Test-match, Eccellenza, capitani e franchigie: parlano Brunel e Gavazzi

Per quanto riguarda il capitano, pur attestando la classe assoluta e l’ eccellenza di Parisse, giocatore oggettivamente fondamentale (mai stato tra quelli che ciclicamente se la prendono con lui quando forza il gioco, sempre pensato ci possa stare, anche a rischio di magra), ho sempre scritto perchè, come capitano, e mi spiace per la franchezza, non ha mai funzionato granchè, e da dopo il 6N 2013, ancora meno. Mi spiace, ma secondo me, era ora e tempo, al 6N 2014, ha solo peggiorato, in quella posizione. Sugli allenatori, la Federazione ha fatto bene o, almeno quello che poteva; ma se, in effetti, prendeva qualcuno da fuori e lo pagava, che ci insegnasse, invece di intestardirsi nell’ autarchia, era meglio. Oppure, mi sorge il dubbio, se ingaggi un professionista estero, poi questo pretende di pensare con la sua testa ed è meno ricattabile, sempre per dirla tutta, e secca?
Da luglio siamo considerati alla pari, in Pro 12? Mi pare una oggettiva fanfaronata, una uscita presuntuosa e basta, temo, tipica di chi ha la coda di paglia per le posizioni assolute prese in precedenza (e comunque, un risultato importante, non trascurabile e riconoscibile, lo ha portato a casa, bene per tutti); le due franchigie? Sinceramente, mi pare il gioco delle tre carte: mescola, mescola che tra chi va via da Treviso, e chi faccio pescare (solo?) dalle Zebre in Eccellenza (esempio, Steyn, altri da Calvisano?), alla fine ci guadagno, comunque io presidente/azionista. E dire, e sono sincero, che mi sforzo, ogni volta, di guardare le cose nell’ ottica che potrebbe avere un Gavazzi che pensasse, effettivamente, all’ interesse generale, che si muovesse in favore dell’ interesse generale, facendogli credito, imponendomi di pensare che, forse, ci sono situazioni che riguardano altri aspetti della realtà ovale italiana, altre questioni che riguardano il movimento, che non riesco a cogliere e che lui, dalla sua posizione, vede meglio. E sto attento a tenere sotto controllo il mio “particulare” di abitante a Nord Est (quante ne ho scritte, sul Benetton di quest’ anno…).
Sul tour estivo, sono d’ accordo, come pure sui sostituti dei nove assenti (meglio togliersi dalla testa Morisi, auguri a lui per la sua salute, è più prudente per le nostre aspettative e la sua vita); per le situazioni a rischio, speriamo bene; per gli spettatori, tutti discorsi senza soluzioni realmente percorribili, oltre a tutto in una nazione dove il solo interesse sportivo è appannaggio dei pallonari.
Però, se cacci tutti i soldi che cacci, non può, il presidente Gavazzi, “sperare” in nuovi rapporti con nuovi dirigenti di Treviso: Se tiri fuori i milioni, come, in effetti li tiri fuori, o ti prendi le tue responsabilità e metti becco pure li, in Ghirada, se ci riesci, o lasci fare e stai zitto, soprattutto in pubblico, e parli dopo aver visto i risultati e, prima di tutto, te la sciacqui faccia a faccia con i diretti interessati, senza prendere posizioni da ras del quartiere che decide chi va via e chi resta. E nemmeno si spara che Minto “è al 100%”; se ci sono problemi assicurativi (buon per il ragazzo, sia chiaro), può essere anche al 1.000%, come Churchill, che tanto è come se fosse ancora inservibile, visto che non gioca. Risolvesse il problema in questione, invece, parlasse poi. Buffonate, e basta, troppo compiacimento, troppa sufficienza, troppo alta considerazione di se stessi, alla fine dei conti solo perchè si amministrano i milioni dei diritti tv, il che, credo, dia una sensazione di onnipotenza.
E poi, capisco che Brunel stia il più possibile alla larga dalle beghe di casa nostra (qualcuno, più sopra, intelligentemente, mi pare, ipotizzi lo abbia scritto sul contratto), ma una sciocchezza come quella detta, che mi suona tanto di sviolinata (?), non la fai, prendi gli stracci e vai a Treviso, visto che ti si è già visto in zona, e un presidente che è un presidente, non lo gliela fa dire, una cosa del genere, dopo aver cianciato per mesi che gli allenatori delle due franchigie, di diritto e di fatto, devono dipendere dal tipo di gioco deciso dal coach della Nazionale.