Movimento Italia: Franchigia friulana, la corsa è già finita?

Tanti proclami e tanti annunci, ma qualcuno avrebbe fatto i conti senza l’oste. O almeno così sembrerebbe

COMMENTI DEI LETTORI
  1. boh 9 Giugno 2014, 09:16

    Forse, perché il Pordenone rischia di non andare in serie B?

    • Paolo 9 Giugno 2014, 09:23

      Non so, ma voci in senso contrario a quanto veniva annunciato circolavanao già settimane fa

    • Katmandu 9 Giugno 2014, 12:28

      Beh in teoria potrebbero farlo in casa conil leonorso e spostare la c a TS

  2. crosby 9 Giugno 2014, 10:16

    Era stato fatto circa 2 mesi fa un articolo in merito che richiamava un progetto modello “Romagna”. Già allora scrivevo che in Italia il concetto di franchigia non può aver corso. In tanti ci hanno provato e in tanti (tutti) hanno fallito.
    La forza del rugby in Italia e’ nei club.

  3. Mr Ian 9 Giugno 2014, 10:39

    Sinceramente più che franchigie in Italia farei un discorso regionale, un campionato delle regioni, magari le più prolifiche potrebbero schierare 2 squadre o le più piccole mettersi insieme. Sotto questi raggruppamenti organizzerei un campionato dove far giocare gli atleti non selezionati per tenerli sempre caldi..il tutto sotto la supervisione del comitato regionale…

  4. Giovanni 9 Giugno 2014, 11:09

    Sembrerebbe quasi una vicenda Dogi-2. Ma nel rugby italiano prima si proclama l’avvenuta nascita di una nuova entità e solo dopo si va a verificarne l’effettiva fattibilità? Mah…

  5. Katmandu 9 Giugno 2014, 12:26

    Odio dirlo…. Ma lo sapevo! Si sentiva che i casini probabilmente li avrebbero fafatti a pordenone in italia le franchige non si possono fare

  6. jps-61 9 Giugno 2014, 12:44

    A titolo di merito, visto che sono L’addetto alle Pubbliche Relazioni del Pordenone Rugby ASD, vi rendo noto che il Presidente della FIR Gavazzi, durante una intervista rilasciata il 30 giugno a Trieste, durante l’incontro con i Presidenti delle Società del FVG, sconfessa le parole del Delegato sulla franchigia facendo intravedere insormontabili problemi.
    Per quanto riguarda la serie B, noi ce la giocheremo a testa alta come abbiamo fatto sin d’ora alla faccia di tutte quelle “malelingue ed uccelli del malaugurio” che ci vedono spacciati e sul letto di morte. Che vinca il migliore in campo!!!
    E siccome non mi nascondo dietro pseudonimi, firmo anche!
    Giampaolo Sordini

    • Claudio Zamboni 9 Giugno 2014, 14:12

      ricordo male o proprio il presidente del Pordenone è stato designato dallo stesso Gavazzi ai vertici del comitato friulano? strano che non abbia saputo nulla prima di questa intervista (a proposito: 30 maggio o 30 giugno 2013?)

      • malpensante 9 Giugno 2014, 15:31

        30 giugno 2014. In FIR si lancia oltre l’ostacolo il cuore ma anche il resto.

  7. Turch 9 Giugno 2014, 15:13

    L’attuale presidente del comitato FVG e` stato anche presidente del Pordenone Rugby fino a Dicembre 2012 circa, ovviamente le 2 cariche non sono compatibili e quindi si e` dimesso da ogni ruolo interno al Pordenone Rugby prima di assumere incarichi in Federazione.
    Naturalmente la riunione e` del 30 Maggio 2014

  8. gian 9 Giugno 2014, 15:26

    una domanda, ma è il presidente federale che organizza la franchigia, o sono le squadre che decidono di associarsi e creare una tale realtà per poi chiedere o comunicare (scusate, non conosco l’iter e le regole per tali accadimenti) alla federazione l’accordo e l’esistenza di tale franchigia e le regole su cui si dovrebbe basare, giusto perché non capisco che cavolo c’entri gavazzi con le difficoltà di creare una franchigia e perché ne è tanto informato da parlarne in comitato, dovrebbero essere le squadre stesse ed al più il delegato regionale che dovrebbero gestire tali situazioni perché è il loro interesse in gioco e lo sviluppo del rugby nella loro zona ancor prima che in tutta la penisola…..

    • Frico 10 Giugno 2014, 00:00

      Questa è una bella domanda, perchè credo sia un pò il cane che si mangia la coda, secondo me potrebbe essere il presidente federale che organizza un eventuale franchigia, che come idea non è male, ma il modo e la forma e soprattutto la fretta con cui si è andati verso questo progetto vendendelo per fatto, sono stati fatali al presidente,che ovviamente è uomo di Gavazzi e DEVE seguire la linea federale in toto, costi quel che costi…

      • gian 10 Giugno 2014, 11:03

        presidente federale nel senso quello regionale? o gavazzi?

  9. Andrea B. 9 Giugno 2014, 16:27

    Questa notizia, aldilà dei motivi del singolo caso, da spunto per parlare di franchigie vs club. Ovviamente chi vedrebbe bene le franchigie per una questione di organizzazione territoriale corre il rischio di essere tacciato di simpatie federali contro i club e cosi via. Dalla poco conoscenza che ho del rugby estero mi sembra che le franchigie esistano laddove una nazione è rugbisticamente suddivisa in contee o union o quant’altro: i club esistono ma non giocano in un campionato nazionale ma bensì locale, al campionato o torneo nazionale (o sovranazionale, vedi pro12) che sia ci vanno le franchigie che rappresentano quel determinato territorio e così via. Ora, per quanto suggestivo possa essere un campionato delle regioni (con variazioni: il Veneto porterebbe più squadre, altre zone “meno popolose” dovrebbero magari comprendere più regioni (il sud), come proponeva qualcuno nei commenti sopra) non possiamo di punto in bianco azzerare i club e relegarli a campionati regionali e poi , tutti contenti, portare via i migliori loro giocatori per farli giocare nella franchigia regionale. Però un qualcosa per mettere ” a sistema” i campionati ci dovrebbe essere…magari un sistema spurio dove i club fanno i loro campionati domestici ( a, b c etc etc) ma sono incasellati in “zone” con al vertice i team in Pro12 con alcuni giocatori con doppio tesseramento che giocano, se non convocati in celtic, nel domestic e così uguale tra primo livello del domestic ed il secondo, in particolare modo per i giovani giocatori.

    • frank 9 Giugno 2014, 16:44

      è da quando che siamo in PRO12 che si specula (giustamente) sul doppipo tesseramento……ma i geni federali non ce la possono fare.

  10. miky 9 Giugno 2014, 16:42

    Credo che l’impossibilità del doppio tesseramento (club/franchigia), non previsto dalla FIR, sia uno degli scogli su cui si arena ogni progetto di vera franchigia.

  11. gian 9 Giugno 2014, 17:16

    comunque nel volley, che è messo un po’ meglio di noi, hanno deciso di fare una lega pro, ovvero no retrocessioni e per partecipare un tot di soldi, iscrizioni libere se ci sono i presupposti etc etc.
    se vogliamo che esistano franchigie questa è l’unica strada, il sistema all’italiana è fatta per i club

    • Giovanni 9 Giugno 2014, 20:06

      C’è un’anomalia di fondo nel rugby italiano: i club sono privati, ma non hanno abbastanza risorse economiche e devono ricorrere agli “aiuti di Stato” della FIR. Negli altri sport di squadra, i club poggiano sugli introiti di biglietti venduti, sponsor, merchandising, diritti tv. Cosicchè possono formare la Lega che è l’organismo deputato a rappresentarli nel dialogo (ed eventuali scontri) con la Federazione. Nel rugby i club dialogano (ed eventualmente si scontrano) singolarmente con la Federazione ed ovviamente sono perdenti, in quanto molto più deboli in partenza. Finchè i grossi introiti li farà solo la Nazionale ed i club saran costretti a far “le nozze coi fichi secchi”, il rugby italiano sarà sempre “schiavo” della FIR.

      • gian 9 Giugno 2014, 20:29

        giusto, ma io parlavo più di un problema di mentalità, fino a quando sono in serie C e sono convinto di poter arrivare a vincere, prima o poi, lo scudetto, difficilmente mi associo con qualcuno, in fondo perché devo sacrificare le mie scarse disponibilità per far vincere te e io rimanere nel mio piccolo mondo, se invece sapessi che mai potrei giocarmi il campionato, ma mettendomi insieme ad altri potrei avere il mio piccolo pezzettino, forse le cose cambierebbero, anche perché io giocherei in un campionato stile argentino zonale e molto grande dove, magari, potrei puntare a fare risultati e quello che per altri sono scarti per me potrebbero essere linfa vitale, tutto qui.
        comunque di gente che ha fatto il botto ce ne è stata tanta anche nella pallavolo, per questo stanno creando questa formula, o hai i soldi sicuri o non ti iscrivi, ma senza retrocessioni ti garantisco di poter programmare e migliorare il vivaio con prospettive medio/lunghe e continuare ad avere, nel frattempo, una certa visibilità, e quindi sponsorizzazioni, anche se le perdi tutte; ti ricorda per caso qualcosa? e non sarebbe una soluzione anche per qualcosa di nostra conoscenza? 😉

        • Giovanni 9 Giugno 2014, 21:12

          E’ il modello delle leghe professionistiche americane (NFL, NBA, NHL, MLB): numero chiuso, salary cap, tassa d’iscrizione. Se fai gli introiti ed hai l’impianto con una certa capienza minima puoi partecipare al gioco, altrimenti sei fuori. Li però i giovani virgulti, necessari al ricambio generazionale, glieli sforna il sistema scolastico (high school ed università), qui da noi? O si segue il modello stile-Capitolina ed allora si fa un downgrade generale di tutto il rugby italico, tornando all’era pre-pro, in qual caso bye-bye 6N. Oppure il domestic viene rifondato in funzione delle franchigie, col sistema degli ascensori, il doppio tesseramento, le accademie collegate alle franchigie, ecc. Ora come ora abbiamo un sistema misto che non è nè carne nè pesce.

          • gian 10 Giugno 2014, 11:17

            è vero tutto quello che dici, ma un passo verso le franchigie e un miglioramento tecnico del domestic potrebbe essere proprio la chiusura del campionato all’americana, se vuoi giocare in eccellenza devi avere queste X disponibilità, altrimenti fai il campionato dilettanti che si compone in stile “argentino” o similare, ovvero gironi locali dai quali si pescano le migliori per fare il torneo nazionale, così facendo spingi le squadre ad unirsi in franchigie o super club per affrontare il campionato maggiore e crei un reale semiprofessionismo, che a quel punto può associarsi molto meglio al pro celtico con i doppi tesseramenti.
            ti faccio un esempio, a roma convivono tantissime realtà, ma molte non sono in grado di affrontare economicamente un campionato maggiore, altre sì, ma con budget limitato, tra loro si uniscono e creano i “legionari”, che attinge da FFOO, Lazio, Capitolina, RR etc etc, e crea basi comuni per i giovani, queste società giocano il loro torneo nazionale i “legionari” l’eccellenza, i “legionari” si consorziano con “le rocce del gran sasso” (la franchigia abruzzese) e “i guerrieri del golfo” (la franchigia campana) e creano i Lupi per il pro12, non sarà una soluzione, ma meglio della porcheria di adesso

  12. wilrugby 10 Giugno 2014, 07:43

    Da come la vedo io:
    Pordenone ha detto che si vuole fare troppo in fretta! Giusto classico errore italiano, ci uniamo non discutiamo quali devono essere i progressi che di anno in anno si devono vedere a livello juniores e senior…..

    Il Pordenone ha detto che tutti devono essere alla pari! Non secondo me. Dipende cosa vuol dire essere alla pari: stessa partecipazione monetaria? O solo quando si deve decidere? Sono cose da decidere a tavolino prima di iniziare l’avventura! Altrimenti poi ad ogni imprevisto si crea attrito fino a che si distrugge tutto quello creato!

    In parole povere,e non ė solo questo caso, il rugby in Italia ė talmente piccolo che le dirigenze non sanno cosa vogliono e non sanno cosa chiedere….
    Ritorno sempre alla FIR perché il problema di creare dirigenti, allenatori e tutto il resto ė loro!
    Una volta creato un programma federale ben distinto viene tutto più semplice!
    Saluti

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