Entusiasmo e penalizzazioni: la Serie A femminile, un movimento che cresce zoppicando

Torneo iniziato con una nuova formula. Ma non mancano dubbi e discussioni. Ne parliamo con Maria Cristina Tonna

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Tanito Tikaram 17 Ottobre 2013, 08:19

    Buona intervista. Brava Tonna e in bocca al lupo a tutto il movimento femminile. La mia impressione (dall’esterno) è che in questi ultimi anni il numero di giocatrici in Italia sia lentamente ma progressivamente aumentato; se così fosse non si potrebbe parlare di crisi del nostro rugby femminile, anzi. Forse c’è stato solo un eccesso di ambizione, con alcune squadre che hanno tentato il passaggio dal 7s al 15 senza avere abbastanza giocatrici

  2. Katmandu 17 Ottobre 2013, 08:41

    Allora parlo per esperienza personale, il salto di categoria è veramente impegnativo se non hai
    1 le qualità nei giocatori
    2 il numero di giocatori
    Soprattutto se si fanno gironi territoriali e non di merito, per un movimento in crescita sì ma che non ha ancora trovato la sua giusta dimensione
    Ora spiegatemi quanto possono crescere delle atlete che si vedono sospendere la partita a metà per mancanza del numero minimo di giocatrici, o le ragazze che perdono con oltre i 70 punti di scarto
    Non si impara nulla, inutile che mi vengono a raccontare la storia dell’orso, dell’entusiasmo, la crisi economica etc etc ma prima la crisi non c’era? Le trasferte non erano lunghe? L’entusiasmo era meno? Dai la signora dovrebbe dire che hanno sbagliato ad aumentare le squadre.
    Personalmente parlando il primo anno di serie c ci hanno spedito in un girone territoriale e eravamo contenti se perdavamo di 30 punti! Ma in realtà ne prendevamo 50-80 ogni domenica, siamo cresciuti quando hanno fatto i gironi di merito
    Non è la quantità che fa crescere il movimento ma la qualità e la federazione serve a questo, ora il discorso è se una del girone sud la mettevano al posto del gerundi cambiava qualcosa? Non penso quindi era meglio fare una seri b nazionale e festa finita, ma se anche in serie a guardano al risparmio senza cognizione di causa non serve a nulla

  3. crosby 17 Ottobre 2013, 08:54

    Condivido Kat!
    Poi…dico io…Come si fa a dire “brava tonna” che e’ l’artefice di questo disastro?
    Ha rilasciato un’intervista fatta di giustificazioni quando invece servono soluzioni.
    Il rugby femminile in Italia sta vivendo il suo momento peggiore e c’è qualcuno che e’ riuscito a complicare ancora di più la situazione.
    Senza parole.

    • Katmandu 17 Ottobre 2013, 09:02

      Non alt un attimo il rugby femminile non stà vivendo il suo momento peggiore, e i risultati delle nazionali e il fatto che ci siano più squadre in lizza per lo scudetto lo conferma, è il fatto di voler strafare se non si hanno i mezzi per farlo che fa male, da me si dice “farla fuori dal vaso”

  4. secondapescatrice 17 Ottobre 2013, 09:31

    Penso che il rugby femminile in questi ultimi anni abbia avuto un veloce incremento di giocatrici e quindi di squadre, penso che sia ovvio che ora come ora avere “qualita’” e “quantita’” sia un’utopia!
    E’ anche vero che con questa crisi economica ci sia ancora piu’ difficolta’ a gestire un’intera stagione…penso che le storiche soceta’ abbiano colto al volo l’occasione di spendere meno in trasferte creando così questi due gironi territoriali, spero che le nuove soceta’ non abbiano chiesto anche loro di creare questi due gironi altrimenti era un suicidio gia’ preventivato!
    O forse la crisi ha messo d’accordo tutti…mah!?

  5. alex 17 Ottobre 2013, 09:52

    io penso che finchè non ci sarà una cultura del rugby femminile che parte dal lavoro nelle scuole di TUTTA Italia la cosa non cambierà. Oltretutto la mancanza di under 14 fa si che tutto lo sforzo fatto per portare bambine al minirugby diventa inutile, dopo la 12 non si può pretendere che si fermino o che si allenino per non giocare mai una partita per due anni! è così che la maggior parte se ne vanno, bisogna fare uno sforzo in più, la FIR decidersi a fare qualcosa di serio, tipo obbligare le società con grandi numeri ad avere una femminile per poter far giocare le maschili ad alto livello come si era fatto con il minirugby qualche tempo fa ma….la FIR ha veramente interesse a far crescere il femminile?? io ho parecchi dubbi in merito….

  6. GiorgioXT 17 Ottobre 2013, 09:57

    Come si fa a difendere una scelta che è chiaramente deleteria , e che non ha nessun scopo di sviluppo ma solo di riduzione dei costi?
    Diciamo la verità , alla FIR erano preoccupati che qualche squadra rinunciasse per i costi di trasferta e così “rovinare l’immagine” di movimento in crescita. però non hanno pensato di trovare lo 0,1% di quanto spendono per “l’alto livello” che sarebbe bastato ampiamente a pagare le trasferte di tutte le squadre … nè a destinare anche solo un terzo dei soldi del “progetto scuola”…

    • Tanito Tikaram 17 Ottobre 2013, 10:04

      Lo 0,1% del budget per l’alto livello avrebbe ripagato “ampiamente” tutte le trasferte? Mi sembra un poco esagerato, dai. Cos’hanno, un budget di 40 milioni di euro?

      • nonno1 17 Ottobre 2013, 10:25

        Si, più o meno siamo a questi livelli.
        Non sarei però così negativo.
        Il movimento femminile negli ultimi 5 anni ha fatto passi da gigante sia in termini di qualità dell’alto livello (i risultati della nazionale) sia in termini di quantità con la scelta azzeccata di promuovere la Coppa Italia seven.
        E di questo va dato atto alla Tonna che ne è la principale arteficie.
        Dipendesse da lei credo che quanto suggerito da GiorgioXT sarebbe cosa fatta. Comunque perdere di 70 punti alla prima esperienza di rugby vero ci sta e a mio parere serve .
        Diverso e perdere di 180 punti: vuol dire che le squadre giocano due giochi diversi e questo andrebbe approfondito

        • Elena 17 Ottobre 2013, 10:46

          Quando una squadra è alla seconda partita di sempre nel XV e l’altra è una realtà storica e affermata con tanto di giocatrici in nazionale c’è poco da chiarire. E’ quasi come prendere 15 ragazzini a caso e farli giocare contro l’U20 del Benetton. Finchè questo è il numero delle squadre dividere in due la serie A è quasi impensabile, ci sarà questo momento di transizione in cui si vedrà di tutto, quando ai nastri di partenza ci saranno almeno 18-20 squadre si potrà parlare di differenziare le serie e allora si arriverà a risultati più umani. E per quanto riguarda i soldi, ricordiamoci che squadre come il Paese hanno dovuto rinunciare alla serie A per mancanza di sponsor, come possiamo pretendere che una squadra femminile alla prima partecipazione ne trovi in abbondanza? Facendo un paio di rapidi conti raramente scenderebbero sotto i 1000€ a trasferta.

          • Katmandu 17 Ottobre 2013, 12:22

            @ elena ma ti pare normale far competere nello stesso girone 15 ragazzini a caso e l’U20 di TV? no se le ragazze (che hanno bisogno di tutto il sostegno possibile) perdono contro una squadra che fa oggettivamente un altro sport mi spieghi, a tuo modo di vedere, dove stà il buon lavoro della frderazione?
            E poi che centra paese, paese non si è iscritto in serie a per motivi finanziari, qua si parla di una (meglio dire) più squadre che hanno avuto la volontà di iscriversi ad un campionato fuoricategoria
            È come dire prendo paquiao e lo spedisco sul ring contro kitchko (fai tu quale dei due non cambia) il 7 e il 15 non sono lo stesso sport
            Se si vuole investire seriamente il un progetto del genere la fir doveva cacciare i soldini per rimborsare al 50% i costi di trasferta delle squadrea per fare una serie B, inserire squadre a caso in gironi a caso si sapeva che veniva fuori una cosa del genere
            La squadra che subisce una valangata di punti non impara nulla, la squadra che li fa non viene veramente testata, morale tutti scontenti e in più ci son le botte che con le sconfitte fan più male

          • Elena 17 Ottobre 2013, 12:43

            @Kat. Il campionato per la loro categoria al momento non è possibile farlo. Come dici anche tu, se la federazione investisse qualche euro per aiutarle si potrebbe fare, ma si sa bene che da Roma non cacciano un soldo. Secondo quello che scrivi tu allora dovremmo impedire a queste ragazze di fare lo sport che amano solo perché non sono a livello con chi gioca da anni. E’ vero, il buon lavoro da parte della federazione forse non c’è, ma non è giusto che per questo venga impedito alla gente di giocare. E giusto per fare un esempio, quando giocavo a basket in categoria U19 noi di una squadretta di provincia malconcia ci trovavamo a giocare contro la Reyer Venezia, 150 punti a botta. Ma non ci importava nulla, eravamo solo felici di poter fare ciò che ci piaceva.

          • Elena 17 Ottobre 2013, 12:48

            L’esempio di Paese conta perché se tutte le squadre femminili avessero abbastanza soldi per poter tranquillamente sostenere le trasferte in tutta Italia credo che non esiterebbero un secondo a chiedere di dividere i gironi su base meritocratica. Visto che per motivi finanziari non è possibile si accontentano di giocare con chi capita.

          • Katmandu 17 Ottobre 2013, 12:56

            @ elena tutti hanno il sacrosanto diritto di fare lo sport che amano, ma spiegami cosa vedi di positivo nell’interrompere le partite o nel perdere di 80 punti, come avrai letto sopra io per queste batoste ci son passato e non ho imparato nulla, non si impara nulla da una squadra che va al triplo della tua velocità massima, il rischio di perdere gente per strada è altisimo, ti dico solo che dalla prima che abbiamo giocato (persa 77-3) alla prima che abbiamo vinto avevamo mezza squadra che era diversa. non si hanno i numeri per fare certe cose? non si fanno si organizzano altre competizioni ma così è un massacro

          • Elena 17 Ottobre 2013, 13:24

            Kat, qui da noi si dice che a volte piuttosto di niente è meglio piuttosto. Il giorno in cui arriveremo a poter fare una competizione intermedia tra la Coppa Italia e il campionato a 15 sarà un gran giorno, ma niente nasce dall’oggi al domani. Quando a Roma si accorgeranno di avere abbastanza richieste per il 15 da poter fare variazioni, credo le faranno.

          • Katmandu 17 Ottobre 2013, 13:30

            @elena e da me si dice “peso el taccon de lo sbrego” (peggio rattoppare che lasciare il buco)
            Non ho la bacchetta magica ma i risultati son quelli un campionato spaccato a metà in e con poche patrite utili per la crescita delle giocatrici
            Sai qual’é la cosa che mi sembra peggiore? Che le ragazze che ci mettono la faccia son lasciate sole (almeno le squadre che non competono per lo scudetto)

        • Tanito Tikaram 17 Ottobre 2013, 10:52

          Avevo interpretato male, pensavo che GiorgioXT si riferisse all’ “alto livello” femminile, perciò quelle cifre mi sembravano spropositate. Probabilmente invece si riferiva all’ “alto livello” maschile o generale

  7. Silverfern 17 Ottobre 2013, 10:38

    Io vorrei sottolineare quello che, a mio modesto parere, è un aspetto positivo:
    cito testualmente ” E guardiamo con grande fiducia e simpatia a casi come quello del Rugby Umbria Ragazze: si tratta della prima e finora unica vera franchigia italiana”.
    Come spesso accade, le donne arrivano prima di noi maschietti.

    • Katmandu 17 Ottobre 2013, 12:31

      @silverfern non è vero che in questo caso le femmine son arrivate prima dei maschi le primi esempi di franchige che mi vengono in mente (grandemilano, romagna, zebre, crociati, granducato) ma per un motivo o pe l’altro non son mai arrivati a competere ad alto livello

      • Silverfern 17 Ottobre 2013, 15:04

        tutte società che non ci sono più, le zebre NON sono una franchigia, sono la squadra della FIR che gioca nel cortile di Dondi.
        I motivi per cui non ci sono più sono sempre stati economicocampamnilistici.
        Spero e mi auguro che le donne, che da questo punto di vista ci sanno fare più e meglio di noi, abbiano piùù fortuna.
        Inoltre, consentimi la mia opinione sul discorso di imparare dalle sconfitte poesanti.
        E’ sempre esistito, in qualsiasi sport, questo confronto, lo è nel basket (potrei citarti esempi a non finire di partite terminate con punteggi vicino al 200 ed avversari a 20 o 30) ed anche nel calcio.
        Personalmente (sono del 65) ho fatto le trafile nelle giovanili calcistiche della squadra della mia città, nel campionato allievi giocai una partita contro gli allievi del Bologna, capitanata da un certo Giancarlo Marocchi, il mio diretto avversario (ero un terzinaccio) si chiamava Roberto Mancini (yes, QUEL Mancini), alla fine del primo tempo stavamo sotto già 5-1 (per la cronaca 3 marcataure erano di chi sapete), ma era la normalità quando si giocava contro loro oppure il Modena.
        Era frustrante, è vero, ma anche altamente stimolante per noi: lavoro,lavoro,lavoro e sacrificio per poterli sfidare alla prossima partita.
        A nostra volta, trovandoci davanti squadre di piccole frazioni, capitava di infilare 8 o 9 reti a certi avversari, era (è) del tutto normale.
        Della mia squadra, poi, alcuni arrivarono in serie C ed uno fece qualche campionato in B.

        • Katmandu 17 Ottobre 2013, 15:20

          Ho sbagliato non volevo dire zebre (anche se la chiamano franchigia) ma aironi

        • nonno1 17 Ottobre 2013, 17:29

          Cose capitate un po’ a tutti: ma appunto prendevi 8 o 9 reti da certi avversari ma ne rifilavi altrettanti a certi altri: te la giocavi insomma.
          Perdere 191 a 0 vuol dire subire una trentina di mete in una partita; vuol dire una meta ad ogni azione considerando i tempi morti ed i minuti di gioco effettivo; vuol dire che con le squadre meno forti del girone, e ce ne è forse una, di punti se ne prenderanno 70 ; vuol dire non tenere mai la palla in mano per più di 1 minuto.
          Ovviamente, onore alle ragazze per il loro coraggio e speriamo che non mollino, ma sarà dura arrivare in fondo

        • frank 17 Ottobre 2013, 23:20

          veramente il Romagna esiste ancora e gioca in A1

  8. frank 17 Ottobre 2013, 11:05

    @paolo bella la foto delle Fenici!

  9. San Isidro 17 Ottobre 2013, 15:13

    Non seguo il rugby femminile, ma vedo che ci sono parecchi problemi in questo campionato…ma creare due serie per non mettere negli stessi gironi squadre di diverso livello?
    Scusate, so che il Gerundi è una squadra lombarda, ma dove giocano di preciso?

  10. Radagast 17 Ottobre 2013, 16:33

    Cassino (fraz Mulazzano) .. tra Paullo e Melegnano

    ..l’anno scorso si era proposta una serie B (ipotesi rugby a X) per le squadre principianti (magari con meno di 20/25 tesserati). A posteriori continuo a pensare fosse un buon compromesso. Per quanto riguarda le franchigie … prima di parlare riterrei necessario conoscere: già da qualche anno le realtà fuori dal veneto sono, di fatto, tali .. affermare il contrario è illusorio. Comunque pare evidente che anche la femminile, come tutto il rugby italiano, segue velleitariamente il campanile. Sono contento che almeno il meccanismo delle obbligatorietà sia conservato (io lo inasprirei persino) costringendo TUTTI ad investire su Juniores (anche per non falsare il confronto su base economica tra club). Ovviamente sono solo opinioni.

  11. parisdue 17 Ottobre 2013, 17:16

    Personalmente credo che la scissione territoriale del campionato sia stata una scelta intelligente, magari “sanguinaria” nel breve periodo ma votata alla crescita nel lungo. Chi pensa ad un range nazionale probabilmente non ha ben presente la difficolta’ che le società minori devono affrontare anche per ogni singola trasferta. Non sono passati in fondo nemmeno molti mesi da quando la storica (per zona e cultura) società del Paese Rugby maschile ha dovuto rinunciare proprio per il carattere “nazionale” del campionato di Serie A e quindi le costose (per le casse societarie) trasferte. Hanno scelto la B pur avendo meritato ancora la Serie A.
    Il campionato femminile in questa nuova formula troverà presto il suo equilibrio cosi’ come (ne sono certo) avvicinerà nuove componenti. E’ stato un passo necessario secondo la mia opinione.
    Ovvio che maggiori risorse dalla FIR credo sarebbero ben accette da tutte le società ma in mancanza d’altro…

  12. alex 17 Ottobre 2013, 17:16

    come ho detto prima Radagast l’obbligatorietà dovrebbe estendersi al femminile se veramente vogliamo che esisti un campionato femminile decente, ci sono squadre con più di 600 tesserati che non hanno neanche una bambina nel minirugby e che se chiami per avere informazioni ti “sconsigliano vivamente” e ti mandano in altre società, cosa provata da me per curiosità!

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