Un pezzo della Genova ovale per portare il rugby a Fiumicino

Marco Pastonesi riprende il suo giro d’Italia e la prima tappa del 2014 ha i colori rosso e blu

COMMENTI DEI LETTORI
  1. balanza 21 Gennaio 2014, 16:26

    belle battaglie a fiumicino…. ci si vede il 2/2 😉

  2. soa 21 Gennaio 2014, 17:08

    Si vede che il rossoblù porta bene 🙂

  3. Katmandu 21 Gennaio 2014, 18:09

    “….latitanza del Comune” ma perché non mi suona affatto nuova questa cosa?
    OT si sa qualcosa di quelli del fedriciana? O degli altri salentini sfrattati dai “baeoneri tondi”?

    • koinedialektos 23 Gennaio 2014, 12:56

      Buon giorno,
      ti fo un’estrema (non è vero) sintesi di quanto so:

      – Svicat Consolini Lecce, ex Campi Salentina. E’ l’unica società del territorio a giocare attualmente in serie B. Gode di una simbiosi con l’US Lecce Calcio. Forte delle sponsorizzazioni e della spendibilità del solvibilissimo proprietario, può fare molto bene. Sa toccare le corde amministrative. Ci si aspetta un movimento giovanile all’altezza, magari in un futuro prossimo.

      – Torremaggiore (Falchi). La società cresce tra mille difficoltà, sembra che ci sia un accordo di massima per terminare il calendario di casa al campo comunale S. Sabino, fino a poco fa un erbario colmo di buche e attualmente una spianata in brecciolino (o ghiaino, per i toscani). Il comune osteggia.

      – San Severo. Società appena depositata in FIR, non è stato reso pubblico l’organigramma.

      – Manfredonia (Sharks). Società appena depositata, si allena in una specie di incolto con il sostegno di una sezione di partito (alle volte gli ideali, a quanto pare, sono messi in pratica) e di alcune personalità locali della Polizia di Stato. C’è un obiettivo di recupero giovanile, cosa molto bella soprattutto in questo territorio martoriato dalla disoccupazione e dalla ludopatia, per non parlare della cronaca nera.

      – Cus Foggia. Raccoglie tutti gli under provinciali, anche se tesserati altrove. Non ha alcun rapporto con l’amministrazione pubblica (meglio così, visto che non passa giorno senza leggere di amministratori che si pagano da soli diarie, straordinari e quant’altro – proprio ieri è emerso che un laido ha fregato 100mila euro). La squadra patisce lo scarso affetto della dirigenza Cus, che nemmeno va a vedere le partite casalinghe. Ha un campo erboso e spogliatoi più che dignitosi. Oltre a non avere soldi se non per le trasferte e il terzo tempo, non può curare la sponsorizzazione nè il marketing o l’acquisto di materiali senza passare dal famigerato ufficio economato, dove gli attendere prego non si contano più. Forse la squadra con meno tifosi tra quelle che abbia mai visto. Spesso è più la gente in campo (panchine escluse) di quella in tribuna (400 posti).

      – Draghi BAT. Felice realtà della “sesta provincia”, dove pullulano gli allenatori e gli under. Ha due squadre di draghetti e un grande bacino scolastico ove attingere. Conserva un accordo con il comune di Barletta per l’utilizzo del campo comunale Lello Simeone, un ex velodromo con un rettangolo di gioco molto piccolo ma un pubblico che non manca mai di incoraggiare la squadra.

      – Lavello. Gruppo con uno sparuto numero di under, non ha la I squadra.

      – Potenza. Di recente staccatosi dal Cus, gioca in un campo erboso e spesso pesante. Movimento in crescita.

      – Oppido Lucano. Società senza I squadra ma con una under 16 formidabile, per i canoni territoriali. Promette molto bene, a scanso di emigrazione universitaria futura.

      – Matera. Società giovanissima, paga un numero esiguo di tesserati che si nota con l’incedere della stagione agonistica, tra infortuni e imprevisti.

      – Tigri Bari. La società più “antica” del territorio, ha sede (e gioca) nel vecchio stadio dell’ AS Bari di calcio, sede condivisa con altre società, con la Fir Puglia e altri comitati regionali del Coni. Un movimento molto avviato e attualmente tra due cicli. Vi giocano infatti alcuni “anziani” e si affacciano under promettenti.

      – Monopoli (i Polpi). Gioca sul sintetico, è la squadra presieduta fino all’anno scorso dall’attuale presidente del comitato regionale Fir. I squadra piena di risorse, under molto promettenti. Sicuramente uno dei migliori movimenti giovanili del Sud. Tifoseria giù più numerosa.

      – Omnia Bitonto. Società giovanissima, raccoglie anche giocatori di società ormai sparite come il Bitritto.

      – Granata (gioca a Sammichele di Bari ma nasce dalle ceneri della summenzionata (da te) Federiciana di Gioia del Colle). Società nuovissima, grintosa e ben equipaggiata. Movimento giovanile agli albori. Spero mantenga una “casa”, visto che ovunque i comuni privilegiano squadre di pallone (il calcio è tutt’altra cosa) di fronte a realtà consolidate come hockey su pista, pallamano, volley, basket o all’aperto come rugby e baseball.

      – Trepuzzi. La squadra probabilmente meglio organizzata del territorio, sempre in crescita, campo di proprietà. Una realtà felice, anche se, purtroppo, i rapporti con il comitato regionale non sono sempre idilliaci. Probabilmente il modello di società da seguire per chi vuole gestire una squadra di rugby come si deve al Sud.

      – Del Taranto conosco poco.

      – Ex Cus Lecce. La squadra è splittata in due realtà. Una gioca a Lecce e l’altra ad Aradeo. Con la divisione, tecnicamente, non ci ha guadagnato nessuno.

      – Camarda Bernalda. Squadra che quest’anno non si è iscritta alla serie C seniores. Non conosco molto delle vicissitudini, spero che l’anno prossimo tornino compatti a calcare i campi regionali. Ha presato giocatori a diverse altre società agonistiche.

      – Una menzione d’onore va resa al movimento giovanile di Cosenza, numerosissimo nei tesserati e nei risultati positivi. Laddove la geografia pone dei limiti, a quanto pare, una gestione sportiva oculata sta ponendo rimedio.

      Dopo questa (falsa per lunghezza) sintesi, sommaria nei contenuti, vorrei commentare due aspetti tragici. In realtà con fortissima disoccupazione atavica, dove cioè l’industria non ha attecchito profondamente, languono le sponsorships. Ci sono squadre con diversi aiuti economici ed altre completamente abbandonate al proprio destino, spesso gravate da guerre tra poveri anzichè favorisi vicendevolmente con movimenti giovanili comuni. Senza fare nomi.
      E’ altresì dolente la regola della penalizzazione dei seniores giocanti per società i cui under non facciano attività federale. Non è un caso che alcune società cambino ragione sociale. Le classifiche sono un po’ bugiarde, a guardarle nel peloton.

  4. mezeena10 21 Gennaio 2014, 19:30

    tanti bei discorsi sul valore educativo del minirugby e stiamo qui a bullarci per una vittoria dell’ under 6!!!
    mah!

  5. Bobo 21 Gennaio 2014, 22:13

    Caro mezeena10, sono Roberto Bennardello, quello che secondo te si bulla di una vittoria. Non vedo perché dovrei essere triste se i piccoli U6 hanno vinto a Treviso. A parte questo, a mio avviso la tua analisi è incompleta. Dall’articolo si evince che a Fiumicino, dal nulla, grazie alle persone citate (me escluso che sono di recente ingresso in società), è nata una realtà importante, importante non per i risultati sportivi (dei quali comunque andiamo orgogliosi!) ma per gli aspetti di socialità e spirito di appartenenza. Se di tutto l’articolo hai colto solo la mezza riga sui risultati sportivi…beh, forse è perché tu badi solo a quelli. Prova a rileggerlo: si parla di comunità, di famiglia, di voglia di stare insieme al di là dello sport, di spirito di appartenenza. Tutte cose che col punteggio hanno nulla a che vedere.
    Un abbraccio

    • mezeena10 22 Gennaio 2014, 07:47

      ma guarda che di realta come la vostra è piena l’ italia! conosco direttamente persone che han fatto quanto se non di piu quello che fate voi, in periodi molto pioneristici senza il minimo aiuto e senza manco un campo dove allenarsi!
      ho postato un articolo che sintetizza al meglio cio che dovrebbe essere il minirugby per i bambini! gioco che va oltre il risultato, la prestazione sportiva, la vittoria!

      • mezeena10 22 Gennaio 2014, 07:48

        e non ho detto assolutamente che il signor bennardello si bulla di una vittoria, anche perche non so manco chi è!

    • mezeena10 22 Gennaio 2014, 07:49
  6. San Isidro 22 Gennaio 2014, 01:53

    Bella storia, complimenti a tutti quelli che ci hanno creduto, a partire da @Bobo qui sopra…essendo di Roma mi fa soltanto che piacere il fatto che si investa in progetti ovali in zone che prima non avevano nulla a che fare con il rugby…in provincia le roccaforti della palla ovale erano solo Frascati, Segni e Colleferro (paesi che hanno dato fior di alteti di spessore al rugby romano, laziale e nazionale), una buona tradizione c’era anche a Ostia e Civitavecchia…negli anni molti altri centri intorno alla capitale si sono aperti al rugby, sul litorale ne sono l’esempio Anzio (con ben due club: l’Anzio e la Neroniana Anzio), Torvajanica (che nelle ultime stagioni è diventato Pomezia/Torvajanica per rappresentare anche la cittadina vicina) e appunto Fiumicino…continuate così ragazzi! E fatevi valere nei derby marittimi con l’Ostia! (che se non erro dal 2011 è rinata come Nea Ostia…anzi non so se esiste ancora la Roma Mare che nacque proprio nel 2008 sulle ceneri dell’Ostia e si stabilì ad Acilia)…io contro l’Ostia c’ho sempre perso, sigh…

  7. Bobo 22 Gennaio 2014, 08:26

    Signor mezeena10, il fatto che l’Italia sia piena di realtà come la nostra, se non migliori, non ci toglie la soddisfazione di ciò che è stato fatto qui. Non comprendo questo atteggiamento disfattista e ostile. Siamo fieri di noi stessi come di chiunque sappia fare altrettanto.
    Con questo la saluto e le auguro buon rugby, sempre che lei se ne occupi anche sui campi oltre che on line

    • mezeena10 22 Gennaio 2014, 09:05

      ma ostile e disfattista de che scusa??? ho fatto un semplice commento, una mia idea personale, che poi sia condivisa da altri operatori del settore non puo che farmi piacere..
      non ho detto che ci son realta migliori, tantomeno ho sminuito il vostro buon lavoro..
      dove ha letto del disfattismo da parte mia???
      io del risultato me ne infischio, soprattutto quando si tratta di bimbi che si avvicinano o iniziano a praticare questo sport! legga l’ articolo che ho postato cortesemente!
      concludo dicendo che a quasi 40 anni gioco ancora in C1, collaboro con la mia societa per educare i bimbi del settore giovanile e son cresciuto in un paese che è, insieme al galles, l’ unico dove il rugby è sport nazionale!
      non capisco poi questa permalosità, uno non puo esprimere un parere personale senza venire tacciato di disfattismo, ostilita, superbia o quant’ altro? personalmente il risultato dei bambini dell’ under 6 non lo avrei mai sottolineato, personalmente, io, me stesso medesimo!
      g. burray saba, mi puo trovare sui campi di olbia o alghero!
      cordiali saluti!

  8. steve 22 Gennaio 2014, 11:16

    Una parola per @Bobo (Roberto Bennardello). Ti scrivo dalla città che, per fortuna e per merito, attualmente è la più rugbistica d’Italia, sia per il recente primato in classifica, dopo decenni di lacrime, che per la tradizione/pubblico che accomuna tutta la società cittadina.
    Volevo complimetarmi con te per avere dato avvio al tuo “progetto educativo”. Al giorno d’oggi c’è veramente un gran bisogno per i giovani (uomini e donne di domani) avere dei punti di riferi mento educativi forti e sani, come ad esempio quello dell’attività sportiva in generale, e del rugby, soprattutto in particolare.
    Questo vostro progetto (educativo), a cui ogni essere umano adulto è chiamato a rispondere,vi rende merito di poter sedere alla stregua di tutti quelli che nel lontano passato, nel passato prossimo e nel presente hanno svolto lo stesso servizio.
    Con questo vi auguro i migliori risultati umani, prima che sportivi, e se per caso passate da queste parti sarebbe bello che ci veniste a salutare, in fondo abbiamo le maglie delle stesso colore e una foto del vostro gruppo con per sfondo la Tribuna Quaglio sarebbe un bellissimo ricordo oltre che di buon auspicio.

Lascia un commento

item-thumbnail

Alcool, pittura fresca, discorsi e panini da ko: quando il rugby fa autogol

Fallimenti, papere, disastri, gaffes, guai, disfatte ovali. Antologia di Marco Pastonesi

item-thumbnail

La Rugby World Cup 2011 raccontata da Marco Pastonesi

Settimo appuntamento con le letture tratte dal libro "Ovalia. Dizionario erotico del rugby"

item-thumbnail

La Rugby World Cup 2007 raccontata da Marco Pastonesi

Continua il nostro viaggio attraverso la storia della Webb Ellis Cup con le letture della nostra prestigiosa firma

item-thumbnail

La Rugby World Cup 2003 raccontata da Marco Pastonesi

Quinto appuntamento le letture tratte dal libro "Ovalia. Dizionario erotico del rugby"

item-thumbnail

La Rugby World Cup 1999 raccontata da Marco Pastonesi

Quando la Coppa del Mondo si trasformò da "teatro per eroi dilettanti, a palcoscenico per attori professionisti".

item-thumbnail

La Rugby World Cup 1995 raccontata da Marco Pastonesi

Terzo appuntamento con le letture tratte dal libro "Ovalia. Dizionario erotico del rugby"