Progetto Scuole: se i bambini non vanno al rugby, il rugby va dai bambini

Anche quest’anno sono state emanate le “Disposizioni Generali per il Settore Scuola”. Ma con quali risultati?

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Hullalla 6 Agosto 2014, 09:19

    Il Progetto Scuola (con relativo budget, che rappresenta una fetta importantissima dei finanziamenti federali al rugby di base) da “sempre” e’ stato affidato ad un “Grande Elettore” quale e’ Tullio Rosolen.
    Serve aggiungere altro?

    • Jeppo 6 Agosto 2014, 14:03

      tutto qua…

    • western-province 6 Agosto 2014, 16:50

      il Progetto scuola è affidato alla buona volontà dei club, che con la miseria di soldi che si ritrova prova a farsi conoscere nelle scuole sulla base del volontariato di studenti-rugbisti e/o pensionati-rugbisti
      questo almeno nella mia città

      meglio poco che niente, ma è poco

      • Hullalla 6 Agosto 2014, 20:25

        Io a suo tempo (con tantissima buona volonta’) sono andato per le scuole a nome della societa’ per la quale giocavo e poi allenavo, ma questa e’ un’altra cosa. Il Progetto Scuola e’ un progetto finanziato dalla FIR (e non dalla buona volonta’) e gestito da Tullio Rosolen.

    • tilt51 6 Agosto 2014, 17:36

      alla persona sopracitata e ancora facente parte della FIR , furono date indicazioni nel 2003, via mail, come poteva essere Modificato e Applicato il Progetto Scuola.
      Concretizzando una formazione profiqua e facilitare, permettere che le SCUOLE VANNO al RUGBY (non solo i bambini) e non che il RUGBY va alle SCUOLE chidendo.
      I percorsi legslativi, autorizzativi che possono dare lo stato dell’arte sono già presenti.
      Sono scelte aggiuntive, seve sempre.

  2. tergestum 6 Agosto 2014, 10:05

    il mio collega di minirugby ed amante delle statistiche diceva che negl’ultimi 5 anni- co n l’aumento esponenziale del del pubblico al 6N-la percentuale di partecipazione dei bimbi delle elemtari ai progetti minirugby è fermo al 1-1,5% ,va un po’meglio se hai la fortuna di incontrare un ragazzino alfa al quale va a genio la pallaovale( mamma compresa) che trascina diversi amici, altrimenti è dura; il miraggio del soccer resta un totem inviolabile!

    • koinedialektos 6 Agosto 2014, 17:46

      Ragazzino alpha mi fa un po’ paura… Le ragazzine sono tutte sue…

      A parte gli scherzi, a me dà fastidio un aspetto tutt’altro che proficuo: se formi una squadra scolastica e vi tesseri i partecipanti, essi non possono fare numero per nessuna classe under di un club. Non so voi come state messi, ma da noi in Puglia è un serio problema avere un vivaio di ragazzi e bambini se una scuola, con il proprio insegnante di educazione fisica, vuole imbastire una squadretta interna. Di certo il cartellino è uno. La FIR in tal senso non si espone.

  3. boh 6 Agosto 2014, 11:16

    Le cose incominceranno a migliorare, quando un bambino che incomincia a muovere i primi passi, non troverà il papà, il nonno, lo zio, il fratello, il cugino ecc.. ecc.. che gli buttano la palla in mezzo ai piedini insegnandogli a calciarla. Questo, è il primo punto di partenza, poi se vogliamo aggiungerne altri di spunti, fino a che il bambino diventa adolescente e autonomo nell’ indirizzo sportivo che farà o meno, allora ci vuole un tomo da 500 pag. Per la mia esperienza, il primo punto e più importante, è il contesto famigliare favorevole. Poi a ruota viene quello scolastico e sociale (politica e media). Se non hai queste componenti favorevoli, lasciamo ogni speranza. Naturalmente, anche una federazione con i controc…
    Ah dimenticavo, una mamma o una sorella, insegna sempre (o quasi) ad un bambino a lanciare la palla con le mani. E questo gioca a ns favore.

    • Maury7 6 Agosto 2014, 14:02

      Non so come mai,ma questo modo di pensare mi sembra da propaganda politica anteguerra.
      Io sono dell’idea che ognuno fa lo sport che più gli piace,vogliono provare il rugby ? Bene,vogliono fare altro ? Amen

      • malpensante 6 Agosto 2014, 14:23

        Esatto, il problema vero è che è impressionante il numero di bambini che non fanno nessun tipo di sport ma soprattutto che non hanno proprio idea dell’attività motoria. Una federazione ricca e saggia si presterebbe a affiancarsi come partner privilegiato del Ministero per l’educazione motoria nella scuola primaria, e darebbe una mano alle società per quel che ne segue. Troppo difficile lavorare sulla medie inferiori, lì solo le società possono lavorare e sfruttare il meccanismo del capobranco con quel che hanno pescato. Poi ributtarsi a pesce su licei e istituti tecnici, sempre come stampella al Ministero, rimettere in piedi i campionati studenteschi e “accademizzare” nel club quel che ne esce. Meglio 100 praticanti di un aspirante pro dalla culla, magari il pro esce proprio da lì. Centrale il ruolo delle mamme dei miniregbisti: per questo metto a disposizione una discreta esperienza e un disinteressato impegno.

        • Maury7 6 Agosto 2014, 14:26

          Già,mi ricordo quando alle scuole medie veniva un allenatore di una squadra di rugby di un paese vicino.
          Si e no venivano una volta all’anno,non si fa così promozione di uno sport,soprattutto quando sei l’unica squadra di rugby in zona

          • Hullalla 6 Agosto 2014, 14:45

            Bene: vuol dire che adesso gli mostrerai come si fa e andrai tu tutte le settimane.

          • Maury7 6 Agosto 2014, 15:01

            Grazie per l’invito,ho altro da fare

          • Hullalla 6 Agosto 2014, 20:28

            …quindi ti rimane giusto giusto il tempo di criticare chi un po’ di tempo per andare con i ragazzi l’ha trovato perche’ non ne ha trovato di piu’?

          • Maury7 6 Agosto 2014, 20:42

            Ho solo detto che secondo me andando a fare promozione nelle scuole una volta all’anno ci fai poco.Questa era storia di quando andavo alle scuole medie,16-17 anni fa ora non so nemmeno se ci vadano ancora a fare promozione.Non mi pare di aver ucciso nessuno

          • Maury7 6 Agosto 2014, 21:08

            In Norvegia (ripeto Norvegia,non Nuova Zelanda o Australia) un allenatore che conosco va a fare promozione nelle scuole 4 volte l’anno e in più il suo club organizza tornei per le scuole

          • Hullalla 7 Agosto 2014, 00:17

            Evidentemente nella societa’ della tua zona le persone (un po’ come te) hanno altri impegni e non ci possono andare di piu’.
            Visto che (presumo) sono volontari si puo’ solo ringraziarli.

            Io all’epoca (se ben ricordo) avevo quattro scuole elementari e andavo in ognuna una volta al mese (per tutta la mattina, per cui seguivo piu’ classi.
            Ma all’epoca ero uno studente universitario e potevo permettermi di farlo (da volontario).
            Sicuramente pero’ per quanto (tanto o poco, a seconda delle possibilita’) c’e’ sempre e comunque qualcuno per cui non e’ mai abbastanza o non e’ mai fatto abbastanza bene. Peccato che quelle persone siano espertissime nel giudicare, ma non riescano mai ad avere l’opportunita’ di dare il buon esempio in prima persona.

            Non c’e’ dubbio che l’ideale sarebbe avere degli allenatori professionisti ben preparati che facciano quel lavoro ogni giorno per tutti i giorni dell’anno.
            Dicono pero’ che vogliono essere pagati e noi invece preferiamo spendere i soldi (che ci sono) per le franchigie di Celtic che comprano stranieri di quarta fascia, oppure per pagare gli allenatori delle accademie che si lamentano sempre che i ragazzi che hanno a disposizione sono pochi e scarsi.

      • boh 6 Agosto 2014, 14:37

        Maury, dipende dall’interpretazione che ognuno ha del mio pensiero. Attualmente, nei paesi che ci sovrastano, non mi sembra che ci siano impostazioni da adunate del sabato fascista. Ma che ci siano molte più persone, che hanno nella loro tradizione la dimestichezza con la palla ovale.
        Non volevo scriverlo questa mattina perché mi sembrava non opportuno portare esperienze personali, ma ti aggiungo ora quì sotto la mia opinione sullo scritto di targestum riguardo al bambino alfa tanto per chiarire certi dubbi.

        targestum. Quando il mio club decise di entrare nelle scuole elementari per fare promozione al minirugby, in una classe (prima elementare) c’era il figlio di un ns giocatore che entusiasta dell’iniziativa, riuscì a portare al campo l’intera classe bambine comprese. Si fece una squadra solamente di quella classe e si partecipò a tanti concentramenti di minirugby. Ne furono coinvolti tutti i genitori, e spesso la domenica ti potevi trovare le maestre al concentramento. Poi col tempo ma soprattutto per le scelte familiari il gruppo si assottigliò, ma quei pochi fecero gruppo fino alla fine delle medie. Che il bambino avesse già da allora caratteristiche da leader, lo dimostra la carriera che ha fatto nel ns sport.
        Ah Maury7, Se dovessimo incominciare a non vedere le posizioni altrui con taglio da balcone di p.zza Venezia, da P.zza Rossa, o da p.zza del Vaticano sicuramente incominceremmo a vedere e fare le cose in modo migliore.
        Altra cosa, sempre quel bambino, nella sua adolescenza fino alla fine del liceo ha fatto diversi sport: atletica, nuoto, pallacanestro e perfino baseball. Poi ha deciso in autonomia quale sport fare con il giusto impegno. Perciò, vedi che certe visioni antiquate stanno da qualche altra parte.

        • Maury7 6 Agosto 2014, 14:48

          Si certo ma quando mi si viene a dire che i genitori dovrebbero fare imparare a usare la palla in un modo invece che in un altro a me sa molto di costrizione.
          Poi per esperienza personale quando ho avuto problemi nel rugby e ho deciso di fare altro parecchi “tifosi” di rugby che conosco hanno messo in dubbio l’educazione che ho ricevuto dalla mia famiglia e ho sentito la stessa identica cosa da altre persone i cui figli hanno deciso di fare altri sport.
          A me questa mentalità se non fai rugby allora sei una m..da comincia a darmi fastidio

          • boh 6 Agosto 2014, 15:08

            Maury, vedo che fatichi a comprendere. Se non hai capito la mia interpretazione del ruolo dei genitori lascia perdere. L’esempio del bambino di cui sopra sta ad affermare, che comunque sarebbe emerso in qualsiasi sport avesse scelto. Altra cosa, se ti han denigrato, perché avevi scelto altro al posto del rugby, aggiungi un altra pagina delle cose da cambiare al tomo da 500 pag. che ho sopracitato.

        • Hullalla 6 Agosto 2014, 14:49

          nei paesi anglosassoni (e anche in molti paesi del cosiddetto terzo mondo) la cosa e’ fondamentalmente diversa, perche’ le scuole hanno strutture molto migliori e l’educazione fisica e’ una parte importante del sistema educativo.
          In questo modo i ragazzini crescendo provano un po’ di tutto e poi magari qualcuno si appassionera’ ad uno sport e qualcun altro ad un altro sport, ma tutti ne capiranno qualcosa comunque (cosa che aumenta anche il pubblico televisivo per gli sport cosiddetti “minori”in Italia)

          • Maury7 6 Agosto 2014, 15:22

            A proposito di sport nelle scuole,avendo visto da vicino Sud Africa e Namibia c’è molta più scelta nella piccola Namibia che in Sud Africa.
            In Sud Africa nella maggior parte dei college o high school ci sono prevalentemente strutture per il rugby e chi vuole fare altro è penalizzato.
            In Namibia invece le scuole hanno più strutture e non ci sono particolari problemi di convivenza tra sport

  4. mauguerri 6 Agosto 2014, 11:48

    Quoto boh e ricordiamoci che il miglior alleato del rugby è la crisi in atto, che significa crisi dei valori valori pallonari del guadagno facile, della sovraesposizione mediatica, del divismo, del cinismo del risultato e della frustrazione di chi si lamenta perché non può pagare l’abbonamento a Sky e di chi sogna di diventare un divo pallonaro che, a parole, detesta.
    Piano, piano, molto piano, ma il rugby continuerà a crescere!

  5. boh 6 Agosto 2014, 15:22

    Ah Maury, ho tralasciato… far usare la palla tonda è indice di libertà. Far usare la vescica invece è costrizione…Mah…..

    • Maury7 6 Agosto 2014, 15:37

      Guarda io ho praticato diversi sport e gli unici che ho sentito criticare le famiglie dei bambini perchè i figli hanno scelto uno sport invece che un altro li ho visti solo nel rugby.
      Possiamo stare qua a parlare quanto vuoi,io ho le mie opinioni tu le tue

      • boh 6 Agosto 2014, 15:45

        E allora per cosa bazzichi da queste parti passa e vai. Mica siamo tutti come i dirigenti del club dove hai giocato.

        • Maury7 6 Agosto 2014, 21:42

          Non pensavo che ci fosse una regola che vietasse a chi non pratica più il rugby di esprimere la propria opinione.

  6. boh 6 Agosto 2014, 15:39

    Io son stato in SA, ed ho visitato 2 college uno privato, e uno pubblico. In tutti e due gli impianti per lo sport, si equivalevano. Te li vado ad elencare (anche perché mi incominci a somatizzare)
    1 campo da calcio
    1 campo da rugby
    1 piste per l’atletica leggera
    1 campo da kricket
    1 campo per basket e volley
    2 piscine 1 per gare di nuoto con trampolino e 1 per la pallanuoto
    ? non ho contato i campi da tennis
    ? non sono entrato nella struttura per le attività al coperto
    Se la Namibia è messa meglio…complimenti.
    Elencami adesso le strutture che hanno le scuole che hai o frequenti nella tua città. Forse, prima di criticare sarebbe ora come ti ha detto Hulla sopra, che incominci a darti da fare con quel poco che ti offre la tua città.

    • Maury7 6 Agosto 2014, 15:52

      Io non ho criticato nessuno,ho solo parlato di quello che ho visto quando sono sono stato li.
      L’unica cosa che ho criticato è l’atteggiamento di parecchia gente che circola nel rugby.

      • western-province 6 Agosto 2014, 16:32

        Ovvio che in un mondo ideale dovrebbe essere la scuola ad offrire un offerta informativa varia e di qualità sui vari sport che si possono praticare, magari in “joint venture” con le realtà sportive locali, ma purtoppo non è così (da qui le critiche per la nostra formazione sportiva scolastica di JK o Brunel).
        In mancanza di queste se uno sport tramite la federazione o club cerca di avvicinare o farsi conoscere dai ragazzi non ci vedo proprio nulla di male, anzi…

        • Maury7 6 Agosto 2014, 16:41

          Neanche io ci vedo nulla di male nell’andare nelle scuole a fare promozione,ma andare nelle scuole una volta all’anno non serve a niente

          • western-province 6 Agosto 2014, 16:58

            nella mia città nelle scuole ci vanno i pensionati e/o studenti universitari di buona volontà (questo per farti capire che è volontariato, non lavoro)
            comunque credo che anche una volta all’anno con la proposta di partecipare a concentramenti sul campo o similari sia comunque qualcosa, non niente; sono 5-10 persone in più per squadra per anno, sono la possibilità di avere un settore giovanile e quindi crescere come movimento

          • Hullalla 6 Agosto 2014, 20:37

            Bisognerebbe che:

            a) ci fossero piu’ volontari di buona volonta’ (ma non potranno essere di certo super allenatori dell’emisfero sud che hanno vinto 12 tri-nations…)

            b) il Progetto Scuola finanziasse delle persone preparate (ISEF?) per andare per le scuole con frequenze adeguate

        • Maury7 6 Agosto 2014, 16:57

          Il mio punto di vista è semplicemente di fare promozione ma di lasciare decidere ai bambini/ragazzi quale sport fare,senza costrizioni,giudizi ed etichettature,cose che purtroppo ho visto fare a tanti tifosi,allenatori e genitori. Tutto qui.
          Ho visto tanti casi di ragazzi criticati per aver scelto un altro sport invece che il rugby,una mia amica gallese un giorno venne definita madre di me..a dalle altre madri perchè il figlio ha deciso di giocare a calcio invece che a rugby.
          Con questi comportamenti non fai altro che allontanare i bambini/ragazzi dallo sport invece che avvicinarli.

          • western-province 6 Agosto 2014, 17:05

            totalmente d’accordo

          • boh 7 Agosto 2014, 09:11

            Maury,guarda che l’esperienza personale che stai portando, mi meraviglia molto. Non so in che parte dell’italia tu viva, ma dalle mie parti, non ho mai sentito nessuno offendere così le persone per scelte legittime di vita. Probabilmente le persone del club a cui ti riferisci, non sono molto indicate per la propaganda e lo sviluppo dello sport di riferimento. Ma credo che l’atteggiamento di disprezzo lo avrebbero anche se lavorassero per altri sport.
            Poi ti chiedo, ma sto tizio che da della merda a destra e a manca, è ben definito o è il comportamento di tutti i rugbysti della zona?

          • Maury7 7 Agosto 2014, 10:51

            Purtroppo è un comportamento di cui ho sentito lamentele in diversi posti,è successo ad una mia amica in Galles,è successo al fratello di un ragazzo sudafricano con cui organizzai un torneo 7s e purtroppo è successo anche ad altre persone provenienti da altri posti e che ho conosciuto tramite vari forum di rugby

        • Hullalla 6 Agosto 2014, 20:33

          Non e’ un mondo ideale quello dove la scuola ha strutture e capacita’ di proporre lo sport (nel senso di “un po’ tutti gli sport”): questo esiste al giorno d’oggi anche in molti paesi che ci aspetteremmo essere molto meno sviluppati dell’Italia. Solo che loro hanno capito che l’educazione e’ importante per i ragazzi e non un parcheggio, ne’ un costo sociale.

  7. Alberto da Giussano 7 Agosto 2014, 08:00

    Purtroppo chi ha congegnato queste “indicazioni” non conosce né la realtà della scuola, intesa come organizzazione burocratico-amministrativa né la metodologia didattica con cui affrontare il tema dell’introduzione della palla ovale nei meccanismi di crescita psico fisica dei bambini tra i 6 e i 12 anni.
    La “scuola” non è un tutt’uno monolitico da affrontare con gli stessi strumenti.
    La scuola elementare ha le sue necessità do ordine didattico e organizzativo e la scuola media ne ha altre. Completamente diverse tra loro.
    Paragoni con il mondo anglossassone, non solo sono improponibili, ma del tutto fuorvianti.
    Io non mi stancherò mai di ripetere che se la FIR, volesse affrontare seriamente il tema, basterebbe che copiasse il modello metodologico e formativo del minibasket. Sarebbe un’ottima base di partenza.
    Oramai, se la palla ovale non viene messa in mano ai bambini, già a 6/7 anni, è praticamente impossibile recuperare successivamente il deficit di fondamentali.
    Questa mattina sulla rosea, c’era la formazione della nazionale di Basket che disputerà le eliminatorie per i campionati europei. Tutti giovani ragazzi italiani, uno dei quali gioca nella NBA, usciti tutti ( e non è un modo di dire , veramente tutti) dal minibasket. Certo, nel ranking europeo, non siamo nelle prime 5 e in quello mondiale non siamo nelle prime 10, ma vedere ragazzi formati tutti in Italia da un progetto che da molti decenni è in grado di entrale nelle scuole e supplire alle carenze formatrici della scuola è un piacere.

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