Il lunghissimo viaggio tra Francia e Italia, due mondi lontani

Marco Pastonesi parte da Lione e dal 1954 per raccontarci perché il nostro movimento e quello transalpino sono ancora così distanti

COMMENTI DEI LETTORI
  1. kinky 12 Febbraio 2014, 15:26

    Ohhh quello in foto, invece di Jean-Pierre Rive assomiglia di più al marito della Carmen Russo!!!

  2. Giovanni 12 Febbraio 2014, 15:43

    E’ l’angelo biondo Jean-Pierre Rives e quella maglia della Francia, “le coq sportif”, mangia in testa a qualsiasi divisa di oggi.

  3. cassina 12 Febbraio 2014, 15:43

    Grazie kinky per il commento! hai messo un pò di simpatia ad un articolo pregievole ma che, mi scuserà Pastonesi manca di una premessa fondamentale, ovvero: parlando dell’europa, il rugby (tolti gli anglofono e francesi) è uno sport semisconosciuto; c’è poi un paese nel quale senza diventare un “grande paese del rugby” cugino della Francia si è verificato un fenomeno strano, quello delle onlus del rugby che facendo miracoli si confrontano con i “paesi del rugby”. E via l’articolo, da qui in avanti si parli del mezzo secolo che ci separa….

    viva le onlus del rugby ovviamente.

    • Giovanni 12 Febbraio 2014, 15:49

      A voler essere completi fino in fondo, c’era anche un Paese che agli inizi degli anni ’80 batteva la Francia in un TM, nello stesso periodo in cui l’Italia perdeva i confronti con la Francia A: si chiama Romania e non entrò nel 6N, 20 anni prima di noi, un po’ per motivi politici, un po’ per motivi economici (fare shopping nel weekend a Roma è un po’ più gratificante che farlo a Bucarest).

      • cassina 12 Febbraio 2014, 15:54

        Caro Giovanni, quando scrivevo la risposta pensavo proprio questo, forse faccio un torto ai rumeni a non ricordarli, si! onore al rugby rumeno!

        poi la buona talvola e lo shopping nelle strade di Roma hanno fatto il resto!!! concordo!!!

        • AK-47 13 Febbraio 2014, 23:53

          Jean-pierre rives in Romania in un test match lascio in campo delle costole ed uscì in barella. La romania non è mai entrata nel 6nazione per i seguenti motivi: gli inglesi odiano i romeni, in romania nel periodo del sei nazioni fa freddo e nevica molto, motivi politici, motivi economici. Cmq vi consiglio di farvi un giro a Bucarest. Rimarrete sbalorditi.

        • AK-47 14 Febbraio 2014, 00:03

          E per essere corretti e dirla tutta, nel blocco del est il professionismo era abitudine consolidata. Gli atleti erano inquadrati come funzionari pubblici o nelle forze dell’ordine, ma in realtà non facevano altro che sport.

        • San Isidro 14 Febbraio 2014, 02:11

          @AK,
          hai ragione, i motivi per cui la Romania non è entrata nel 6N sono diversi, tuttavia la faccio sempre semplice, nel senso che il livello del loro rugby probabilmente era un gradino sotto al nostro (nonostante i rumeni a volte ce le abbiano suonate prima del 6N)…diciamo che noi, qualitativamente parlando, eravamo i più destinatati all’ingresso del 6N…poi ovviamente quello che dici è vero, ma l’Italia aveva la precedenza…
          Comunque il rugby rumeno vanta di tradizioni solidissime (il loro primo campionato è datato 1914, una quindicina d’anni prima che cominciasse il nostro)…la nazionale rumena però in questi ultimi anni sta calando, la Georgia invece sta migliorando per quanto riguarda i Paesi europei dell’est e occhio alla Russia…
          Non sono mai stato a Bucarest, ammetto che il fascino decadente delle capitali dell’est mi attira, perchè dici che rimarremo sbalorditi? In senso positivo o negativo?

          • AK-47 14 Febbraio 2014, 12:51

            In senso positivo intendo. Non per niente era chiamata la Parigi dell’est. E nel sud del paese l’influenza austriaca e molto lampante, sopratutto nello stile architettonico. Non e un fascino decadente. 50 anni di dittatura comunista si son fatti sentire. Ma parliamo cmq di una metropoli da 2 milioni e passa di abitanti. Ti consiglio di farti un giro. Ne sarai soddisfatto. Tornando al rugby, su chi lo meritava si più, beh difficile pronunciarsi. La Romania batteva con regolarità i francesi. La giostra si e rotta nel 89. E fino a qualche anno fa anche l’Italia se la doveva sudare non poco. Le prestazioni calano perché non si e nel giro buono, perciò pochi soldi. E devi combattere il calcio. Se facessero così: l’ultimo del 6 nazioni retrocede e lascio il posto al vincitore del 6 nazioni B cangerebbe la musica. Perché significherebbe esporre tutti al rischio di una pessima figura. Ti immagino che smacco per gli anglosassoni lasciare il posto a qualcuno del est? Apriti celo!!!

  4. ernesto 12 Febbraio 2014, 17:10

    Mi sta molto bene elogiare la profonda e sincera cultura rugbystica francese. Le “sbrodolate” sulla marsigliese e lo stile dei cugini rimango molto più freddo.

  5. Andria 12 Febbraio 2014, 17:20

    Poi la Francia è quel guizzo, quello schizzo, quel ghiribizzo, è l’immaginazione al potere, com’era scritto sui muri della Sorbona nel 1968, e allora in quella circostanza non si parlava di rugby, l’imprevedibilità sul campo, l’impossibilità di essere normali, regolari, schematici, infatti con tre guizzi, cioè due schizzi e un ghiribizzo, domenica ci hanno rifilato tre mete in dieci minuti.

    Applausi, Marco!

    Solo che con Filippo Novembre vanno in direzione opposta.

    Forse fan bene in fin dei conti dopo anni di imprevedibilita` voglion provare a giocare come le altre 4 delle isole…
    Ma non e` piu` la Francia, per me modello di latinita` applicata al Rugby.

    Senza la loro fantasia al potere il Rugby dell’emisfero Nord e` in involuzione e secondo me ha poco da sperare ai prossimi mondiali.
    A meno di non vedere una di loro 4 (le 3 isolane forti e i cugini) giocare una partita perfetta dietro l’altra…

  6. AleGialloNero 12 Febbraio 2014, 17:24

    Dal 1910 al 1954 la Francia si è fatta parecchi “5 Nazioni” e trionfando un pugno di anni dopo. Mi piacerebbe sapere come diamine ha fatto, senza ancora una Scuola Rugby…

    • San Isidro 12 Febbraio 2014, 19:19

      la Francia però dal 1930 al 1947 è stata esclusa dal torneo…è stata riammessa definitivamente dal 5N 1948…

      • Antani 12 Febbraio 2014, 20:53

        Non vorrei dire una boiata, ma mi pare esclusa perché tacciata di professionismo “ante litteram”, tra l’altro…

      • AleGialloNero 13 Febbraio 2014, 09:03

        Ero a conoscenza di quei 17 anni di esclusione, ma manca ancora una risposta alla mia domanda… Negli altri 27 anni, per aver avuto il privilegio di essere annessa alle altre 4N, come ha fatto la Francia ad avere avuto una Nazionale altamente performante senza uno straccio di scuola rugby?

        • San Isidro 13 Febbraio 2014, 13:47

          si, hai ragione, ma la farei più semplice: la Francia era la nazionale più forte dopo le 4N ed è stata annessa…non ci dimentichiamo poi che a Parigi già dagli anni ’80 dell’ ‘800 si masticava rugby e hanno avuto tutto il tempo per allestire un buon movimento…il campionato francese è il più antico del mondo, risale al 1892…di conseguenza quando la Francia è entrata nel 5N aveva alle spalle 17 anni di rugby di club che comunque hanno aiutato ad allestire una buona nazionale…

  7. cicciopasticcio 13 Febbraio 2014, 10:48

    ” Più che associazioni sportive dilettantistiche, le società italiane di rugby sono delle Onlus.”

    questo è purtroppo vero. non è più sufficiente e coerente.e se veramente non ci fosse un futuro per la celtic, allora quelle decine di milioni spesi, saranno stati spesi male.

    • malpensante 14 Febbraio 2014, 10:49

      Spesso i maggiori contribuenti delle onlus più eccellenti sono i giocatori e i fornitori non pagati.

  8. giobart 13 Febbraio 2014, 13:22

    Sarà che siamo delle Onlus, sarà che ancora è difficile entrare nelle scuole, ma sicuramente non mi viene da cantare la Marsigliese al posto dell’inno di Mameli!!!!!

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