Salary cap e palla ovale: come evitare il dominio delle corazzate?

In Inghilterra ci si interroga su come reggere contro il Top14. Ed è bene iniziare a mettersi un limite…

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 09:03

    Trovo bizzarro l’accostamento. Il salary cap è un provvedimento inglese che ha molteplici giustificazioni, prima fra tutte quella di obbligare l’investimento nei settori giovanili più che nell’acquisto dei “mercenari” dell’emisfero australe.
    I francesi non se lo sognano nemmeno.
    Gli stessi inglesi non mi pare abbiano ripensamenti. Il salary cap, nella sua impostazione di base, continuerà.

  2. Katmandu 22 Agosto 2014, 09:15

    Sinceramente, questo é il professionismo, che piaccia o meno, ma chi ha i soldi ha la possibilità di contare sulle strutture migliori, giocatori migliori e staff migliori, leggevo qualche tempo fa la crescita esponenziale che ha avuto il leinster (so che non centra con premier e top 14) ma alla fine anche loro si son dovuti muovere in una certa direzione per continuare a competere ad un certo livello e i risultati gli danno ragione a pieno
    Ma una domanda, il salary cap é una cosa, ma alla fine il budget dei top club inglesi é di molto superiore, quindi con la plus valenza che ne fanno? Pagano le penali?
    Comunque riflettevo su una cosa, i migliori campionati europei hanno una legislazione e un regolamento anche per la parte finanziaria, più o meno giuste, quanto ci impieghiamo noi a metterci al passo?

    • Stefo 22 Agosto 2014, 09:27

      Kat nella terra del professionismo sportivo estremo (gli USA) usano il salary cap, quindi il discorso “questo e’ il professionismo” non ha molto senso.
      Il salary cap nasce per fare in modo che la competitivita’ sia il piu’ estesa il possibile e non si chiuda a quei 3-4 club che possono di piu’ perche’ hanno il magnate o un mercato enormemente superiore (mercati come San Antonio non potrebbero mai competere con mercati come quelli NY, LA, CHI), in secondo luogo aiuta ad evitare poi che ci siano spese assurde che possano portare al collassofinanziario ed al fallimento un club, uno dei motivi del salary nel rugby inglese e’ anche questo…quindi il salary cap nel mondo del professionismo centra eccome.

      • Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 09:32

        Scusa stefo ma stavo scrivendo mentre tu postavi.

        • Stefo 22 Agosto 2014, 09:36

          AdG grazie ma non servivano assolutamente le scuse…

    • Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 09:29

      Il salary cup è l’asse fondante della nazione dove il professionismo sportivo ha raggiunto livelli inimmaginabili: gli Usa.
      Nella patria del Dio denaro, hanno deciso che, per garantire competitività e spettacolo, era necessario un tetto alle spese per i salari dei giocatori , e così hanno fatto. Nella NBA , per vincere, non bastano i soldi, devi anche avere un buon allenatore e assemblare una squadra con criterio tecnico.

      • Katmandu 22 Agosto 2014, 09:36

        Il salary cap ha senso in un mercato “chiuso” nel senso della stessa nazione/ lega, le inglesi non hanno la stessa lega e lo stesso regolamento delle francesi, come la mettiamo? Credo che anche loro vorrebbero avere nel rooster i vari Habana, Ranger, JOC ma non hanno la forza economica per farlo
        Anche quello bisogna vedere

        • Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 09:40

          La scelta inglese, ha una sua ragione che non ha nulla di “etico”. Loro vogliono che le squadre della Premier, anziché investire nei ” fuoriclasse” stranieri, investano nelle loro Accademy. (magari prendendo ragazzi da fuori, vedi Tiziano Pasquali)

        • Stefo 22 Agosto 2014, 09:41

          Kat concordo che il salary per funzionare deve essere nello stesso mercato, subentrano problemi di tassazione diversa ecc a fare un salary europeo….cio’ non ha comunque nulla a che fare con “questo e’ il professionsismo”

    • Stefo 22 Agosto 2014, 09:32

      Sul Leinster vorrei che chiarissi cosa intendi…cosa hai letto (e magari dove) e cosa intenti.
      Chairiamo alcuni punti subito: primo il Leinster sui contratti grossi (quelli dei Nazionali irlandesi) NON ha alcuna voce in capitolo sono in mano alla IRFU e deve sperare che le trattative vadano sempre a buon fine o si trova come con Sexton; sugli stranieri ora ci sono regole assurde ma prima c’era comunque il limite del 5+1 e con succession plan da presentare alla federazione, terzo il budget del Leinster non e’ minimamente paragonabile a quello dei club francesi.

      • Katmandu 22 Agosto 2014, 09:39

        Avevo letto che negli ultimi 10 anni hanno aumentato il bidget di circa 15 volte (mi pare di ricordare ma non vorrei sbagliarmi con le cifre) e quindi sia per trattenere i giocatori sia per ingaggiare i campioni stranieri han dovuto investire forte, il gioco però é valso la candela, han vinto e di più han portato l’RDS al tutto esautito in quasi tutte le partite

        • Stefo 22 Agosto 2014, 09:46

          Kat scusa dove l’hai letto?Che numeri davano?
          I giocatori con contratto centrale non li trattiene il Leinster ma la IRFU, se la IRFU non metteva i soldi sul tavolo Heaslip ed O’Brien erano in Francia come Sexton, la maggior parte del finanziamento viene dalla IRFU, in termini di sponsorizzazioni sono sul livello degli altri top team europei piu’ o meno, non c’e’ un Paul Reds privato che fa aumenti del capitale nel Leinster per capirci.

          • Katmandu 22 Agosto 2014, 12:48

            Leggevo da qualche parte su internet, non ricordo i criteri di ricerca, che Leinster nel giro di dieci anni ha enormemente ampliato
            1 il potere di attrazione degli sponsor
            2 il potere di attrare pubblico
            In questi due aspetti negli ultimi10 anni la selezione della capitale ha programmato e investito parecchio

  3. Burroughs 22 Agosto 2014, 09:29

    Mah, l’accostamento a Toby Flood, secondo me, c’entra fino a un certo punto: Lancaster considera titolare Farrell (e forse non lo ritiene nemmeno un backup) e, a quel punto lì, vista l’aria che tira, il buon Toby ha deciso di monetizzare facendo i bagagli per Tolosa.
    Libero di farlo, in piena era professionistica.
    Più criticabile, semmai (anche se parliamo di un contesto socio-economico-culturale diverso), la scelta di Nick Cummins, ala titolare dei Wallabies e personaggio molto popolare in terra down-under, che se ne infischia di mondiali e nazionale e va a farsi i soldi in Giappone.
    Ma, ripeto, questo è il professionismo e lo dobbiamo accettare.

    • Stefo 22 Agosto 2014, 09:39

      Burroughs no scusa ma guarda che dietro la scelta di Cummins ci sono anche dei problemi famigliari di salute pesanti (fratello e padre)…piano col giudicare e sparare a zero.

      • Burroughs 22 Agosto 2014, 09:51

        Sì, hai ragione, ho appena letto su un sito inglese della situazione familiare di Nick e me ne dispiace.
        Ad onor del vero, non ho giudicato né sparato a zero, ma ti chiedo scusa e faccio pubblica ammenda.
        La prossima volta mi documenterò prima di postare.
        Have a good day.

        • Zagor 22 Agosto 2014, 11:35

          Quali sono i problemi dei familiari di Cummins?

          • Burroughs 22 Agosto 2014, 12:05

            Fibrosi cistica a due suoi fratelli e tumore alla prostata per il padre. Andare in Giappone, al di là dei vantaggi economici, gli consente di tornare più spesso in Australia per seguire i suoi.
            Fonte: espnscrum, per la precisione.

  4. malpensante 22 Agosto 2014, 09:37

    Se avessi fatto il conto su 45 anni, nel computo sarebbe entrata la Fiorentina.

    • Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 09:51

      Casa vuol dire? Sei troppo ermetico, sei un seguace di Ongaretti e Montale?

      • mezeena10 22 Agosto 2014, 13:09

        ma veramente eri un maestro?

        • Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 14:29

          Ho insegnato, sì. Medie e Superiori.

          • mezeena10 22 Agosto 2014, 15:32

            materia?

          • Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 15:41

            Storia e filosofia.

          • Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 15:42

            Lettere, agli esordi, alle Medie.

          • mezeena10 22 Agosto 2014, 18:06

            ah ok..salutami Ongaretti 😉

          • Alberto da Giussano 22 Agosto 2014, 18:30

            Tutto sto casino per un errore di battitura! E dai!!

          • mezeena10 22 Agosto 2014, 20:08

            dubbi su dubbi 🙂

    • ginomonza 22 Agosto 2014, 09:52

      Infatti non si capisce perché 44 visto che il lustro sono 5anni. 😉

    • malpensante 22 Agosto 2014, 10:25

      Solo che non ho capito perché 44, oltre che per un’antica passione viola.

  5. Stefo 22 Agosto 2014, 10:09

    OT: intanto cosi’ per uscire in OT ma un po’ correlato, il Racing ha offert un prolungamento di 4 anni a Sexton…

  6. GiorgioXT 22 Agosto 2014, 10:52

    Il rovescio della medaglia dei sistemi chiusi come NFL NBA ecc. è proprio il limite allo sviluppo ed alla crescita; negli USA non è semplicemente possibile prendere una squadra e farla crescere fino ad arrivare al massimo livello.
    Questo però porta delle conseguenze di perdita di competitività in realtà, ed infatti, a parte il Gridiron (per forza, è solo americano) nel basket, baseball e hockey i confronti internazionali sono tutt’altro che dominati dagli USA , nonostante numeri enormi , investimenti e livelli qualitativi (basti pensare ai college).
    Vado controcorrente, ma il sistema USA per me è uno spreco di risorse enorme per garantire una “oligarchia economica”

    • ginomonza 22 Agosto 2014, 15:31

      Non sarei così sicuro.
      1) quando mandano veramente i migliori non ce n’è per nessuno NBA Barcellona docet.
      Nel baseball a loro interessa il campionato americano e basta.
      Hockey vincono e perdono,non dominano perché c’è un grande equilibrio in alto
      2) sul fatto che non sia possibile prendere una squadra e portarla ….. beh senza soldi non si va neanche al supermercato.
      Stefo ( e anche il mio quasi contemporaneo AdG ) ha ben spiegato il senso del salary cap che non è stato messo per far vincere i piccoli e perdere i grandi cioè non siamo nella foresta di Sherwood.

    • ginomonza 22 Agosto 2014, 15:37

      Non sarei così sicuro.
      1) quando mandano veramente i migliori non ce n’è per nessuno NBA Barcellona ’92 docet.
      Nel baseball a loro interessa il campionato americano e basta.
      Hockey vincono e perdono,non dominano perché c’è un grande equilibrio in alto
      2) sul fatto che non sia possibile prendere una squadra e portarla ….. beh senza soldi non si va neanche al supermercato.
      Stefo ( e anche il mio quasi contemporaneo AdG ) ha ben spiegato il senso del salary cap che non è stato messo per far vincere i piccoli e perdere i grandi,non siamo nella foresta di Sherwood.

      • Giovanni 22 Agosto 2014, 22:25

        Anche nel basket, della Nazionale se ne fregano poco. Nel ’92 l’ingresso dei pro fu dettato dalle sconfitte dei collegiali nel biennio 87-88 (Panamericani contro il Brasile di Oscar, Mondiali juniores contro la Jugo di Kukoc, Olimpiadi Seul contro URSS di Sabonis-Marciulionis), ma, all’inizio, sembrava dovessero mandare una squadra formata da giocatori di medio livello NBA. Poi accadde che Bird chiamò Magic e gli disse più o meno “senti, tu sei fuori per la faccenda del’hiv, io sono prossimo al ritiro per la schiena a pezzi, finora abbiamo sempre giocato contro, perchè non chiudiamo entrambi la carriera vincendo assieme l’Olimpiade, unico titolo che manca ad entrambi?”. Magic accettò entusiasta, Jordan lo venne a sapere e disse “se vanno loro, voglio andarci pure io” e da quel momento nacque il Dream Team. Di fatto però non è mai esistito, nè prima nè dopo di allora, un team USA permanente: lo staff tecnico viene nominato appositamente pochi mesi prima di grandi eventi (mondiali o olimpiadi), e loro si incaricano di selezionare i giocatori, ma se uno di loro dice “no, grazie” (cosa già avvenuta) nessuno ne fa un dramma. In più, dal ’92 ad oggi l’interesse generale verso la Nazionale è calato notevolmente, prova ne sia che la squadra è sempre più formata dagli emergenti (i Rose, i Durant, i Davis) che non dai veterani.
        Per gli USA il sistema del salary cap serve a cercare di garantire il maggiore equilibrio possibile all’intero delle leghe professionistiche, tra i vari team. Per questo la NBA ha anche aggiunto nel tempo dei correttivi, come la lottery, per evitare che una squadra, arrivando di proposito ultima, si assicurasse automaticamente la migliore matricola per la stagione successiva. Tutto il sistema delle quattro leghe pro-USA si basa sul sistema di formazione scolastico high schoool + college, che manca totalmente in Europa e per questo non è replicabile da noi (se non in casi limitati).
        @GiorgioXT: non è esatto che “negli USA non è semplicemente possibile prendere una squadra e farla crescere fino ad arrivare al massimo livello”: negli ultimi 15 anni è avvenuto proprio il contrario. Gli Spurs non avevano mai vinto il titolo fino al ’99, gli Heat hanno vinto il loro primo titolo nel 2006 ed i Mavericks il loro primo titolo nel 2011. Il sistema della ricerca del maggiore equilibrio possibile funziona, obbliga i team a lavorare sulle capacità tecniche dello staff manageriale e non sulla potenza economica della proprietà e costringe le franchigie ad avere i conti sempre in ordine.

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