Rugby Championship, round numero due: il programma

Come ho detto ogni partita è a sè, ma facciamo un’analisi più approfondita che un pò rispecchia anche questo pesante risultato:
– le assenze di alcuni uomini-chiave, soprattutto di Lobbe, si sono sentite parecchio. Per me Lobbe ha un peso enorme nella squadra, in temini di leadership specialmente, un pò come quando da noi manca Parisse. Non voglio dire che c’è un’Argentina con Lobbe e una senza, ma la sua mancanza è stata determinante.
– assenza di uomini-chiave = coperta corta? Senza dubbio. Gli argentini hanno questo problema, non ci sono tanti giocatori validi per uno stesso ruolo. I vari Albacete, Lobbe, ecc. non credo avranno una carriera tanto lunga dopo la RWC 2015, ma alla fine l’Argentina, come detto più volte, ha una grande profondità del movimento. Il rugby di base e la formazione sono molto prolifici nella tierra de los Pumas, è un dato di fatto, basta vedere la grande quantità di atleti che vestono la maglia del Pampas XV, dei Jaguars o anche dei Pumas nei TM di Giugno o al Sudamericano. La nazionale maggiore può attingere da un bacino moto ampio. Ci sono già validissimi giocatori argentini che giocano in Europa e che ancora non sono nel giro dei Pumas che conta. Prendo l’esempio di Gabriel Ascarate, trequarti che si è messo in luce nei TM estivi del 2012 e da un piccolo club di San Miguel de Tucuman è andato la stagione scorsa a Carcassone in Pro D2, dalla prossima giocherà con i Glasgow Warriors. Insomma, la coperta sarà pure corta al momento, ma non vedo grossi problemi di rimpiazzo in futuro
– assenza di un torneo pro interno. Può essere un problema, ma neanche troppo. La maggior parte degli atleti che gioca con i Pumas milita in Europa, i giocatori che vengono dal domestic sono pochi, ma quei pochi, a mio avviso, se la sanno cavare molto bene (vedi Landajo, Senatore, Farias-Cabello, ecc), questo a testimonianza che i vari campionati argentini, seppure di un livello semi-pro, sono buoni. Affiancare sul campo ai giganti europei giocatori che vengono dal domestic fa riflettere. Inoltre vorrei lodare l’azzardo di Phelan di schierare fin da subito, in un torneo come il RC, ragazzini come Matera e Diaz (quest’ultimo ha iniziato a giocare a rugby a 15 anni!), per carità freschi si esperienza con i Pumitas, ma pur sempre inesperti per questi livelli. E lo stesso accadrà domani, dove a Mendoza esordirà tra le riserve il giovanissimo Tomas Lavanini dell’Hindu, anche lui pumita.
Altre due considerazioni sull’argomento:
1- nel 2016 l’Argentina parteciperà al Super Rugby con una o due franchigie e questo aiuterà molto in termini di crescita, chissà se saranno proprio quei giocatori emergenti che ora stanno facendo fortuna in Europa (come Ascarate) a comporre i futuri team professionistici argentini
2- la Vodacom Cup ha aiutato molto, ha fatto indubbiamente bene ai vari atleti del domestic argentino, li ha messi in luce anche per i Pumas o per i Jaguars. I giocatori argentini che fanno la Vodacom hanno potenziato le loro skills, si sono abituati a certi ritmi e ad un livello che sono superiori rispetto a quelli in cui abitualmente giocano. La Vodacom certo non è nè la Currie nè il Pro 12, ma è comunque un torneo di buon livello e affrontare le province sudafricane, seppur deapauperate degli atleti che fanno il Super Rugby, è un impegno probante
– l’esperienza dei Pumas al RC è una strada tutti in salita, il perchè lo sappiamo già, inutile dirlo. In generale non credo molto negli effetti-sorpresa, ma a questo punto penso che anche questo fattore abbia aiutato gli argentini a fare l’anno scorso un buon RC. Analogamente possiamo paragonarli all’Italia. Nellesordio assoluto al 6N abbiamo battuto la Scozia campione in carica, l’anno dopo abbiamo preso un sonoro 80-23 al Twickenham…direi che il percorso dei Pumas non è dissimile, però credo che gli argentini, al momento, hanno molti più mezzi di noi per affrontare questa scalata, seppur loro devono vedersela con SA, Australia e NZ…