è da stabilire se la cosa è stata casuale o studiata.
Spero sia stata studiata ed anche codificata, scritta end eseguita alla perfezione. E Spero rimanga così in futuro. Spero in in vero programma exiles.
Ma deve essere affiancata dalla produzione di giocatori in Italia, continua ed in tutti i ruoli. Così da avere Castro e citta, o canale e masi, che si giocano il posto ad ogni partita, sempre ed in ogni ruolo.
Poi dove Castro e McLean decidono di giocare, non é una scelta che nessuno di noi può sindacare. Nemmeno hourcade. E vale, ovviamente, anche per pasquali.
Lupo, che tolgano spazio é l’ultimo problema. Quelli bravi emergono. Giocano quelli che meritano e sono eleggibili indipentemente da dove siano nati.
Il problema é sempre il solito, non hai creato una filiera ed un settore formativo adeguato. Che prendi i giocatori italiani o italo-australi é assolutamente ininfluente.
“L’Italia ha le disponibilità soldi per investire negli stipendi dei giocatori e secondo la mia opinione dovrebbe investire nel sistema e nella crescita di giocatori italiani. Al momento il sistema non porta risultati. Si deve creare competenza e conoscenza.”
Quanti ne dovremo ascoltare ancora prima che qualcuno faccia qualcosa? Con chi dobbiamo prendercela se il nostro Rugby non produce giocatori di qualità? Manca solamente il Santo Padre oramai..
Il discorso su Castrogiovanni e Parisse l’ho sentito da molti altri argentini d’Italia. E hanno ragione, come ce l’ha Hourcade. In sostanza ci dicono questo: perchè prendere giocatori oriundi e stranieri che non sono un reale valore aggiunto per la nazionale?
Ok, 10 anni fa, ai tempi dell’esordio con Kirwan e per molto tempo ancora Castrogiovanni e Parisse hanno fatto la differenza, ma oggi con un movimento che si vanta di essere professionistico o rivolto “verso l’alto livello” lo scouting di giocatori normali dal cognome esotico deve finire.
Gli argentini ci raccontano e ci fanno vedere ad ogni loro match che per indossare una maglia nazionale servono orgoglio, fame, carica agonistica e perchè no, un briciolo di forte identità nazionale.
E se qualcuno mi dice quale partita della stagione 2013/2014 ha visto in campo gli azzurri con il furore agonistico e l’orgoglio di giocare da italiani, beh, allora ritorno allo stadio a vedere test match e Sei Nazioni immediatamante.
Cannonball, l’uscita di Hourcade é faziosa per me. C’é questa querelle continua tra noi e loro, e lui prende la sua parte. Far giocare parisse e Castro sono due cose totalmente slegate dal fatto che formi giocatori. Sono cose logicamente non connesse, ed in questo caso usate in modo strumentale.
Ma mi preoccupa quello che dici che sull’appartenenza e sul metterci tutto in campo. Perché sembra che il problema siano i ‘non-italiani’ che non ci mettono le palle. Io invece vedo quello che ci mettono in campo Castro, geldenhuys e McLean e non mi sembra manchino dedizione ed appartenenza.
Dirai che non ti riferisci a loro, ma questi sono quelli che giocano.
Allora, ad opinione personale, su McLean e Geldenhuys non posso dire nulla. La seconda linea delle zebre poi è un giocatore dal workin rate altissimo, un’irrinunciabile tanto quanto McLean. Purtroppo su Castrogiovanni e Parisse per me è una questione di atteggiamenti. Conosco come tutti la caratura dei giocatori, così come conosco la loro capacità di essere sopra le righe e spesso poco funzionali al nostro gioco e più alla loro immagine. Dico, Parisse, in una ipotetica maglia numero 8 albiceleste, avrebbe la stessa licenza di fare reverse pass, calcetti, colpi di tacco, e tuffi carpiati tripli con estrazione del coniglio dal cilindro?
Ho da sempre l’impressione che gli argentini d’Italia abbiano goduto di svariate wild card in maglia azzurra. E questo, in una squadra che deve entrare tra le prime 10 del ranking, per me non è ammissibile. Opinioni gsp, che capisco possano non essere condivisibili.
beh se discutiamo gente come Parisse allora…mah!!!
Figurati, cannonball si dibatte proprio per questo.
Faccio notare solo due cose. Nell’ultimo tour mancavano parisse e Castro. E di garra CE n’era ancora meno.
Su Parisse, fa quelle cose anche nello SF. Lui é così. E quando le fa con Italia si creano i break che altrimenti mancano. É un play aggiunto, ed una squadra povera come l’italia serve.
Molto bene Melita…allora:
– è vero che gli AB sono gli AB, ma, come avevo detto, per me i Pumas faranno una bella prova anche in NZ, di certo non mi aspetto la vittoria, ma se vi ricordate le due precedenti partite in NZ non andarano poi così male…due anni fa a Wellington l’Argentina perse 21-5, ma fino a circa dieci minuti dalla fine gli AB erano avanti solo 9-5…l’anno scorso ad Hamilton lo scarto non fu molto pesante, la NZ s’impose solo 28-13 e i Pumas nel complesso fecero una prova discreta…ovvio che poi ogni partita è a sè e tutto può essere, ma vedendo quest’Argentina per me l’eventuale passivo non sarà poi così netto, c’è anche da dire che la formazione dei tuttineri fa veramente paura…d’altra parte Hourcade nel XV ha preferito mettere dentro qualche atleta d’esperienza a discapito di qualche giovane per contrastare la NZ, via Montero, che ha fatto molto bene per carità, ma penso che sia anche una scelta che ci sta, dentro Agulla, via Matera, che non ha impressionato troppo nelle due gare precedenti, dentro Senatore…inoltre voglio un’Argentina agguerrita visto che la fanno giocare nello stadietto di Napier!
– è vero che a Salta abbiamo visto un bel gioco brioso, ma è altrettanto vero che a Pretoria le condizioni climatiche hanno favorito di più l’Argentina…in una situazione meteo normale i trequarti boks sarebbero stati molto più pericolosi e la mischia argentina avrebbe fatto più fatica a correre per il campo, dunque se a Napier diluviasse penso che i Pumas avrebbero meno problemi a contenere la marea nera…
– l’entrata dell’Argentina nel Super Rugby è un passo storico e anche necessario, ovviamente c’è molto fermento per la nuova franchigia (che, salvo ripensamenti, si chiamerà proprio Pampas XV, almeno questo disse Pichot), che sarà inserita nella conference assieme alle sudafricane e al superteam asiatico del nuovo Super 18, come dice Hourcade ci sono diversi nazionali argentini che si sono messi a disposizione, in primis el Mago, ma credo che tutti quelli che al momento sono liberi, ovvero non hanno rinnovato il contratto con il proprio club in Francia, come Tuculet, Gonzalez-Amorosino e Sanchez, li vedremo anche nel SR …tuttavia non sono d’accordo con la linea dell’UAR di utilizzare per la nazionale solo atleti che militano in patria, cioè pescare esclusivamente dal bacino della futura franchigia, ok non richiamare quelli che giocano in Europa (anche per la differenza di stagioni), ma occorrerebbe estendere la chiamata anche a tutti gli argentini che militano nell’emisfero sud, ovvero con le altre franchigie di SR (al momento ci sono Carizza con gli Stormers e Diaz agli Highlanders, senza considerare il talentuoso mediano di mischia Rolando che è stato selezionato con il team A dei Brumbies per la Pacific Rugby Cup), se alcuni argentini emigrano in SA, Australia e NZ per giocare con altri superteam, nel Pampas XV ci sarà più spazio per altri promettenti alteti e il bacino dei giocatori di alto livello per i Pumas si allarga…secondo me questa dell’UAR è una visione limitata…
– sui nostri oriundi era inevitabile che facesse quel discorso, d’altronde sui siti argentini quando leggo di Parisse, Castro, ecc, c’è sempre scritto “gli argentini che rappresentano l’Italia” e questo la dice lunga su come la pensano…come sottolineato da altri, su Parisse ha toppato alla grande visto che lui è figlio di italiani e, per motivi di lavoro del padre, è nato e vissuto a La Plata, si è di formazione argentina, ma è italiano…c’è anche il caso di Canale che praticamente ha vissuto a Cordoba fino a quando era poco più che un ragazzino, poi con la famiglia è tornato in Italia e ha completato qui la sua formazione ovale, Dominguez ha la mamma italiana, e, se non erro, anche quella di Garcia è italiana…differente il discorso per tutti gli altri che sono oriundi (hanno origini italiane per lo più per via dei nonni), ma bisognerebbe ricordare ad Hourcade che il 60% degli argentini ha almeno un antenato italiano in famiglia, quindi è anche normale, viste pure le regole internazionali che lo hanno permesso, che parecchi oriundi argentini hanno dato un valido contributo alla causa dell’Italrugby…poi sono d’accordo con lui sul discorso dei giocatori formati in casa e sulle assurde norme dell’IRB, infatti c’è da dire che l’Argentina non ricorre a nessun equiparato o a giocatori di formazione estera…
ps: Melita sarebbe stato interessante sapere anche qualcosa di più sulla situazione dei “dissidenti politici” e sul perchè diversi importanti giocatori non sono con i Pumas questo RC (Guinazù, Albacete, Farias-Cabello, Fernandez, ecc, anche la situazione di Carizza che è rimasto a giocare la Currie Cup è poco chiara), comunque va bene lo stesso, sono io che rompo, magari la domanda rivolta proprio ad Hourcade sarebbe stata inopportuna…
proprio lui se non erro è di origine francese..
“….Sbagliare ci sta, ma solo imparando da chi è più’ bravo si puó migliorare e passare la competenza ad altri allenatori…”
AMEN.
In questi ultimi anni, tutte le volte che, nel rugby, sento nominare Argentina, mi vien da piangere: sono esattamente dove potremmo essere noi dopo l’entrata nel 6N.
Solo che loro sono stati bravi, noi (nel senso il carozzone dei dirigenti là in alto) invece crediamo di esserlo.
Loro testa bassa, umità e lavoro sodo, noi sbruffoni a voler stare in una tavola che attualmente non meritiamo, e bravi solo a dire che abbiamo soldi da spendere per l’alto livello.
e nonostante la grandissima rivalità tra i clubs dei vari campionati argentini, collaborano tutti per un oboettivo comune: i Pumas!
e sabato scorso el CASI ha batutto el SIC 30-20 nel Superclasico!
Vamos Acade!!!
de puta madre!!! vamos siempre!!! hola San que tal en la Urbe??? no la URBA eh 😉
ahah…un giorno Roma avrà un sua federazione come a Buenos Aires e il rispettivo campionato: il Torneo dell’Urbe! Te gusta?
muchissimo San! claro!!!
invece noi abbiamo la rivalità tra residenti dello stesso pianerottolo, e chissenefrega se il condominio, nel frattempo, rischia di crollare.
Stiamo facendo percorsi diversi. Loro con ingresso nel 4n stanno facendo cose che noi abbiamo fatto 10 anni fa e con la Celtic 5 anni fa.
Il problema é che noi non abbiamo fatto la formazione che fanno loro e non ci stiamo neanche avvicinando.
concordo…
ps: ma ieri eri al San Nicola?
pps: da romanista sai che ricorrenza era ieri?
No San, tornato in inghilterra causa maltempo. Niente stadio, ma ci sarei andato per curiositá.
Dico solo al presidente Rabbi che deve ancora pagare la sua promessa elettorale. Lo stadio é pronto, manca la nazionale di rugby.
Non ho idea che data fosse per la Roma. Sono tifoso fuori dal raccordo. Immagino un altro ttterbi perso dalla Lazie.
gsp, mi caschi sulle basi…erano i 20 anni del primo goal di Totti in Serie A!
si ripresenti al prossimo appello…
É colpa di Lotito che ha troppo potere ed impedisce che i telegiornali di tutto il mondo ne parlino.
Noi quando siamo entrati nel 6 Nazioni l’abbiamo meritato battendo a Grenoble una Francia fresca vincitrice del torneo e avevamo una squadra molto, molto, molto più competitiva e vicina rispetto ad ora alle altre Nazionali Top.
Ma soprattutto: La Nazionale era composta integralmente da giocatori frutto del nostro campionato!!!
Adesso il nostro campionato di Eccellenza è di una qualità bassissima.
In 15 anni si è distrutto un campionato capace di rifornire una nazionale che poteva competere con tutti. Questa è l’amara verità!
E i responsabili che hanno condotto il rugby italiano a questo sfacelo? Sono sempre lì!!!
Beh cannonball devi tornare alli stadio allora.
la prima del vl nazioni in galles. Ero li e ti assicuro che hanno fatto davvero una bella partita. Una battaglia combattuta fino in fondo.
con alcuni errori ma con lo spirito e l attitudine giusta.
per ul resto stendiamo un velo pietoso.
Su oriundi e naturalizzati direi che il buon Hourcade cita solo Italia ed Inghilterra ma è chiaro che dovrebbe accusare tutto il sistema, a partire non dai polli italici ma da chi in NZ ed Australia arruola fior di Figiani Samoani, ecc. poi è ovvio che è il caso di puntare sui vivai nostrani (e qui inizia la solita storia che ben conosciamo su rugby di base ecc)
però nella maggior parte dei casi i nazionali di origine isolana che giocano per Wallabies e AB sono proprio australiani e neozelandesi cresciuti e formati rugbysticamente in quei due Paesi…sono figli di genitori emigrati lì dalle isole del Sud Pacifico, ma sono a tutti gli effetti australiani e neozelandesi…poi avrebbero anche potuto sceglieri di giocare per Fiji, Samoa o Tonga, ma su questa questione c’è da puntualizzare…
Senza nulla togliere alla bella intervista di Melita mi permetto di postare un’altra video-intervista fatta ad Hourcade in quel di Auckland:
http://espndeportes.espn.go.com/videohub/video/clipDeportes?id=deportes:2171155
Noi quando siamo entrati nel 6 Nazioni l’abbiamo meritato battendo a Grenoble una Francia fresca vincitrice del torneo e avevamo una squadra molto, molto, molto più competitiva e vicina rispetto ad ora alle altre Nazionali Top.
Ma soprattutto: La Nazionale era composta integralmente da giocatori frutto del nostro campionato!!!
Adesso il nostro campionato di Eccellenza è di una qualità bassissima.
In 15 anni si è distrutto un campionato capace di rifornire una nazionale che poteva competere con tutti. Questa è l’amara verità!
E i responsabili che hanno condotto il rugby italiano a questo sfacelo? Sono sempre lì!!!
si, ma adesso non dobbiamo più basarci sul campionato italiano, l’Eccellenza è per forza di cose di un livello più basso rispetto al vecchio Super 10…adesso facciamo un torneo professionistico vero e proprio, ovvero il torneo celtico con due superteam, due franchigie, ovvero Zebre e Treviso che sono l’alto livello del rugby italiano che piaccia o meno…le nostre due franchigie adesso sono il bacino della nazionale, non più i club del campionato italiano che hanno una dimensione amatoriale/semi-pro…naturalmente si può essere anche contrari all’ingresso nella Celtic League, ma bisogna riconoscere che gli atleti che giocano in nazionale adesso vengono da un torneo di tutt’altro spessore e livello (la Pro 12) rispetto a quello che era il campionato italiano di una volta e questo è un dato di fatto, seppure ultimamente i risultati della nazionale sono stati negativi…