Quelli da cui l’Italia deve guardarsi: la Georgia di coach Milton Haig

Sedicesima nel ranking IRB, poco dopo gli azzurri. Alla RWC è con All Blacks, Pumas e Tonga. Abbiamo intervistato il ct

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mezeena10 22 Aprile 2014, 08:30

    questi quando inizieranno a passarsi il pallone e non solo “fare a botte”, saranno un problema per molti! soprattutto per l’ italia!
    unica nota: quando si dice avere le idee chiare!
    chapeau federazione georgiana!

  2. jock 22 Aprile 2014, 08:42

    Non li ho mai visti giocare, ma da quello che leggevo e da come li vedevo crescere nel ranking ho sempre pensato che prima o poi ci avrebbero fatto il culo, se non stavamo attenti; a leggere i programmi, chiari che ha la loro federazione, l’ allenatore che hanno e le deleghe che gli anno dato, lo penso a maggior ragione. Mez, che li conosce, evidentemente, molto meglio, mi pare sia ancora più netto e deciso. Occhio.

    • Katmandu 22 Aprile 2014, 08:51

      @jock io ho visto (per curiosità mia) cinque sei partite, ma poi su you tube mettono parecchi high lights anche delle partite giovanili, e tutti hanno in comune una cosa, quando entrano in campo giocano un rugby essenziale, pochi passaggi, tanti raggruppamenti e tendono ad intimidire parecchio l’aversario, han gravi problemi di indisciplina non tanto tecnica, ma quanto caratteriale e comportamentale, insomma questi una settimana prima degli incontri dovrebbero bere solo cammomilla e forse non basta 😉

      • mezeena10 22 Aprile 2014, 08:57

        c’ è anche un canale dedicato su youtube, mi sfugge il nome ora..

    • mezeena10 22 Aprile 2014, 08:54

      jock sono dei grandissimi lottatori per cultura e tradizione (non a caso sono plurimedagliati in diverse discipline cosiddette di “combattimento”, fortissimi judoka, fortissimi lottatori di greco-romana, di lotta libera etc.)..
      oltretutto sono un popolo molto orgoglioso per il poco che li conosco!
      ora iniziano a produrre anche qualche trequarti discreto oltre i fortissimi uomini di mischia a partire dal loro leader e capitano!
      chiudo: a Haig hanno dato carta bianca per l’ organizzazione e strutturazione di tutto il rugby georgiano (“collaboro con tutti, dalla donna delle pulizie al presidente”) nonostante non avesse grandi esperienze ad alto livello, questo perche il know how di determinati coaches o federazioni è nettamente superiore a quello di qualsiasi altra organizzazione! non è sminuirsi o “scopiazzare” a destra e a manca, è solo prendere atto, con umiltà possibilmente, che dai piu bravi c’ è solo da imparare!

      • jock 22 Aprile 2014, 09:38

        Queste sono parole sacrosante, per davvero, lo capissero anche i geni della FIR, una volta tanto, invece di sentirsi “fighi” perchè hanno (avevano) il portafoglio gonfiato dai soldi dei diritti tv. Grazie a tutti e due dei suggerimenti, vedrò di inforomarmi meglio sul rugby georgiano

  3. Katmandu 22 Aprile 2014, 08:47

    Continuo ad essere del mio parere, arrivare a livello dell’Italia è difficile, tanto difficile ma entrare stabilmente nell’elitte mondiale è praticamente impossibile, soprattutto se si fanno tornei in cui si parte da “perdenti”. Comunque tanto di cappello ai georgiani che nonostante tutto continuano a seguire il rugby e a investire sui giovani autoctoni, c’è da capire comunque anche loro come son strutturati
    La cosa che mi ha più colpito è stata “Lo scorso mese abbiamo giocato contro la Russia qui in Georgia di fronte a 55.000 tifosi” e chissà cosa volevano fare i 55.000 ai 23 russi scesi in campo… Forse, tanti auguri in georgiano?
    @ melita la prossima volta chiedi al sig Haig se apprezza il sasclik 😉

    • Melita Martorana 22 Aprile 2014, 09:12

      Kat chiedo subito pero’ so che hanno questo brandy chiamato chacha che si bevono anche a colazione 200 gradi di alcohol puro che e’ ti perfora le budella solo a nominarlo!! cmq il rugby e’ strutturato come in italia com club, lega nazionale e squadre nazionali. certo non hanno le franchigie nel PRO12 🙂

      • Katmandu 22 Aprile 2014, 09:30

        Appunto e credo che un ingresso in una terza coppa “soft” sia la strada migliore per imparare a confrontarsi anche con le altre nazioni più evolute, ma penso che lo stesso se incontrano squadre di premier se non vanno la con la nazionale le buscano come le italiche di eccellenza, nonostante la loro fisicitá spaventosa
        Ps il sasclik non è nulla di alcolico è uno spiedo gigante con sopra bocconcini di carne, capra montone o agnello nella ricetta originale ma puoi metterci la carne che più ti aggrada, fatta marinare per un paio di giorni in una “conza” con dentro alloro cipolle ginepro limone e vodka, poi si infilza sullo spiedo con le cipolle e via di bronze…. Che buono!

        • Melita Martorana 22 Aprile 2014, 09:40

          omg sounds delicious especially now im off to cook!!

        • jock 22 Aprile 2014, 09:41

          Tu guarda Kat che conoscenze gastronomiche ci sciorina. Altro che “raicio co le frisse”.

      • Rabbidaniel 22 Aprile 2014, 15:05

        La chacha è un distillato di vinaccia come la grappa, può raggiungere tranquillamente i 50 gradi, se è fatto in casa qualcosa di più. Però alla mattina non si beve!
        Comunque la cucina georgiana è molto più dello shashlik, che invece domina la cucina centrasiatica, di gran lunga più monotona.

        • Melita Martorana 22 Aprile 2014, 20:52

          No no Rabbi posso confermare al 200% che chacha ė anche consumata la mattina un paio di amici ancora stanno a tenesse le budella dopo essere stati costretti a berla a colazione…altrimenti i georgiani se la prendevano!

          • Rabbidaniel 22 Aprile 2014, 22:07

            Melita anche in Veneto c’è chi fa colazione con la grappa o con lo spritz alla china!

          • Melita Martorana 23 Aprile 2014, 09:07

            E lo so Rabbi dai miei viaggi a Rovigo a vedere la prima squadra ai tempi di Lo Cicero e Luke Gross una era sotto il tavolino dopo due spritz

  4. malpensante 22 Aprile 2014, 10:14

    Mah. Certo che arrivare terzi battendo almeno Tonga mica è pizza e fichi.

  5. mistral 22 Aprile 2014, 10:48

    i punti di forza e di debolezza dei georgiani si possono riassumere in un termine: eccessiva aggressività fisica… fino ad oggi, unitamente ad una a volte scarsa competenza tecnica, ne costituiva l’anello debole… migliorando la competenza tecnica, l’aggressività viene ricondotta a limiti maggiormente accettabili, e meno sanzionabili… il rugby georgiano secondo me ha margini di crescita enormi (in rapporto alla realtà nazionale che rappresenta), e l’esperienza dei singoli nel top14 (dove la colonia georgiana è presente in forze) costituisce un ulteriore elemento di miglioramento…

  6. jazztrain 22 Aprile 2014, 12:11

    Ho detto in tempi non sospetti che la Georgia è ambiziosa. E la Romania? Ai mondiali vorrebbero fare il colpaccio contro l’Italia.

  7. Rabbidaniel 22 Aprile 2014, 12:38

    Per la precisione, non c’è stata secessione della Georgia dalla Russia, ma la dichiarazione di indipendenza della Georgia dall’URSS (cosa che, curiosamente, era prevista nella costituzione dell’URSS). I recenti casi di secessioni (o autodeterminazione, a seconda di come uno li voglia interpretare) dalla Georgia sono quelli dell’Abchazia e dell’Ossetia del Sud.

  8. malpensante 22 Aprile 2014, 14:05

    Diconsi secessioni, leggasi invasioni.

    • Rabbidaniel 22 Aprile 2014, 14:29

      Non entro in questioni di stretta politica, anche se molto ci sarebbe da dire sull’improvvida strategia di Saak’ashvili (sul quale anche amici georgiani ipernazionalisti hanno avanzato più di qualche dubbio). Penso che la radice prima e ultima di molti conflitti post-sovietici (alcuni poco noti, come le tensioni fra Kirghisia e Tagikistan sullo status di alcune enclave) sia stato il fatto di rendere nazionali confini che erano amministrativi, dati, poi, da una suddivisione nazionale negli anni 20 del secolo scorso complessa e discutibile (e spesso non dettata da Mosca, o solo da Mosca, ma molto dalle élite locali, ricordiamo, per esempio, che gli osseti del sud erano stati i servi della gleba – letteralmente – dei georgiani), non solo da un punto di vista “etnico”.

      • Katmandu 22 Aprile 2014, 18:43

        @rabbi non conosco troppo bene la politica interna georgiana ma conosco più di qualche russo e quanto a servo della gleba anche loro hanno la particolarissima visione delle cose. Non voglio generalizzare o banalizzare il discorso (servirebbero ore per approfondire meglio) ma non credo di poter essere smentito nel dire che il popolo russo è imperialistico per storia e per definizione. In più di un occasione mi è stata fatta notare la differenza tra i russi e quelli che vogliono sembrare russi ma hanno solo i documenti, qualcuno mi ha risposto “no non è russo, è un tataro/uzbeko/kazako/armeno con i documenti russi” e questo discorso me lo han fatto in più persone quindi loro hanno la loro idea sull’identita nazionale e i servi della gleba potrebberro vederli anche a casa loro se volessero e in pochi sanno come mai nelle zone attualmente sotto assedio ucraine ci son dietro i russi (sempre con i documenti) e ci son comunità russofone importanti solo per le politiche repressive attuate contro gli ucraini negli anni 30… Ma questo non viene riconosciuto per ovvi motivi
        Ps della cucica caucasica purtroppo conosco solo lo shashlic e il cecel (formaggio salato) ma penso che mi piacerebbe molto approfondire l’argomento, ma anche la cucina ucaina col borsc vareniki e houlupzi non è male

        • Rabbidaniel 22 Aprile 2014, 19:40

          Sulle ragioni e sui torti non mi sbilancio, faccio solo considerazioni di sistema e guardo alle problematiche anche diacronicamente. Che la Russia sia “imperiale” è un dato di fatto e che il Caucaso abbia rappresentato la prima provincia russa è altrettanto evidente. Bisogna chiedersi, piuttosto, quanto peso abbiano avuto le élite nazionali georgiane nella definizione dei confini della Georgia sovietica. In un’ottica di aggregazione di nacionalnost’, gli osseti del sud avrebbero dovuto andare con quelli del nord (cosa che chiesero ufficialmente nel 1989 e che il Soviet della Georgia negò), e gli abchasi con i cugini adygé e/o kabardi. D’altra parte che l’élite georgiana fosse forte nel partito bolscevico lo dimostrano le figure di Stalin, Berja e tanti altri. Che le minoranze, poi, in Georgia non siano state sempre rispettate è dato da numerosi fatti. Nel 1978 i georgiani protestarono contro la riforma costituzionale che rivedeva la norma secondo la quale il georgiano era l’unica lingua ufficiale (smossero Shevarnadze, allora segretario del PC georgiano). Nelle elezioni parlamentari del 1990 agli osseti e agli abchasi fu proibito di esprimere propri candidati. Per farla breve la Russia ha sfruttato, evidentemente, questioni irrisolte all’interno della Georgia, dettate, spesso, da posizioni di nazionalismo estremo.

          • Katmandu 22 Aprile 2014, 19:47

            beh sulla politica Georgiana ho parecchie lacune il problema è che so come lavorano i Russi e tendo a prendere le notizie che mi arrivano da Mosca con parecchia diffidenza
            ps hai qualche altra ricetta del caucaso da proporre?

          • Rabbidaniel 22 Aprile 2014, 20:06

            Da provare il Kuchmachi, interiora di pollo o di maiale, speziate e condite con noci e melograno.

        • frank 22 Aprile 2014, 22:50

          kat non va bene generalizzare. la guerra recente russo-gerorgiana è stata innescata da un invasione della georgia in terriorio osseto.

          Dunque?

          • Andrea B. 23 Aprile 2014, 01:41

            Ossezia del sud de facto indipendente, ma ancora facente parte della Georgia da un punto di vista del diritto internazionale, quindi non proprio invasione ma questione interna. Comunque se ascolti la versione georgiana, sono stati obtorto collo costretti ad intervenire, con le loro migliori truppe stanziate in Iraq, per mettere fine a settimane di provocazioni e piccoli attacchi da parte dei ribelli dell’ Ossezia del sud, il tutto (guarda caso) con le truppe corazzate russe già ammassate in Ossezia del nord e pronte ad intervenire. Ti racconto poi un piccolo particolare da addetti ai lavori: all’epoca lavoravo nel settore petrolifero e giusto due giorni prima dello scoppio della guerra del 2008 l’ oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan (che i russi vedono come il fumo negli occhi) subì un misterioso attentato che lo blocco’ un paio di settimane…chissà che storie ci saranno state dietro….

  9. HumptyDumpty 22 Aprile 2014, 14:52

    Quelli da cui l’Italia deve guardarsi: da se stessi …purtroppo 🙁

  10. jock 22 Aprile 2014, 17:56

    E mi sa che jazztrain ha ragione, la Romania sogna, e noi dobbiamo stare molto, molto attenti.

  11. frank 22 Aprile 2014, 18:40

    “Una proposta che mi è stata fatta quando ho accettato il ruolo di allenatore è stata quella di importare certi giocatori da altri paesi per potenziare la squadra in ruoli particolari. Non è una strategia che condivido dal momento che a lungo termine non riesce a sostenersi e a sostenere la nazionale stessa. Certamente è molto più difficile crescere i propri giocatori da ragazzini a nazionali dal momento che chiede più tempo, più denaro e più attenzione a svilupparli. Ma da allenatore quella è la parte migliore del ruolo, cioé l’insegnare e il curare giovani promesse per farli diventare giocatori maturi al meglio delle proprie possibilità e vedere che cosa può succedere nella loro carriera. Non c’é cosa migliore nel tuo lavoro se puoi vivere un’esperienza del genere!”

    Parole sante! Fatele leggere a Dondi e a tutti i suoi asceti!!!! Mannaggia a loro!!!

  12. Andrea B. 23 Aprile 2014, 01:47

    Con tutti i giocatori che hanno all’estero, specialmente in Francia, vedrei bene una selezione georgiana dei migliori del loro domestic per la terza coppa…tipo i Lusitanos XV

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