Un lungo mese da dimenticare: la valigia vuota dell’Italrugby

Fiji, Samoa e Giappone ci riconsegnano una nazionale che ha toccato il suo punto più basso. A un solo anno dal Mondiale

COMMENTI DEI LETTORI
  1. oliver63 22 Giugno 2014, 09:57

    non so nemmeno se c’è più la voglia di commentare. vediamo domani a che posto siamo finiti nel ranking. la mia opinione è che questi risultati siano figli della scarsa competitività del movimento nella fascia di età 16-17 anni. vediamo campionati under 18 impoveriti nei numeri e di conseguenza nella qualità e non abbiamo più campionati under 20 ufficialmente per mancanza di numeri, secondo alcuni per giustificare la scelta di accademie dispendiose e clientelari. la soluzione ? rendere più elastiche le regole dei campionati under 18 e under 20 favorendo la partecipazione di squadre, magari incomplete, anche di piccoli club. favorire l’aggregazione anche temporanea di squadre di club per la formazione di squadre miste. dare così a tutti la possibilità di giocare e, si sa, solo se si gioca ci si diverte. il principio ? l’importante è che giochino, non importa come !! a lungo termine speriamo di ritrovare numeri in quella fascia di età, aumentare la competitività dei campionati e di conseguenza la qualità dei partecipanti, leggi giocatori, da cui poi estrarre i migliori per le nazionali under 18 e under 20. le accademie ? lasciamole fare ai club più importanti, favoriamo il rpocesso di selezione naturale dei talenti. la federazione deve fare bene il suo lavoro e cioè gestire le selezioni nazionali e finanziare il movimento di base.

    • space 22 Giugno 2014, 10:27

      Dovremmo rimanere 14 anche perché Canada ha di nuovo perso

      • oliver63 22 Giugno 2014, 10:30

        sì non mi cambia nulla nell’analisi

        • space 22 Giugno 2014, 10:58

          Assolutamente.
          Era per rispondere al tuo primo quesito.
          Ahimè non valiamo un cazzo nelle gerarchie globali.
          Confido sempre in un cambio di rotta, ma non sono davvero fiducioso in un’evoluzione significativa.

      • megu65 22 Giugno 2014, 14:52

        Pero il Giappone dovrebbe aver superato l’Argentina.

    • Alberto da Giussano 22 Giugno 2014, 10:49

      La tua analisi è giustissima. Ma ne consegue una ulteriore riflessione. Il reclutamento dei talenti.
      Fino a che il rugby non saprà entrare massicciamente nella scuola elementare è molto complicato trovare e indirizzare talenti.
      Tutta la discussione che imperversa in questi ultimi tempi sul ruolo delle accademie è abbastanza inutile. Può avere ragione chi le ritiene una strumento per fare politica, ma è altrettanto vero che se ci fossero i talenti, dentro di esse , questi salterebbero fuori.
      Lamentarsi che le accademie sono troppe è una contraddizione in termini, sarebbe come lamentarsi che ci sono troppi campi da gioco. Il problema è che la qualità media di chi le frequenta e medio ( o medio basso) e i talenti veri latitano, rispetto al livello medio dei ns. competitors.

      • Andrea B. 22 Giugno 2014, 16:12

        Bene, allora i soldi delle trenta accademie prossime venture dirottiamoli su una massiccia propaganda nelle scuole elementari, con reclutatori che vanno a spiegare e proporre il rugby nelle ore di “motoria”. E magari, già che ci siamo, spieghiamo alle insegnanti che per i primi anni, invece che danza per poi fare improbabili balletti al “saggio” di fine anno, i bambini sarebbe meglio che facessero corpo libero, esercizi di coordinazione e quant’altro. Oppure invece che trenta accademie facciamo cinquanta nuovi campi in giro per l’ Italia dove ci sono società che si arrabattono alla bell’e meglio, come scritto su “il nero il rugby” magari ci tiriamo su tremila nuovi praticanti. E se c’è qualche talento, parafrasando quello che dici, salta fuori ….e crescendo potrà andare nelle accademie dei club, magari di quelli di pro12, a federazione piacendo e volendo…

      • Sayo 23 Giugno 2014, 10:36

        E’ inutile avere 30 accademie se hai 30 buoni giocatori e 2 buoni tecnici, avrai come risultato 30 team con uno solo giocatore veramente valido e allenate da 28 tecnici mediocri, che hanno bisogno di 30 finanziamenti! Fanne due con quindici giocatori buoni per parte e un bravo tecnico ciascuna, spendici un pochino di più e con quel che avanza finanzia la base! Solo in toscana abbiamo 3 centri di formazione e 1 accademia. bho…

    • Hullalla 22 Giugno 2014, 11:24

      Il problema e’ che quando siamo arrivati nel 6 Nazioni la FIR ha detto: “Evviva! Siamo arrivati.” Punto.
      Quando si pensa di essere arrivati e’ il momento in cui si retrocede.
      Ancora si concentrano a sperperare i (grassissimi) proventi del 6 Nazioni (che succhiamo vampirescamente) e l’idea di cominciare a lavorare seriemente a partire dal rugby di base e senza guardare in faccia nessuno non li sfiora nemmeno. L’unica cosa che interessa sono i soldi. Soldi, soldi, soldi. TANTI E SUBITO.

  2. ric 22 Giugno 2014, 10:00

    tutto il mondo ci insegna che il rugby non è più solo autoscontri
    senza castro e parisse e con le nuove regole della mischia siamo molto diludenti e tristissimi da vedere
    molti sono in prima squadra da dieci anni
    basta con le convocazioni su due squadre !
    selezione non in base alla residenza e alla gente che passa da zebre a leoni e da leoni a zebre

    • gsp 22 Giugno 2014, 11:47

      Ric, l’autoscontro fatto bene sarebbe un passo avanti rispetto ad oggi.

    • Andrea B. 22 Giugno 2014, 15:49

      Che vuol dire convocazioni solo tra due squadre (che poi non è vero, ci sono pure le straniere dove giocano dei nostri) ? Prendere dall’Eccellenza per i match internazionali? Apia non è il Geremia (detto con tutto il rispetto e solo perché faceva rima…) Non basta vedere le imbarcate di punti che prendono gli eccelenti in challenge e la emergenti che perde con la terza nazionale argentina?

  3. xnebiax 22 Giugno 2014, 10:34

    VOTO
    il mio voto va a alla lista Rugby & Laicità con preferenza per @fracassosandona.

    • Alberto da Giussano 22 Giugno 2014, 10:50

      Questa sì che è una grande notizia!!

      • space 22 Giugno 2014, 10:59

        Lei ha votato?

        • Alberto da Giussano 22 Giugno 2014, 11:52

          Sono da annoverare fra gli astenuti.

          • berton gianni 22 Giugno 2014, 12:14

            Per fortuna…!

          • space 22 Giugno 2014, 12:18

            Male! Il voto è sacro….

  4. Francesco.Strano 22 Giugno 2014, 10:38

    Poveri noi…….

  5. ike 22 Giugno 2014, 11:07

    Facendo un’analisi a 360° si può solo dire che il rugby d’oggi è un pò strano.
    All Black non vincono under 20 da tre anni, ma continuano a vincere a livello senior. L’Inghilterra vince under 20 da 2 anni: ma saranno i campioni del mondo del prossimo anno?. L’Australia le sta suonano a destra e a manca , ma non la degna granché nessuno. Alla fine sembra contare di più o almeno troppo (concedetemelo) una finale di Heineken Cup con giocatori strapagata (e secondo me anche stra…qualcosaltro) che i match delle nazionali. E in tutto questo non ci stupiamo se siamo un pò debolucci: poche attrattive, pochi soldi,pochi giocatori di talento. Un mix micidiale che sa sempre più di calcio e meno di rugby.
    Buona Domenica e scusate il tono disfattista, ma per chi ci crede ancora “viva il rugby” !
    Antonello

    • Hullalla 22 Giugno 2014, 11:28

      Ancora qualcuno e’ convinto che abbiamo pochi soldi (a livello di nazionale)?
      Semplicemente li spendiamo MALISSIMO, ma i soldi a quel livello sono piu’ che sufficienti.

    • Rabbidaniel 22 Giugno 2014, 11:58

      Si chiama professionismo. Vincere la HC porta soldi e visibilità. Inoltre nel rugby ci sono anche e soprattutto i club, che qui da noi vengono considerati poco più che centri di allenamento per i nazionali.

    • Giovanni 22 Giugno 2014, 12:10

      Attenzione perchè vincere a livello giovanile non sempre si traduce in quantità di giocatori per il livello assoluto. Meglio arrivare secondi o terzi (beati loro) ma produrre 10 giocatori di classe nel giro di qualche anno, che vincere il torneo giovanile, ma vederne poi sbocciare meno.

    • megu65 22 Giugno 2014, 15:07

      Sulle nazionali straniere di prima fascia secondo me non possiamo fare troppi commenti. Le differenze sono talmente minime e l’organizzazione è ad un livello tale che a far pendere il risultato da una parte o dall’altra basta davvero il volo di una farfalla. PER ESEMPIO Folau arriva dal rugby a 7, per i Wallabies é stata una manna dal cielo. Gli AB hanno giocato la finale del campionato del mondo con un’apertura che sino a due giorni prima era pescare (Donald) e segnato l’unica meta con un pilone su una “furba” che ormai si vede sempre piu’ di rado.
      Il professionismo porta soldi, ma lo fa in tutti gli sport. E’ il modo come sono gestiti che fa la differenza. Per esempio ultimamente la nazioale francese ha risultati scadenti perche’ i soldi del TOP14 e di HC sono investiti sugli stranieri, specie nei top club. Pero’ hanno una D2 che guarda la nostra eccellenza da una spanna piu’ in alto.
      Piuttosto aiutiamo i club giovanili: la squadra di mio figlio ha partecipato ad un torneo tra squadre liguri alle quali erano invitate anche due parietà di Nizza e MonteCarlo e la differenza era già abissale in termini di impostazione di gioco e fondamentali.

      • megu65 22 Giugno 2014, 15:20

        dimenticavo U6 U8 e U10, non ragazzini!

        • Giovanni 22 Giugno 2014, 17:57

          In alcuni interventi nelle scorse settimane auspicavo maggiori interscambi con la Francia sia a livello giovanile (tornei, camp estivi), che tecnico (mandare un allenatore lì costa meno che in NZ). Se la differenza con i cugini d’oltralpe è già netta a livelli Under6, Under8 ed Under10 c’è di che interrogarsi parecchio sulle capacità formative di chi li allena, dato che a quell’età non ci sono disparità in termini fisici.

      • Larosa 22 Giugno 2014, 16:05

        Folau viene dal rugby league, non seven…

      • Andrea B. 22 Giugno 2014, 16:47

        Anche da noi in Toscana ogni tanto si affacciano delle squadre francesi ai tornei di minirugby…vincere un torneo non ci riescono, ma come si passano bene la palla quando aprono il gioco è un piacere vederli. Poi già in under 10 loro possono calciare durante il gioco, noi no e questo lo paghiamo crescendo. Piccola nota: una volta, dopo che la sua squadra aveva perso, un allenatore francese si lamento’ che quello che combinavano i nostri figlioli sui punti d’incontro “non era rugby ma rissa”…per carità…per battere il franzoso questo ed altro, ma dava da pensare, sempre in ottica di sviluppo.

        • Giovanni 22 Giugno 2014, 18:00

          Certo, anche perchè già a livello giovanile c’è questa ossessione del risultato (mi riferisco anche ad altri sport), mentre il fine ultimo dovrebbe essere quello di sviluppare il talento e le capacità individuali e di squadra.

          • Andrea B. 23 Giugno 2014, 01:59

            Ti diro’, più che il voler vincere a tutti i costi, più che l’ ossessione del risultato che almeno nell’ambiente della scuola rugby del figliolo non ho colto, mi sembrano le direttive federali che indirizzano verso il non voler insegnare gli skills individuali ai bambini. In under 10 non fanno calci, fanno pochissima “navette” correndo e passandosi palla ma praticamente solo lavoro sul sostegno all”uomo placcato, cosa che va benissimo per carità, ma che per insegnare bene ai bambini, secondo me, necessita di un controllo e di una organizzazione che dopo un po’ vanno oltre la capacita di concentrazione ed applicazione di un bambino. Un paio di volte all’anno poi saltano gli allenamenti perché tutti gli allenatori vanno all’incontro con il prof.Ascione in visita plenaria …sarebbe meglio avere i bimbi che corrono in campo, credo…

  6. tergestum 22 Giugno 2014, 11:36

    qualcuno scrive del reclutamento nelle scuole elemntari.
    per esperienza diretta, con i miei colleghi circa 100 ore/anno in diversi plessi scolastici, la capacità di reclutamento è sempre quella; 1,5-2 % e anche quelli, spesso, scartati dal pallone tondo e/o basket e/o altro.
    quello che funzione sempre è il ragazzo trascinatore( capo branco alfa) infatti un anno è stata fatta una u6 solo grazie ad un ragazzino alfa.
    E’ dura e comunque bisognerebbe educare in primis le mamme, vera scalogna di noi aspiranti reclutatori.

    • Alberto da Giussano 22 Giugno 2014, 12:00

      Il minibasket è lì da copiare! Tutti gli attuali atleti di serie A1, compreso, Belinellli, Datome,Gallinari ( atleti NBA), escono dal minibasket. Qualcuno ha l’idea del numero di corsi di minibasket che vengono svolti ogni anno in Italia?

      • Andrea B. 22 Giugno 2014, 16:58

        Dici corsi di minibasket nelle scuole? Tanti ma tanti di più, immagino. Purtroppo il rugby sconta il fatto che per farlo non basta una palestra e nemmeno un cortile in cemento…e torniamo al discorso che ci vorrebbero più campi decentemente attrezzati (e meno accademie)

  7. HumptyDumpty 22 Giugno 2014, 11:39

    Sarebbe un gravissimo errore dimenticare questo mese. In questo mese abbiamo visto il limite dell’Italia e bisogna lavorarci su per migliorare. Adesso poniamoci delle domande e cerchiamo di trovare delle soluzioni al problema Nazionale, senza andare a finire alle scuole elementari dove l’educazione motoria non e’ fatta in maniera seria etc etc… I problemi della Nazionale (e Celtiche) non devono essere confusi con il problema del movimento di base, sono due problematiche completamente diverse anche se alla fine i problemi della Nazionale sono un riflesso dell’intero movimento. Bisognerebbe agire su due fronti: uno e’ risolvere i problemi immediati della Nazionale, dall’altro fronte bisogna ristrutturare il movimento. Perche’ unendo questi due problemi si troverebbero solo alibi per scaricare colpe che non sono mie ma sono tue etc etc. tipica della politica odierna
    Detto questo purtroppo bisogna anche fare i conti con la realta’: l’avere una dirigenza presuntuosa e ottusa da dare il volta stomaco.

    • gsp 22 Giugno 2014, 11:45

      Ti quoto su tutto. Mi sento solo di aggiungere che ci vuole pazienza, nel senso che certi processi prendono anni purtroppo.

      • HumptyDumpty 22 Giugno 2014, 12:17

        Ecco un alibi. Ci vogliono anni … quello che abbiamo visto in questo tour e’ un comportamento amorfo dei giocatori (e forse dello staff) della Nazionale, privata di mezzi e stimoli per migliorarsi e ritrovarsi.

        • gsp 22 Giugno 2014, 12:42

          beh non esagerare adesso. ci vuole tempo per vedere i risultati dei cambiamenti nella formazione. non e’ realistico cambiare oggi nella formaione degli under 20/18/16 e vedere il risultato l’anno prossimo.

          sui pro si deve fare qualcosa che inizi a funzionare molto piu’ rapidamente.

          • malpensante 22 Giugno 2014, 14:13

            Egregio Consigliere (hai pure preso qualche voto di lista, complimenti), come ti ho già scritto, io su questo sono più che ottimista. Se bene o male c’è ancora qualcosa in piedi nel rugby di base dopo 20 anni di tempesta di sale, come nel deserto la pioggia fa miracoli. Io divido il problema in tre, nazionale, celtiche, resto, in ordine crescente di importanza e di difficoltà. Il resto è un bordello e va raso al suolo: campionati u16 e u18 con un sacco di soldi per chi è bravo, fosse il Roccacannuccia o il Benetton, campionati a modello unico per giovanili e seniores. Tetto di spesa e quote di età per tutti i campionati, gironi belli larghi più o meno regionali, playoff/out per tutti e girone finale (eccellenza) per 6-8 squadre che han vinto i gironi. A-B-C, il resto del tutto amatoriale tipo Uisp. Retrocessioni e promozioni per tutti. Accademie, zero. Centri di formazione regionali e tecnici itineranti, se uno (o più, collegati) è davvero bravo a tirar su talenti, la FIR lo aiuta e quello si fa l’accademy come gli pare a lui, prende anche quelli che decide la FIR, e i soldi in base ai risultati. Il resto è molto più semplice, con la montagna di soldi che ci butta la FIR, ci mettiamo una rezdora e farà di sicuro meglio di questi personaggi da commedia dell’arte fino a che il sistema non va a pieno regime. Serve un investimento importante sulla scuola, tramite i club, che il cambio di passo per diventare grandi sta nella propaganda e nella leva (e nei campi non negli stadi). La nazionale e le celtiche sono pro, il resto è sport.

          • Stefo 22 Giugno 2014, 15:29

            Bavissimo malpensante, quoto ogni singola virgola e parentesi…ci si gira intorno di continuo ai veri problemi ma nessuno fa una mossa per mettere ordine e creare un sistema di filiera sensato che parta dalla formazione locale nei club.

          • gsp 22 Giugno 2014, 19:12

            Secondo me i CdF come struttura possono funzionare, come idea vanno nella giusta direzione, vediamo I contenuti. Coprono l’etá forse dove c’è il ritardo maggiore. 32 (?) a 30/40 ragazzi sott’occhio per centro iniziano ad essere un numero importante. E speriamo che davvero gli allenatori lavorino con club e limitrofi. Certo nessuno c’ha dato un report sul campionato dei CdF ed ognuno La spara come pare.

            Sulle accademie, per me puoi anche toglierle e darle ai club. Il problema per me rimane che i giocatori buoni vanno concentrati in qualche modo per giocare in contesti competitivi e sottoposti ad allenamenti che non ha senso imporre a tutti.

            Eccellenza amatoriale subito. Max 6 giocatori pagati per squadra piu non qualche u23. Gavazzi se ne faccia una ragione, che se non La fa lui il downgrade, questo avviene cmq.

            E sull’apriamo questi campi non posso che essere daccordo.

    • Giovanni 22 Giugno 2014, 12:06

      @Humpty: sono d’accordo. Ho scritto la mia analisi più sotto ed ho volutamente ignorato gli aspetti legati alla base, alla formazione, ai dirigenti, ecc. (su cui si è parlato abbondantemente su questo sito) per concentrarmi solo su quanto emerso da questo tour.

  8. demon1981 22 Giugno 2014, 11:51

    Analisi interessante:
    http://rugby1823.blogosfere.it/post/508809/disastro-italia-brunel-giocatori-gavazzi-di-chi-le-colpe

    Tutti hanno colpe ma un allenatore se non ha carta bianca ed e’ in confusione totale, dovrebbe avere il coraggio di dimettersi e di raccontare quello che non va’..!!!

  9. Giovanni 22 Giugno 2014, 12:02

    Subito dopo la conclusione dell’ultimo incontro, Gavazzi ha ribadito la conferma della fiducia sua e del consiglio federale in Brunel. Una mossa giusta, visto il poco tempo che rimane fino ai mondiali: un cambio adesso avrebbe comportato un’interim di circa 15 mesi, che avrebbe rappresentato un salto nel buio dalle conseguenze potenzialmente ancor più negative dell’attuale situazione.
    Tuttavia da questo tour ci si aspettava un’inversione di tendenza che riportasse un minimo di ottimismo ed invece se ne esce male, con sensazioni peggiori della vigilia. I fattori di tutto ciò sono vari ed investono parecchi “attori”:
    – La guida tecnica: Brunel sembra aver smarrito il polso dell’ambiente azzurro. La sensazione, rispetto a 1.5-2 anni fà, è che il francese non abbia più la necessaria “presa” sui giocatori: difficile stabilire se sia lui a non riuscire più ad interpretarne gli umori o siano loro a non credere più nella sua “ricetta”. Stà di fatto che il gioco della squadra ha subìto un involuzione evidente, che si è vieppiù andata accentuando durante il 6N ed in questo tour. Di gioco offensivo stutturato, marchio di fabbrica del tecnico transalpino, non se ne vede, anche quando attacca, la squadra preferisce affidarsi più alle improvvisazioni estemporanee che non ad un piano tattico ragionato, provato ed assimilato. Difficile anche capire se Brunel sia in grado di trovare il bandolo di una matassa che, dalla sconfitta al 6N contro la Scozia in poi, si è ingarbugliata ed alla quale il coach transalpino sembra voglia ovviare seguendo taluni schemi predefiniti che, per il momento, non stanno dando le risposte sperate. Quello dei cambi tardivi è solo un esempio: se è sempre stata un’abitudine costante del CT, non è detto che non la possa modificare, qualora avverta la necessità di sostituire chi dimostra di non riuscire a dare l’apporto minimo atteso. Ed anche la scelta di insistere su taluni elementi a scapito di altri (Venditti preferito ad Esposito, Biagi e Chistolini utilizzati col contagocce) lascia più di un interrogativo.
    – La squadra: alcuni giocatori non stanno avendo la crescita tecnica che ci si attendeva da loro 2-3 anni fà. L’esempio di Cittadini è lampante: messo pesantemente sotto in mischia, non solo dai samoani, ma perfino dai giapponesi. E’ apparso pigro nei sostegni e nel ball-carrying, indeciso nei placcaggi. Nella sua situazione troviamo anche altri giocatori: Venditti, lanciato in Nazionale proprio da Brunel al 6N 2012, continua a palesare limiti evidenti nel gioco alla mano, nel handling, nei calci. L’idea che col solo fisico e la volontà (che indubbiamente non gli mancano) possa fare la differenza è tramontata da un pezzo. Sgarbi, altro pupillo azzurro di Brunel, non ha più l’efficacia difensiva di un tempo. In settori poi come mediana e seconda linea siamo quasi all’emergenza: Gori, assente al tour, è reduce da un’annata grigia, Tebaldi è a disagio con compagni con cui non ha la necessaria intesa, Botes è uscito dai giochi, Semenzato sta per tornare in Eccellenza e Palazzani ha appena esordito. In seconda non possiamo permetterci di rinunciare a gente come Pavanello e Bernabò o continuare ad ignorare i progressi di Cedaro. Il clima di sfiducia allarma ancor più considerando che ha contagiato elementi aggregati al gruppo azzurro nell’ultimo anno, come Furno e Sarto, tra i pochi a salvarsi all’ultimo 6N ed apparsi in chiara difficoltà adesso.
    – La tattica: è da settembre con le franchigie e da novembre con la Nazionale, che parliamo del problema “cambio di regole” in mischia. Siamo rimasti gli unici ormai a lamentarcene: è ora di smetterla. D’accordo, la mischia basata sull’impatto ci era più congeniale, ma son trascorsi 10 mesi dalla modifica e bisogna chiedersi casomai perchè abbiamo affrontato le difficoltà con ritardo. Inoltre, come evidenziato nell’articolo, abbiamo perso sia in partite dove la mischia aveva il predominio (Fiji) sia in quelle in cui era in difficoltà. Allora la domanda da porsi è perchè nel primo caso non siamo riusciti a tradurre in possessi e punti una situazione che ci vedeva in vantaggio sul terreno di gioco. Torniamo dal tour con una sola meta su azione (Barbieri): dov’è finito il gioco dei trequarti? Dov’è finita la capacità di portare una lucida pressione sui punti d’incontro? Perchè siamo l’unica nazionale a non contestare i palloni a terra? Come mai la nostra linea difensiva è spesso lenta ed imprecisa nel riposizionarsi? Perchè la nostra mediana non attacca mai la linea del vantaggio per creare variazioni di gioco? Perchè il sostegno sull’uomo placcato giunge spesso con ritardo? Sono queste, a mio avviso, le domande su cui l’ambiente azzurro (staff, giocatori, dirigenti) deve interrogarsi, darsi le necessarie risposte e lavorare per porre rimedio, in questi 14 mesi che ci separano dall’appuntamento mondiale.

    • gsp 22 Giugno 2014, 12:47

      giovanni, molti spunti interessanti e che condivido. aggiungo che la storia delle regole della mischia e’ ancora piu’ irritante. perche’ anche quando le mischie erano tecniche cmq eravamo competitivi. e c’e’ chi ha visto il trend della mischia tecnica tornare, l’ha detto, ma non e’ riuscito a porvi rimedio all’atto pratico. e quindi ci troviamo con un aspetto in cui eccellevamo totalmente sprecato.

      e diventa ancora piu’ ironico, che quando abbiamo giocato con pack inferiori, ma che hanno giocato sull’impatto ed anticipo (tipo scozia al 6n nel secondo tempo) come e’ logico che faccia un pack in difficolta’, un po’ stile anno scorso, abbiamo sofferto e non siamo riusciti ad adattarci. e non abbiamo neanche imparato la lezione.

      • malpensante 22 Giugno 2014, 14:27

        Il gioco, aspetto qualcuno che me lo spieghi bene perché sarò tonto ma non l’ho mai visto. Ho visto la banalità messa in campo, con giocatori del tutto inadatti, un fenomeno e cinque sei giocatori di livello farsi carico di tutto quel che c’è da fare, e prendersi pure il pubblico ludibrio. Quando andava bene, una squadra (Treviso) che ne manda 10-12 che giocano a memoria e bene, l’altra che ne manda 5-6 performanti e abituati al rugby pro. Stop. Chiacchiere, ne ho viste e sentite a iosa, compreso il ritornello degli errori individuali, che mi fa senso. Per sua natura se è individuale è uno e di qualcuno, se grandinano, ‘sti cazzi individuali. Ci vuole sempre il suo tempo per convincersi di essersi fatti prendere per il culo, e chi è innamorato (della nazionale) anche di più.

        • gsp 22 Giugno 2014, 19:01

          Pienamente daccordo. Ma neanche quintino sembra rendersene conto e torna sugli errori individuali. Io non vedo come Brunel possa uscire da questa situazione, ma mi auguro che lo faccia visto che è rimasto. Aspetta, a suo dire, i 10 possibili titolari che sono fuori per infortunio. Ma il problema gioco, fasi statiche, difesa, gioco al piede scompare per miracolo?

    • megu65 22 Giugno 2014, 15:14

      D’accordo su tutta la linea

  10. Rabbidaniel 22 Giugno 2014, 12:02

    “Sì, è vero il Giappone, può contare su Steve Borthwick e Eddie Jones nello staff tecnico, ma non cerchiamo alibi”. Ecco io non credo che Brunel sia pagato una pippata di tabacco. Inoltre già sul Grillotalpa era pieno di gente che non vedeva l’ora di defenestrare Mallett e di abbracciare un allenatore “latino” che sarebbe stato più affine alla nostra “sensibilità”. Irlanda e Scozia hanno preso due bei allenatori, Gatland lo conosciamo e l’Inghilterra ha uno staff con gli attribuiti. Forse si sarebbero potute fare scelte diverse?

  11. ermy 22 Giugno 2014, 13:27

    Ragazzi, non per decantare il mio passato ma solo per farvi capire ( magari ai più giovani) che le cose che vengono proposte oggi ( corsi all’estero stile Casellato, tutor stranieri, etc…) io le ho vissute in prima persona circa 20 anni fa con questi risultati :
    premessa : dopo una carriera da giocatore in tutte le nazionali, esordio in maggiore previsto e poi mai accaduto per grave trauma cervicale con conseguente ritiro dell’abilitazione da parte di… mio padre( laureati che è meglio!) e dopo aver vinto il titolo italiano in tutte le categorie presenti mi ritirai molto giovane. Dopo qualche anno di studi, ( una volta laureato!) ripresi a giocare per diletto, vincendo comunque la serie A2 con la mitica Tarvisium ( e conseguente quarto di finale con il Rovigo di Botha, etc…) e poi mi diedi all’allenamento dei ragazzi, u.10/12/16/18 ( tra i miei pupilli il grande Silvio Orlando, nazionale e capitano del Treviso) con patentino di 1 Livello…
    Bene, in quell’epoca per migliorare il nostro standard io e altri gran bei ex giocatori ci pagavamo a nostre spese stage con Pierre Villepreux e le nazionali francesi u.16/18… 15 giorni di full immersion nell’ambiente che l’anno dopo eliminò gli All Blacks dalla World Cup ( e io avendoli visti al lavoro sapevo che ce l’avrebbero fatta!).
    Tornato in Italia avevo il 2 livello da fare ma per motivi che non ricordo chiesi di posticipare la parte teorica dopo la pratica… mi iscrissi alla pratica, pagai, andai in albergo e all’appello il burocrate FIR tenutario del corso si accorse dell’anomalia e … mi rimandò a casa! Fine della mia carriera in Italia! 🙂
    Mi spiace per voi ma stiamo perdendo tempo con questa gente qui, rimarrà tutto uguale, non illudetevi!
    Tutti a casa!!!

    • San Isidro 22 Giugno 2014, 14:32

      grande ermy!
      hai allenato proprio Silvio Orlando? Un giocatore che mi è sempre piaciuto per la sua serietà ed impegno, è arrivato pure in nazionale, non ricordo se ha fatto parte anche del gruppo celtico di Treviso, almeno il primo anno…
      visto che ci siamo, ti chiedo se hai mai giocato contro selezioni/club argentini, in caso che ricordo ne hai?

      • San Isidro 22 Giugno 2014, 14:33

        ricordo che poi Orlando passò in Eccellenza con il Mogliano…

        • ermy 22 Giugno 2014, 15:37

          Scusa San, mi è scivolata sotto la risposta… ‘ sto cazzo di browser…

    • HumptyDumpty 22 Giugno 2014, 17:16

      Ermy, sai quante storie ho sentito anche io di persone che hanno fatto corsi a proprie spese e anche di piu’ venire criticati dalla FIR e non essere presi in considerazione, anzi piano piano ti eliminano. Non conosco bene la storia della dirigenza italiana, ma prima di Dondi chi c’era? Sempre la solita parrocchia?

      • Giovanni 22 Giugno 2014, 18:06

        In tutte le ere ed i contesti i burocrati adorano appigliarsi ai regolamenti perchè questi garantiscono loro il mantenimento dello status quo.

  12. Katmandu 22 Giugno 2014, 13:54

    Tralasciamo per un istante la formazione e altri ambiti “amministrativi” che comunque hanno la loro bella importanza. Qua si parla di nazionale e quindi ci si augura che ci arrivano i migliori a prescindere dalla formazione, per cui a livello puramente sportivo, l’Italia di oggi è figlia della pessima stagione della Benetton, l’anno scorso il blocco TV ha trascinato ad un ottimo sei nazioni il gruppo azzurro. La cosa che quasi tutti sottovalutano, è l’aspetto dello spogliatoio, li più che in altri posti bisogna guardare per capire
    Una squadra lo specchio del suo spogliatoio, manca l’armonia e la fiducia nei mezzi del compagno e questo lo si vede anche in campo, JB può provare tutti i meccanismi difensivi ma la maggior parte delle volte ci son errori di posizionamento dovuti alla scarsa fiducia nelle capacità del compagno

    • Stefo 22 Giugno 2014, 14:03

      Kat vero lo spogliatoio e’ fondamentale, ma che magari manchi la fiducia in quello che viene chiesto di fare?Che non si creda nel progetto di gioco o non li capisca no questo non e’ possibile per te?

      • Katmandu 22 Giugno 2014, 14:10

        Guarda stefo probabile sia una ipotesi che l’altra, ma quello che si vede è che manca la fiducia nei mezzi, che sia da parte del tecnico o dei giocatori si vede bene che non tutti remano nella stessa direzione

  13. Tex Willer 22 Giugno 2014, 13:54

    Sull’immediato (soccorso alla nazionale nei prossimi mesi) non ho le competenze tecniche per dare suggerimenti
    Ma sulla gestione complessiva del movimento credo che ormai anche i ciechi e i sordi possano vedere e sentire!
    Occorre prendere coscienza che i due cardini dell’attuale politica giovanile sono non solo sbagliati ma controproducenti:
    A) sbagliato investire sui ragazzi con il solo fisico sperando che gli si possa inculcare le abilità tecniche, molto più facile selezionare gli “abili” naturali e costruirgli il fisico……(poi se si trova un abile con grandi qualità tecniche tanto meglio)
    B) sbagliato a 16 anni selezionare già il gruppo ristretto su cui investire (con il risultato di disincentivare molti esclusi) molto meglio cercare di allargare il più possibile la base premessa indispensabile per trovare oggi i giocatori ma soprattutto di domani…….
    Più ampia ed estesa diventa la base e più precoce il reclutamento (il mini rugby diventa fondamentale) più facile avere delle “prime scelte” e non gli scarti degli altri sport…..

    • Alberto da Giussano 22 Giugno 2014, 14:32

      Molto bravo. Il talento non si può costruire, mai. Il segreto di pulcinella, come tu bene dici, è la penetrazione tra i giovanissimi. Bravo ancora!

  14. Sergio Martin 22 Giugno 2014, 14:56

    @Giovanni, condivido tutto.

  15. ermy 22 Giugno 2014, 15:33

    Ciao San! Silvione non mi sembra che abbia fatto Celtic… comunque era un grande giocatore, grandi skills, veloce, gran placcaggio, leader by example… avevo consigliato gli allenatori federali ( tra i quali qualcuno che adesso è famoso…) di convertirlo a primo centro, non lo hanno capito! A terza gli mancavano quei 7/8 kg per fare il crac, ma a primo centro avrebbe spaccato!
    Alla mia epoca gli argentini venivano in Italia per giocare… quindi ho giocato contro a molti… ho giocato assieme a Diego Scaglia, Carlos Tomalino e Pablo Capelli… alla Tarvisium però… e per 15 gg. si è allenato con noi Diego Dominguez! Ma è scappato perchè in allenamento ci si menava come fabbri! Ah,ah,ahi che mal!

    • San Isidro 22 Giugno 2014, 15:41

      grazie, si hai ragione, Orlando con l’avvento dell’era celtica passò da Treviso a Mogliano…Diego Scaglia me lo ricordo, giocò anche con la Benetton, gli altri due no…

  16. San Isidro 22 Giugno 2014, 15:45

    OT: ragazzi per le elezioni di On Rugby si può ancora votare fino alla mezzanotte…per le liste e le modalità di voto potrete leggere tutto nel mio commento di ieri sul post di Giappone-Italia…finora avete risposto numerosi e vi ringraziamo, mancano ancora parecchi di voi però, ci contiamo…

  17. rd973 22 Giugno 2014, 15:55

    La mia impressione da profano é che il giro della nazionale sia diventato un circolo esclusivo, ci entri, trovi un tuo spazio e non ne esci più. Sei arrivato e dal tuo ruolo non ti schiodi più. Cittadini è l’eterno secondo di Castro. Se Castro gioca male non importa, lui è il titolare, Cittadini è la riserva. Quindi a Cittadini chi glielo fa fare di impegnarsi nel tour del Pacifico? Tanto quando Castro rientra il titolare sarà cmq lui. Meglio pensare al suo ingaggio all’estero e risparmiarsi. Ho preso due nomi a caso, ma il discorso vale per molti altri. Ogni tanto si affaccia qualche volto nuovo, ma dopo poco le cose tornano come prima. E’ ovvio che in clima del genere l’impegno di molti sia quello che sia, i titolari son sicuri del posto e le riserve sanno che per quanto si impegnino sempre riserve resteranno….

    • Francesco.Strano 22 Giugno 2014, 22:03

      QUOTONE……………

      hai centrato il punto !!!!!! E’ DA MESI CHE LO DICO IO!!

  18. tergestum 22 Giugno 2014, 16:08

    50° giorgia-italia -20-o per i magiagiatori di galline crude-italia uscita dai propri 22 al 14!!!!!!
    touches non ne abbiamo prese 1/2 – placcaggi ad cazzum passaggi ad minchiam-
    non ci manca nulla- italiani no buoni rugby

  19. tergestum 22 Giugno 2014, 16:11

    55°- seconda meta tecnica 27-0

    • Francesco.Strano 22 Giugno 2014, 22:04

      1 con i titolari(25enni) 1 con le riserve(20enni)

  20. megu65 22 Giugno 2014, 16:16

    Putroppo lo streaming oggi a Pointe Noire fa le bizze. Forse è un bene, quindi commento avend visto poco male ed a sprazzi.
    Facciamo proprio cagare!

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