Soldi, tecnici, accademie, voti: un articolo meglio di una fotografia

Su Repubblica di oggi Massimo Calandri riesce a mettere assieme i mali di un intero movimento con una lucidità e sintesi davvero rara

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Fabrizio 17 Marzo 2014, 09:50

    Aspetto con ansia una replica del presidentone… Potrebbe essere esilarante…

  2. maz74 17 Marzo 2014, 09:54

    Concordo in pieno, i soldi la FIR ce li ha, ma vengono spesi malissimo.
    Bisognerebbe iniziare con una rivoluzione del sistema di oggi e partire dalla cancellazione dell’Eccellenza, di bassisimo livello e non formante per il PRO12.
    Ok le due franchigie, ma bisogna legarle effettivamente ad un territorio, creando tre zone (nordest – nordovest e centrosud) e dando una franchigia PRO12 di riferimento per ogni territorio (programmare una terza franchigia tra 4 anni) e mettere le accademie insieme alle franchigie per creare sinergia e stesso metodo di allenamento.
    Il campionato nazionale sarà la Serie A divisa in tre gironi territoriali nel quale si possano utilizzare 3/4 stranieri under 25, basta con giocatori che vengono in pensione da noi e non danno nessun contributo.

    • GiorgioXT 17 Marzo 2014, 10:35

      Come insistere nell’errore …e nell’orrore.
      Quando si arriverà a capire che la soluzione è semplice semplice e davanti agli occhi , ma costa tanto lavoro e tempo?
      – Massima apertura alla competizione , invece che richiudere in steccati sempre più piccoli (franchigie) i giorni territoriali poi sono un freno fortissimo allo sviluppo.
      – Massima attenzione alle giovanili: ci saremo arrivati anche noi che i campionati giovanili servono? negli ultimi anni sono stati CANCELLATI!
      – Già adesso in eccellenza si possono schierare 4 stranieri, e 2 in serie A.
      – Nazionali giovanili da una parte affidate a tecnici che abbiano ottenuto risultati con squadre giovanili – parrebbe ovvio, ma NESSUNO dei tecnici delle nazionali giovani ha esperienze di allenamento di squadre giovanili in tempi recenti (>10 anni) , e libertà di selezionare i ragazzi da una platea di 200-300 giocatori OGNI STAGIONE (ci fossero U20-U18-U16-)

    • conte di lerin 17 Marzo 2014, 15:45

      Cari amici i problemi sono i vecchi della Federazione e le loro cricche. Poche idee e confuse. Iniziamo con le franchigie, dovrebbero essere a mio avviso due nazionali B a chiamata, dove far giocare i migliori giovani del campionato di eccellenza che così riacquisterebbe valore e sponsor, con un. C.T. selezionatore che pescherebbe da 5 o 6 club di eccellenza e con degli stages tecnici per reparto per affinare il gioco. I soldi delle Franchigie (ora buttati) potrebbero essere destinati a pagare tecnici (italiani e stranieri(VALIDI PER FAR CRESCERE I SETTORI GIOVANILI).
      Non è possibile che una federazione abbia come obiettivo solo il professionismo e che parta dalla nazionale a scendere con le franchigie e poi i clubs. GAVAZZI/DONDI SI PARTE DAL BASSO A CREARE, non ho mai visto fare una casa dal tetto ! NON SERVE METTERE TEGOLE D’ORO … su fondamenta di fango. ! CELTIC PRO12 TUTTO SBAGLIATO. PS SE MI VOLETE VENGO GRATIS IN FEDERAZIONE A DARVI DELLE IDEE… REALIZZABILI !

    • rugby3 17 Marzo 2014, 21:04

      Ma allora non capite nulla !!

  3. Hullalla 17 Marzo 2014, 09:59

    Chissa se a Tullio Rosolen stanno fischiando le orecchie….

  4. ginomonza 17 Marzo 2014, 09:59

    è tutto lì in quell’articolo 🙁

  5. filippo 17 Marzo 2014, 10:10

    Che disastro…..ci si è accontentati della sconfitta onervole…della nazionale simpatica…dello stadio pieno e questi sono i risultati…Noto con estremo dispiacere che i tipici mali italici hanno contagiato questo meraviglioso sport.

    • Fabrizio 17 Marzo 2014, 11:43

      Secondo me anche con la squadra dell’anno scorso la Francia quest’anno non la battevi, è stato un episodio nulla di più… Altro paio di maniche contro la Scozia

      • maz74 17 Marzo 2014, 15:22

        Onestamente parlando, l’unica gara che potevi vincere era con la Scozia all’Olimpico, mentre le tre trasferte erano proibitive e l’Inghilterra è molto forte e sarà un osso duro nel mondiale sia per Allblacks che Sudafrica.

  6. WinstonSmith 17 Marzo 2014, 10:13

    non ho letto l’articolo “originale” ma mi fido, altro che se mi fido.
    sostengo da anni, chiaccherando con gli amici al bar per strada alla club house dove capita, che le accademie come sono impostate sono una gigantesca sciocchezza: si mettono dei pesci in un acquario e sembrano belli – sono belli – ma quando poi si tratta di farli nuotare in mare aperto e di farli misurare con gli altri pesci saltano fuori le magagne.
    ho un figlio che gioca, è ancora un ragazzino ma è alto e grosso e se continuerà certamente verrà notato quantomeno per queste sue immeritate doti: se mi chiedessero di mandarlo in qualche accademia (Benevento, Varese, Remedello, non importa quale) direi senza esitazioni di no, se mi proponessero di mandarlo un anno all’estero (Francia, Inghilterra, Australia, fate voi) direi immediatamente di si. Farebbe un esperienza di vita, imparerebbe una lingua e probabilmente diventerebbe anche un giocatore migliore. Ma la federazione, in luogo di favorire questo tipo di “emigrazione” di fatto vieta ai giovani la possibilità di andare fuori dall’Italia (e ancora non ho compreso il perché).
    poi certo, mi piacerebbe che da noi ci fossero degli allenatori che già in U12 insegnassero ai ragazzi a giocare e non a vincere mentre di solito si vedono allenatori che preferiscono vincere non allenando: la palla al più grosso, o al più veloce, e tutti dietro magari condendo il tutto con urla disumane e rimproveri feroci a dei poveri ragazzini che in questo modo imparano solo a giocare da soli.

    • mistral 17 Marzo 2014, 10:53

      anch’io non ho letto l’originale, e mi fido dei numeri riportati, i quali credo dicano molto… ma per intervenire sul tuo “rammarico” di non poter far fare una esperienza a tuo figlio all’estero, vorrei solo ricordare che le nozioni di base e il gesto tecnico lo apprendi in modo ottimale prima dei 14 anni, direi anche i 12, dopo di che è la bravura personale e lo sviluppo fisico a fare la differenza… e non credo che saresti molto disponibile a permettere a tuo figlio un anno all’estero in età di scuola dell’obbligo… se si vuole proprio fare il confronto con il sistema francese, britannico e irlandese, la differenza macroscopica è che in quelle realtà (per rimanere in europa) il rugby è disciplina didattica fina dalle scuole elementari, e i formatori sono docenti a tuti gli effetti che fanno scuola perchè “sanno” e perché “sanno insegnare”, hanno le competenze e la competenza di trasmetterle… non tutto è rose e fiori, chiaro, ma se non si interviene dalla base si otterrano solo risultati sporadici, legati più all’exploit personale o al nonno italiano che non a vera crescita qualitativa e non solo quantitativa del movimento… poi si possono anche ipotizzare le “emigrazioni” rugbistiche, ma a diciotto-vent’anni forse è già tardi per potersi mediamente migliorare…

      • WinstonSmith 17 Marzo 2014, 11:53

        per chiarire il mio pensiero: spero l’anno prossimo, quando avrà finito la 3^ media, di potermi permettere di mandare mio figlio nell’emisfero sud tutta l’estate per consentirgli di fare un trimestre scolastico (visto che là sotto le stagioni sono invertite) e approfittare così anche degli insegnamenti rugbistici oltre che, lo ripeto, di vita e di conoscenza di una lingua straniera. Il mio pensiero, il mio augurio, non è rivolto ai 18-20enni ma ai ragazzi dai 15 ai 18 anni che, se idoneamente seguiti e non lasciati allo sbando, da una esperienza all’estero non potrebbero che avere effetti benefici. E non per il rugby, che probabilmente passa, ma per la loro vita

        • mistral 17 Marzo 2014, 18:01

          capisco il tuo pensiero, e da genitore lo condivido, la mia osservazione era riferita al fatto che tale possibilità (legata comunque innanzitutto alle possibilità economiche delle famiglie e non ad un “sistema”) rimane un percorso riservato a pochi, e che arriva quando l’apprendimento di base dovrebbe essere già completato (U14), per poter poi avere un innalzamento del livello successivo (agonistico) coerente con le realtà più strutturate…

          • WinstonSmith 17 Marzo 2014, 19:02

            effettivamente a 13/14 anni gli skills dovrebbero già esserci tutti ma credo che anche se fossero solo abbozzati un periodo di “immersione” in realtà quali quelle anglosassoni potrebbe dare un bell’aiuto ai nostri ragazzi (oltretutto ad un età in cui avrebbero ancora parecchio da crescere fisicamente: il tombolotto pancione magari diventa un corridore spilungone e il piccolino tutto pepe mette su 20 kg in sei mesi). per evitare costi troppo onerosi per le famiglie troverei auspicabile che la federazione – e le società più strutturate – allacciassero rapporti con i paesi rugbisticamente più evoluti tesi proprio a favorire questo tipo di esperienze. Ma evidentemente non vi è interesse altrimenti credo che qualcuno prima di me avrebbe già cercato di percorrere questa strada

    • lucabiavati 17 Marzo 2014, 11:23

      Super d’accordo su tutto, con WinstonSmith.
      Inoltre ho fatto la stessa esperienza e sugli allenatori mi trovo in assoluto accordo. Ne ho visti moltissimi dal trofeo Topolino al club cercare la vittoria per una “loro” soddisfazione e senza preoccuparsi dei ragazzini che dovevano motivare. Alcuni poi lasciano e riavvicinarli è molto difficile, se non impossibile. Come genitore consiglio chi si avvicina al minirugby e o alle categorie Under di guardare gli allenatori dei club che incontrano, di leggere e di informarsi, anche da altri genitori. Che ascoltino e guardino con attenzione i loro figli sono lì. A volte però si è fortunati e si incontrano allenatori/educatori/motivatori/persone oneste che si preoccupano del ragazzo e poi del giocatore. Putroppo sono pochi.

    • 6nazioni 17 Marzo 2014, 14:13

      nessun AB ha vinto il trofeo topolino……….

      • lucabiavati 17 Marzo 2014, 17:50

        Scommetto che tu ci sei riuscito invece. Bravo sei migliore degli AB. Come si chiamavano quelli che hanno vinto per te?…

        • WinstonSmith 17 Marzo 2014, 19:09

          ma dai, sono convinto che 6nazioni intendesse il contrario ossia che vincere il topolino non ti fa diventare un AB e che quando sei un ragazzino non è tanto importante vincere quanto imparare a giocare (che peraltro nel minirugby se trovi una squadra che sa giocare spesso vince: quello che non reggo sono gli allenatori Sergente Hartman che pretendono la vittoria)

    • william 17 Marzo 2014, 14:19

      Ecco la storia degli allenatori che devono vincere e non insegnare a giocare a rugby è uno dei grossi problemi. Oltre a non essere bravi educatori non formano i giocatori di domani. Ma nessuno nasce imparato, la federazione invece di spendere soldi in sciocchezze dovrebbe puntare in queste cose

    • william 17 Marzo 2014, 19:23

      Dondi: “se mi devo.fare in autocritica è l’aber demandato la gestione del.settore formazione ” ah perché se no eran successi assicurati… Basta sta frase per capire come mai va tutto così male….

  7. malpensante 17 Marzo 2014, 10:14

    Calandri chi? Non mi viene proprio il “meglio tardi che mai”. Sono più di vent’anni che non ce ne sia uno che si metta di traverso, tra i media. E se non ci fossero i blog, saremmo ancora lì a leggere ancora e solo palle e veline. Forse la tariffetta (0 63 172 -109) dell’altro bel fico risveglia gli eroi.

    • Paolo 17 Marzo 2014, 10:20

      Trovare spazi sulla carta stampata nazionale per temi rugbistici che non abbiano per focus il campo è davvero complicato. Non dipende da Calandri o dagli altri colleghi che lavorano nei quotidiani, ma di chi i giornali li fa

      • malpensante 17 Marzo 2014, 10:42

        Mah, in vent’anni e passa non solo non si è mai letto niente di simile e ma nemmeno un dubbio, una cautela, un ma forse. Ma nel giornalismo sportivo, non è una novità. Salvo svegliarsi come Biancaneve, e stupirsi che i 7 nani nel frattempo non son cresciuti.

        • Paolo 17 Marzo 2014, 11:04

          Pensavo che i nani non crescessero. (è solo una battuta, perdonami)

          • malpensante 17 Marzo 2014, 11:36

            Anch’io, ma Biancaneve mica ha studiato come Ascione.

        • ginomonza 17 Marzo 2014, 11:08

          Malpensante a dir la verità se tu avessi seguito la rubrica di Calandrichi? avresti letto un po’ di queste cose già da un po’ di tempo.

        • Maggicopinti 17 Marzo 2014, 11:13

          Calandri sono anni che scrive queste cose su Repubblica.

          • malpensante 17 Marzo 2014, 11:33

            Leggo Repubblica regolarmente, tutti i giorni, compreso Calandri (quando c’è).

          • ginomonza 17 Marzo 2014, 12:53

            Sul sito tiene rubrica sul rugby.
            Se la segui dovresti ricordarlo se non la segui prova a seguirla.

    • stefano nicoletti 17 Marzo 2014, 10:54

      Il problema è che i media tendono a seguire il flusso: quando si vince siamo bravi e belli, quando si perde siamo scarsi e pure brutti.

  8. stefano nicoletti 17 Marzo 2014, 10:26

    E’ tutto vero, però negli ultimi 2 anni sono venuti fuori Favaro, Minto, Venditti, Sarto, Gori, Iannone, Benvenuti, Morisi, Palazzani…

    e allora parliamo pure di come migliorare il vivaio, MA NON E’ STATO QUELLO IL PROBLEMA DI QUEST’ANNO!

    Un mental coach SUBITO!

    • SAMU 17 Marzo 2014, 11:15

      si ma per competere a livello internazionale 8 buoni giocatori non bastano,Ci vogliono almeno almeno due rose complete competitive, non dico che dovremmo essere come la nuova zelanda dove se alzi un tappeto ci trovi sotto un giocatore bello che pronto ma almeno evitare dopo 14 anni di 6 nazioni di andare a prendere 50 punti a partita si.
      Poi, altra cosa, Galles, scozia,irlanda non arrivano a 6 milioni di abitanti, noi siamo 10 volte tanti.Significa che il problema sta alla base.

      • stefano nicoletti 17 Marzo 2014, 11:26

        sì, ma lo scorso anno il problema era lo stesso e abbiamo battuto Francia e Irlanda.
        Allora dobbiamo fare entrambe le cose: migliorare la base e tornare a far giocare la squadra come lo scorso anno.

    • mezeena10 17 Marzo 2014, 13:38

      piu che un mental coach servirebbe uno psichiatra..ma di quelli bravi!

      • ginomonza 17 Marzo 2014, 16:03

        certo, ma penso che occorra anche un buon preparatoree atletico nei club e nazionale

  9. Jeppo 17 Marzo 2014, 10:27

    Il nostro piccolo club, senza risorse finanziarie, promuove attività di rugby di base nelle scuole elementari. Queste scuole richiedono che qualsiasi allenatore sportivo deve avere una laurea in educazione fisica.
    Abbiamo la porta chiusa in faccia quando offriamo attività di rugby nella scuola media.
    F.I.R. ci dice che, anche se le nostre attività sono molto carino nelle scuole elementari che stiamo sprecando il nostro tempo, e non ci darà alcun aiuto. Non offriamo attività di contatto. Loro invece vogliono i numeri, più Under 14 e Under 16 possibile. Questi bambini non hanno bisogno di essere giocatori di rugby capaci, solo che sono tesserati.
    Al club riceviamo giocatori in Under 14 e Under 16, che non può correre, afferare, passare, figuriamoci calciare o capire spazio.
    Quindi noi continueremo a lavorare nelle scuole elementari, perché, come molti insegnanti confermano, se non offriamo attività motorie i bambini non faranno nulla.
    Siamo però anche convinti che lavorare a questo livello siamo in grado di raccogliere il frutto mentre è sull’albero, prima che cada a terra e dobbiamo recuperarlo.
    Il problema in F.I.R. è un piccolo numero di staff che sono convinti che il modo in cui le cose sono state fatte 25 anni fa dovrebbero essere i metodi di oggi. Quando F.I.R. dice al’I.R.B. che non hanno più bisogno di I.R.B.per aiutare lo sviluppo tecnico, l’unica direzione è giù!

    • malpensante 17 Marzo 2014, 11:46

      Ecco, uno che saprebbe come e cosa fare. E che sa i numeri crescano e i tesserati veri calino, soprattutto giovani e giovanissimi. Tanto, e da tanto.

    • Rabbidaniel 17 Marzo 2014, 12:21

      Bel contributo di realtà. D’altra parte qui non si è approfittato del calo drastico di basket e volley. Capisco che il rugby sia complicato, ma dagli 8 ai 10 anni mica devi insegnare la difesa rovesciata o ad alzare gli uomini in mischia.
      Tanti soldi e tanto tempo buttato alle ortiche, con contestuali pernacchie a chi ha sempre cercato di darsi da fare.

    • 6nazioni 17 Marzo 2014, 14:16

      continuate,continuate,continuate, nelle scuole………..

  10. Marco89 17 Marzo 2014, 10:28

    Vediamo cosa diavolo aspetta il vertice FIR per fare qualcosa .

  11. LiukMarc 17 Marzo 2014, 10:30

    Dondi fa autocritica… Vabbè, mi raccomando, pensarci prima (a cosa fare, non ad autocriticarsi) pareva brutto. Sul numero di Accademie e Centri di Formazione (con allenatori tutti da dimostrare) lasciam perdere. Li farei pagare personalmente al presidentone…

  12. gsp 17 Marzo 2014, 10:44

    Tutto vero.

    Dico solo che il CdF è il modo in cui l’allenatore può formare altri allenatori., è stata pensata come infrastruttura.

    9 accademie sono tante, ma vediamo che producono. Ad oggi nessuna copertura, neanche qui, del campionato delle accademie. Ma non va dimenticata la necssitá di concentrare un pò i giocatori per fare squadre e tornei competitivi.

    Il problema è anche peggiore sotto come dice Jeppo.

  13. cassina 17 Marzo 2014, 10:50

    RAGAZZI QUESTI NON SONO ANNI TOTALMENTE PERSI, ORA PERO’ IL BUDGET ALMENO PER IL 50% DEVE RIPETO DEVE ANDARE PER:

    – NUOVI CAMPI (A MILANO CITTA’ DOVREBBERO ESSERCI NON MENO DI 20 CAMPI)
    – ALLENATORI COMPETENTI, MEGLIO SE DI FORMAZIONE STRANIERA
    – TANTI TANTI TANTI RAGAZZINI A PROVARE LA PALLA OVALE

    FACCIAMO UNA SCOMMESSA CHE VENIAMO FUORI ANCHE NOI?

    CIAO E BUON Lunedì A TUTTI

  14. Stru 17 Marzo 2014, 11:01

    Qualcuno riesce a fare uno scan del’articolo ed a postarlo?

    • ginomonza 17 Marzo 2014, 11:11

      Credo sia reperibile sul sito di repubblica( da pc)

      • Giovanni 17 Marzo 2014, 12:38

        Invece no: contenuto a pagamento. Quindi lo si può leggere solo se si acquista il giornale in edicola (e chi non vive a Roma?).

        • ginomonza 17 Marzo 2014, 12:59

          Sul pagamento non so dirti ora , ma l’articolo è sul giornale non sull’edizione romana soltanto.
          Ho repubblica di Torino e articolo c’è.

          • Giovanni 17 Marzo 2014, 13:03

            Ok, grazie.

        • mezeena10 17 Marzo 2014, 13:39

          dopo le 16e30 è gratis..

          • Giovanni 17 Marzo 2014, 14:08

            Thanks again

  15. Da 17 Marzo 2014, 11:14

    Dove vuoi andare se non formi delle basi solide?
    Non esiste alcuna attività professionale al mondo che, per avere successo, non sia partita dalla formazione del proprio personale, cercando di migliorarlo in ogni aspetto.
    Per il Rugby vale la stessa cosa. In Italia, è agli occhi di tutti il cattivo lavoro fatto dalla Federazione nell’attività giovanile e nel settore tecnico.
    Io coloro che provano a difendere il lavoro dei vari Rosolen e Ascione giuro non li capisco e non li capirò mai

  16. edopardo 17 Marzo 2014, 11:24

    Io da umile appassionato di rugby dico una cosa e penso: Ieri guardavo la partita Rovigo,Calvisano…. e mi chiedevo com’è possibile che le 2 prime squadre del nostro campionato che dovrebbero essere fonte di giocatori per le franchigie e nazionale ecc ecc siano cosi deludenti da punto di vista del gioco,,,mi spiego meglio,ormai noto sempre più ma penso anche voi che c’è i una partita classica del nostro campionato una ossessione dei giocatori”non so se divulgata dai tecnici”per il placcaggio,il gesto fisico brutale,lo sporcare il gioco all’eccesso”che secondo me neanche in un sei nazioni vedi tali accanimenti” poi ,,,,Tac nel gioco aperto nella tecnica con le mani,piedi, nel seguire il compagno,il buio totale sembra non sanno cosa sia, o almeno in rarissimi casi.
    Mi sbaglio?cmq anche se è una goccia nel mare di cose da sistemare si dovrebbe imporre al nostro campionato più tecnica e meno fisico..

  17. Mr Ian 17 Marzo 2014, 11:28

    Lo sport in italia negli ultimi 20 anni è sopravvissuto perché i privati sponsorizzavano, ovvero evasione fiscale mascherata come passione sportiva, tutto questo ha impoverito la cultura degli sport, soprattutto nelle scuole.
    Oggi le leggi sono cambiate, ci sono molti più controlli fiscali, e casualmente la “passione” si è affievolita….
    Il rugby di contro è da sempre abituato a lavorare con poche risorse, questo sarebbe il momento storico importante per far esplodere in maniera seria il nostro sport, peccato che ci gestisce non la penso come me, ed altri…per cui ci sorbiamo sti spettacoli penosi…
    Meno male che ci sono gli Scarlets ed il rugby europeo a darmi soddisfazione, poiché chi dovrebbe organizzare e fare rugby da noi non lo fa in maniera seria. Siccome mi considero una persona seria, ho fatto la scelta di mandarli a CAGARE, facciano quel che vogliono, tanto i conti tornano sempre…appena il sistema italia farà reset, vedremo che anche nello sport qualcosa cambierà..

    • Rabbidaniel 17 Marzo 2014, 12:24

      Ian ti assicuro che nella mia zona (dove c’erano Lotto e Diadora) i soldi per il rugby c’erano ai bei tempi del nero (lavoro nero e contributi sportivi in nero). Evidentemente i numeri non erano quelli del calcio, ma giravano bei soldi.
      Il paese è quello che è, mi sorprenderei se nel rugby fosse diverso.

      • mauro 17 Marzo 2014, 17:27

        Rabbi, prova a informarti su come sono strutturati i contratti che vengono proposti ai nostri all’estero (Francia e GB, indifferentemente). C’è di che pensare…

  18. faduc 17 Marzo 2014, 11:40

    Boh…per fortuna che nel rugby il meridione non conta niente, altrimenti avrebbero detto che è tutta colpa nostra

  19. Antonio Angelone 17 Marzo 2014, 12:05

    L’articolo centra in pieno il problema. Ma ormai il Presidente e’ un treno in corsa e continuerà spedito sui centri di formazione, sulle Accademie U18 e sulle nuove due di U19 e U20 che devono giocare nei campionati. In piu’ le due Celtiche che in pratica devono essere il gradino delle nazionali con gestione della federazione (ci mette un sacco di soldi). Questa e’ il palo della CUCCAGNA, a cui attorno noi società dobbiamo continuare a fare se si crede nel Rugby. Certo le sue parole sul fatto che negli anni indietro le società non si sono dedicate alla formazione dei giovani tuona e ha un fondamento, ma questa soluzione è troppo sbilanciata nella FORMAZIONE DEL CLUB ITALIA…….e gli altri CLUB ?

  20. Katmandu 17 Marzo 2014, 12:25

    beh l’articolo pare sensato (anche se non l’ho letto) ma ci son delle puntualizzazioni da fare che dovrebbero far riflettere:
    -in piccoli paesini di periferia han giocato AB e campioni del mondo, secondo voi perchè non vengono più
    -l’Italia è cresciuta di brutto con l’ingresso dei campioni da ogni parte del mondo
    -la formazione da noi è un optional ma non solo nello sport, la scuola che ho fatto insegna tecnologie vecchie di 60 anni
    -il rugby all’estero sta diventando sempre più un business in altre parti del mondo si è passati da una media partita di poche centinaia di unità (leggi Dominguez allo SdF) a moltiplicare di 10 volte il proprio pubblico in 10 anni (Leinster)
    -Come mai i grandi gruppi finanziari (quelli che han i soldi) sponsorizzano le squadre più prestigiose e da noi i campioni d’Italia han come sponsor una ferramenta locale?
    Cioè facciamo un discorso anche a più ampio respiro qianti sanno qual’è la squadra campione d’Italia (ma basterebbe chiedere la squadra più vicina a casa) fuori da questo blog e fare la stessa domanda per il calcio
    Il Rugby in nel bel paese non è uno sport vendibile e i numeri son li a dimostrarlo, diciamo andiamo a prendere a caso i dati di pubblico di Savona-Unione Venezia ultima partita giocata in lega pro a caso, secondo me han fatto più spettatori dell’intera eccellenza messa assieme
    Per Finire quanto investono le squadre di top 14 per la formazione? un contratto per un Espoirs va dagli 800 ai 1300 euro (moltiplicatelo per un’anno e per una squadra intera) e abbianmo il budget per una squadra di medio bassa classifica di eccellenza, ma perchè? non è solo per la tradizione è anche perchè han le risorse e noi no!
    Cliudo con una curiosità, come molti di voi han notato in alto sulla manica della maglia ho-spritz c’è un logo molto conosciuto in Italia di una nota torrefazione di Bologna che inizia con la S…. domanda dato che comunque ci son squadre Italiane che fanno il cmpionato Celtico come mai non han sponsorizzato una di queste? la federazione ha le sue belle colpe ma se i privati non investono (per x motivi + 1 non mi importa) è solo colpa della federazione
    ai presidenti ripeto andrebbe fatto un monumento grando, ma veramente grando in piasa ma mi vengono a dire che investono per un campionato che non interesa a nessuno ma non mi si può nemmeno dire che può interessare se non si promuove il prodotto e investendo tanto ma veramente tanto di più, Rovigo non ha nemmeno il budget per essere tra le peggiori del pro d2

  21. neurone bruciato 17 Marzo 2014, 12:25

    Fin che riempiono l’olimpico non si smuoverà niente.
    Il business è lì, che si autoalimenta, poi ci penseranno gli oriundi a colmare le lacune.
    le scelte che sono state fatte negli ultimi 8 anni per la formazione è quello delle accademie e da ultimo i Cdf + accademie, ma è un sistema chiuso per evitare la concorrenza con l’esterno perché i nodi vengono al petto non tanto in nazionale ma nella filiera della formazione.

    • Giov 17 Marzo 2014, 12:38

      Giusto. Quando a forza di sberle i 70000 diventeranno 35000 con 20000 tifosi ospiti forse si sveglieranno…..ma forse.

      • mezeena10 17 Marzo 2014, 13:40

        pare ci fossero gia 20mila inglesi sabato a roma!

        • Emy 17 Marzo 2014, 15:11

          Io avrei detto anche di più: c’era bianco ovunque in tribuna.

          • gsp 17 Marzo 2014, 15:17

            Vero. E quindi?

          • mezeena10 17 Marzo 2014, 18:52

            quindi chiedilo al tipo che l’ ha scritto, poco piu su gsp 😉

    • malpensante 17 Marzo 2014, 15:10

      Olimpico o no, quando caleranno i soldi che arrivano da fuori (che ha ravanato in buona parte Dondi), vedrai che fuga di volpi e di faine..

  22. Rabbidaniel 17 Marzo 2014, 12:31

    Aggiungo un’altra pietruzza alla discussione. Negli altri sport la questione forse è un po’ diversa nella scuola (per lo meno si gioca di più a calcio, a basket e a volley), ma per quanto riguarda programmazione e quant’altro lo sport italiano è, in linea di massima, in declino. Non seguo più tanto il basket, ma quando ci butto un occhio vedo squadre per 3/4 composte da stranieri, e non credo che siano di prima scelta.
    Paesi economicamente non molto più virtuosi di noi, come la Spagna, sono in ascesa in molte discipline. Questione doping a parte, in Spagna la didattica dello sport è molto curata, le accademie delle squadre di calcio sono all’avanguardia e ci sono scuole superiori in cui ci si comincia a specializzare in sport. La Germania sta ricostruendo un movimento calcistico di prim’ordine, ma è partita dalle giovanili e dalle metodologie di formazione.
    Il rugby ha, per ora, molti soldi rispetto a tante federazioni. Ne sono arrivati a pacchi. Quali sono i risultati? Il nostro movimento è cresciuto nell'”arruolamento”, nella diffusione, nella cultura del rugby in tutto lo stivale? Al 2014 stiamo ancora parlando di un anno 0. Siamo il paese degli anni 0, dell’emergenza perenne, dell’improvvisazione.

    • Giovanni 17 Marzo 2014, 13:22

      Beh nel campionato di basket attuale ci sono stranieri che negli anni 80 non avrebbero trovato posto in A1. E’ ovvio che la crisi economica ha inciso pesantemente su tutti gli sport di squadra. Aggiungo che nelle classiche palestre delle scuole e facile attaccare alle pareti due canestri o stendere una rete a metà campo, ma come fai a trovare un campo lungo 100 metri e piazzarci i pali. Poi sulla incultura sportiva del nostro Paese sono d’accordo: l’ora di educazione fisica viene vista dagli studenti come una ricreazione aggiunta e da molti prof.(non tutti per fortuna) come un impiego a bassa responsabilità. Poi ci sono spesso strutture carenti e/o fatiscenti, fondi alle scuole che vengono tagliati e così via.

      • Rabbidaniel 17 Marzo 2014, 13:47

        Piantare i pali e avere un campo regolamentare è troppo, ovviamente. D’altronde dalle elementari in su hai la scelta tra diversi codici per un’introduzione soft: touch e 7 innanzitutto. Le soluzioni volendo ci sono.

        • Giovanni 17 Marzo 2014, 14:09

          Già, VOLENDO 🙁

          • Giovanni 17 Marzo 2014, 14:10

            P.S.: volevo dire “non avrebbero trovato posto in A2”.

        • malpensante 17 Marzo 2014, 15:16

          Soprattutto l’educazione motoria alle elementari, mettergli una palla ovale in mano e spingere i club per tirarli al doposcuola. A giocare con la palla ovale, prima di tutto, non a fare il rugby. C’è un bel post di Jeppo, sopra.

      • mezeena10 17 Marzo 2014, 18:54

        giovà ti piace Man-drake Diener???
        quest’ anno vinciamo lo scudetto!!! forza Dinamoooooo!!!!!

        • Giovanni 17 Marzo 2014, 20:53

          Mez, faccio i migliori auguri alla Dinamo Sassari. Ma ti ricordi chi veniva a giocare in Italia negli anni 80?

          • mezeena10 18 Marzo 2014, 08:51

            eh lo so..ma è cosi dappertutto, persino nella blasonata NBA..
            direi in tutti gli sport anzi..

  23. Katmandu 17 Marzo 2014, 12:34

    ha un ultima cosa una delle tre partite più importanti di ieri dalla Gazzetta on-line è stata accorpata nella pagina dell’Irlanda vincente a Parigi ma han scrtitto addirittura
    “cardiff — Nell’unico match ininfluente della giornata, il Galles ha travolto 51-3 la Scozia a Cardiff. Padroni di casa e vincitori delle ultime due edizioni in meta per sette volte, con Liam Williams (15′), George North (33′ e 41′), Jamie Roberts (38′ e 47′), Taulupe Faletau (52′) e Rhodri Williams (73′). Dan Biggar ne ha trasformate 4 e infilato due piazzati (8′ e 23′), James Hook una. Scozia a segno con un piazzato di Greig Laidlaw (3′). Galles che chiude così a quota 6 in classifica (come la Francia ma con una miglior differenza punti, +43 contro +1), mentre la Scozia resta a 2, davanti all’Italia (0).” 8 riche e solo perchè nella metà ci son scritti i marcatori…… riflettiamo anche su questo

    • malpensante 17 Marzo 2014, 15:23

      Oggi su Repubblica c’era una chicca:
      “Gran finale di carriera, dunque, per Brian O’Driscoll, che guida i britannici ad un’impresa allo Stade de France che non riusciva da ben 14 anni”. Va bene il rugby, ma dar del britannico a un irlandese 🙂

  24. Machete 17 Marzo 2014, 12:54

    il problema è sempre lo stesso…..manca la programmazione……la base è praticamente inesistente e non si sa insegnare a giocare…..col risultato che i nostri 16-18 enni arrivano in nazionali con paurose carenze tecnico tattiche…..è ovvio che alla fine le prendano in maniera sonora dai pari età delle nazioni più evolute…..
    il problema non è quello di raggiungere numeri da Francia o Inghilterra …quello secondo me è fantascienza…..ma creare distretti di eccellenza nelle regioni dove il nostro sport è radicato…..(sul modello della scherma tanto per trovare uno sport che funziona dove siamo noi che esportiamo allenatori in tutto il mondo)
    con formatori qualificati e ben pagati importati nell’emisfero sud…..e liberi da ogni vincolo……
    ma vallo a spiegare ai nostri dirigenti!!!!

  25. Capitan Fracassa 17 Marzo 2014, 12:58

    ARTICOLO PERFETTO!!!
    Purtroppo in FIR si continua a perseverare negli stessi errori.
    E’ ora di finirla di buttare soldi per avere un finto rugby di elite (6Nazioni e Pro12) con il nulla al di sotto.
    BASTA!

    • parega 17 Marzo 2014, 13:08

      la fir persevera negl’errori perche’ le persone che decidono sono sempre le stesse
      checchinato e ascione…si siamo lamentati tanto e gli errori fatti da questo duo sono vedibili da anni..e cosa e’ successo ?
      NIENTE
      sono solo dei maneggioni incapaci …putroppo abbiamo questi dirigenti che non dialogano con le varie forze del nostro movimento ma vogliono solo imporre le loro idee al di sopra di tutti mantenendo sempre due occhi alla POLTRONA

      • malpensante 17 Marzo 2014, 15:25

        Arzàn, fossero solo gli occhi, il problema è che sulle poltrone ci mantengono i culi. 🙂

  26. Francesco.Strano 17 Marzo 2014, 13:17

    parole sante. . . .basta soldini ad allenatori senza alcuna esperienza estera…. la patria del rugby non è l’italia amici……………..

    SVEGLIA GAVAZZI !!!!!

  27. aldo 17 Marzo 2014, 13:33

    se in 15 anni ancora non hanno analizzato e capito che senza supporto ampio alla base non si formano giocatori che garantiscano una rosa ampia e cocorrenziale, la vedo dura .. spero solo che Brunel abbia la possibilità di mettere il dito nella piaga e pretenda qualche testa e qualche modifica

    • gsp 17 Marzo 2014, 14:59

      Brunel al momento ha altre piaghe da curare, ed altre cose a cui pensare.

      • ginomonza 17 Marzo 2014, 16:11

        vero gsp, però sono sempre le stesse piaghe delle quali ci lamentiamo.

        Vorrei vedere Brunello come nocchiero del 15 bues

  28. 6nazioni 17 Marzo 2014, 14:04

    nulla togliere al sig.Calandri ma in questo blog sono circa due anni che il
    sottoscritto e qualche altro squinternato di testa diciamo queste cose:
    a) allenatori stranieri x le accademie.
    b) le risorse bisogna investirle sui giovani (14/16 anni)
    c) iniziare seriamente tramite il coni sul rugby di base (scuole medie,elementari)
    d) I tanti campioni che hanno giocato all’estero tipo dominquez,lo cicero,
    e tanti altri e’ inutile fare l’elenco, dargli la possibilità’ di aiutare le
    accademie,nazionali giovanili, etc….
    e) ma sopratutto MERITOCRAZIA.

    • faduc 17 Marzo 2014, 18:12

      Concordo su tu, ma c’è un piccolo problema che renderebbe inutile tutti i migliramenti elencati: il rugby in Italia è uno sport minore, con un seguito minore e polverizzato in migliaia di realtà. Basta guardare il numero degli spettatori della massima serie e delle due franchigie. Con questi numeri, i pur ottimi giocatori creati dovrebbero trovarsi un altro lavoro, i più fortunati andrebbero a giocare all’estero. Nessuna società professionistica si può reggere con 1.000/2.000 spettatori, sono numeri che affonderebbero anche squadre di calcio di lega pro. Come terminale, bisogna che si creino ad alto livello delle franchigie che possano catalizzare 5.000/10.000 spettatori a partita. Il Treviso da solo non ce la fa, il Rovigo neanche, il Padova idem e il S. Donà…beh, lasciamo perdere. Quindi l’unica soluzione, immediatamente fattiva, è che almeno 2/3 di queste società facciano in un’unica franchigia il pro12, con un forte radicamento territoriale. Poi, per le Zebre, bisogna trovare una collocazione adeguata. Il mio amato/odiato sud? Beh, quella è un’altra storia…

    • faduc 17 Marzo 2014, 18:12

      Concordo su tu, ma c’è un piccolo problema che renderebbe inutile tutti i migliramenti elencati: il rugby in Italia è uno sport minore, con un seguito minore e polverizzato in migliaia di realtà. Basta guardare il numero degli spettatori della massima serie e delle due franchige. Con questi numeri, i pur ottimi giocatori creati dovrebbero trovarsi un altro lavoro, i più fortunati andrebbero a giocare all’estero. Nessuna società professionistica si può reggere con 1.000/2.000 spettatori, sono numeri che affonderebbero anche squadre di calcio di lega pro. Come terminale, bisogna che si creino ad alto livello delle franchigie che possano catalizzare 5.000/10.000 spettatori a partita. Il Treviso da solo non ce la fa, il Rovigo neanche, il Padova idem e il S. Donà…beh, lasciamo perdere. Quindi l’unica soluzione, immediatamente fattiva, è che almeno 2/3 di queste società facciano in un’unica franchigia il pro12, con un forte radicamento territoriale. Poi, per le Zebre, bisogna trovare una collocazione adeguata. Il mio amato/odiato sud? Beh, quella è un’altra storia…

    • Luca 17 Marzo 2014, 19:56

      Solo due anni, 6nazioni?

      Anche tu stai ripetendo cose ovvie, a un sordo che non vuol sentire.

      Premetto che ancora non ho letto l’articolo in questione (lo farò a breve), ma con un pizzico di presunzione posso già immaginare il contenuto. Perché presumo di sapere già? Perché sono quasi 10 anni (magari solo due!!!) che chi ha un po’ di buon senso ripete certe cose. Sui blog e sui forum si sono sprecate le discussioni, le proposte, le critiche, LE COSE OVVIE CHE SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI e che solo alcuni dirigenti, tecnici, giornalisti, telecronisti compresi (ma non tutti, per nostra fortuna), hanno fatto e fanno finta di non vedere; per convenienza, per mantenere il loro “status quo”, per interessi privati. Capisco anche che per denunciare certe cose ci vogliono gli attributi, che non tutti hanno. La lista nera è sempre pronta per essere aggiornata! E nei fatti, chi ha provato ad andare controcorrente (ma nel verso giusto) è stato epurato, messo a tacere. E così, dopo ogni successo effimero, si sono posticipati i problemi. Penso che gli scalpi presi qua e là (Francia, Scozia, Irlanda), siano stati più un male che un bene perché non hanno fatto altro che posticipare il problema. Successi che sono stati solo un tentativo di gettare fumo negli occhi di chi grida alcune cose da anni, come gli “squinternati” che scrivono su blog e forum. Vorrei scrivere molto altro ma i post lunghi hanno poco successo. Un’ultima cosa. Mi infastidisce che solo adesso (e non mi riferisco al giornalista Calandri), a Sei Nazioni finito, tutti a dar giù!!! Tutti a scoprire l’acqua calda. Ma anche questa è una tradizione consolidata.
      Fino a quando? Spero non fino alla vigilia del prossimo evento.

  29. il carogna 17 Marzo 2014, 14:30

    Si ok, qui quasi tutti sono scontenti , ma qualcuno lo ha votato ‘sto ragazzo per averlo come presidente.
    Sicuri che la concorrenza avrebbe fatto meglio ?

    • malpensante 17 Marzo 2014, 15:26
    • mezeena10 17 Marzo 2014, 18:59

      sicuri lei! 😉

    • Heiniken Cup 17 Marzo 2017, 15:01

      Non lo so se la concorrenza avrebbe fatto meglio.
      Ma …. mi sarebbe piaciuto vedere Innocenti ( visto che erano nel suo programma) fare le cose che Gavazzi sta facendo adesso.
      Cordialità

  30. fabiogenova 17 Marzo 2014, 15:00

    Qui ci vuole un tinello. Mi piacerebbe sapere cosa pensa Munari.

  31. PedemontanaRugby 17 Marzo 2014, 16:40

    Sicuri che la concorrenza non avrebbe mai potuto neanche provarci. ‘Sto ragazzo sembra la macchina di viva gli sposi, che trascina tutti i bussolotti che non sono altro che la ghenga di Dondi. Anzi ‘sto ragazzo sembra solo l’uomo di paglia al quale lasciano la possibilità di esternare tipo tetraplegico mentale, mentre dietro gli altri si fanno gli affari loro. L’epoca Dondi non è ancora tramontata, rimane in vita sotto le spoglie del miglior cliente dell’osteria. Amen. E prosit!

  32. Jeppo 17 Marzo 2014, 17:20

    Crescere giocatori di rugby è un triangolo. Se la base è molto ampia, allora il triangolo sarà più alto. Se un club ha il 40 Under 6 , quindi con la perdita naturale in Under 8 ci possono essere 30, in Under 10 forse 25, e così continua.
    Se si inizia con 15 Under 14, poi si potrebbe avere 13 Under 16, e quindi non abbastanza per un Under 18.
    Dobbiamo anche capire che i genitori sono diventati molto più protettivo nei confronti dei loro figli, e anche se molti diranno che va bene avere un gioco con il contatto fisico, molti di più non permetteremo loro preziosi piccoli a partecipare. Molti di noi sono cresciuti giocando fuori casa, cacciare, arrampicarsi sugli alberi, strascicare le nostre ginocchia. Bambini moderni hanno molto meno possibilità di farlo.
    Nelle nostre scuole elementari qui intorno San Benedetto del Tronto promuoviamo solo Tag Rugby. Gli insegnanti sono felici, i bambini sono felici. Non c’è molta possibilità di rugby di contatto in una palestra di 6m x 10m.
    Posso però garantire che dopo i nostri 5 lezioni settimanali tutti i bambini da anno 1 fino a anno 5 sa che c’è anche una palla ovale che non si comporta bene in caso di caduta , che deve essere portata in 2 mani come un prezioso uovo di cristallo , e che si può arrivare a una linea di meta a zig zag tentativo da passare un avversario piuttosto che cercare di passare sopra.
    Tutti i bambini potranno portare a casa un diploma dopo aver superato le prove di abilità che fanno parte delle nostre lezioni.
    “Catch, pass and run, for friendship and fun!”

    • 6nazioni 17 Marzo 2014, 17:35
    • gsp 18 Marzo 2014, 00:29

      Grande jeppo, anche la RFU sta insistendo molto sul tag. Dovrebbe essere politica della federazione.

      e pensa se anche I club iniziassero a fare tornei estivi, nei parchi o campi di calciotto, di tag per tutti, per tutti quelli che vorrebbero ma non hanno mai potuto giocare. Ma.ci vorrebbe anche un mondo rugbystico più aperto ed accogliente, ma da certe cose che si leggono qui mi sa che siamo un pò lontani.

      • Jeppo 18 Marzo 2014, 08:28

        In Inghilterra con i club RFU giocano solo Tag a U6/7/8, contatto non è permesso, poi da settembre a dicembre U9 solo Tag tra i club, ma insegnare tecnica di contatto. Da gennaio in poi U9 quindi competere con altri club, tra cui contatto. Per la maggior parte dei gruppi di età il frontino è vietato.
        Tag è promosso da IRB in quasi ogni paese civilizzato del mondo tranne l’Italia.
        In Italia F.I.R. (F.A.) ha cercato di vietare Tag, perché, secondo F.A., gli italiani hanno paura del contatto, e solo giocando contatto di rugby fin dalla tenera età si può superare questa paura.

  33. Sergio Martin 17 Marzo 2014, 17:24

    E’ incredibile, ma me tocca dà ragione a Francesco Strano…

  34. mauro 17 Marzo 2014, 17:40

    anzitutto grazie a Jeppo che porta un po’ di aria fresca nello stantio di tanti post.
    Poi mi chiedo quale logica abbia dire basta rugby d’elite, investiamo sul settore giovanile.
    Non può bastare investiamo di più sul settore giovanile?
    Con che cosa pensate di trainare il movimento? con il panino onto?
    Pensate che sia più stimolante per un ragazzo avere come obiettivo un giorno incontrare sul campo BOD o un cartone in faccia da Ferraro (senza offesa per nessuno)?

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