Irlanda, Inghilterra, Francia e Italia: il Sei Nazioni secondo Bortolami

L’analisi delle tre squadre che si sono giocate il torneo fino all’ultimo. E una importante riflessione sul rugby azzurro

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Andria 28 Marzo 2014, 08:30

    ” L’allenatore neozelandese ha deciso di puntare su di un gruppo collaudato e soprattutto abituato ad un certo lavoro ed organizzazione di gioco. Schmidt è un coach estremamente meticoloso e puntiglioso, tanto da risultare poco gradito ad alcuni giocatori quando allenava in patria, ma a quanto pare in Irlanda sembra aver trovato il proprio habitat ideale.”
    Non so mica se intendesse fargli un complimiento qui. :O

    L’analisi dell’Irlanda e` approfondita, quella dell’Inghilterra meno, quella della Francia quasi assente. Omologare Filippo Novembre ai precedenti e` un po’ strano.

    • Stefo 28 Marzo 2014, 08:39

      Io invece Andria ti sottolineo questa frase che ti avevo scritto in passato per sottolinearti che Sexton e’ un creativo nel senso di leggere ogni volta cio’ che ha di fronte e decidere: “Quello che impressiona e affascina di questa Irlanda è la capacità di giocare un numero altissimo di fasi senza mai scomporsi o disunirsi, dando sempre al loro playmaker due/tre opzioni di passaggio”

      • Andria 28 Marzo 2014, 09:20

        🙂
        Stefo, ricordati bene che non ho mai scritto che sia scarso.
        Per quanto puo` valere l’ho anche messo nel mio XV del torneo, anche se credo che Farrell in quel che ha provato a fare sia stato piu` audace e si e` preso qualche rischio, che ha pagato, in piu`. Non dimentichiamoci che il figlio dell’allenatore e` ancora giovane giovane.
        Hai fatto bene a sottolineare la frase perche’ dice “dando sempre al loro playmaker due/tre opzioni di passaggio”, cioe` spiega chiaramente che il loro pregio (sono stati fortissimi coi primi 8 giocatori secondo me) e` quello di togliere pressione al 10 e dargli il tempo, lo spazio e l’opportunita` di scegliere tra piu` opzioni.
        Pero` altra creativita` e` quella di uno che tira fuori la soluzione, non prevista (sottolineo non prevista), fuori dal cilindro in condizioni di pressione.
        Mi dirai, in giro ci sono 10 titolari (non faccio nomi ma io che amo i Dragoni vorrei tanto) che nemmeno con quello spazio tempo riescono a essere imprevedibili.
        Sono anni che vediamo giocare il 10 Irlandese e gli schemi di attacco sono si’ efficaci ma sono appunto come sottolinea il nostro ottimo seconda linea/giornalista (non e` ironico, e` bravo davvero) rispondenti ad uno spartito.
        Faccio un paio di esempi strampalati.
        Match contro gli azzurri, buca col loop al secondo centro (o al primo non mi ricordo bene), giocata classica del repertorio, la fanno c’e` il buco e lui lo sfrutta, creativita`? No io la chiamerei ottima visione del gioco, ha preso lo spazio ha visto il buco e 7 punti in saccoccia.
        Match contro i transalpini, hanno stra studiato i cugini e come si muove Huget e il buon 10 lo ha costretto a giocare basso con un bel paio di grabber a taglairlo fori e guadagnare metri. Anche qui molti schemi e ottima esecuzione.
        Ecco il punto secondo me: e` un mostro di precisione quel ragazzo, e` un ottimo esecutore. Non impazzisco per il genere, meglio di Priestland (mi e` scappato un nome cazzarola), a me pero` piacciono i pazzi, quelli che pensano li’ sul momento. Insomma il Perozzi che caga nel vasino del bebe’ applicato al Rugby. 😀

        • mezeena10 28 Marzo 2014, 17:27

          per me creativita è sinonimo di fantasia..uno alla spencer o alla cooper per intendersi..
          sexton è un ottimo playmaker, completo, ma non puo certo esser definito un fantasioso, estroso..
          uno che pur vedendo un’ opzione semplice la compie con una giocata creativa (ad esempio il famoso passaggio sotto le gambe o il sottomano di parisse)..
          il problema di questi giocatori è che il piu delle volte ste grandi giocate sono fini a se stesse, vedi cooper!

          • Andria 28 Marzo 2014, 20:17

            La’ ca Cooper non du depisi tocai cumprendiu dasi?
            D’accordo su tutto, ma ti sfido a dirmi che il Cooper di oggi faccia ancora giocate fini a se stesse, dai…

          • mezeena10 29 Marzo 2014, 08:14

            vero! ho cambiato leggermente opinione su di lui..oggi pero è molto piu concreto! proprio l’ altro giorno ho rivisto la partita col galles (quella dei due reverse-pass assist!) e mi è piaciuto tantissimo, pochissime “pause” durante il gioco e tanta qualita!
            era piu per fare un esempio andrì..

      • Stefo 28 Marzo 2014, 09:35

        Secondo me Andria ci perdiamo un po’ nelle terminologie.
        Giustmanete sottolinei la visione di gioco di Sexton, perche’ uno sia efficace nel gestire situazioni in cui deve scegliere tra 2-3 opzioni di gioco a disposizione ci vuole anche creativita’ nel senso di saper leggere in un nanosecondo cio’ che avviene davanti e prendere la decisione giusta, soprattutto quando giochi attaccato alla linea del vantaggio come Sexton fa con Schmidt (il classico schema in loop con le 3 opzioni a disposizione funziona solo se sei attaccato alla linea del vantaggio non se sei 5 metri indietro come nel gioco del Racing), ci vuole occhio, rapidita’ di pensiero e rapidita’ e precisione di esecuzione.
        La sua bravura e’ nella lettura delle situazioni, hai sottolineato il gioco su Huget, d’accordissimo ma per me ancora piu’ evidente e’ stata la punizione inflitta a Liam Williams una volta entrato nella partita col Galles, l’ha sempre visto fuori posizione e l’ha martellato e punito tutta la partita…anche li’ lettura della situazione e reazione.
        Non so per me piu’ di cosi’ ad un 10 e’ difficile chiedere…poi certo le giocate alla Spencer fanno impazzire anche me ma non reputo che solo quello sia essere creativi.

        • Andria 28 Marzo 2014, 10:24

          Prima cosa mi scuso per l’intervento troppo lungo di prima.

          Seconda cosa: “non reputo che solo quello sia essere creativi.”
          Impossibile darti torto.

          Pero` essere creativi dietro alla mischia del racing e` un altro paio di maniche.
          Io ritengo che ci siano dei 10 in grado di giocare con imprevedibilita` anche dietro a squadre cosi’ e questo e` il livello di creativita` che mi piace. Non credo che Sexton sia una capra credo che sia cresciuto in modo diverso, con un gioco che non ha mai contemplato quell’approccio. Quello per il quale magari in differita per motivi di non essere divorziato (usciamo i bambini che li giochiamo 😀 ) “perdo” delle ore per guardare partite di Rugby.
          Voglio dire prima c’era Ogara a guidare i 3/4 irlandesi, il passo in avanti nel gioco alla mano lo riconosco, e` notevole. Anche se Ogara al piede per me resta un mostro di bravura, era eccellente. (Sottolineo che sia un tipo di gioco che non mi piace per niente).

          • Andria 28 Marzo 2014, 10:33

            Ah un’altra cosa, si e` scritto tanto di Jonny Tonnellatadisesso (beato lui sempre non sia orchite) o di Brian O’Driscoll, ma a me, sara` per il fatto che e` il mio ruolo preferito, chi e` piaciuto oltremodo dei 3/4 in verde e` stato padre Gordon. Che bravo che e` stato poi con quella barba da filosofo tedesco del XIX secolo ha guadagnato dei punti in piu`.

          • Stefo 28 Marzo 2014, 10:51

            D’Arcy e’ anni che e’ l’unsung hero di Leinster e Irlanda, che poi in realta’ qua molti riconoscono molte delle fortune di BOD ad aver avuto affianco uno come D’Arcy.
            Per me gli altri due che in questo 6N non sono stati molto celebrati ma hanno avuto un rendimento stratosferico sono stati: Henry che era chiamto a non far rimpiangere O’Brien e ci e’ riuscito alla grande e Trimble che molto spesso in passato in Nazionale aveva deluso e che invece ha giocato un grandissimo torneo.

          • Stefo 28 Marzo 2014, 10:52

            Su guardare il rugby ma registra no come faccio io…io registro 5-6 partite nel week end poi con calma in settimana le guardo quando mia moglie va a letto perche’ io prima di mezzanotte-l’una non riesco a dormire.

          • malpensante 28 Marzo 2014, 11:00

            Se ne parlava tempo fa con Stefo riguardo l’addio di BOD. La coppia dei centri ha segnato un’epoca (del Leinster e della nazionale) ed è un cardine per tutto il gioco dei verdi: chi verrà potrà magari essere pure più forte, ma quel tipo di gioco avrà bisogno di una profonda revisione. Tattica e selezione in capo a Schmidt e pane per le terze linee, peraltro tutto già ben avviato almeno per la fase difensiva.

          • Andria 28 Marzo 2014, 11:01

            Anch’io sono sul livello 5/6 pero` spesso non ce la faccio a vederle tutte, per esempio del fine scorso 4 SuperRugby Sarries/Quins (che pero` mi e` saltata mi ha registrato solo il primo tempo) e il Tolosa.
            Devo ancora vedere i Bulls (ho un debole per Vittorio Campomatto) ma alla fine ho sacrificato il Pro12…
            Conta che c’erano anche Fenati e Vale in Qatar domenica… :O

  2. poros 28 Marzo 2014, 08:45

    Complimenti!
    Non solo per l’analisi dei vincenti, ma anche per quella che ci riguarda.
    Il “gap attitudinale”, oltre a tutto il resto…
    Nel suo quadriennio il Benetton TV ha portato qualche risultato tecnico e sportivo, e mi pare che il 6N dello scorso anno abbia beneficiato di quel trend di crescita della squadra trevigiana. In questo senso TV si è mossa nell’ottica di creare un anello di congiunzione tra il rugby di base e quello di alto livello, con successo, non solo con le intenzioni e le speranze.
    Anche a livello di pubblico ha avuto una media di circa 3 mila spettatori nell’arco del triennio, con una crescita lieve, ma costante degli spettatori e degli abbonamenti, che hanno superato le mille unità (chiedo conferme, ho sentito voci che spero siano attendibili!).
    Questi dati sono drammaticamente inferiori a quelli di altre realtà della CL, ma nella storia del rugby italiano ci sono dati comparabili migliori?
    Ho l’impressione che su questo piano sia possibile fare molto di più, anche con una ristrutturazione dello stadio Monigo che così com’è ora non è uno stadio adatto a ospitare eventi da 10/15 mila persone, cosa che accadrebbe se la squadra fosse andata ai playoff in qualche competizione.
    In conclusione, mi pare strano che vivendo in un sistema economico di mercato ci si trovi a constatare l’esistenza di una domanda (di rugby in questo caso) a cui nessun soggetto economico pensa di dare una risposta.
    Temo poi che il dirigismo istituzionale non aiuti, non incoraggi l’incontro tra domanda e offerta di rugby, anzi.

    • malpensante 28 Marzo 2014, 09:41

      Gli Aironi facevano più di 1000 abbonamenti e una media spettatori di sicuro sopra i 2000. Quattro e tre anni fa. Perdendole quasi tutte. Vedremo la media di Treviso quest’anno. Non per polemica ma perché questi sono i numeri medi realisticamente raggiungibili nel migliore dei casi, con un bacino “metropolitano” (2-3 milioni di abitanti in meno di 60 minuti) dove il rugby è il primo sport (TV) o comunque con un’importante diffusione come nel caso padano. Non sono numeri per cui non ci siano numeri paragonabili nella storia del rugby italiano, tutt’altro Ma era un altro rugby, un’altra Italia e un altro tipo di pubblico: quello di oggi di sicuro patisce pure la concorrenza della diretta televisiva. I numeri medi, al netto di un possibile aumento degli abbonamenti, possono arrivare nel migliore dei casi più o meno alla capienza di uno stadio di rugby italiano, gli altri sono di un altro pianeta.

      • Katmandu 28 Marzo 2014, 12:19

        @ mal il confronto degli Aironi non lo devi fare su TV ma sulle altre celtiche, non per buttare m..a ma alla fine il massimo del nostro sforzo son 5.000 spettatori a TV mentre le altre fanno questi numeri se gli va male,

        • Stefo 28 Marzo 2014, 12:33

          Invece concordo con mal, sara’ interessante vedere i numeri di treviso con una squadra che per il momento sulla carta non c’e’ e che rischia seriamente di essere una squadra stile Aironi anno 1 e Zebre anno 1…sara’ interessante vedere davanti ad un progetto probabilmente meno ambizioso di questi anni come il pubblico reagira’ a Treviso.

  3. Stefo 28 Marzo 2014, 09:05

    La seconda parte dell’articolo, quella sull’Italia e’ molto interessante, Bortolami si espone e non puo’ che far bene al movimento ascoltare un giocatore del suo calubro con esperienze all’estero importanti.

    • Hullalla 28 Marzo 2014, 09:45

      assolutamente

      • Stefo 28 Marzo 2014, 09:55

        Certo che tra le parole di oggi di Bortolami, quelle di Castro qualche mese fa sul numero spropositato di Accademie bisogna dire che i senatori con esperienze estere importanti qualche indicazione alla Federazione la stanno anche dando…

        • mezeena10 29 Marzo 2014, 08:16

          il problema è sempre lo stesso, non c’ è peggior sordo di chi non vuol sentire! purtroppo!
          spero vengano reclutati tutti questi “senatori” appena finita la carriera agonistica affinche trasmettano la loro sapienza rugbystica alle nuove generazioni..

  4. M. 28 Marzo 2014, 09:11

    Un grande uomo come Marco Bortolami servirebbe tantissimo all’Italia anche a livello dirigenziale. Spero che quando appenderà gli scaripini, gli auguro tra molti anni, pensi a questo tipo di nuovo futuro, ne guadagneremmo tutti. Anche perché un salto generazionale serve e MArco ha vissuto l’alto rugby in giro per l’Europa e sa cosa significa “crescere a 360 gradi” come giustamente ha scritto in fondo all’articolo.

  5. Katmandu 28 Marzo 2014, 09:37

    Beh che dire, un articolo sempre molto giusto e interessante che fa “vedere” dove e come han vinto gli altri, avrei messo un analisi anche sulla Scozia e Galles ma va bene anche così!

  6. malpensante 28 Marzo 2014, 10:03

    Bene, c’è molto da analizzare nel gioco di Schmidt e di Lancaster, poco in quello dei francesi. Al di là che SinBin non possa esprimersi, non ci sarebbe niente da analizzare in quello dell’Italia, perché non c’è. Abbiamo capito che il problema è che la nazionale e l’alto livello non esprimono ma trainano il movimento, con risultati disastrosi. Ma non era proprio quello l’articolo primo e unico dei comandamenti per tutto quello che si è fatto (e disfatto) negli ultimi 20 anni? Buttando nell’inceneritore quantità di denaro, quelle sì, da federazione pro. Meno male che adesso tutto è cambiato: facciamo come e peggio di prima, ma senza Mosè.

    • gsp 28 Marzo 2014, 10:26

      Mal la scelta di puntare sul traino è stata giusta ed ha pportato un sacco di soldi. Il problema è stato come e dove sono stati spesi. E mi chiedo 5/6 anni fa, prima Della Celtic e delle accademie, su che cosa si spendevano?

      Sull’assenza di gioco è piú che evidente. L’unico gioco rimasto è quello nelle fasi rotte dove abbiamo anche segnato. Ma la francia oltre a giocare quello che ha di fronte non ha una difesa di burro.

      • malpensante 28 Marzo 2014, 11:39

        La Francia ha avuto più culo che anima, alla fine ha giocato una partita decorosa una. Con noi sarebbe bastato il minimo per fare il botto: una touche ridicola e pure sotto schiaffo in chiusa, un MM di mm, il migliore dei 3/4 fuori, terze al minimo del loro potenziale. Ci sian fatti schiantare da Picamoles e gli abbiamo fatto fare l’unico gioco dove mai devi fidarti dei francesi, quello rotto con game plan ad minchiam. Ci aggiungi che gli unici placcaggi seri dietro li ha fatti Allan, e poi discutiamo che è colpa dei maroni molli e di dieci minuti di amnesia. Ovviamente non con te, almeno in questo caso. 🙂

        • gsp 28 Marzo 2014, 12:33

          Mal, l’ho detto e ripeto. Per me la causa primaria, certo non l’unica, di questo brutto 6n è Brunel. Non c’ha capito molto e secondo me i senatori adesso portano la Croce anche per lui. La dochiarazione post 6n dove baffo diceva ‘abbiamo forse puntato su un gioco che non ci si addice’ (vado a memoria) è al tempo stesso di una onestá disarmante ma ti fa anche cadere le braccia. A questo punto 4 anni fa, la squadra di Mallet era molto piú avantti. Ha un anno per cambiare rotta, spero per lui e per noi lo faccia.

          • Stefo 28 Marzo 2014, 12:56

            @ gsp ma cosa dici, lo sai anche tu che:
            “Certo, se avessimo vinto a giugno con la Scozia, a novembre con l’Argentina e di nuovo con la Scozia nel Sei Nazioni oggi staremmo qui a parlare di un’altra Italia.”
            A parte le battute io continuo a domandare per quanto si dovra’ andare avanti coi salamalechi a Brunel per le due vittorie dello scorso anno, quando si rivedra’ il commento molto precipitoso delle vittorie di sostanza e di forma magari ammettendo di aver detto una castronata in preda all’euforia,quando si iniziera’ a guardare all’ultimo anno in maniera piu’ critica nei confronti dell’allenatore che ha scombussalato una difesa che funzionava rendendola un colabrodo e non ha ancora dato un game plan vero alla squadra.

          • gsp 28 Marzo 2014, 13:12

            sei troppo cinico. e’ stata una fortuna degli ABs che non c’abbiamo giocato contro quest’anno. perche’ avremmo potuto anche vincere.

            su Brunel, quella e’ la cosa che piu’ mi fa imbestialire. aver buttato via cose che funzionavano senza rimpiazzarle. tipo solidita’ difensiva, il gioco degli avanti di treviso di un paio di anni fa, la chiusaaaaa. la partita contro la scozia l’ha vinta il loro tecnico della mischia, facendo una cosa abbastanza semplice e prevedibile nell’intervallo. e ti sei fatto trovare impreparato. ed il gruppo tecnico mi sembra sottodimensionato.

          • Stefo 28 Marzo 2014, 14:28

            Ed il bello verra’ ora con l’omologazione tecnico-tattica tanto cara a Gavazzi, cosi’ non si avranno sistemi alternativi per i giocatori su cui fare magari del benchmarking e capire cosa si addice di piu’ alle loro caratteristiche.

        • gsp 28 Marzo 2014, 12:40

          Sulla Francia, per me devi giudicarla col metro francese che è diverso da quello degli altri. È un rugby diverso, hanno avuto anche culo, ma si sono fermati a 3 punti da vincere 4 partite. Ci sono e ci saranno sempre, e visto le dinamiche e proporzioni fed/club, l’allenatore francese sarà sempre piú prandelli che un allenatore di nazionale di rugby. Ho apprezzato quest’anno che PSA ha dato un attimo piú regolaritá alla mediana.

          • malpensante 28 Marzo 2014, 12:52

            Nel senso che ha regolarmente bruciato un altro 10?

          • Stefo 28 Marzo 2014, 13:01

            Non condivido molto che la Francia debba aver un metro di valutazione diverso in particolare perche’ PSA starebbe cercando in realta’ di dare un gioco piu’ strutturato alla squadra.
            Hanno avuto tanto di quel culo che meta’ basta questo 6N perche’ sul piano del gioco sono il linea col poco espresso nelle edizioni del torneo dal 2011 (ultimo Lievemont) in poi, la differenza e’ che quest’anno hanno imbroccato qua e la’ dei buoni momenti (vedi ultima meta agli inglesi)e sfruttato momenti di mona dell’avversario (primi 20 minuti secondo tempo Italia) o errori clamorosi (quel passaggio lungo assurdo di Weir, giocata da 14 punti per i francesi).

          • gsp 28 Marzo 2014, 13:24

            mal, plisson ha fatto 4 partite non penso sia bruciato. poi si vedra’.

            stefo, e’ vero che il suo compito e’ dare un gioco, e oggetivamente non ci sta riuscendo granche’. ma e’ fattibile dare gioco ad una nazionale che lavora insieme poco e male, con una collaborazione dei club molto inferiore rispetto agli altri? per me no. puoi fare il selezionatore, non molto di piu’.

            in termini di MA. paradossalmente per la Francia ci vorrebbe una apertura che e’ l’opposto del gioco francese. ma PSA ha il potere di richiedere al suo sistema un cambio di mentalita’ ed un giocatore del genere? non penso.

          • Stefo 28 Marzo 2014, 14:31

            Ok sono il rpimo a pensare che il sistema francese non aiuti il CT ma ora non usiamo questo come alibi assoluto per le sue magagne…sta sbagliando e molto di suo, i problemi del sistema aggravano la situazione ma gli errori di suo li fa ed enormi…su Plisson non lo fai giocare 4 partite per poi buttarlo fuori alla quinta come ha fatto (neanche in panchina) per esempio, il rifiuto di schierare Fofana-Fickou insieme un altro…insomma ne fa di sue PSA.

          • gsp 28 Marzo 2014, 21:48

            stefo, e di cappelle ne ha fatte per me tornerá a sbattere su parra/TD.

            Quello che dico è che non penso sia possibile aspettarsi da lui la stessa capacitá di plasmare, sviluppare, gestire squadra e giocatori come possono fare gli altri, inglesi inclusi. Ma ribadisco, non puo essere un alibi quando è frutto delle scelte che fanno.

      • malpensante 28 Marzo 2014, 12:06

        Sulla nazionale, gli staff federali, e l’eccellenza. La logica della selezione in fasce e della nazionale che tira come il pelo di, ha più o meno 20 anni, dai tempi di Mandelli e Dondi in braghe corte. Dal secondo mandato dell’era Dondi, vige il “la FIR c’est moi, e voi capite un razzo”. Ascione sta nel ruolo dal 2004. Le accademie sono la conclusione del progetto, non l’inizio. Tutto quello che avevano in mente (aveva, che di testa c’era solo quella di Dondi) l’hanno realizzato, con capacità finanziaria illimitata, senza mai un controllo e senza mai una verifica, dalla a alla z. La z è il “tutto in mano alla FIR, e voi non siete un razzo” che è poi il sistema a regime prima di Gavazzi. Adesso è ancora un’altra cosa, stesso clientelismo, più soldi e posti e mance, ma senza nessun progetto, solo spartirsi quel che c’è in cassa nel più breve tempo possibile che sta arrivando la pellagra. Tu insisti sui 5 anni di accademie, ma quelle sono solo parte della fine della storia. L’impero romano d’occidente non è finito nel 476, Romolo Augusto era una pippa, mica un imperatore.

        • gsp 28 Marzo 2014, 12:19

          Aspetta, io dicevo una cosa diversa.

          Negli ultimi anni almeno sai che tra accademie e CL I soldi sai piú o meno dove sono andati. Ma prima dove andavano? Quello mi chiedo io.

          È come se tua moglie nota la mancanza di 50mila euro sul tuo conto. Va in giardino e vede la BMW. E se invece non vede la BMW si fa una serie di domande un pò diverse, no? Troppo salamonico alla totò?

          • malpensante 28 Marzo 2014, 13:07

            Ne avevano molto meno, ma li hanno spesi tutti come e dove ti scrivevo sopra. Staff pachidermici, non solo tecnici, promozione a colpi di cene e cotillon, la nazionale, i “progetti”, e l’Eccellenza. Allargando via via che crescevano i soldi la gestione diretta della FIR su tutto, fino a ridurre al lumicino no profit i campionati under e a gonfiare le accademie. Ultimo atto prima di questo qui, che ne fa più delle caserme dei Carabinieri e regala 10-12 milioni l’anno per un quadriennio a due squadre, senza neanche mettergli in conto un’accademia per uno, le uniche che avrebbero un senso compiuto e servirebbero pure a risparmiare. Saremmo al ridicolo, se non ci fosse da piangere.

  7. gsp 28 Marzo 2014, 10:30

    La chiusura di Bortolami l’apprezzo e non posso non condividerla. Però troppo spesso il ‘tutti’ diventato nessuno. Io riterrei utile individuare 4/5 problemi/situazioni oggi alle quali metterci mano immediatamente, sia nella nazionale che nel movimento per uscire dalla crisi.

  8. scalmanato 28 Marzo 2014, 11:54

    Facile pontificare adesso sulla realtà italiana, dopo quattro anni di interviste “ammiccanti” a Dondi, Gavazzi, amici degli amici e raccomandati via via succedutisi. Su una cosa non c’è dubbio ovvero sul suo futuro come dirigente in FIR. Credo che la giacca sia già stata confezionata…

  9. Hrothepert 28 Marzo 2014, 15:20

    E un ti pareva che un saltasse fori uno che un gli andava bene gnanco il Bortolami!!

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