ITM Cup: mano al calendario, un po’ di senso calcistico non farebbe male

Un torneo-cardine nell’organizzazione del movimento neozelandese, ma in crisi. E, forse, c’è bisogno di scelte forti

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mezeena10 5 Novembre 2012, 09:54

    tutto giusto, ma con un calendario cosi rivisto, quando potrebbero riposare i giocatori? non si fermerebbero proprio mai! certamente cosi “compresso” il calendario dell’itm cup non è sostenibile, per i giocatori, ma anche per chi va a vedere le partite..per non parlare dell’offerta televisiva! resta comunque il piu bello, performante, divertente e didattico campionato nazionale del mondo!!!

  2. aristofane 5 Novembre 2012, 11:43

    Ma non sarebbe più semplice trasformare il Super Rugby in una Heineken Cup dell’emisfero sud? Con i campionati nazionali che continuano da settembre a maggio, in sovrapposizione con il Super Rugby. Il sistema di qualificazione si baserebbe, poi, sul risultato del campionato dell’anno precedente.

  3. Rabbidaniel 5 Novembre 2012, 12:47

    Giocare tante partite in un tempo così compresso è pazzesco. Soprattutto per uno sport di contatto estremo.
    Sicuramente lo scenario del Super Rugby è destinato a cambiare. In Giappone continuano a investire tanto nel rugby e con l’abbrivio dei mondiali il movimento si sta evolvendo in maniera positiva.
    È evidente come la creazione di franchigie e l’istituzione di tornei sovranazionali sia positivo per il livello, ma mortifero per il domestic rugby, come succede nelle nazioni celtiche e nel nostro (mortificato tecnicamente) campionato d’Eccellenza.
    Si rischia di avere la coperta troppo corta da una parte o dall’altra.

  4. Luca da Monza 5 Novembre 2012, 14:27

    secondo me, almeno per la Nuova Zelanda, se il super rugby diventasse una heineken cup dell’emisfero sud, sarebbe una grave perdita; mi spiego: NZ ha metà degli abitanti della Lombardia (l’Australia poco più del doppio), e se i 40 giocatori che giocano abitualmente negli All Blacks fossero sparsi in 14 squadre, e solo 4 di queste potessero confrontarsi con il rugby d’altissimo livello (contro i giocatori dei wallabies e springboks) sarebbe una bel problema e si perderebbe uno dei fattori vincenti del rugby del sud.. va bene salvaguardare il domestic rugby, ma ci sono altri modi, secondo me, piuttosto che abbassare (anche facendo entrare squadre giapponesi) il livello del super rugby..

  5. Katmandu 5 Novembre 2012, 14:27

    Discorso interessante e premesso che conosco solo a grandi linee il “sistema” nuova zelanda parto facendo un paragone con l’altro campionato per province la currie cup
    Anche quì l’hanno ridotto sempre più fino a farlo diventare il campionato attuale per avere un minimo di competitività perchè vedere partite che finiscono con scoppole di oltre 40 punti non sò a chi servono e per alzare il livello hanno dovuto tagliare le squadre quindi la verità è che anche se i nz riducono la presenza nel super rugby (e bisogna vedere anche se e chi entra) e sposta pure il periodo di gioco non che gli ab si mettano la maglia della propria provincia di appartenenza giocando 50 partite l’anno si crea uno stress fisico pericoloso che potrebbe inficiare le prestazioni future quindi il livello attuale del npc rimarrebbe immutato e non penso aumenti il numero di spettatori perchè non essendoci gli AB’s in campo la partita comunque perde “fascino” e si rimarrebbe come in sud africa con solo giovani prospetti, ex sprinbooks, e sprinbooks usciti dagli infortuni a giocarsi una coppa che interessa solo quando si arriva all’atto finale o giù di li
    Quindi la verità è che alla massa non gli interessa vedere il campionato nazionale se ha la possibilità di vedere i migliori al mondo e credo sarà , purtroppo, sempre peggio i grandi nomi attirano la massa niente ab niente pubblico e sarà sempre così nelle nazioni in cui ci sono campionati di più alto livello paralleli a quelli nazionali
    Per finire faccio l’esempio di un mio amico che è stato in nz lui è andato a vedere una partita dei blues ma non gli interessava andare a vedere l’npc e abitando vicino lo stadio vedeva anche la differenza numericadi persone che lo popolavano il giorno della partita

  6. gian 5 Novembre 2012, 16:24

    l’idea di un passo indietro di questo superprofessionismo personalmente non mi dispiace, ma siamo sicuri che l’union rugby possa sopportare il peso economico, per quanto ridimensionato, di una simile trasformazione?
    una cosa è tirare fuori i soldi per 4 squadre che riempiono gli stadi con 15 campioni in campo, una cosa è trattenere un carter, o chi per lui, in una squadra con 3/4 grandi nomi al max, che non sempre riempie lo stadio con ing, fra e anche jap che fanno frusciare le banconote per portarselo a casa

    • Stefo 5 Novembre 2012, 17:23

      gian hai centrato il problema…la creazione di leghe chiuse come il SR o la CL e’ proprio legato a quello di cui parli…la ecunia per mantenere i professionisti di altissimo livello.
      Un sistema come quello indicato nell’articolo per quanto affascinante sarebbe economicamente insostenibile al momento oltre che fisicamente massacrante per i giocatori.
      Le “leghe chiuse” vengono create per permettere una gestione conmica piu’ efficace ma sopattuto sicuro.
      Il futuro della Sanzar e’ comunque nell’espansione in nuovi mercati, Argentina, Giappone e altri mercati sono ne mirino della Sanzar.

    • gian 5 Novembre 2012, 18:32

      a meno che un ridimensionamento simile non faccia gioco anche a SA ed AUS (mi pare che anche loro abbiano carenze di fondi), di sicuro non fa schifo all’argentina e neanche alle isolane (eventualmente), certo che le sirene degli yen e dell’ europa sarebbero un gran problema. sempre che l’IRB non decida su un ridimensionamento globale degli ingaggi e delle formule dei tornei internazionali a favore delle union, sai sulle prime 15 del ranking, le uniche che storcerebbero il naso sarebbero 3 o 4 al max!

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