Rovigo-Frati, è fatta. Ora c’è anche il timbro di Zambelli

Il presidente rossoblu annuncia l’arrivo del tecnico dei Cavalieri e del suo vice De Rossi. E mette le mani avanti su Zebre e Challenge

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Gianangelo 14 Aprile 2013, 11:34

    Mi sa che Prato è proprio alla frutta, peccato perché era l’unica realtà competitiva al centro-sud, questa è la testimonianza che per fare una società con solide basi ci vuol tempo, 4-5 anni ed essere già ai vertici è troppo poco, se si stufa quello che mette i soldi son “sassi”.
    A PROPOSITO DI SOLDI: FRATI, DE ROSSI, VOCI SU MEZZA SQUADRA DI PRATO….. TROVATO PER CASO L’ORO NEL DELTA?

    • steve 14 Aprile 2013, 15:53

      Siiiiiii! L’oro del Delta??!! Bella battuta, e ce ne vogliono per risollevare il morale qui a Rovigo…

    • barbin cursari 15 Aprile 2013, 10:58

      in effetti, sfumati i contributi federali per la challenge, non capisco da dove salti fuori tutto l’ottimismo di cui il nostro presidente fa sfoggio. ok frate e de rossi, ma i giocatori da prato non vengono per “na sporta de amoli” come diciamo dalle mie parti. non è che qualche nuovo finanziatore sia pronto ad entrare in società? mah, staremo a vedere.

  2. crosby 14 Aprile 2013, 12:21

    Mah…il Prato non e’ il primo caso.
    Diffidare sempre dagli imprenditori che dall’oggi al domani diventano presidenti di società di rugby italiane.
    Al 99% lo fanno solo per interesse proprio…vd. Abbondanza (presidente Roma, con l’obiettivo di trasformare il Tre Fontane in una struttura dedicata alla Formula 1 nel Gp di Roma)…vd. Villani (presidente Crociati, arrestato qualche mese fa per corruzione e peculato)…
    Magari il Presidente del Prato dimostrerà in pieno che mi sbaglio e non solo salderà tutti gli arretrati ma investirà in estate perché Prato continui a puntare sullo scudetto anche la prossima stagione…sono proprio curioso….
    Quanto a Frati e De Rossi a Rovigo, mi viene già da ridere.
    Diciamo che con questa stagione Rovigo ha esaurito il feed back dato da Brunello e Casellato.
    Polla Roux, da vero incompetente, ha lasciato scemare quello spirito da grande squadra che i due allenatori veneti avevano dato ai bersaglieri.
    Della serie, se fosse rimasto Polla Roux anche il prossimo anno, il 6.0 posto finale di quest’anno diventerebbe forse il 7.o o 8.o della prossima stagione.
    Frati e De Rossi, a mio avviso, faranno meglio dell’interdetto sudafricano ma lo scudetto a Rovigo non lo vincono neanche loro.

    • steve 14 Aprile 2013, 16:26

      A parte le offese pesanti a Pola sono d’accordo sulla sua nefasta presenza a Rovigo in queste ultime tre stagioni. Non sono d’accordo sul discorso che la squadra abbia esaurito il “feed-back”. Capisco la tua definizione e in linea di massima sono anche d’accordo, quello su cui non sono d’accordo è il fatto che l’ambiente rossoblu (ovvero il popolo rossoblu della città-stampa locale-sponsor locali e manifestazioni collegate alla squadra che qui hanno seguito, ma non hanno ridondanza Nazionale) non è morto, anzi è pronto a rispartire con rinnovata passione il prossimo campionato con Frati e/o chi per lui, perchè qui l’amore per i colori RosoBlu non morirà mai! Vedete, quello che risulta un mistero per il pubblico esterno a Rovigo, e qui invece è di una chiarezza cristallina, è che a noi interessa che i colori rossoblu vincano perchè ne siamo ferocenemente innamorati da 75 anni di storia, dove qui il rugby, e il suo spirito, è sempre stato l’unico sport praticato da sempre da tutta la popolazione della Città (e Provincia)per una serie di motivi lunga che adesso non sto qui a spiegare..Insomma il Rovigo per Rovigo è come la Ferrari, la Nazionale di Calcio, Valentino Rossi, Alberto Tomba, sono un “mito” e quando gareggiano ci si appassiona e si resta con il cuore in gola per tutto il tempo…
      Venendo alla faccenda dell’allenatore della RugbyRovigo: purtroppo il nostro Presidente (al quale andrebbero rivolte più ringraziamenti che critiche per tutta la passione, e non solo, che rivolge verso il Rovigo) ha fatto una scelta di opportunità e di “cuore” nel 2010 quando scelse Polla come allenatore del Rovigo. Una scelta paragonabile solo a quella della Ferrari nel ’91 quando arrivò Jean Alesi, notoriamente innamorato della Ferrari e idolo delle folle. Purtroppo però il pilota non fu in grado di riportare il titolo mondiale alla Ferrari pur avendo una macchina nettamente superiore all’allora Williams. Nel ’96 arrivò in Ferrari l’odiatissimo e antipaticissimo tedesco Schumacher e fece vedere a Jean Alesi la potenza della Ferrari a parti invertite con auto scambiate nel Gran Premiod i Spagna: Alesi con la Benetton di Schumacher e quest’ultimo con la Ferrari del francese dell’anno prima. Poi il mondiale fu vinto quell’anno da Hill con la fortissima Williams, ma Schumacher dimostrò a tutti che con una macchina meno competitiva della “sua” Benetton gli era arrivato davanti alla fine di quel mondiale. Con questa storia voglio dire che Zambelli ha fatto lo stesso “errore” della scuderia Ferrarri nel ’91 (la quale dovette aspettare ancora 6 anni per vincere il primo modiale da quello predente del ’79), ha sceltocon il “cuore”. Ma molto spesso nello sport, e non solo, il “cuore” ci porta fuori strada.

      • irene 15 Aprile 2013, 08:28

        Sono d’accordo sul concetto, ma l’esempio Ferrari ’91 non mi sembra il più azzeccato. In quell’anno la macchina non era all’altezza e il mondiale lo vinse Senna su una McLaren appena discreta, non una Williams. C’era anche Prost in Ferrari e Alesi arrivò da giovane promessa, non certo come scelta “del cuore”. Negli anni successivi la Williams era un’astronave e vinse con Mansell, Prost, Villeneuve e Hill (non certo due fenomeni) e Alesi non aveva alcuna responsabilità. Con Schumacher è poi arrivato in Ferrari anche Brown e, personalmente, credo che sia stato soprattutto lui a fare la differenza (ricordo che ha vinto un mondiale persino con la ex Honda diventata Brown Gp)

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