Il movimento rugbistico italiano si è messo alle spalle l’immobilismo degli ultimi anni. Grazie a un nuovo presidente e ai suoi avversari sconfitti
Sentiero Italia, il pallone ovale azzurro ha finalmente ripreso a rotolare
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Un documento di intesa che contribuisce a portare il rugby all’interno degli istituti scolastici
Questo non toglie nulla a quanto di buono è comunque venuto da quel periodo, a iniziare dallo storico ingresso nel Sei Nazioni,
Ops.. ho sbagliato ad inviare scusate
Ho letto nell’altro articolo una frase sibillina che mi ha fatto pensare e che è più importante di quella sulle eventuali sedi delle franchigie, un sogno appunto. La frase che mi interessa è quella che fa riferimento alle cariche con contratti troppo lunghi, visto che gli allenatori cambiano frequentemente è probabile che si riferisse a quelle cariche occupate da persone che hanno più peso politico che conoscenza. Dalle elezioni di Gavazzi certi personaggi si sono zittiti quasi a testimoniare un velato dissenso alla sua linea preferenziale con Treviso. Non credo che Gavazzi abbia bisogno del mio parere ma penso che oltre a guardare avanti si debba guardare le spalle, sta pestando un sacco di piedi.
Ciao Gianangelo. Ieri a Gavazzi ho fatto una domanda molto chiara, gli ho chiesto perché non ha messo nessun suo uomo in ruoli importanti. E’ una pratica normale. Lui mi ha risposto altrettanto chiaramente: ha detto che non ha potuto farlo perché si è trovato con le mani legate da una serie di contratti già firmati sino al 2015/2016. “Non li ho scelti io – mi ha detto – li ho trovati, ma non potevo mandarli via tutti”. Ha poi precisato che qualcosa cambierà. Gli ho anche detto che l’ideale sarebbe avere contratti che vanno di pari passo con le “legislature”. La sua risposta è stata chiarissima: “Certo, l’ideale è quello. Chi c’era prima di me si è però mosso in maniera diversa”.
Ciao Paolo, scusa ieri commentando l’altro pezzo avevo scritto che non capivo questa domanda…e continuo un po’ a non capirla…insomma non capisco a che uomini di fiducia di Gavazzi ti riferissi e per quali ruoli?
Domanda mia: se la visione di Gavazzi e’ che le Zebre siano una franchigia di sviluppo la scelta di Cavinato (uomo direi di fiducia del Presidente) e’ di quel tipo e visto quello che dice Gajan all’Equipe una scelta di Gavazzi?
Gavazzi sta lavorando con uno staff che non si è scelto lui. Parlo dei manager e dei responsabili dei vari uffici. Non è che se arriva un nuovo presidente bisogna fare piazza pulita, ma generalmente uno si porta dietro una o due persone di sua fiducia. Questo non è avvenuto. Gavazzi – ridendo – ha detto che dovrà farsi rieleggere per poter avere una gestione davvero sua.
Su Gajan: veramente anche a Onrugby aveva detto che la scelta di Cavinato era di Gavazzi
Ciao Paolo prima di tutto volevo scusarmi mi ero dimenticato che alcune cose di Gajan le avevate gia’ riportate voi.
Resta la domanda: Cavinato non e’ un primo passo in questa direzione?
Sul principio generale, capisco quello che intendi (ci sarebbe da dire che pero’ proprio questo sistema puo’ generare clientelismo se non nepotismo, l’essere autoreferenziali ecc ecc) ma ripropongo la domanda: hai in mente delle persone specifiche?Mi spiego Dondi aveva i Checchinato, Ascione ed altri….se avesse vinto Zatta diciamo che un paio di nomi si possono anche immaginare…nello specifico di Gavazzi hai in mente qualcuno di specifico?Lo chiedo cosi’ per curiosita’ non per polemica.
Stefo, il primo nome che mi viene da citarti e Mehrtens (ex-giocatore del Calvisano) a capo del progetto aperture…
Ci credo poco. Quando era presidente Dondi il sig Gavazzi non era mica sulla Luna
Bravo Paolo, non tutti i giornalisti fanno domande intelligenti a chi di dovere, io in genere in pranzi di questo tipo sono abituato a vedere persone che dicono si, che fanno complimenti, che pensano a mangiare e che ti guardano male se fai domande spinose
Grazie per il chiarimento Paolo, evidentemente Gavazzi è stato meno sibillino di quanto avevo inteso. E’ chiaro a questo punto che ci sono persone con le quali dovrà convivere, E SE LA RISPOSTA CHE TI HA DATO FOSSE UNA MINACCIA PER CHI REMA CONTRO? LO RITIENI POSSIBILE?
A proposito di entrata nel 6Nazioni. Chi si ricorda uno degli artefici presso la IRB nella trattativa per il nostro ingresso?
si chiama Diego Dominguez e l’ingresso ce lo ha fatto guadagnare sul campo
per favore cacciate fuori tutti quelli che ruotano al reclutamento
@osservatore ho letto la tua spiegazione per le scelte dei ragazzi
(*) sono favorevole alla tua iniziativa
Il quadro da impressionista si sta evolvendo verso un’opera più cubista dove le immagini eccessive e apparentemente distorti sono compensate da una indiscutibile maggior chiarezza. Se l’idea è quella di offrire il palcoscenico romano ad una rappresentativa che sia e possa essere l’eccellenza rugbystica italiana in campo internazionale, è tutt’altro che da considerarsi un’azione punitiva. L’esperienza che ruota attorno all’attuale Treviso rugbystica, agli investimenti economici finanziari, ma anche sentimentali, della Benetton, meritano tutta l’attenzione e le opportunità che una federazione virtuosa e lungimirante verso il suo movimento sappia mettere in campo e una location come Roma sarebbe, in questo senso, una sana opportunità di crescita. Capisco la riluttanza e la reazione emotiva dei trevigiani che non possono che leggere in una tale disegno un tentativo di scippo, perdendo il loro giocattolo belle che pronto, ma facendo un piccolo sforzo e analizzando in profondità tale disegno si accorgerebbero che potrebbe solo che portare vantaggi ed ulteriore sviluppo a tale creatura. Un po’ come un figlio che per crescere e diventare veramente adulto deve abbandonare i propri genitori e prendere il volo e non senza amarezza; Treviso ha offerto un meraviglioso ed ideale tessuto socioculturale ai Benetton che hanno saputo seminare ottimamente anche grazie a loro, ma l’impressione che si ha è che una squadra con le potenzialità dell’attuale Benetton Treviso si senta un po’ stretta in quel di Monigo che pur pervenendo ad un’evoluzione strutturale dell’impianto (tutt’altro che scontata mancando le risorse finanziare necessarie per un importante ristrutturazione) non potrebbe, probabilmente, offrire quel valore mediatico che un bacino di utenza quale quello romano potrebbe offrire, anche come leva ideale per nuove e maggiori sponsorship. Tale presenza, poi, rischierebbe di rappresentare un freno inibitore per la nascita di una terza franchigia veneta che dovrebbe/potrebbe nascere solo sulle ceneri si questa formazione, che senso avrebbe? Meglio sarebbe, invece, se Treviso, libera dal suo attuale gioiello, preso il volo verso Roma, potesse rappesentare il trampolino di lancio per tale nuovo progetto di coinvolgimento del triveneto rugbystico. Analogo e ancor più varrebbe, il discorso per le Zebre che trovando una location come Milano supererebbero i problemi trovati finora sia in termini di pubblico, ma indirettamente anche di sponsor che difficilmente si fanno avanti con le gradinate vuote troppo spesso viste in questa stagione a Parma.
Cioè, Treviso va bene finchè c’è da fare lo start-up e sgobbare, poi però però “il bello” si può fare solo a Roma? E Treviso deve tornare a sgobbare nel fango, lontano dalla luce dei riflettori, a far crescere i giovani? Questa dovrebbe essere la strategia dello sport in Italia?
Il Milan ha dimostrato che, senza radici, alla prima siccità muore tutto. Ci troveremmo con gli stadi vuoti sia a Roma sia a Treviso.
Il discorso degli sponsor piu’ attratti nelle metropoli non ha senso, nell’epoca dei media attuali. E’ un discorso da Novecento.
Leicester ha 300.000 persone ed il suo sponsor è Caterpillar, Tolosa 400.000 ed ha Peugeot, Clermont-Ferrand è grande come Treviso e supportato da Michelin, Munster gioca principalmente a Limerick che è pià piccola ancora e porta la scritta Toyota… per favore, su!
e non parliamo dei secondi sponsor: Tolosa, per esempio, ha EADS consorzio aerospaziale che produce AIRBUS. Non so se mi spiego
Unforgiven79, alcuni dati reali a riscontro di quanto ho cercato di illustrare li elenchi proprio nel tuo intervento:
Leicester –> 300.000 persone e mainsponsor Caterpillar,
Tolosa –> 400.000 persone e mainsponsor Peugeot,
Clermont –> grande come Treviso – è vero, ma che stadio ha ed è sempre pieno – e mainsponsor Michelin che ha proprio una sede, anzi la sede storica a Clermont Ferrand.
Munster gioca principalmente a Limerick che è piccola, vero, ma la provincia di Munster ha quasi 1.500.000 di abitanti con comunque mainsponsor Toyota.
Treviso, quando va bene fa 3000/4000 persone, con lo stadio che non ne terrebbe più di 8000, e come mainsponsor un benefattore appassionato di rugby. Per questo via un mecenate come Luciano Benetton potrebbe trovare più problemi ad individuare altre fonti di sponsorship più laiche su un bacino come Treviso, anche perchè le dinamiche dei media sono bilanciate proprio sul numero di persone che un evento può coinvolgere e Treviso non ha neache la storia dei club da te citati e forse tu assegni al trevigiano più potenzialità di quanto la realtà delle cose possa fare.
1) Intendo che sono città da ben << 5.000.000 abitanti, come Roma, quindi non è necessario tanto, se ben radicato.
2) "mainsponsor Michelin che ha proprio una sede, anzi la sede storica a Clermont Ferrand"… esattamente come Benetton a Treviso
3) "Munster gioca principalmente a Limerick che è piccola, vero, ma la provincia di Munster ha quasi 1.500.000 di abitanti". La provincia di treviso ha quasi 900.000 abitanti e fa da riferimento all'intera regione del veneto che ne ha quasi 5.000.000 (OK, non tutti vengono allo stadio, ma nemmeno da Cork vanno ogni sabato a Limerick).
4) "il patron". Questo è un discorso che vale ormai da Poggibonsi a Londra: senza sponsor forte, nessuno va più da nessuna parte. Vedere Milan. Ma anche con lo sposor e senza radicamento ed organizzazione efficace, l'esito è lo deludente. Vedere Stade Francaise quando Guazzini ha perso la tramontana o Inter con Moratti negli anni '90. E, con tutto il rispetto, non mi pare che dalle parti di Roma ci siano dei fenomeni di pianificazione ed organizzazione.
5) "Treviso non ha neache la storia dei club da te citati e forse tu assegni al trevigiano più potenzialità di quanto la realtà delle cose possa fare". Treviso ha 80 anni di storia e, dopo gli ultimi anni, quella più gloriosa in Italia.
6) "lo stadio". vero. Ma è un discorso a seguire: se la squadra cresce, spettatori e dimensione dello stadio vanno di conseguenza. Se verso sempre i soliti 100g di pasta in una pentola più grande, non è che cuocia meglio…
Sono solo esercizi dialettici, ma non è male farli.
La cosa bella è che in pratica governa la minoranza del governo italiano, se Gavazzi infatti dimostrerà con i fatti quello che dice cambierà nettamente marcia rispetto a Dondi. Tutte cose positive intendiamoci, io spero che faccia buona parte delle cose che promette e sinceramente ci credo ma mi viene da ridere vedendo che evidentemente la maggioranza del rugby italiano voleva uno alla donid, voleva la continuità quindi i casi sono due, o il rugby italiano sapeva già di questo cambiamento e ha bluffato insieme al presidente…. o ai dirigenti del rugby italiano gliene può fregar di meno del rugby italiano, l’importante non è il movimento ma le poltrone…. Siete una manica di asini….!
“…………..Siete una manica di asini….!……………….”
Non ho capito chi stai insultando
Il rugby italiano, quello che ha votato e rivotato a scatola chiusa dondi solo per promesse di poltrone varie, un po’ come quelle che gavazzi non può eliminare
cioe’ tutti.
A volte le scelte codono più semplicemente sugli uomini, anche perchè i programmi scritti, anche se bene e con estrema chiarezza, non è detto che vengano realizzati e non solo per mala fede, ma anche per più banale incapacità di chi li ha proposti. Gavazzi, al di la dei giudizi di parte da preelezione, è sempre stato uomo di club, uomo molto vicino al rugby giocato e gestito che ha, con il Calvisano, dimostrato capacità di sintesi, pragmaticità, ma anche attaccamento ai valori umani e, evidentemente, questi aspetti hanno pesato più di altri aspetti più strumentali che sostanziali.
@maurizio sono daccordo che Gavazzi ha ancora tutto da dimostrare. al momento il progetto apertura non c’e’, ne’ cambiamenti alle accademie. c’e’ piu’ collaborazione con treviso, ma vediamo e speriamo che duri.
Pero’ non si capisce niente del resto delle cose che vuoi dire. Non capisco che vuoi dire quando ti riferisci a governo di minoranza.
E soprattutto, era chiaro e lo sapevano tutti che gavazzi e dondi erano diverso e non erano nemmeno amici. sei tu che non hai saputo leggere sotto la stupidissima dialettica della ‘continuita’ nel cambiamento’ o qualcosa del genere.
@ gsp concordo che Gavazzi debba ancora dimostrare molto (io avrei preferito Zatta e non ho mai fatto un segreto di questo) ma sono il primo ad essere piacevolmente sorpreso da Gavazzi che si sta dimostrando molto meglio di quello che si temeva…pero’ come dici tu a parte un clima piu’ disteso e di collaborazione positiva con Treviso (cosa comunque importante) ad oggi si sta ancora vedendo o capendo poco.
Il progetto aperture non si sa esattamente cosa sia, le Accademie restano li’ come sono nonostante un primo bilancio del loro operato sia oggi possibile (e non sia di certo positivo), le regole per la CL del prossimo anno al 25 marzo sono ancora in via di definizione,per quanto io resti dell’idea che il sevens oggi non e’ chiave ma prima sia necessario risolvere la situazione nel XV non si sente dire nulla al riguardo…per carita’ a discolpa di Gavazzi c’e’ da dire che e’ li’ da poco e non era possibile pensare ad una rivoluzione totale in pochi mesi.
Stefo sinceramente non lo so se le regole siano ancora in fase di definizione, ad esempio abbiamo visto che Benetton ha infranto le regole sugli stranieri ma per caso durante un’intervista a Gavazzi si scopre che è stata la fir a lasciarli liberi, magari non siamo stati avvisati di questo oppure si aspetta il prossimo consiglio federale… Anche io avrei preferito Zatta perché in ogni modo il cambiamento sarà rallentato da Dondi visto che Gavazzi per essere eletto qualche favore avrà dovuto farlo al buon giancarlo….
maurizio, le regole quest’anno non e le hanno mai comunicate, ne’ i blog, ne la FIR, ne’ la Benetton. l’unico che ha detto qualcosa e’ stato Gajan quando ha parlato dell’obbligatorieta’ dell’apertura eleggibile, che pero’ gia’ dal prima del 6n non si sono piu’ applicate.
No GPS io l’ho sempre letto in quel modo perché Gavazzi non è uno che le manda a dire, mi chiedo se gli altri, gli yes man, hanno letto come penso di averla letta io e anche tu
Se ti riferisci agli yes men, allora ti do ragione e mi scuso se ti ho frainteso. oggettivamente gli yesman non avevano altre opzioni (si mettevano con Zatta o Amore?)e si sono presi un rinnovo. penso che molti sappiano gia’ che sara’ l’ultimo. a meno che non iniziano a girare come vuole Gavazzi e potrebbero anche essere confermati.
Detto questo, penso che Gavazzi debba iniziare ad apportare cambiamenti e non puo’ aspettare 4 anni per dare un’impostazione diversa.
Nessuna scusa per carità non è che il mio intervento fosse poi proprio chiaro… io comunque al loro posto avrei votato zatta o al limite amore (ho sentito con le mie orecchie dire “sei pazzo? Votare zatta vuol dire rinunciare a qualche denaro elargito, a qualche raduno delle varie selezioni o nazionali giovanili, qualche poltrona importante”) perché dopo tanto immobilismo (si è fatto tanto ma dal 2000 siamo fermi, ok abbiamo vinto 2 partite ma ricordate le accuse di dondi a treviso perché vinceva al contrario della nazionale?) si dovrebbe cambiare. Io credo che molte delle persone che hanno votato gavazzi vogliano il cambiamento ma sono sicuro che hanno votato gavazzi perché speravano che le cose non cambiassero…. Non è così che si amministra un club. Ti rispondo ad un tuo post precedente, appunto le regole non le hanno mai comunicate così come i cambiamenti in corsa che sono stati fatti, magari è così anche per le regole del prossimo anno, le hanno già fissate ma non comunicate anche se non è normale che non si comunichi (sul sito fir comunicano di tutto, a parte alcune cose come le regole sulla celtic). L’unica differenza rispetto al passato sono le mancate lamentele da parte Benetton per l’assenza di regole certe per la prossima stagione, segno che qualcosa si muove
Il Venerdi Santo dell’anno di grazia 2012 decretò la fine degli Aironi.
Nei 2 anni precedenti sui 2 blog un confronto impari fra Benetton e Melegari, con quest’ultimo accusato di essere un lecchino Fir, guerre tra Fir e Treviso, stranieri, regole, segreti…..
Poi Melegari è diventato un “bravo ragazzo” ( non posso mettere la rima….) fregato da Dondi, poi un partigiano contro la Fir a forza di carte bollate e ricorsi.
Prima i giocatori erano paraculati Fir…. da capitan Bortolami, mr 160.000 euro a Lorenzo Romano, un ragazzo dell’89 paracadutato troppo velocemente nella mischia….( in tutti i sensi…).
Poi nascono le Zebre, parto particolare tra fischi ed insulti, tra lazzi e sberleffi ogni volta che qualcuno dell’Eccellenza rifiutava.
Boati di giubilo e gioia quando 7-8 giocatori Aironi sono andati all’estero.
Non parliamo della campagna elettorale….finita forse a …… Natale.
Meno male che Zatta e Munari hanno sale in zucca e Gavazzi è una persona che capisce di rugby e “non è vendicativo”.
Poi il miglior 6N della nostra storia e una pacificazione……
E’ passato un anno… mi sembra un secolo !!!
La tua ricostruzione è abbastanza precisa. Io non sono un sostenitore di Gavazzi ma, a parte qualche uscita, ne riconosco il carattere pragmatico e dialogante. Non a caso si è fatto vedere a TV mentre il suo predecessore non ci pensava nemmeno.
A mio avviso il veleno è stato messo in circolo negli anni dell’impero dondiano, con tanto di colpo di coda delle zebre e i soldi spesi per fare le strutture a Parma (una città a caso…). Nel caso Aironi non mi addentro, ma credo che Gavazzi avrebbe scelto un’altra piazza per le Zebre.
Spero che nonostante l’avvio difficile Gavazzi continui a essere propositivo e i trevigiani collaborativi.
Io lo scrissi già tempo nei mesi scorsi : finirà che i tifosi veneti, quelli trevigiani in particolare, si scopriranno tutti…GAVAZZIANI!!! 🙂
Gavazziano no, ma non riconoscere il cambiamento, in positivo, di politica e di atteggiamento sarebbe disonesto.
Fin dal principio c’era questa idea di entrare in celtic con una squadra a roma e una al nord, fosse andata in porto probabilmente staremo a parlare di due casi aironi e due zebre anzichè goderci le prestazioni di treviso e i progressi di una nazionale quasi totalmente biancoverderde.
Questa fissa di Roma non sembra essere passata, e la lezione data da Treviso sembra non si voglia imparare. Mi limito a sorridere nel vedere come invece di progetti di crescita seri e incentrati su aspetti tecnici e strutturali si continui a parlare di portare tutto a Roma come se il rugby italiano non potesse prescindere da questa città e come se con lo sbarco a Roma improvvisamente il nosto piccolo e scuro numero 10 diventasse biondo con il cognome di un rasoio !!
Detto questo, guardando alla storia sportiva del gruppo, oggi vedo più facilmente un benetton fuori dal rugby che sponsor di una squadra di formazione politica come sarebbe inevitabilmente una franchigia romana creata col metodo zebre ! …ma in futuro le cose possono sempre cambiare !
scusa la franchezza, ma questo è il tipico atteggiamento di chi vede nelle esternazioni, nelle intenzioni, sempre e comunque malafede o incapacità, oppure dietrologia, convinto di appartenere alla sola parte sana dell’umanità. nessuna persona con un minimo di buon senso si sognerebbe mai di non considerare e, men che meno, sminuire il valore del lavoro svolto in quel di Treviso dall’arrivo dei Benetton che oltre ai soldi hanno messo anche capacità, in particolare nella scelta dei collaboratori e permesso loro di lavorare al meglio, senza poter passare per pazzo. il punto è un altro, c’è forte l’impressione che i Benetton abbiano sfruttato al massimo quanto si siano trovati al loro arrivo e che siano giunti un po’ al termine di un percorso potenziale, almeno a parità di condizioni. Il progetto sportivo, invece, ha tutt’altro che terminata la sua curva evolutiva che potrebbe, in condizioni ideali, evolvere ulteriormente a livelli di eccellenza finora innimmaginabili. Onestamente, non paiono, il Monigo e la location Treviso, poter rappresentare, oggettivamente, opportunità ideali per amplificare ulteriormente il volano economico indispensabile per rimpinguare il necessario sostegno in tal senso e dico ciò senza voler mancare di rispetto verso una città importante per l’economia nazionale degli ultimi 50 anni, ma raccontarci le favole non ci aiuta a spiegare certi fenomeni. A Prato ha casa una delle formazioni più performanti dell’Eccellenza. Ciò grazie al management, ai tecnici, ai giocatori ed alla passione del territorio toscano che segue da anni questo progetto, eppure soffre incredibilmente la stagnazione economica del paese con criticità molto forti sul futuro e con un pubblico del fine settimana che fatica a superare le mille persone! La provincia è questa, più o meno virtuosa, ma è questa, non potrà mai offrire le opportunità di una grande città e Treviso, per quanto più strutturata e ricca di Prato, appartiene più a tale tessuto socioeconomico che non a quello di una grande metropoli come Roma. Se non si coglie questo aspetto, sarà inevitabile interpretare negativamente questa proposta.
Dagoberto tutte le tue analisi sono condivisibili ma ti domando sei cosi’ sicuro che la Benetton voglia espandere il progetto nel senso anche di aumentare l’investimento?Il business di famiglia e’ vero e’ cambiato ma allo stesso tempo negli anni e’ cambiato anche l’interesse e l’impegno nello sport…Formula 1, volley e basket tutti mollati…tutti sport in cui per restare al massimo livello si sarebbe dovuto aumentare l’impegno finanziario. Sei sicuro che la Benetton non sia soddisfatta cosi’ e che sia contenta di continuare cosi’ a piccoli passi (ed il progetto sportivo puo’ essere portato avanti a Treviso tanto quanto a Roma, anzi a Treviso la Benetton dispone di strutture proprie molto valide che a Roma non avrebbe o dovrebbe pagare per avere) invece che cercare scorciatoie?
Sicuro che al di la’ del business il cui centro ora e’ Roma per la famiglia nello sport invece non valga una questione che e’ una semplice passione, un po’ un giocattolo/passatempo con itnenti da mecenate per la propria citta’?
La possibilita’ di legare il proprio nome e brand a piazze e platee piu’ importanti (ben piu’ importanti nel panorama mondiale di Roma) ce l’hanno avuto e piu’ di una volta in passato alla fi fine come anche Zatta ricorda…sicuro che siano cosi’ interessati?
Non critico Gavazzi, ma non so quanto il suo sogno trovi l’interesse Benetton a realizzarlo.
Io non sono sicuro di nulla, non so quali siano le intenzioni dei benetton, valuto solo le parole lette sui giornali e l’idea prospettata da Gavazzi mi sembra tutt’altro che un modo di rubare a treviso il gioiello di famiglia, piuttosto un’opportunità per permettere di farlo eccellere ulteriormente verso il vertice rugbystico europeo. Se i benetton siano interessati o meno ad ampliare gli investimenti non lo so, certamente rimanendo a Monigo dovrebbero farlo sostanzialmente con le proprie casse nel caso intendessero, ad esempio, ampliare e ristrutturare lo stadio e non so con quali possibilità di aumentare di molto il pubblico e, quindi, gli introiti diretti ed indiretti; gli abitanti dell’interland trevigino sono quelli che sono. A Roma, invece, si potrebbe contare anche su innesti di altri sponsorship legati piuttosto che no al business del gruppo benetton, inoltre, forse potrebbero contare su qualche finanziamento della Federazione/Coni per l’adeguamento di strutture da adibire a sede sportiva. Insomma, se i benetton voglio tenersi un giocattolo per il loro divertimento l’attuale Benetton Rugby Treviso basta e avanza (non hanno certo soldi da buttare e gli investimenti, oltre certe misure, devono produrre profitti), se invece ne volessero fare un traino per tutto il movimento nazionale e puntare a livelli di eccellenza finora mai raggiunti e verso i quali stanno dimostrando di poter puntare, Monigo e Treviso rischiano di risultare un po’ troppo strettini e Roma, invece, potrebbe rappresentare un’intelligente opportunità, liberando anche spazi ed energie per la terza franchigia veneta che, diversamente, rischierebbe di non partire mai oppressa da questa attuale troppo ingonbrante presenza sportiva.
Velocemente ho recuperato i dati istat degli abitanti della provincia di Treviso che equivalgono a 888.249 contro i 4.027.531 della provincia di Roma, senza contare monumenti ed attrazzioni turistiche che stimolerebbero un più intenso turismo dall’estero in occasione dei match, insomma 1 a 4 ………
Ti faccio una domanda diversa, com’è che Roma, con tutte queste potenzialità, non ha saputo esprimere una solida realtà di rugby? (FFOO a parte che vivono dei soldi e delle strutture ministeriali)
dagoberto come detto prima tutte analisi economiche condivibilissime ma non e’ detto che siano cio’ che interessa ai Benetton…se hanno rifiutato opportunita’ a Londra e Parigi non e’ detto che sia loro interesse fare un passo come questo.
Sui limiti del veneto poi se ne potrebbe discutere comunque, se si andasse verso i Dogi nel vero senso della parole avrebbero un bacino molto piu’ ampio di Treviso e che nei decenni ha provato di essere ricettivo al rugby molto piu’ di Roma a livello di club.
Domanda da dove vieni?Non e’ che sei de Roma per caso?
Rabbi, lasciando tutto l’argomento del topic da parte.
In generale, penso che realta’ e situazioni precedenti non centrino con la nuova franchigia. sara’ una cosa nuova e diversa, che non ha niente a che fare con le squadre pre esistenti, e che per funzionare dovrebbe richiamare un pubblico del tutto nuovo, ed indipendente dalle 3/4 squadre gia’ esistenti.
Cioe’ l’idea e’ che se vai a Roma e’ perche’ pensi di aver trovato un terreno nuovo e fertile che ha bisogno di un costoso sistema d’irrigazione (che fino ad oggi non hai) che prima non c’era. e quello lo mette FIR e sponsor. magari anche puntando sulla capacita’ di produrre giocatori che Roma ha dimostrato negli ultimi anni.
altrimenti, meglio non andarci a Roma o Milano.
peccato che ad oggi nessuno abbia mai fatto un passo sul sentiero dei Benetton. I vari sponsor oltre il main sono sempre dell’orbita tessile Benetton (non Atlantia nè AdR). Peccato che la Ghirada l’abbia messa in piedi Benetton e nessuno abbia qualcosa di simile a parte il Petrarca. Peccato che Roma si ricordi di noi solo quando c’è da prendere. Peccato che Treviso disti 30 km da Venezia, 50 km da Padova (c’è qualcosa di Giotto se non lo sai…), 130 km da Verona e se no basta 20 km da Jesolo. Secondo te avendo l’aeroporto a poco più che 5 km Monigo, con servizio diretto da Stansted è veramente così poco attraente per gli anglosassoni?
Spero che quanto detto da Gavazzi sia il frutto di cattive mescole infilate nella cartina, perchè ripetere il flop berlusconiano del Milan rugby sarebbe il de profundis del nostro rugby.
Mauro non sarebbe ripete il deprofundis berlusconiano perchè una celtic a milano potrebbe essere come il sei nazioni a roma o gli all black’s nella stessa milano o roma, tra l’altro anche a roma non è che ci siano poi tanti spettatori a livello di club sebbene il movimento sia di prim’ordine. Anche parma ad esempio potrebbe essere un esempio, piccola città con buona tradizione e molto seguito delle società storiche ma zero assoluto con una entità come le zebre
con altrettanta franchezza e senza polemica ti dico che nei tuoi discorsi non vedo nessun argomento di merito tecnico e sportivo.
Non capisco cosa intendi quando dici “i Benetton abbiano sfruttato al massimo quanto si siano trovati al loro arrivo” tanto più considerando come a treviso siano tutti riconoscenti alla famiglia per le strutture e i livello sportivo portati.
Parli di turismo, seguendo il tuo ragionamento in francia dovrebbero giocare solo a parigi, in inghilterra solo a londra e così via ! …non credo qualcuno possa seriamente pensare che un tifoso scozzese, o irlandese seguirebbe la trasferta in italia solo per vedere roma, e anche fosse, una volta vista l’anno dopo perchè tornare ??
Certo hai ragione province come treviso e prato non potranno mai offrire le opportunità di metropoli quali montpellier o perpignan !!! Se per portare 2000 persone a vedere una partita di pro12 bisogna giocare in città che servono bacini di 4.000.000 di abitanti mi sembra che siamo messi male !!!
Carlo Checchinato – responsabile dell’alto livello
Franco Ascione – responsabile del rugby di base
Pierluigi Bernabò – responsabile grandi eventi a Roma
Andrea Cimbrico – responsabile ufficio stampa
Giusto per citare i primi che sono stati rinnovati al momento dell’addio.
Gavazzi ha già gli uomini per rimpiazzare personaggi che hanno dimostrato di non saperci fare affatto ma ha, appunto, le mani legate da contratti blindati con penali pesantissime.
Non vede l’ora di cacciare tutti a calci ma al momento non può farlo.
questi sono i signori (*) si devono vergognare dei risultati avuti
in tutti questi anni nel settore giovanile italiano
GAVAZZI BUTTALI FUORI E PAGA ANCHE LE PENALI.
Anziché sparar cazzate, darsi ‘na mossa per trovà altri sponsor oltre a San Luciano da Treviso, no, eh? chessò, il primo che mi viene in mente è la Peroni 🙂
quotone!! si parlava della Coca- Cola a treviso chissà se è vero 🙂
La Peroni fa la birra anche col mais, per me è una bestemmia, abbasso la Peroni.
Bravo Rabbi sono pienamente daccordo, col mais ci si fa la polenta e con il grano il pane, la birra si fa col malto d’ orzo!!! Anche nell’ ultimo caso poi è necessario dividere in due branche: quelle scarse ed esclusivamente da cibo (pizza, stinco di maile al forno, wurstel e crauti, ecc., pils e lager) e quelle, “superiori”, da bere (ale)!!!
Farà anche cagare, ma nel rugby pascola già, se mi è venuta in mente è ovviamente una cattiveria. 🙂
Si commentava soltanto il livello di bontà della birra, la Moretti, da quando è stata acquistata da Heineken, è anche peggio!!! Se cacciano fuori dei soldi e fanno del bene al movimento va benissimo.
anche nella Moretti c’è il granoturco
In larga parte delle birre italiane c’è il granturco, a parte quelle un po’ più costose.
E se l’Alfredone prendendolo sempre come un sogno, pensasse di portare Benetton a Roma, non solo come squadra. Ma come sistema organizzativo e gestionale per rivoltare come un calzino la FIR?.Cercando di creare un nuovo gruppo dirigenziale…. A me suonerebbe bene.
Fantarugby! Possibile solo SE la famiglia Benetton decide di ridurre il proprio impegno diretto nel rugby (famiglia e marchio Benetton) e SE si crea una franchigia a Roma. In questo caso AdR e/o Autostrade potrebbero essere coinvolte come sponsor (sempre che accettino, ma credo che con la politica di mezzo faticherebbero a dire di no). Giocatori e allenatori si spostano senza problemi, Munari e Zatta no di sicuro. Il pubblico? Se la FIR decide finalmente di “rivleare” al mondo che le franchigie sono due squadre in cui giocano i giocatori che poi si vestono anche d’azzurro…forse qualcosa di meglio rispetto ad oggi si può fare.
Nessuna scusa per carità non è che il mio intervento fosse poi proprio chiaro… io comunque al loro posto avrei votato zatta o al limite amore (ho sentito con le mie orecchie dire “sei pazzo? Votare zatta vuol dire rinunciare a qualche denaro elargito, a qualche raduno delle varie selezioni o nazionali giovanili, qualche poltrona importante”) perché dopo tanto immobilismo (si è fatto tanto ma dal 2000 siamo fermi, ok abbiamo vinto 2 partite ma ricordate le accuse di dondi a treviso perché vinceva al contrario della nazionale?) si dovrebbe cambiare. Io credo che molte delle persone che hanno votato gavazzi vogliano il cambiamento ma sono sicuro che hanno votato gavazzi perché speravano che le cose non cambiassero…. Non è così che si amministra un club. Ti rispondo ad un tuo post precedente, appunto le regole non le hanno mai comunicate così come i cambiamenti in corsa che sono stati fatti, magari è così anche per le regole del prossimo anno, le hanno già fissate ma non comunicate anche se non è normale che non si comunichi (sul sito fir comunicano di tutto, a parte alcune cose come le regole sulla celtic). L’unica differenza rispetto al passato sono le mancate lamentele da parte Benetton per l’assenza di regole certe per la prossima stagione, segno che qualcosa si muove.