Un Tinello di ricordi, “nazionalismi” e di risultati di club e Accademie

Vittorio Munari ci prende per mano e ci porta a spasso tra emisfero sud e problemi italiani. Partendo da Wilson Whineray

COMMENTI DEI LETTORI
  1. mezeena10 24 Ottobre 2012, 09:46

    brad thorn è neozelandese 100% essendo nato a mosgiel, un sobborgo di dunedin!!!

    • Paolo 24 Ottobre 2012, 10:10

      quando parlava di thorn intendeva il fatto che lui – neozelandese – è andato a giocare nella league australiana

  2. malpensante 24 Ottobre 2012, 11:10

    La memoria fa difetto a chi non c’era o a chi disturba. Munari a memoria sta benissimo e spero sia finita l’era del “prima di me il nulla”. L’idea del doppio tesseramento è grezza ma va nella giusta direzione. Se si sceglie (e ci permetteranno) di proseguire in Celtic, penso sia indispensabile ridurre le squadre e aumentare la qualità tecnica e agonistica dei campionati di vertice, concordo con Munari. Già ora l’eccellenza è nei fatti due campionati in uno. E ridurre il vertice può aiutare a superare i campanili e avviarsi alle franchigie, che secondo me restano, ovviamente adattate al nostro rugby, l’unica strada per crescere.

  3. gsp 24 Ottobre 2012, 11:46

    come sempre, interessantissimi spunti di dibattito.

    penso che il succo del suo pensiero e’ che lui vorrebbe un sistema misto, che ci sta benissimo, e del fatto che le decisione vanno prese su studi e numeri e pensando alla fattibilita’, e su questo ha ragione da vendere, e daccordo sull’8+8. ad esempio, il doppio tesseramento non penso funzionera’, ma le seconde squadre sicuramente si. pero’ e’ fattibile? a parte treviso non lo e’ per nessuno, per questo poi devi passare a valutare la second best.

    pero’ sarebbe bello un giorno capirsi sulla definzioni. cosa intende lui per base, e cosa intende per ‘i club’, perche’ li c’e’ di tutto,e quelli di ieri non sono quelli di oggi. ed e’ probabile che quelli di oggi siano meno ricchi ma piu’ capaci a formare per il semplice fatto della necessita’ di farlo.

    ‘federazione come centro servizi’ sarebbe interessante capire lui cosa intende nel particolare. ma penso si possa dire che non e’ cosi’ in nessun’altra nazionane avanzata, a parte Francia e per certi versi l’inghilterra. il perche’ e’ evidente, ed e’ quindi superfluo spiegare anche perche’ noi dovremmo stare nel campo di quelli deove la federazione ha un ruolo attivo.

    fa bene a dire le cose sui club, perche’ chi dice che i club non hanno fatto niente vive su marte. e sarebbe anche ingeneroso verso un’epoca d’oro del rugby italiano e che ha fatto la storia del rugby italiano. pero’ molto degli esempi risalgono a 15 anni fa. la verita’, all’epoca della nazionale pre-mallett (solo per dare un riferimento temporale) dimostra chiaramente che il sistema esclusivamente basato sui club non era piu’ sufficiente e ci voleva altro.

    ma munari tra l’altro lo ammette indirettamente quando dice che ‘i club devono essere liberi di fare quello che vogliono dentro le regole’. ed ha ragione da vendere. pero’ se manca un playmaker da 15 anni ed un’ala da 10, tutto il movimento guarda alla federazione perche’ non ha fatto nulla per evitare questa penuria. e nessuno chiede a Treviso perche’ non ha formato un playmaker negli ultimi 10 anni (figurarsi gli altri). e quindi e’ compito delle federazione di provare a mettere mano, non solo perche’ e’ nello statuto e nella logica, ma soprattutto perche’ lo chiedono praticamente tutti nel movimento, anche quelli che della federazione farebbero tranquillamente a meno.

    le accademie hanno avuto pochi risultati e sono costate molto? verissimo, ma hanno prodotto piu’ che nei 6 precedenti di soli club. o dobbiamo ricordare i buchi nella nazionale di BBZ?

    i paragoni con 20/30 anni ha poco senso secondo me. ha senso perche’ il lavoto ottimo allora va riconosciuto, ed apprezzato ed applaudito. pero’ l’argomento che se l’hai fatto 20 anni fa puoi farlo anche oggi non esiste, soprattutto in uno sport che da amatoriale e’ diventato pro e dove hai la meta’ dei soldi che avevi quando era amatoriale.

    • mezeena10 25 Ottobre 2012, 10:26

      gsp “centro servizi” come in quasi tutte le altre unions! è proprio così invece..è solo qua in italia che funziona quasi tutto al contrario!!!

      • gsp 25 Ottobre 2012, 10:50

        mezeena, non penso proprio. ma proprio per quello c’e’ da capire che significa per lui centro servizi.

        le altre unions, francia ed ing a parte per questione di soldi che girano nei campionati (Tolosa da sola ha un budget quanto tutta la FIR), a me sembrano in modo diverso ‘hands on’. e molte delle altre hanno un tessuto della formazione (anche via club) molto solido e collaudato, a differenza del nostro.

        E’ proprio nello statuto e natura delle federazioni quella di avere un ruolo di guida tecnico e strategico oltre che di centro servizi.

        secondo che vuole dire quando parla di ‘centro servizi’?

  4. Rabbidaniel 24 Ottobre 2012, 12:55

    L’Eccellenza a 12 squadre è una bestialità e vedendo alcune partite ci si accorge del doppio, o triplo binario delle formazioni. Un minor numero di squadre, un ascensore a due direzioni con le celtiche, magari qualche sostegno economico in più da parte della federazione, uno spettacolo migliore e un maggiore appeal del campionato domestico.

    • mezeena10 25 Ottobre 2012, 08:56

      quoto..basta guardare i risultati delle prime giornate..c’è un abisso tra le prime e le ultime..un’altra categoria!

  5. Katmandu 24 Ottobre 2012, 16:07

    Partiamo dal presupposto che come ho scritto ieri le regole valgono per tutti quindi i neozelandesi che vedono scappare i loro talenti per sovrabbondanza nel ruolo non vedo che cosa vogliono ancora mi sembra come la mamma che non gli piace la moglie del figlio perchè non è quella che ha scelto per lui, comunque credo che alla fine le regole cambieranno ho questa sensazione.
    Per quanto riguarda il campionato italiano il problema che ha sollevato è preticamente lo stesso “australiano” e cioè troppe squadre che è vero e si vede in campionato e sopratutto in europa pa differenza è in continuità e nel numero di errori perchè non abbiamo il numero di giocatori per reggere l’eccellenza a così tante squadre anche a livello economico
    La mia idea sarebbe una eccellenza massimo a sei con le prime quattro a fare i play off e le ultime due un play outcon una unica serie a di dodici squadre con le prime otto a giocarsi la salita e le ultime quattro a fare un play out e due retrocessioni ma soprattutto avere la stabilità dei campionati e i verdetti sul campo non farli ogni volta cambiare
    Non si può fare perchè bisogna accontentare tutti ma guardiamoci in faccia reggio e le fiamme a livello di qualità danno veramente poco e mi spiegate che ci fanno se non possono competere?

  6. Stefo 24 Ottobre 2012, 16:33

    Ciao Paolo, premetto non so come la collaborazione con Munari sia strutturata se tu puoi domandare quello che vuoi o se, vista la sua posizione in Benetton, ci siano argomenti che non possono venir discussi.
    Fatta questa premessa volevo sapere se ti e’ possibile (e se ne hai voglia) fare una domanda a Munari alla luce di quello che dice gia’ sull’Eccellenza ma anche quello che disse Zatta in estate che la celtic non e’ ‘unica soluzione e cioe’ cosa pensa Munari al riguardo?E’ la CL il modello iu’ adatto all’Italia sia nel breve che nel lungo termine oppure pensa che modelli diversi possano essere piu’ adatti alla realta’ italiana magari rinunciando nel breve termine a qualcosa?
    Spero tu possa e voglia aprire questo discorso con Munari, grazie.

    • Paolo 24 Ottobre 2012, 20:56

      Ciao Stefo. Non esistono accordi e/o preclusioni verso alcun argomento. La tua domanda verrà sicuramente “evasa”

      • Stefo 24 Ottobre 2012, 21:06

        Ciao Paolo, grazie per la risposta, spero tu non abbia preso la mia premessa come un’offesa e’ che mi sembra logico che Munari visto la posizione in cui e’ magari certi argomenti preferisce evitarli.
        Se evade allora non importa, nulla di sbagliato mi sembrerebbe logico lo facesse e’ solo per i miei dubbi sulla cosa ed una visione personale che ho.
        Grazie ancora comunque.

        • mezeena10 25 Ottobre 2012, 09:06

          scusa stefo, evasa non nel senso evitata, presumo! piu volte ha affermato (munari) che il rilancio del nostro rugby deve passare da un potenziamento generale del campionato nazionale..penso non sia troppo d’accordo nel proseguimento dell’avventura in pro 12 dopo lo scadere del contratto col board celtico..ne parlò in uno dei “tinelli” in periodo pre-elettorale se non ricordo male.. bye

          • Stefo 25 Ottobre 2012, 09:21

            Mezeena senza offese ma credo che Paolo abbia un po’ piu’ il polso della situazione su quanto Munari direbbe…o meglio non direbbe.
            La mia domanda e’ proprio dovuta a mezze frase qua e la’ di Munari (e Zatta in campagna elettorale) ma una risposta completa ad una domanda come la mia Munari non l’ha mai data…anche logicamente visto che e’ nella Benetton.

          • mezeena10 25 Ottobre 2012, 10:32

            non lo metto in dubbio stefo, pero proprio da quelle frasi buttate qua e la come dici tu, son quasi convinto che rinuncerebbero volentieri alla celtic con una riorganizzazione dell’eccellenza..vorrei tanto essere smentito!!! sia chiaro a me dispiacerebbe molto, i risultati, ottimi, son sotto gli occhi di tutti e sarebbe un forte ridimensionamento per il movimento intero..

          • Stefo 25 Ottobre 2012, 10:41

            Mezeena non so se nel lungo termine la CL sia quello di cui il movimento italiano ha bisogno e dico questo guardando ltre la Nazionale ma guardando allo sviluppo di tutto il movimento…per questoho dubbi al riguardo della partecipazione in CL…anche a me e’ sembrato dalle mezze frasi di vedere dei dubbi al riguardo in Munari e er questo ponevo la domanda.

          • mezeena10 25 Ottobre 2012, 10:51

            stefo ci fossero alternative valide sarei d’accordo..vero che i costi sono insostenibili, le trasferte lunghe ed estenuanti e il numero degli atleti da nazionale sempre risicato, ma per avere prestazioni all’altezza in europa (vedi coppe) il livello che garantisce (e garantiva) l’eccellenza è piuttosto bassino per usare un eufemismo! un campionato “pro” allo stato attuale in italia è utopia!!!

        • Stefo 25 Ottobre 2012, 11:08

          @ ezeena
          vero quello che dici ma dall’altro lao l’esperinza CL di 12 anni delle altre Nazioni ci dice una cosa: quel modello vive solo con i declassamento del domestic e non penso che ‘Italia sia in grado di invertire la cosa.
          Personalmente poi reputo la CL un campionato plafonato r con margini di ulteriore sviluppo limitati a meno che non si assuma un atteggiamento tipo SR e si cerchi di espandersi sempre di piu’ in nuove Nazioni…in Galles il modello in termini di sostenibilita’ e’ gia’ ora messo ala dura prova con le 4 regioni che si autimpongono un salary cap bassissimo e la “fuga” dei giocatori migliori.

          Nella mia domanda sottolineo un discrs di lungo termine e di rinuncia nel breve termine a qualcosa (a livello elite chiaramente) per avere un modelo piu’ efficace per tutto il movimento.

          • gsp 25 Ottobre 2012, 11:35

            E’ un dubbio enorme. una di quelle scelte che hanno tanti e pro e contro che alla fine non ci dara’ mani una risposta chiara e quindi sara’ questione di scelta.

            per me ci sono dei paletti importanti nella questione. bisognera’ scegliere tra eccellenza e pro12. perche’ spendere su entrambi non e’ possibile e per aiutare l’eccellenza ci vogliono parecchi soldi, parliamo di mln per squadra.

            Uscendo dalla pro12 ne risentira’ la nazionale, perche’ il livello e ritmo di gioco non saranno comparabili. il che non e’ un problema, ma basta saperlo. e risparmiarsi lagne del tipo ‘non vinciamo mai’. senza pro12 non cresce la nazionale. pero’, se facciamo come si deve (SE enorme), tra 10/15 anni avremo un campionato qualitativamente piu’ alto, ma anche piu’ povero.

            pero’ il dubbio che mi viene e’ che uscendo dal rugby che conta, senza squadre professionistiche e con una nazionale anche meno competitiva, il pozzo dei soldi internazionali si asciughera’ anche piu’ in fretta. il problema e’ che si conta proprio su quei soldi per investire sulla formazione.

            il pro12 la conosciamo, ma il problema del livello delle competizioni interne ce l’hanno anche gli altri e si sono dati risposte diverse. quindi la questione che pone Munari come assolutamente necessaria della filiera, non e’ del tutto cosi’. si puo’ immaginare una filiera, come succede altrove, dove il campionato interno nazionale ha un peso limitato.

            che farei io? lasciare l’eccellenza cosi’ com’e’. nuovo bando celtic perche’ le zebre erano, ed io le vedo, come soluzione ponte. nuovo bando con le stesse condizioni Benetton cosi’ si liberano altri 4mln.

            investimenti sulla base, che per me non include eccellenza e serie a. ma soldi su aree depresse, per attivita’ under, tecnici e piu’ soldi per i club che formano i giocatori. se vogliono e sanno formare saranno pagati, spero profumatamente, altrimenti stanno fuori (tipo argentina).

          • malpensante 25 Ottobre 2012, 11:56

            Dopo due campionati e un po’, ho i tuoi stessi dubbi. Difficile esprimere opinioni apodittiche senza avere una situazione dettagliata, analitica e aggiornata dello stato del movimento incluso un minimo di dati storici adeguati e che consentano di individuare le tendenze. Per questo la parte che più mi convinceva del programma di Zatta era il centro studi, oltre agli stati generali. Alla fine, per la FIR (per il rugby italiano) la Celtic costa più di 10 mil e dopo il fallimento Aironi sembra ancora più difficile che in futuro costi meno, anzi. Questa volta sugli ingaggi le Zebre hanno avuto la strada spianata dagli accordi strappati da Melegari e, nonostante questo, chi ha potuto se n’è andato, addirittura qualcuno anche a rischio di restare senza ingaggio. Insomma, almeno qualche domanda dovremmo porcela e affrontare la questione in modo laico e obiettivo.

          • gsp 25 Ottobre 2012, 12:09

            @malpensante, il fatto che alcuni giocatori vadano via non lo vedo come una cosa negativa in se. anzi piu’ grande e’ il numero di giocatori in campionati professionistici, tanto meglio, in chiave nazionale.

            E’ vero che non era negli intenti iniziali e quindi la programmazione iniziale si e’ dimostrata come sempre approssimativa. ma quello non e’ una novita’ purtroppo e speriamo sia finito il tempo di fare le cose al volo.

          • Stefo 25 Ottobre 2012, 12:20

            @ gsp

            lascerei perdere il discorso questo problema ce l’hanno anche gli altri (imagino ti riferisci alle altre 3 celtiche) perche’ i movimenti non sono minimamente comparabili e le esigenze sono diverse…one size doesn’t fit all.
            Irlanda, Scozia e Galles avevano ed hanno movimenti maturi che poggiano su solidi basi in termini di partecipazione, importanza dello sport, formazione e svilupo, il loro problema era che gia’ alla fine dell’era del “finto amatoriale” e oi con il passaggio a professionismo non erano in grado di fare il salto qualitativo finale (paesi troppo piccoli singolarmente con quindi risorse finanziarie limitate per costruire un campionato pro interno sostenibile) e a soluzione di unirsi ognuna restringendo il suo livello pro era l’unica via per non perdereil treno.
            Il movimento italiano non aveva e non ha quella maturita’ che gia’ 12 anni fa i celti avevano, credo che su questo si possa essere d’accordo.
            Come giustamente dici CL ed Eccellenza avnti non le porti non solo perche’ costa troppo ma se svuoto il domestic dei 70-80 tericamente migliori talenti quando di fatto di livello non ne hai neanche 70-80 per fare due squadre/franchigie CL competitive ovviamente declassi ancor di piu’ l’Eccellenza ed a quel punto Gavazzi (o chiunque sia Presidente non critico Gavazzi qua) puo’ parlare di marketing e tutto quello che vuole ma il “prodotto” non tirera’ (se in Irlanda la Senior Schools cup genera enormemente piu’ interesse dell’AIL c’e’ un motivo) e l’Eccellenza sia essa a 8/10/12 squadre soffrira’.
            Sulla base non concordo non vedo perche’ non si debba invece fare in modo che le franchige celtiche e le squadre di Eccellenza ed A facciano attivita’ di base, formazione giovanile e di tecnici, progetti partecipazione ecc…lo fanno altrove (ovunque) non vedo perche’ si debba puntare al non farlo fare anche in Italia ed anzi si voglia ancor di piu’ accentuare un ragionare per compartimenti stagni e separare le cose che non e’ assolutamente funzionale.

          • gsp 25 Ottobre 2012, 12:41

            @stefo quando parlo di base, parlo di attivita’ di base indipendentemente da chi le fa.

            i contributi alle squadre dell’eccellenza, per fare l’eccellenza, io non le vedrei come attivita’ di base. i club piu’ capaci li vedrei retribuiti e bene per la produzione di giocatori per celtiche e nazionali.

            hai ragione che non c’e’ un modello che va bene per tutti, pero’ se mvoimenti come gli altri celtici non hanno numeri e risorse per un campionato domestico di alto livello, io penso che non l’abbiamo neanche noi. anche se reperissimo piu’ soldi nell’immediato futuro, cmq i numeri della base, in termini di praticanti, sono quelli.

            pero’ vorrei sapere la tua opinione su una cosa. i campionati domestici in Sco, Irl e Gal che ruolo hanno nella filiera? lo so, dirai, sono cose diverse rispetto all’italia, ed io per questo ti chiedo di lasciare fuori l’italia dall’analisi.

          • malpensante 25 Ottobre 2012, 13:22

            In questo caso non mi riferivo al fatto di espatriare o meno, ma al monte ingaggi Zebre-Fir che sicuramente lieviterà non potendo ripetere l’emergenza di quest’estate. Temo anche sarà complicato trovare un accordo con il board celtico, visto che al momento da una parte non sembrano propensi a far sconti e dall’altra si cercherà di togliere il nostro “cip” di partecipazione.

          • Stefo 25 Ottobre 2012, 13:38

            @ gsp

            si tratta di vincolare i soldi che dai ai club non di non darglieli, nessuno vieta alla Fir di dire ti do 100 ma di questi 100 30/40 quello che vuoi li devi usare in attivita’ di base oppure vinclare l’erogazione di quei fondi alla presentazione di programmi per la base che vengono poi monitorati…non e’ cosi’ impossibile come pensi.

            Gsp il mio problema e’ che con questo modello ci si sta infilando in un sistema plafonato di default…io non sto dicendo assolutamene non e’ il modello adatto ho dei dubbi al riguardo e temo che si punti all’uovo oggi (la Nazionale) invece che magari faticare e puntare alla gallina domani. La differenza tra Italia e celti e’ che I’talia i numeri e le risorse per fare un campionato suo in futuro anche di buon livello li potrebbe avere enre i celti no, ma per cercare di raggiungerli dovrebbe oggi rinunciare o sacrificare qualcosa che non si vuole sacrificare (e non dico che sia un erroe, come dici tu i soldi arrivano dall’elite essenzialmente).

            Sui campionati Nazionali, ora non sono sicuro di Sco e Gal ma in Irlanda se non entri in Accademia difficimente entri nele Provincie tramite la AIL ormai…l’unico che cosi’ su due piedi mi viene in mente negli ultimi anni e’ Auva’a ma che e’ straniero e non si era formato qua. Scozia e Galles non so ma non credo sia molto differente.
            Il problema pero’ e’ gsp che loro hanno l’attivia’ giovanile estremamente sviluppata e lo era anche prima della CL.

          • mezeena10 25 Ottobre 2012, 14:59

            stefo oltre all’attività giovanile sviluppata direi che la hanno integrata anche nel sistema scuola! noi abbiamo l’eventuale bacino, ma manca la cultura..la è ben radicata nel tessuto sociale..quindi anche trovare eventuali sponsorizzazioni per le varie attività è meno complicato..non vedo come la federazione da sola possa sobbarcarsi i costi di un’eventuale rilancio del nostro campionato (o la promozione ad es. di franchigie territoriali per competere in europa) senza l’iniezione di capitali privati..togli benetton e pochi altri, chi è in grado di garantire programmi pluriennali??? ahi voglia fare promozione e marketing come dice gavazzi!!!

          • Stefo 25 Ottobre 2012, 15:18

            mezeena tutto vero quello che dici ma con la CL fai ua scelta in partenza di non sviluppare il campionato interno perche’ in un campionato svuotato dei migliori l’interesse dei privati sara’ ancora minore. Ed e’ quello il punto o la domanda: e’ la sluzione migliore o rinunciando a qualcosa oggi ed investendo el campionato interno i soldi che la Fir ineste nella CL si puo’ cercare di creare qualcosa che nel tempo diventi attraente?ripeto e’ un discorso sul ung termine non sui prossimi 3-4 anni.
            Preciso anche che sono dubbi, domande che pongo a cui non ho una risposta ma la CL come scelta ha ricadute dirette che infuenzano il breve ed il lungo termine.

          • mezeena10 25 Ottobre 2012, 17:02

            stefo sarei d’accordissimo in un campionato post celtic (il contratto scadra con questo biennio se nn sbaglio) riorganizzato e con organici migliorati notevolmente dai circa 80 giocatori “celtici”..ovvio che non tutti rimarranno, ma rendendo appetibili soprattutto i contratti, nel medio-lungo termine 4-6 anni si potrebbero vedere i risultati..resterebbe forse il problema dell’intensità di gioco, ma ci si potrebbe lavorare..ormai con l’esperienza acquisita in questi anni di celtic i giocatori si rendono conto benissimo di come e quanto allenarsi per reggere quei ritmi..insomma non son contrario all’idea, anzi! (magari sviluppando l’idea delle franchigie zonali a supporto delle realta piu in difficolta da affiancare ai clubs storici)..sarebbe da riorganizzare anche la serie A allora e da li a cascata!

  7. Silverfern 24 Ottobre 2012, 17:04

    bè, 6 sarebbero proprio pochine….il campionato lo vediamo in un mese.
    8 + 8 è quello che consentirebbe la qualità più alta.
    Ma siamo in Italia, bisogna accontentare tutti, non lo vedremo mai.

    • Katmandu 24 Ottobre 2012, 18:42

      Sei squadre partite di andata ritorno e andata e andata sono 20 quindi 10 trasferte quindi una trasferta in meno e meno costi
      @ mezeena brad thorn neo zelandese al 100% mi pare una bestemmia dato che wikipedia dice che se ne è andato dalla NZ all’età di 8 anni ed è tornato dopo il 2000 a 25 anni quindi è stato formato nella terra dei canguri e di più ci è tornato per due anni dal 2005 al 2007 quindi vero vero neozelandese al 100% dato che ha rappresentato anche il queensland e l’australia non è diciamo di più un 50-50

      • mezeena10 25 Ottobre 2012, 11:12

        bestemmia mi pare il tuo appunto..oltre che totalmente inutile! brad thorn 100% NZ..altro che chiacchiere!!! ma per piacere..

      • mezeena10 25 Ottobre 2012, 11:26

        o intendi italiano come paul griffen? o philipps? o van zyl? o vosawai? aaaahhh allora…

        • Katmandu 25 Ottobre 2012, 14:20

          No ma talmente neozelandese che ha studiato vissuto e rappresentato l’australia

          • mezeena10 25 Ottobre 2012, 15:04

            http://www.youtube.com/watch?v=psa43gfHUAM
            non so manco perche ti rispondo! spero possa almeno capire quello che dice!!! o manco a lui credi???

          • mezeena10 25 Ottobre 2012, 15:07

            per non parlare dell’accento!!! here is my heart, i’m definitely kiwi!!! spero ti sia chiaro kathmandu!!!

  8. franky 25 Ottobre 2012, 16:43

    l’italia non avrebbe le risorse potenziali per mantenere entrambe le situazioni ? inventiamo un nostro modello 🙂 cioè 2 franchigie e un campionato di discreto livello come quello attuale, certamente non vedremmo molti stranieri di qualità in eccellenza ma a me importa vedere i giovani italiani e, visto che la nostra formazione dei giocatori può migliorare notevolmente, da certi punti di vista l’eccellenza ha ancora margine per crescere in termini di qualità
    ovvio che alla base deve esserci l’investimento innanzitutto della federazione che deve anche cercare di rendere il prodotto appetibile per richiamare l’interesse degli sponsor
    da quello che so negli altri paesi celtici questo step tra accademie/giovanili e celtiche c’è ma non è di gran livello (d’altronde hanno una formazione dei giocatori migliore della nostra), noi abbiamo l’eccellenza e dovremmo sfruttarla soprattutto per i nostri giovani
    capisco che la mia visione è molto semplicistica, non sono nel mondo rugbistico o cose varie, però questa eccellenza attuale (magari con qualche squadra in meno e squadre in meno anche in challenge) a me andrebbe bene
    la fir è una federazione comunque ricca e noi rispetto alle altre celtiche abbiamo dei vantaggi e un potenziale ancora inespresso, penso si possa sfruttare

    • mezeena10 25 Ottobre 2012, 19:13

      son 12 anni che aspettiamo di vedere sto potenziale inespresso! non regge piu sta favoletta! chiacchiere..con tutto il rispetto!

      • franky 26 Ottobre 2012, 13:45

        nono c’hai ragione 🙂 è ovvio che ci deve essere un lavoro alla base però mi sembra che la moneta non manchi alla nostra federazione, spererei che si iniziasse a usarla per bene

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