Marco Bortolami tra Galles e Inghilterra: fino “all’ultimo metro”

Il seconda linea azzurro rilegge con grande perizia tecnica la sfida finora più avvincente del Sei Nazioni 2014

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Full Back 11 Marzo 2014, 14:25

    “nel campionato più duro e fisico del mondo”…erm…Top14? Super Rugby? Non penso che il Premiership non sia duro e fisico, ma non so se concordo con il “più” assoluto!
    Cmq se vanno avanti di questo passo potrebbero vincere il mondiale di nuovo!

    • Katmandu 11 Marzo 2014, 17:02

      @full penso che intendesse proprio sul piano fisico, diciano la verità tolte un paio di squadre la premier ha un modo di giocare basato molto di più che in altri campionati sull’abrasione della mischia e innpochi casi troviamo mischie dinamiche come quelle Francesi o del sud del mondo (bath, saints e gloucester a parte) e il gioco sui 3/4 risulta sempre molto poco spettacolare (sempre prendendo come riferimento il sr o il top 14) diciamo che la premier non è uno spettacolo per palati fini ma di amanti del dritto per dritto 😉

      • Full Back 11 Marzo 2014, 20:46

        beh messo così in effetti è un punto valido, però è da 2003 che non vedo l’Inghilterra che domina in mischia. Magari perché mancava la sistema che è descritto qui sopra.
        Credo cmq che anche se giocano meno in mischia il T14 e Super15 sono piuttosto fisici!

  2. gsp 11 Marzo 2014, 14:37

    Bella l’analisi. io aggiungo una cosa molto ovvia. e cioe’ la preparazione di tutte le fasi, l’attenzione ai dettagli, che io ho l’impressioni a noi manchi davvero parecchio. il fatto che gia’ dal placcaggio gli inglesi preparino il BD, girando il giocatore nel modo piu’ utile, anche a costo di concedere qualche metro in piu’.

    loro fanno impressione. noi… siamo un rebus con molte risposte negative. insomma non so che squadra e con che idee sia scesa in campo a Dublino. certo se la difesa e’ statica ed aspetta, allora facciamo notte. e penso che non ci daranno alcun possesso e calceranno via poco, scozia ed irlanda hanno dimostrato come si annichilisce questa squadra. se brunel ha un coniglio nel cilindro puo’ essere solo un game plan ed approccio difensivo totalmente nuovo.

    Ma non sono perfetti, anche nella partita contro il galles qualche sbavatura c’e’ stata.

  3. HECTOR 11 Marzo 2014, 14:42

    Se Bortolami alla teoria fa seguire la pratica, allora abbiamo gia’ pronto un signor allenatore made in Italy 🙂 🙂 🙂

    • Fabrizio 11 Marzo 2014, 14:54

      Lo vedo meglio alla lavagna col professor Fusetti. O al limite il nuovo Munari… Ma deve allenarsi su battute e aneddoti

      • Full Back 11 Marzo 2014, 16:18

        …no no….senza battute e aneddoti! La cosa che mi manca di più da sky è l’opzione di cambiare lingua per non doverlo ascoltare!!!

  4. Sergio Martin 11 Marzo 2014, 15:48

    Pezzo molto interessante, perchè ci fa vedere da dentro alcuni importanti aspetti della tattica. Grazie, Marco.
    Comunque, noi sabato potremo contrapporre all’ “autoscontro” con gli inglesi il nostro buon Masi.

  5. sonnyrollins 11 Marzo 2014, 15:58

    appena smette rapite quest’uomo e blindatelo in federazione. Lo vedrei come un ottimo gestore della formazione, soprattutto. Ma non solo.
    Anche secondo me il Premership è il campionato più duro, nel senso di intensità continua. Nel super rugby si vedono fasi a 100 all’ora seguite da momenti di delirio con errori marchiani e continuati, frutto anche dell’asfissia.
    Nella perfidAlbione vedi 8o minuti a 80 kmh costanti.
    Sempre e solo secondo me, ovviamente

    • Full Back 11 Marzo 2014, 16:34

      non so se concordo sugli errori…avvengono di sicuro, ma probabilmente perchè si rischia di più, poi un errore sembra sempre più grave quando viene punito anche dal 22 . Io non credo che sia un caso che i ranking mondiali siano dominati dalle stesse 3 squadre da anni con pochi eccezioni.
      Poi guardo la Francia e vedo 2 squadre in più in campionata, che vuol’dire 4 partite in più.
      Super Rugby addirettura 3 squadre (6partite) in più.

      Penso che i numeri a volta parlano anche se la cosa è difficilmente misurabile e rimane sopratutto soggettiva, però devo dire che l’ho visto descritto come il campionato “più duro” solo qui.

      • Full Back 11 Marzo 2014, 16:35

        *dal 22 avversario

      • Sebastiano Pessina 12 Marzo 2014, 09:38

        @Full Back veramente nel super rugby nonostante le 3 squadre in più ci sono ben 6 giornate meno. Inoltre la stagione dura tre mesi di meno…senza contare che non hanno Heineken/Challenge per chi vi partecipa 😉

        • Full Back 12 Marzo 2014, 11:34

          Hai proprio ragione sulla stagione…non avevo calcolato le varie conference, e il fatto che non giocono tutti contro tutti.
          So che nel Super i primi 6 vanno avanti per giocarsela il finale (dunque tra play-off per semi, e finale +3 per un massimo 19 giornate totale), cioè 5 giornate non 6 ma rimane valido il punto.

  6. padovale 11 Marzo 2014, 16:24

    Completamente d’accordo con l’analisi, aggiungerei anche lo splendido lavoro a livello giovanile fatto oltre Manica.
    Nelle ultime 6 edizioni del mondiale under 20 l’Inghilterra è arrivata ben 4 volte in finale (vincendo l’edizione 2013).
    Migliore europea (una spanna sopra Francia e Galles) a livello giovanile.
    Complimenti alla federazione Inglese: idee chiare e ottima programmazione

  7. william 11 Marzo 2014, 16:35

    C’è qualcosa che mi lascia sempre perplesso di quest’ Inghilterra. Onestamente la mia impressione è che le manchi un po’ la capacità di inventarsi la giocata dal nulla nei momenti in cui non riesce a sfondare col suo gioco organizzato. Un po’ quello che sa fa fare la Francia, la NZ, ovviamente, ee che un po’ sta imparando a fare anche il sud Africa.
    L’Inghilterra di Wilkinson aveva in più la costante opzione drop e poi era un rugby diverso.
    Detto questo sono comunque fortissimi e la vedo onestamente impossibile per noi.

    Ah, grazie Marco per la chiarezza.

    • Maggicopinti 12 Marzo 2014, 09:49

      Infatti. L’Inghilterra di oggi è di quelle squadre che vince le partite che può vincere, ma cui difficilmente riesce l’exploit quando non va tutto come previsto dal game plan. Difficilmente le riescono mete “occasionali” (mentre la Francia magari gioca male per 79 minuti, e poi arriva il guizzo non previsto….)

  8. dengra 11 Marzo 2014, 16:51

    non tutti saranno d’accordo con me, ma io credo che il futuro del rugby italiano sia nelle mani della generazione dei BORTOLAMI BERGAMASCO MAURO o altri……chi in italia può vantare esperienza internazionale sia in francia e inghilterra (BORTOLAMI) sempre ai massimi livelli con club di primissima fascia? nessuno e non necessariamente devono essere allenatori o formatori ma possono essere dei grandi manager perchè conoscono l’alto livello e perchè conoscono il nostro livello e sono consapevoli dei nostri limiti. Chi degli attuali tecnici può vantare un curriculum come il loro? ASCIONE……non credo, così come tutti quelli della didattica……unica condizione per me è che devono avere un percorso per formarsi ulteriormente e capire il passaggio dal gioco all’insegnamento. Non gli manca nulla…..sono umili e bravi e sanno ascoltare a differenza dei cervelloni attuali in FIR……ovviamente mi riferisco anche ai manager che devono gestire i soldi.

  9. HECTOR 11 Marzo 2014, 16:58

    Certamente un Mauro Bergamasco che ha rinunciato a tutte le altre opzioni (vedi schei, tanti schei) pur di rientrare in nazionale, e ha dato quello che ha dato a questa squadra, è una risorsa formidabile per tutto il movimento italiano e la federazione farebbe un grave errore a non valorizzarlo. Idem per altri giocatori quali Bortolami o più in là Sergione Parisse…….

  10. 2arpo1 11 Marzo 2014, 22:28

    GRANDE MARCOOOOOOO

  11. gian 12 Marzo 2014, 17:56

    solita ottima analisi, io aggiungerei un particolare, l’inghilterra ha fatto tutto il suo, al galles sono cadute quelle 2/3 palle che, se anche non potevano girare la partita, sicuramente avrebbero tenuto i dragoni a distanza ravvicinata e a quel punto la punizione di troppo o il guizzo dell’ultimo minuto avrebbero potuto cambiare la storia di questo 6N, in questo trovo debole l’inghilterra, ha un ritmo impressionante, ma non riesce a cambiarlo (anche magari rallentandolo o giocando territorialmente), quindi se qualcuno tiene il passo, poi magari la supera di un’incollatura

  12. fabiogenova 12 Marzo 2014, 20:29

    Marco, è curioso che tu attenui l’importanza della touche, proprio tu che ne sei il Professore. Con un buon pacchetto di mischia squadre fisicamente esuberanti riescono a trovare soluzioni di gioco dalla touche a partire dall’impegno di un certo numero di avversari nella maul. In ogni caso, ti aspetto per l’analisi della nostra vittoria contro la rosa d’Inghilterra! 😉 Dio lo volesse….

Lascia un commento

item-thumbnail

Come i Wasps hanno costruito la loro straordinaria stagione

Andrea Masi racconta la trasformazione della squadra più in forma del momento: da due vittorie nelle prime otto alla finale di Premiership

19 Ottobre 2020 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

Andrea Masi: continuo a lavorare (da casa) per i miei ragazzi e per i prossimi obbiettivi

La nostra firma eccellente ci racconta come sta gestendo i giovani dell'Academy U18 e ci dà un'anticipazione sul suo futuro

7 Aprile 2020 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

Il rugby alle sue radici: Andrea Masi ripercorre il Mondiale

Nuovo appuntamento con la rubrica dell'ex azzurro, che ci offre il suo punto di vista sulla Rugby World Cup conclusa da poco

14 Novembre 2019 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

La testa, le mani, i piedi: con Andrea Masi analizziamo la costruzione di un giocatore professionista

Come lavora la Academy under 18 degli Wasps con i propri giovani prospetti

28 Gennaio 2019 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

Moduli e schemi nel rugby: le tattiche più usate nella palla ovale

Andrea Masi apre una finestra sulle strutture di gioco più comuni al giorno d'oggi nel nostro sport, tra opportunità e rischi

13 Luglio 2018 I nostri esperti / A bordo campo
item-thumbnail

Andrea Masi ci riporta a Edimburgo: cosa resta di Scozia-Inghilterra

Le scelte criticate di Jones, una panchina inglese meno efficace del solito e la bravura scozzese nei punti d'incontro

4 Marzo 2018 I nostri esperti / A bordo campo