Australia, il malato non immaginario del Rugby Championship 2013

Con l’aiuto di qualche statistica, cerchiamo di capire cosa ancora non va nella banda McKenzie

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Andria 2 Ottobre 2013, 14:43

    Beh, a leggere bene l’articolo non dice nulla di sconvolgente.
    Basta partire dal fatto che si parla di un gruppo nuovo che vuol fare un gioco nuovo, che necessita di essere eseguito alla perfezione.
    Secondo me c’e` bisogno di piu` pazienza del solito e se la direzione e` giusta i capri piu` o meno espiatori saranno dimenticati, se la direzione e` sbagliata credo sia molto probabile se ne trovino altri.
    😀

  2. gian 2 Ottobre 2013, 14:51

    direi che nei primi 5 i problemi dei canguri sono abbastanza congeniti, almeno nelle fasi statiche, con buona pace di mckenzie, per quanto riguarda l’amalgama dei 3/4 mi pare che sia un po’ di tempo che si aspetta che tutti stì fenomeni, presi singolarmente è un dato di fatto, riescano a giocare insieme, il fatto che la somma dei singoli fattori sia inferiore al loro totale dovrebbe far suonare un campanello d’allarme in australia, questi ragazzi non riescono ad essere una squadra e al momento che scenderà il livello di talento, c’è il rischio di grossi guai.
    detto ciò aspetterei per darli morti, questi per essere sicuro di averli battuti devi leggerlo sul giornale il giorno dopo, come tutte le squadre di grande tradizione prima di essere superate, lotteranno come leoni

  3. Katmandu 2 Ottobre 2013, 15:28

    questo articolo sintetizza a pieno i miei post precedenti e li integra con le statistiche, a proposito un bel sito con statistiche più complete di it’s rugby qualcuno lo conosce? detto che comunque un periodo transitorio va concesso a qualunque allenatore (di più se si siede su una polveriera con un cerino in mano) i problemi aussie sono molto più profondi di quanto si crede. la mancanza di prime linee che oltre a correre placcano bene puliscano con efficacia i raggruppamenti e spingano come dei forsennati in mischia è la parte più critica e delicata del ragionamento. non ci sono a momento e investire sulla formazione di una ventina di priem e seconde linee ha bisogno di almeno 3-4 anni di tempo. quindi? la scelta come al solito è stata sbagliata a monte, l’unica squadra australiana che ha avuto la costanza di rendimento dalla prima giornata alla finale son stati i brumbies, allora perchè non chiamarlo ad allenare i wallabies? certo barabba aveva un credito enorme da spendere, ma propio il cambio di regolamento e il poco tempo per preparare il RC e soprattutto la troppa vicinanza al mondiale doveva far propendere la federazione australiana per tenere Denas
    Ma certe cose non si possono vedere, un numero 8 che si fa strappare la palla dalle mani da un mediano……, calci rimpallati….., piloni che si fanno 40 metri di campo senza che nessuno li tocchi (anche se il pilone si chiama Mtawarira)
    il malato è malato dalla testa e nopn so se mackenzie è l’uomo giusto per questo compito, uno che dichiara di non sapere come comportarsi con le nuove regole non dà un buona impressione alla squadra
    ps è sempre solo innegailmente qualunquemente colpa di deans

    • Andria 2 Ottobre 2013, 15:52

      Cazzarola pero`, d’accordo che sappiamo quanto Deans sia usato anche da chi non dovrebbe come capra respiratoria, pero` ” e soprattutto la troppa vicinanza al mondiale doveva far propendere la federazione australiana per tenere Denas” e` un passaggio che non condivido.
      Ormai quell’ambiente era davvero diventato tossico e forse dovevano cambiare prima, ma sempre meglio tardi che mai.
      Condivido invece il discorso sui piloni.
      In questo senso pero`: lo scorso finesettimana ho visto una mischia chiusa completamente dominata da quella avversaria.
      Era quella della Nuova Zelanda.
      Che ha vinto col bonus.
      A m preoccupano i punti d’incontro li’ i Wallabies stanno facendo pieta`, quindi quando punti il dito sull’incapacita` (anche) delle prime linee di giocare bene quella fase mi trovi d’accordamente comunquemente.

      • Katmandu 2 Ottobre 2013, 16:03

        il discorso su deans parte dal fatto che ad un allenatore ci vogliono almeno almeno 18 mesi per entrare in sintonia con un squadra nazionale, e non sono parole mie ma di Hansen riferito alla situazione sudafricana di un annetto fa, e le condivido.
        bene i tempi stringevano Deans con una squadra che aveva più cerotti di un ospedale è riuscito ad arrivare secondo al RC, a meno di sorprese barabba arriverà ultimo, un anno dopo, un anno in cui una squadra australiana è errivata in finale di SR. era una polveriera lo spogliatotio con deans, possibile più che probabile, ma li è stata la federeazione a non bastonare i giocatori, penso che il problema australiano non sia ridotto ad un allenatore e basta

        • Andria 2 Ottobre 2013, 16:39

          Non lo penso nemmeno io e 18 mesi alla fine ci sono tutti dai.
          Io sono anche dell’idea che quando sei a capo di qualcosa devi anche prenderti gli oneri, non soltanto gli onori e piu` in alto sei piu` responsabilta` hai e piu` te ne addosseranno quando andra` tutto male.
          Questo lo sapevi anche prima fa parte di quel tipo di lavoro.

          Sul bastonare i giocatori, anche qui, non so mica se funzioni.
          Sono piu` dell’idea che uno lavori bene quando lo fa in un ambiente che ti ci mette in condizione, quindi quando non hai altri pensieri e puoi concentrarti.
          La federazione ha fatto forse un po’ troppo la furba chi puo` dirlo, aveva un papabile capro ed ha semplicemente atteso.
          Questo non avvalora la tesi che avrebbe dovuto pestare duro. Credo invece sia giusto che queste responsabilita` se le prenda il commissario tecnico.
          Insomma a detta di Cooper, sfido chiunque a discutere la sua annata, stare fuori gli ha giovato per capire dove aveva sbagliato e fino ad oggi non ha deluso. (http://www.planetrugby.com/story/0,25883,3824_8944336,00.html)

          • Katmandu 2 Ottobre 2013, 16:58

            certo che più sali di gardo più responsabilità hai, questo è innegabile, dico solo che
            1 fa male vedere un australia senza mordente
            2 non so se barabba sia la persona più adatta a mettere a posto quello spogliatoio
            3 il peggio deve ancora venire (IMHO)

  4. madflyhalf 2 Ottobre 2013, 22:01

    C’è un po’ troppo pessimismo e forse in molti non conoscono anche qualche “semplice” dinamica di squadra.

    Dopo 6 anni passati a giocare con determinati sistemi, in particolare gli ultimi 2 pressoché identici e soprattutto completamente diversi da ciò che si sta provando ora, non è mai facile cambiare radicalmente strutture di gioco.

    L’Australia di Deans, dal 2011 giocava in modo conservativo e faceva del mantenimento prolungato il suo punto di forza. A quell’Australia, che comunque vinceva, non serviva segnare mete, vinceva con i piazzati.
    Oggettivamente in partite orrende.

    Non è che un gruppo di giocatori passi dal quasi battere i Lions schierando per 25′ nel primo test un openside flanker a 12, ad essere un branco di impediti!

    La cosa che salta più agli occhi è l’occupazione del campo nella sua larghezza, cosa che non avveniva con Deans (stavano molto vicini).

    La conseguenza logica, al di là di ciò che può succedere palla in mano, è che:
    – è completamente diverso portare il sostegno al portatore
    – è completamente diverso l’approccio alla ruck

    In questa fase di transizione è tutto enormemente più difficile, devono cambiare gli spazi orizzontali e verticali, deve cambiare il timing, deve cambiare anche l’uso del corpo.

    Questa squadra arriverà a giocare in modo diametralmente opposto al biennio 2011-2012, riacquisterà un gioco molto più simile al 2008-2009 di Deans.

    Dovrà passare tanta acqua sotto i ponti, ma già a fine novembre si dovrebbe vedere una squadra molto diversa.

    L’unica cosa che davvero preoccupa sono le mischie chiuse (ma già il ritorno di Robinson ha cambiato qualcosa) e come sta giocando il breakdown ora: cioè non lo sta giocando proprio ed è inacettabile.
    Ma è forse una scelta di non complicare ulteriormente la fase difensiva, meglio pensare prima al riorganizzo rapido, che già non è dei migliori, senza pensare a chi/quanti mettere in ruck.

    Tornerà Pocock e poi ci sarà da vedere cosa fare di Gill e Hooper…

  5. 22metri 3 Ottobre 2013, 02:23

    WALLABY!, cribbio, dai: http://it.wikipedia.org/wiki/Wallaby
    concordo con molte affermazioni qua sopra.
    Il problema della mischia ordinata non è recente, la diffusione del league fa sì che molti giocatori siano in grado di adattarsi agli altri ruoli, ma non facilita la crescita delle prime linee. La mancanza di un torneo nazionale di livello alto è un problema, ma anche questo non è nuovo.
    Guardando la situazione locale australiana semmai c’è da meravigliarsi come i wallabies siano riusciti a vincere due coppe del mondo… in nessuno stato il rugby è il primo sport, aussie rules e league si dividono le prime pagine, il sucker sta diventando sempre più popolare, poi ci sono quelli che giocano a cricket.
    Gli infortuni sono sì un fattore, Pocock ed Higginbotham sono giocatori di gran talento e Hugh Pyle ha fatto un gran bel torneo, ma sono in un’area dove forse non ci sono i maggiori problemi.
    Bisogna far girare la cerniera di centrocampo, Genia-Cooper sono la coppia preferita da Barabba, ma hanno bisogno di essere protetti a dovere dai compagni di squadra, come avviene nei Reds. Addossare la colpa al fatto che i giocatori non si sanno adattare al suo metodo di gioco non è il modo migliore per far gruppo.
    Barabba deve trovare soprattutto la continuità e scegliere il metodo di gioco, i test autunnali saranno una tortura, con una squadra stanca e demoralizzata e Domenica mi aspetto una vittoria dei pumas.

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