Il nodo Accademie, un incrocio determinante per il movimento

Il “programma Accademie” sta diventando concreto. Tra dubbi, qualche critica e possibilità di sviluppo

COMMENTI DEI LETTORI
  1. Katmandu 15 Ottobre 2012, 12:19

    Cioé tre poli in veneto uno a padova uno a mogliano e uno tra vevezia e rovigo? Penso voleva dire solo a rovigo perché se uno scoreggia a mogliano lo sentono anche a s. Marco e poi ascione in veneto a dire ai giocatori mangiate un pò più di polenta che siete denutriti?

  2. madflyhalf 15 Ottobre 2012, 12:45

    Le accademie sono la tomba del movimento giovanile italiano.

    • gsp 15 Ottobre 2012, 12:52

      secondo me sono una cura migliorabile, alla malattia vera che e’ la capacita’ del movimento di produrre giocatori. di recente c’e’ ancora qualcuno che nega l’incapacita’ di produrre giocatori con continuit’a ed in tutti i ruoli.

    • Leonida14 15 Ottobre 2012, 22:33

      guarda che non le abbiamo inventate in Italia, le stiamo copiando dal resto del mondo, dove funzionano e sono la base per la crescita. sono state mal gestite sino a oggi. vediamo cosa viene fuori da questa strategia ma, per me, sono la strada giusta

  3. Da 15 Ottobre 2012, 12:53

    Ora, sperando che la maglia della nazionale Italiana vada bene come logo, è possibile auspicare miglioramenti nella gestione tecnica delle nazionali giovanili Italiane nei prossimi anni oppure continuiamo nella falsa riga dell’ultimo quinquennio (non vado troppo in la?). No perché, a mio parere, invece di concentrarsi sulla “politica” forse sarebbe meglio concentrare le nostre attenzioni (critiche annesse) ad una parte del nostro movimento, ovvero l’alto livello, che non ottiene risultati da troppi anni direi.

    • Leonida14 15 Ottobre 2012, 22:36

      a me la maglia italiana va benissimo 😉
      concordo che i risultati ora siano LA priorità, senza perdere quello che funziona. poi, come sempre, se vai a destra c’è qualcuno che vuole andare a sinistra, se vai a sinistra c’è qualcuno che voleva andare a destra, per cui non saremo mai tutti d’accordo. a questo punto lasciamoli lavorare e giudichiamo il risultato

      • Da 16 Ottobre 2012, 16:55

        😉

        Si infatti. Come dicevi tu sopra, tutti usano lo “strumento” accademie come sistema di preparazione dei giocatori per l’alto livello. Rimango dell’idea, come scriveva gsp, che la situazione possa migliorare con un miglioramento del settore tecnico. Allenatori competenti (anche stranieri) possono solo che aiutare.
        Portiamo pazienza (triennio direi) e vediamo se le cose già migliorano

  4. kinky 15 Ottobre 2012, 12:54

    Mi pare che parlare di accademie dall’U16 fino all’U12 sia fin troppo prematuro per i ragazzi. Ho due nipoti che giocano in U16 e fino all’anno scorso erano in U14 e fidatevi che fare delle accademie a 12/14 anni è troppo presto. I ragazzi devono giocare, divertirsi -ovviamente cercare di vincere-. Poi molti di questi giocatori nel tempo -è undato di fatto- si perdono…ma probabilmente con ragione. Calcolate che a 12 anni ragioni in una maniera e a 15 sei completamente diverso con mille “distrazioni” tutte giustificabili: magari non ci si diverte più come prima, a 15 anni inizi a preferire a uscire con gli amici in piazza, le prime uscite in discoteca e le ragazze, qualcuno non vuole togliere spazio allo studio che giustamente lo reputa più importante, qualcuno si fa male. Tutte cose di loro diritto nell’ essere adolescenti. Quindi sperperare soldi in ragzzi dall’U12 allU16 che poi il 30/40% abbandonerà non mi sembra il caso. Discorso totalmente diferso dall’U17 in poi!!!!

    • Leonida14 15 Ottobre 2012, 22:44

      non sono d’accordo e la riprova viene dalle Olimpiadi dove hai campioni a 16 anni che sono “professionisti” MENTALMENTE da almeno 7 anni. Capita nel tennis, nel nuoto nel calcio e, in altre nazioni nel rugby. negli USA questo è il modello (non le accademie ma la selezione, per NBA, NFL, MLB. chi “si perde”, rugbisticamente parlando, e speriamo non come uomini che anzi, grazie al rugby saranno forse migliorati, si perde e basta. farà parte del loro percorso di vita. ma noi stiamo parlando di dare la possibilità a chi ha la testa e la volontà (a volte anche il fisico) per riuscire. questo avviene se gli offri delle possibilità di allenarsi e giocare in centri migliori e con i migliori atleti della sua età

      • kinky 15 Ottobre 2012, 23:41

        Da come scrivi mi sa che vivresti bene nella ex DDR o ex URSS oppure arrivando ai giorni nostri la Cina!!

        • Leonida14 17 Ottobre 2012, 01:43

          veramente molte delle cose che ti ho descritto succedono a new york, londra o francoforte, comunque libero di pensarla come vuoi. per me non conosci il mondo dello sport. cina e urss sono gli eccessi ma il sistema è questo. oppure i giovani nuotatori di tutto il mondo non si alzano alle 6 del mattino per andare a nuotare prima di scuola e in australia non esiste un centro che si chiama australian sport institute dove i migliori di tutti gli sport vanno a formarsi? informati prima di commentare…

    • Leonida14 15 Ottobre 2012, 22:46

      non sono d’accordo e la riprova viene dalle Olimpiadi dove hai campioni a 16 anni che sono “professionisti” MENTALMENTE da almeno 7 anni. Capita nel tennis, nel nuoto nel calcio e, in altre nazioni nel rugby. negli USA questo è il modello (non le accademie ma un sistema di selezione) che vale per NBA, NFL, MLB. chi “si perde”, rugbisticamente parlando, e speriamo non come uomini che anzi, grazie al rugby saranno forse migliorati, si perde e basta. farà parte del loro percorso di vita. ma noi stiamo parlando di dare la possibilità a chi ha la testa e la volontà (a volte anche il fisico) per riuscire. questo avviene se gli offri delle possibilità di allenarsi e giocare in centri migliori e con i migliori atleti della sua età

  5. M. 15 Ottobre 2012, 13:08

    Si pensa sempre che la soluzione sia accentrare, accademizzare, centralizzare. I tecnici federali, i fondi federali blabla. Quando la realtà è che le società non hanno campi, se li hanno fanno mediamente schifo e gran parte del rugby italiano mentre si ragiona di eccellenze, nazionali e accademie è alla frutta e tira a campare a livello più che amatoriale. Il bilancione federale se avesse una quota significativa per le singole società che operano bene coi giovani, che valorizzano i vivai sarebbe già la soluzione.

    • madflyhalf 15 Ottobre 2012, 13:19

      proprio questo!

      Senza considerare che sono in mano a incompetenti, rispondono a parametri assurdi, trasformate in una macchina succhiasoldi studiata nel peggiore dei modi (tentando di imitare una cosa ben più radicata e funzionante oltralpe), per accomodare raccomandati e colletti bianchi del giro buono.

    • gsp 15 Ottobre 2012, 13:23

      ma se avessero campi, pensi che la situazione cambierebbe? uno dei primi atti della nuova presidenza e’ la commissione sulle infrastrutture. vediamo se e come funziona.

      o, riformulo la domanda, il problema sono i campi o le competeneze degli staff tecnici dei club?

      • M. 15 Ottobre 2012, 13:29

        Ottima cosa il censimento dei campi, approvo in pieno. Il problema base sono le strutture, se un ragazzo deve fare 50-100 km o peggio per giocare banalmente non gioca, anche se hai il migliore tecnico possibile.
        Certo c’è poi la questione tecnici ma qui è già l’alto livello che dà cattivissima prova: non si capisce queli siano i criteri di scelta visto che ci sono promozioni sul campo, passaggi da niente a nazionali ecc. ecc.

        • gsp 15 Ottobre 2012, 13:43

          daccordissimo, pero’ nell’analisi di ogni situazione secondo me dovremmo partire dal problema e poi valutare le soluzioni. il problema che dobbiamo risolvere qual’e’? secondo me e’ la produzione dei giocatori.

      • Stefo 15 Ottobre 2012, 13:42

        @ gsp

        perche’ pensi che i ecnici di 1000 accademie sparse nel territorio sarebbero piu’ competenti?

        • gsp 15 Ottobre 2012, 13:45

          c’e’ il principio e c’e’ l’applicazione. se prendi 100 tecnici cretini e raccomandati non cambiera’ nulla. se invece ci metti 100 tecnici competenti e praparati, magari qualcuno dall’estero la situazione cambia. ma li il problema non e’ il concetto dell’accademia, ma l’applicazione.

        • gsp 15 Ottobre 2012, 13:47

          aggiungi, se il problema e’ quello della selezione, si presenta uguale sia se fai le accademie, sia se non le fai ma mandi i tecnici federali in giro per tutti i club. quindi, per me, il problema non e’ l’accademia in se.

          • Stefo 15 Ottobre 2012, 14:32

            Aputo gsp il problema non e’ l’Accademia o la formazione nei clubs e’ ben piu’ profondo e radicato ed e’ di formazione di “insegnanti di rugby” di buon livello, di seezione in base a criteri altamente discutibili come il progetto altezza…ma cosa ci dice cio’?
            Chi li dvrebbe preparare i tecnici od “insegnanti di rugby” di buon ivello?Non dovrebbero essere formati in base a crsi e programi di formazione federale?
            Chi decide i criteri di selezione delle accademie?Non sono in base a progetti federali?

            Quindi ripeto la domanda in base a questi dati di fato in base a cosa 1000 accademie cn tecnici federali dovrebbero fare meglio?

          • gsp 15 Ottobre 2012, 14:55

            @’stefo, io ti ho risposto prima. se non cambia il metodo di selezione ed il programma, non cambiera’ nulla.

          • Stefo 15 Ottobre 2012, 16:06

            @ gsp
            il punto e’ che chi decide formazione allenatori e criteri seezione e’ chi manda avanti le Accademie e mandera’ avanti le nuove Accademie…quindi i risultati saranno gli stessi.

          • gsp 15 Ottobre 2012, 16:24

            appunto, quindi il problema non e’ il concetto dell’accademia, ma della selezione e delle linee guida, che si ripropone anche senza le accademie. per questo ritengo fuorviante parlare di accademie.

            Detto questo, io penso cha la situazione rispetto a 10 anni fa sia milgiorata. parlare di accademie e’ una semplificazione eccessiva. la realta’ e’ che oggi come oggi in italia a ce’ un sistema club/accademie/club. poi sul discorso costo opportunita’ delle accademie si puo’ discutere, e secondo me costano troppo per quello che producono.

  6. lear 15 Ottobre 2012, 13:37

    Sono d’accordo con “kinky” su tutto, meno che sulle mille “distrazioni” degli adolescenti che non li fanno impegnare nel rugby più di tanto e di conseguenza lasciano. Questo perchè è un fenomeno che si riflette solo al ns. sport, mentre nel calcio o altri sport più in auge i ragazzi lasciano scuola, amici e quant’altro per andare, negli orari più disparati, o a giocare o agli allenamenti, con la “benedizione” dei genitori che pensano più all’investimento futuro e non al ragazzo in quanto persona.

    • kinky 15 Ottobre 2012, 19:52

      Ciao Lear,
      quando parlo di distrazioni lo intendo dire come di loro diritto. Succede anche negli altri sport, è una quastione adolescenziale e se vai a vedere le statistiche negli sport minori accade sempre. Guarda, se domani mio nipote mi dice: zio smetto di giocare perchè ho visto che il liceo per come lo voglio affrontare mi assorbe totalemente, non posso che dargli ragione!! Per quanto riguarda il calcio è un po’ diverso ma fa parte della cultura italiana ed entriamo in tutt’altro capitolo!! In più da molti è visto come passatempo non come sport!!

      • Leonida14 15 Ottobre 2012, 22:52

        sbagli, funziona così in tutto il mondo e in tutti gli sport da quando hanno 8 anni in su

  7. franky 15 Ottobre 2012, 14:12

    secondo me accademie per quattordicenni o quello che è non servono a molto, cerchiamo di pontenziare ogni singola società con risorse, formazione tecnica ecc poi le accademie le facciamo legate alle due celtiche (non federali) dai 16/18 in su;
    non vedo come cospargere il territorio italiano di accademie possa comunque coprire tutto il nostro territorio e la nostra popolazione, e i ragazzi di quattordici anni che stanno al di fuori delle accademie ? dai a quattordici anni ci possono essere giocatori fortissimi che non faranno mai niente o giocatori mediocri che poi sfonderanno

    • Rabbidaniel 15 Ottobre 2012, 15:20

      Sacrosanto. Non a caso in Irlanda le accademie sono legate alle province. Piuttosto si dovrebbe cominciare formando tecnici preparati che facciano degli stage. Poi scherziamo, già selezionare i futuri azzurri a 14 anni, utilizzando un sistema più esclusivo che inclusivo.
      Per riformare le giovanili bisogna cominciare con l’ABC e non col periodo ipotetico.

  8. madflyhalf 15 Ottobre 2012, 14:24

    Gavazzi ha tanti amici e amici di amici da sistemare.

    E’ da malati mentali creare accademie U14! Se poi fai parte della stessa federazione che dice che i fondamentali non vanno insegnati prima dei 16 anni.

  9. socceria 15 Ottobre 2012, 15:03

    Servono educatori,allenatori e preparatori competenti e “studiati”,non è possibile dare in mano una squadra,soprattutto se giovanissima, a uno che al massimo ha giocato qualche partita di rugby e niente più….Per carità ci sono anche tecnici preparatissimi,ma secondo la mia esperienza ho visto un pò troppa mediocrità nell’affidare dei bambini a educatori non espertissimi.E mi ci metto dentro io per primo.Poi non ditemi che Il “primo momento” è formativo per gli educatori perchè non si puo’ sentire!

  10. Antonio Angelone 15 Ottobre 2012, 15:29

    …in Abruzzo ieri si sono svolte 4 partite di Under 16 (1997-1998) :

    Rugby Sambuceto – Tortoreto = 110-0 (22 ragazzi per il sambuceto -17 tortoreto
    Sulmona – Paganica = 93 – 0 (22 ragazzi per il sulmona -18 paganica)
    Avezzano – Pescara = non disputata (22 ragazzi per Avezzano – 12 per il Pescara)
    Teramo – Chieti = non disputata ( 13 per Teramo – 19 per Chieti )

    e infine la Polisportiva L’Aquila Rugby ha giocato e vinto a Frascati con 22 ragazzi , ma con un prestito definito in settimana dal Cus L’Aquila di 8 ragazzi.

    Questa e’ la realta’ , 133 ragazzi (1997-1998) che domenica erano abili a giocare.

    Leviamocene 30 per un accademia zonale Under 16 ad Avezzano o a L’Aquila che la domenica disputino un campionato di selezioni ( prelevando i migliori dalle societa’) ……l’anno dopo le altre societa’ pensate ci siano ancora?????

    Finiamola di centralizzare tutto per consumare la moneta, pensiamo ai ragazzi e ad una sana competizione di capacita’ fra le stesse società aiutando tutti con premi efficaci certi e raggiungibili…..

    • Rabbidaniel 15 Ottobre 2012, 15:36

      Bravo Angelone nel mettere in fila i numeri, la cruda realtà dice più di mille parole.

      • Antonio Angelone 15 Ottobre 2012, 15:44

        …questi sono matti e vogliono mettere mano ad una situazione difficile scegliendo la strada opposta. A parte poi la questione delle obbligatorietà’…..una società può tranquillamente dire mi hai preso 5 giocatori ora che vuoi??? dei costi ma soprattutto del fatto che NESSUNO a 14 e 15 anni si sposta per studiare da Pescara e zona metropolitana per andare ad Avezzano o L’Aquila con la prospettiva di essere UNO degli OTTOCENTO in ITALIA di UNDER 16!!!!!!

        • Da 15 Ottobre 2012, 15:50

          Grande Antonio!!!

        • gsp 15 Ottobre 2012, 16:33

          Tu che sei un esperto sul campo suggerisci una soluzione (e non e’ assolutamente una provocazione).

          non condivido quello che dici sul fatto che se non sei scelto nelle rappresentative ti afflosci. e’ la natura dello sport agonistico che alcuni finiscono nelle rappresentative, altri giocano come passatempo.

          i numeri e dati che porti sono tristissimi, pero’ potrebbero anche significare che per i giocatori di prosepttiva e’ meglio giocare in selezioni regionali, contro altre regioni, che in un campionato dove si gioca una partita si e due no.

          ma non ti critico per quello che dici. dobbiamo metterci daccordo sulle priorita’. se vogliamo far vincere la nazionale tra 3 anni allora ci serve concentrare i migliori (se prendiamo sul serio le critiche adoloscenziali del ‘non vinciamo mai’ e vogliamo risolverle). se invece vogliamo vincere tra 10 anni, allora puntiamo all’allargamento, anche se non si gioca benee magari anche senza celtic, ma con molti meno soldi. e purtroppo questa scelta non l’ha fatta nessuno, nemmeno la federazione.

          • Rabbidaniel 15 Ottobre 2012, 16:57

            @Gsp, è chiaro che si debba cambiare rotta, ma farlo selezionando ragazzi a 14 anni mi pare bestiale. Le selezioni regionali non sono una cattiva idea, ma non sarabbero una novità visto che esistevano anche ai miei remoti tempi. Parlo della selezione Triveneta, ma penso che ne esistessero per le altre zone.
            Per quanto posso capire/vedere io i punti nevralgici sono due:
            1) la scuola, un progetto scuola serio e la FIR ha la fortuna di avere più denari delle altre federazioni. Le scuole sono affamate e penso farebbero carte false per un progetto extrascolastico legato allo sport. Strutturare meglio il rapporto società/scuole darebbe un forte impulso all’attrazione dei ragazzi.
            2) Il complesso rapporto club/accademie(selezioni o come si vuole chiamarle)/franchigie. Le accademie mi paiono un po’ slegate dalla realtà. Mi spiego: se entri nell’accademia di Munster il tuo percorso è abbastanza lineare, nell’accademia federale non sai bene dove andrai a parare, quanta anticamera farai per entrare in una franchigia (se ci entrerai) e poi arrivi in un campionato di eccellenza che non è molto più competitivo di quello di A1 (mutatis mutandis). Il vero problema è che a 19 anni un ragazzo di Munster ha almeno annusato il Pro12, da noi si confrontano con semi-pro di A1. E scusa se è poco.

          • M. 15 Ottobre 2012, 16:59

            Il problema però potrebbe essere che se pigli i “migliori” che andrebbero a giocare sempre a livello regionale nelle futuribili accademie poi agli altri che succede? Succede che semplicemente se ne vanno e abbandonano.

            Forse un piano intelligente sarebbe, dove non ci sono i numeri, fare una sorta di via di mezzo: torneo a 7 o 10 tra tutti i club, selezioni regionali a 22 per i migliori (e nelle realtà più ricche più selezioni).
            Le due cose potrebbero coabitare, se ci sono i numeri, cioè una squadra di club potrebe continuare a giocare se ha i numeri senza che gli si prendano uomini di forza fino almeno all’età un po’ più avanzata e l’accademia potrebbe accogliere i migliori dei territori/squadre con più difficoltà o non sufficienti mezzi. Che poi se ho capito bene è quanto accade in Francia…

          • Da 15 Ottobre 2012, 17:06

            L’importante rimane un progetto che porti al miglioramento del rugby di base, che sia esso di 3 o 10 o più anni. Non possiamo ragionare in altri termini se vogliamo un miglioramento del nostro movimento.

          • gsp 15 Ottobre 2012, 17:38

            @rabbi, pero’ guarda che e’ cosi’ anche dove non ci sono le accademie federali. a quell’et’a i giocatori che hanno potenzialita’ e vogliono fare i professionisti. si spostano nelle societa’ piu’ grandi che fanno campionati diversi. a volte fanno due ore di viaggio al giorno per allenarsi. sono sicuro che avrai amici che magari giocano a calcio per i quali e’ stata la stessa cosa.

            sulla continuita’ accademia/celtiche, non ho un parere definito a riguardo. secondo me se il giocatore e’ forte, Treviso lo prende sia che venga dalla sua accademia, che da quella di prato, che dal petrarca direttamente. poi al momento in Italia c’e’ una sola squadra di Celtic. facciamo solo una accademia?

          • Leonida14 15 Ottobre 2012, 22:53

            concordo con gsp

        • Leonida14 15 Ottobre 2012, 23:21

          se l’Abruzzo sta scomparendo (rugbisticamente) non credo che rappresenti il punto di riferimento per l’intero movimento. in Veneto, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio i ragionamenti sono altri. le Olimpiadi sono l’esempio di ragazzi che sin da giovani sono dei campioni mentalmente, come volontà e, spesso anche fisicamente. così come la maggior parte degli altri sport forma i campioni sin da giovanissimi. esistono scuole specializzate dove i giovani tennisti vanno a vivere per anni interi all’età di 10/12 anni spostandosi da una nazione all’altra. qui oggi stiamo parlando di trovare una strada per alzare l’alto livello. la strada è il professionismo che non è stato inventato dalla fir ma che è ovunque intorno a noi. gli altri sono professionisti, noi dobbiamo tendere al professionismo che, mi dispiace per molti, inizia da giovanissimi. al diavolo la fidanzatina o gli amici come scrive qualcuno (cavolate che non contano per chi vuole riuscire), al diavolo i tecnici (che sono un’altro problema che va affrontato a parte). parliamo dei giocatori dell’alto livello punto. ora, l’esempio che fai non mi è nuovo, dico solo che giocare in selezione tre volte l’anno non serve a nulla. i 3 ragazzi validi tra tutti quelli che hanno giocato ieri in Abruzzo MERITANO, se ne hanno voglia, ovviamente, di provare a staccarsi dalla palude dell’Abruzzo e magari andare a Roma e crescere come giocatori. L’Abruzzo non ha giocatori under 16 oggi? bene, non serve un’accademia u16 in Abruzzo oggi. serve un’altro tipo di lavoro. i giovani u16 validi e promettenti dell’Abruzzo andranno a Roma. non so se hai sky ma in qualsiasi canale, a qualsiasi ora vedrai storie, in ogni sport, di campioni che hanno iniziato da piccoli e hanno cambiato società, a volte città, a volte nazione (vedi Messi per citarne uno). nell’NBA, nell’NFL, nel nuoto, mella ginnastica, chi abita in aree montane dove ci sono solo squadre mediocri si muove e va nei migliori centri di formazione dello sport per provare a “farcela nello sport”. quanti anni ci vorranno per alzare il numero e il livello dei club u16 dell’Abruzzo? 5/6 anni a essere ottimisti? in questi anni vogliamo perdere tutti i giovani promettenti proventi da questa regione penalizzati solo perché provengono da una regione con poche squadre u16? mi una sembra follia. poi puoi aggiungere tutti gli altri problemi del rugby nell’Abruzzo ma se io mi trovassi a capo della fir, e credo anche se ti ci trovassi tu, proverei ad affrontare un problema per volta e a dare una possibilità ai giovani di oggi, non solo a quelli di dopodomani, poi da qui il discorso diventa lungo…

    • Katmandu 15 Ottobre 2012, 17:17

      Che bel campionato ma a che serve un campionato in cui due partite finiscono praticamente 100-0 e due vengono rinviate anche nel civ ci sono squadre materasso ma così no cosa si può imparare a perdere così o a vincere così la cosa più intelligente da fare é che la fir entri a sCQuola con tecnici competenti e non per un mese l’anno ma per progetti annuali

    • kinky 15 Ottobre 2012, 19:54

      Bravo Antonio

    • Leonida14 15 Ottobre 2012, 23:20

      se l’Abruzzo sta scomparendo (rugbisticamente) non credo che rappresenti il punto di riferimento per l’intero movimento. in Veneto, Lombardia, Emilia, Toscana e Lazio i ragionamenti sono altri. le Olimpiadi sono l’esempio di ragazzi che sin da giovani sono dei campioni mentalmente, come volontà e, spesso anche fisicamente. così come la maggior parte degli altri sport forma i campioni sin da giovanissimi. esistono scuole specializzate dove i giovani tennisti vanno a vivere per anni interi all’età di 10/12 anni spostandosi da una nazione all’altra. qui oggi stiamo parlando di trovare una strada per alzare l’alto livello. la strada è il professionismo che non è stato inventato dalla fir ma che è ovunque intorno a noi. gli altri sono professionisti, noi dobbiamo tendere al professionismo che, mi dispiace per molti, inizia da giovanissimi. al diavolo la fidanzatina o gli amici come scrive qualcuno (cavolate che non contano per chi vuole riuscire), al diavolo i tecnici (che sono un’altro problema che va affrontato a parte). parliamo dei giocatori dell’alto livello punto. ora, l’esempio che fai non mi è nuovo, dico solo che giocare in selezione tre volte l’anno non serve a nulla. i 3 ragazzi validi tra tutti quelli che hanno giocato ieri in Abruzzo MERITANO, se ne hanno voglia, ovviamente, di provare a staccarsi dalla palude dell’Abruzzo e magari andare a Roma e crescere come giocatori. L’Abruzzo non ha giocatori under 16 oggi? bene, non serve un’accademia u16 in Abruzzo oggi. serve un’altro tipo di lavoro. i giovani u16 validi e promettenti dell’Abruzzo andranno a Roma. non so se hai sky ma in qualsiasi canale, a qualsiasi ora vedrai storie, in ogni sport, di campioni che hanno iniziato da piccoli e hanno cambiato società, a volte città, a volte nazione (vedi Messi per citarne uno). nell’NBA, nell’NFL, nel nuoto, mella ginnastica, chi abita in aree montane dove ci sono solo squadre mediocri si muove e va nei migliori centri di formazione dello sport per provare a “farcela nello sport”. quanti anni ci vorranno per alzare il numero e il livello dei club u16 dell’Abruzzo? 5/6 anni a essere ottimisti? in questi anni vogliamo perdere tutti i giovani promettenti proventi da questa regione penalizzati solo perché provengono da una regione con poche squadre u16? mi una sembra follia. poi puoi aggiungere tutti gli altri problemi del rugby nell’Abruzzo ma se io mi trovassi a capo della fir, e credo anche se ti ci trovassi tu, proverei ad affrontare un problema per volta e a dare una possibilità ai giovani di oggi, non solo a quelli di dopodomani, poi da qui il discorso diventa lungo…

      • Antonio Angelone 16 Ottobre 2012, 23:44

        Leonida14 a parte che non credo proprio che questa situazione sia solo in Abruzzo. Il Lazio di cui tanto decanti ha 7 squadre in under 16 elite’ e 10 nel girone regionale….e i risultati anche li’ sono da controllare. Se hai Sky potrai vedere la differenza di abitanti fra l’Abruzzo e il Lazio. Se vai poi a vedere i risultati e le partite giocate nelle Marche e nella Campania…..ti renderai conto che le cose non cambiano.
        Il Punto e’ un altro , la Fir deve definire una strategia e mettere giu’ dei denari. A mio avviso il sistema delle 24 Accademie non funziona, anzi e’ uno spreco di soldi.
        Hai tastato comunque un punto caldo…..gli altri sport e le scuole di specializzazione….bene alla FIR rimane questa sola strada: entra nelle scuole elementari , propone un percorso ai migliori e poi promette e crea i giusti itineranei per creare una ipotetica Nazionale fra una decina di anni.
        A questo punto puo’ fare tutto da solo…..non gli servono piu’ neanche le societa’ che fanno i settori giovanili…….

  11. madflyhalf 15 Ottobre 2012, 15:51

    Io voglio che i sostenitori di Gavazzi spieghino dettagliatamente non solo i costi, ma anche l’utilità per il movimento (sportiva) e per i singoli atleti (didattica e formativa, per dei ragazzi che VANNO A SCUOLA) di:

    1) Accentrare la formazione per ciò che loro chiamano Alto Livello (=Accademie)

    salvo poi nell’immediato momento successivo

    2) Decentrarla creando 26 accademie per svariate età, con chissà quali criteri di assegnazione

    Secondo me non ci sono giustificazioni né formative, né per il movimento, né tantomeno nei costi, per un’operazione simile.

    L’unica giustificazione è avere qualcuno da sistemare. Che spesso non hanno intrapreso carriere formative (come allenatori) nemmeno sufficienti.

    Lo ripeto: Le accademie saranno la tomba del rugby giovanile italiano.
    E di conseguenza, del rugby in generale!

    • Leonida14 15 Ottobre 2012, 23:27

      a vedere nemici ovunque la visione del mondo è molto distorta. per cui cosa stai ad analizzare? ti chiedo solo di guardare cosa succede negli altri sport. ragazzi che sono “professionisti” sin da giovanissimi e che vanno in centri d’eccellenza a formasi. se uno vuole “rubare” ci sono tanti altri modi. le accademie della NRFU o dell’ IRFU o della FFR sono tutti posti per “sistemare” gli amici, vero?

  12. mistral 15 Ottobre 2012, 15:54

    il rugby deve essere diffuso nelle scuole, in tempi di vacche magre come questi qualsiasi dirigente scolatstico farebbe carte false per avere quattro euro in più da spendere… un investimento diffuso (e a conti fatti enormenente meno caro dei progetti accademici) , utilizzando (per quel livello) i numerosi e motivati ottimi preparatori del mini-rugby che già ci sono sul territorio ma lasciando la loro scelta ed indicazione al territorio (leggi società) stesso, non ad una pletora di dirigenti centralisti… i territori migliori cresceranno (probabilmente) ancora di più, gli altri no, ma è nelle regole della vita, non tutti sono adatti a fare tutto… tra dieci anni ci troveremo con una massa di materia prima sedicenne che conosce le basi della tecnica e che (magari) ha anche assorbito un po’ della cultura rugbistica…

    • Rabbidaniel 15 Ottobre 2012, 16:13

      Esatto. Il progetto scuola esistente, per quanto ne so io, fa ridere i polli. Ci vorrebbero delle sinergie serie tra società e scuole del territorio.

  13. Jetmarin 15 Ottobre 2012, 16:25

    Allargando la base si ha una piramide più forte e stabile.
    Andando nelle scuole con continuità, con progetti, si avrà un ritorno di ragazzi anche “dimensionati” rubandoli magari al basket.
    Poi si affideranno a società con degli allenatori competenti e lì dove non sono competenti (da arbitro ne ho visti) devono essere seguiti da tecnici federali.
    Quindi soldi per progetti scuola (non per un ritorno di voti) soldi alle squadre che mandino gli allenatori a corsi magari all’estero, soldi ai tecnici federali per l’aiuto a società con tecnici da far crescere.
    NO ACCADEMIE ACCENTRISTE SENZA BASI SOLIDE.

    • gsp 15 Ottobre 2012, 16:40

      e dev’essere per forza una piramide? non puo’ essere un cilindro, o una clessidra?

      • Stefo 15 Ottobre 2012, 17:16

        Clessidra? Ma di cosa parli? Scusa spiega cosa inendi con modello a clessidra o cilindirco.

      • gsp 15 Ottobre 2012, 18:55

        nel senso che se mi parli di piramide per dire che 100000 iniziano a giocare, 500 giocano tra eccellenza e serie a, e 100 nel giro Celtic, io sono daccordo. e quindi se ne vuoi 150 la base deve essere 150000, io sono daccordo.

        se invece mi parli di piramide nel senso che il livello medio di serie a ed eccellenza deve essere propedeutico alla celtic allora penso che sia un po’ discutibile come forma geometrica, e rimane una scoria da Tinello. secondo te il campionato scozzese sub celtic e’ propedeutico alla celtic? secondo me no. tornando al ragionamento della famosa filiera, per i nostri partner celtici i campionati nazionali hanno un ruolo rilevante nella formazione dei giocatori di vertice? secondo meno, di quanto ci si aspetti dalla nostra eccellenza, nonostante la loro maggio preparazione in termini di capacita’ di allenatori e materia prima su cui lavorare.

        e diventa una clessidra perche’ schiacci la parte centrale dei campionati nazionali. e dal punto di vista di quanto spendi per i vari livelli, potrebbe essere la formula giusta.

        si torna al punto che tu facevi qualche giorno fa. con le risorse di oggi non puoi ha senso cercare di fare una celtic forte ed una eccellenza forte? secondo me no, e devi scegliere l’una o l’altra.

        • franky 16 Ottobre 2012, 15:13

          è vero che gli altri campionati nazionali celtici non sono granché anzi … non è che i giovani passino da la e poi vadano alle franchigie; noi abbiamo la peculiarità che l’eccellenza è comunque un buon campionato addirittura con la possibilità (esagerata) di schierare 4 squadre in amlin, allora sfruttiamola !! i più giovani possono comunque imparare qualcosa e i meno usati nelle celtiche possono fare qualche presenza. Alzare il livello dell’eccellenza è impossibile vista la mancanza di risorse economiche e umane (i migliori sono in celtic) però mantenere quello attuale penso sia possibile (magari con qualche aiuto dalla federazione)

  14. gian 15 Ottobre 2012, 20:03

    @gsp mi trovi d’accordo su alcune cose che dici, ma non puoi considerare l’eccellenza, perlomeno nel sistema italiano, una semplice “discarica” per i seniores non di livello celtic, deve essere una palestra per i giovani e giovanissimi prospetti che così si confrontano con fisici e ritmi interessanti, trovando in campo buoni giocatori e qualche campione a fine carriera, magari, per mettersi in mostra; un buon livello in eccellenza, in questa ottica, deve essere ricercato (ti posso far l’esempio di menniti ippolito a padova, fuori dal giro federale, ma a detta di molti, il miglior prospetto all’apertura in giro), mantenendo la CL; non puoi pensare di limitare la scelta a 60/100 giocatori di alto livello, se sbagli un parametro ti perdi 5 anni di sviluppo.
    poi se si vuole uscire dalla CL (ad oggi un suicidio a mio parere) l’eccellenza dove per forza salire di qualità.
    se è vero che le accademie possono aiutare, è anche vero che possono escludere dal gioco ragazzi validi, ritorniamo ad es a menniti ippolito, e che certe realtà, ad es padova visto che è nominata nell’articolo, non ne hanno bisogno per creare giocatori buoni. quindi io continuo a pensare che una limitazione di base sia un errore

    • gian 15 Ottobre 2012, 20:04

      e che quindi la clessidra non funzioni al meglio, dimenticavo

    • gsp 15 Ottobre 2012, 23:34

      gian, lasciami chiarire. io ritengo l’eccellenza un campionato nobile. come tradizione, per l’intensita’, l’appartenenza, per il fatto che molti giocatori danno tutto, sapendo che forse non saranno pagati. io davvero ho rispetto assoluto ed ammirazione per l’eccellenza e la sua storia.

      pero’ sono anche realista e ti dico che per i soldi che sono in circolazione oggi devi purtroppo scegliere tra eccellenza e celtic. anche perche’ non sono 500.000 eur in piu’ a squadra che fanno la differenza, ce ne vogliono molti di piu’.

      e di conseguenza potrebbe aver senso lasciare l’eccellenza cosi’ com’e’. spendere sulla base. e se il lavoro e’ fatto bene tra 15 anni il livello dell’eccellenza sara’ migliore, perche’ e’ meglio la materia prima, anche se dovessero essere meno professionisti di quanto non lo siano oggi.

      il problemi dei parametri sbagliati c’e’. pero’ negli ultimi anni i club hanno continuato a lavorare con quelli fuori dalle accademie, e per loro la possibilita’ di dimostrare ed arrivare in nazionale c’e’. se non sbaglio un terzo dell’under 20 non erano accademici. c’e’ un mondo al di fuori delle accademie che continua a fnzionare e secondo me va bene cosi’. pero’ ripeto, se Munari o manghi sono interessati a Menniti, secondo te si preoccupano se e’ stato in accademia o meno?

      • gian 16 Ottobre 2012, 10:11

        e allora siamo d’accordo su tutto, è chiaro che l’eccellenza non migliora se non ha una base qualitativa da cui scegliere, come la CL! 😉

  15. GiorgioXT 15 Ottobre 2012, 22:09

    Il problema più grosso di questo progetto, non è il fatto di creare delle accademie , MA QUELLO DI FAR GIOCARE LE ACCADEMIE ESCLUSIVAMENTE FRA DI LORO , ricreando il sistema CHIUSO ED AUTOREFERENZIALE che TANTO piace alla guida tecnica della FIR.

    Quindi, 4 accademie U16 in un qualsiasi territorio scelte in club determinati , nessun confronto con le altre società che dovranno limitarsi quindi solo al minirugby ed a partite amichevoli per i giocatori che saranno scartati dalle accademie; poi metà dei ragazzi di queste 4 accademie verranno scartati per entrare nelle 2 accademie U19 successive.

    Ma pensare più semplicemente di ripensare i campionati giovanili per renderli più competitivi – barrage totali di accesso per tutti, gironi tutti meritocratici, in under 16 due gironi “nazionali” elite a 12/14 squadre ciascuno con promozioni e retrocessioni, reintroduzione della u18 con lo stesso schema, U20 a girone nazionale elite + gironi meritocratici, con un sostegno economico per le trasferte (un semplicissimo contributo a KM in modo che chi si deve spostare di più lo possa fare senza rimetterci troppo) un sostegno tecnico dalla Federazione per chi lo chiede, tecnici in giro per le società .
    Tutto questo costa poco, basterebbe recuperare META’ dei soldi spesi nell’ultimo bilancio per il “Progetto Scuola” (2,3 milioni di euro) e si farebbe molto.

    Elevando il livello della competizione automaticamente si creano giocatori migliori e si fanno crescere anche le società. Il problema dei campi e delle strutture c’è eccome, ma non è limitato solo alle giovanili, abbiamo necessità di più spazi per tutti, per le donne, le serie C, una serie D tutta amatoriale senza obblighi…

    • Leonida14 15 Ottobre 2012, 23:38

      Certo! perché in nazionale giocano in 15 per cui serve un sistema di selezione. un sistema che permetta ai migliori di giocare con i migliori, nei centri migliori, con gli allenatori migliori, per domani arrivare in nazionale pienamente formati. sapranno piazzare da 50 m e lanciare il 90% delle touch dritte. Se poi nasce un campione a 18 anni non ti preoccupare che riuscirà sempre a farsi notare. Christian Stoica è “apparso” a Pavia quando aveva circa 18 anni, ha fatto un campionato in Serie C e poi è finito al Milan Rugby, da li in nazionale e poi professionista in francia per molti anni. Oggi stiamo parlando di un sistema di selezione e formazione per l’alto livello. il progetto scuola è un’altro problema. se abbiamo una base larga ma non abbiamo un sistema di formazione avremo tantissimi mediocri ma pochissimi campioni formati. agli italiani la meritocrazia e il lavoro duro non piace proprio?

      • GiorgioXT 16 Ottobre 2012, 01:14

        Alla passata dirigenza federale la meritocrazia non piaceva granchè … e pare nemmeno a questa : ogni steccato che si mette crea automaticamente una differenza fra chi è dentro e chi fuori.

        Attualmente abbiamo una base limitata , da cui facciamo selezione non solo per meriti sul campo ma per “impressioni” e per scelte che devono comunque rispettare equilibri politici, non c’è verifica nel tempo ed in più abbiamo ridotto il numero di competizioni giovanili e ne abbiamo abbassato il livello.

        Invece di valorizzare le nostre risorse le stiamo buttando.

        Abbiamo una possibilità ottima per fare selezione : si chiama COMPETIZIONE , facciamola più ampia e dura possibile e troveremo anche il sistema di formazione più valido.

  16. mistral 16 Ottobre 2012, 08:02

    ma sei matto? competizione??… e poi di chi perde cosa ne facciamo? :-))

  17. franky 16 Ottobre 2012, 14:38

    il punto è che comunque in accademia qualcosa in più ti potrebbero (dovrebbero) insegnare ma perché un ragazzo che non ha ancora dimostrato niente (non nel senso che è raccomandato ma nel senso che è ancora troppo giovane per decidere sul suo futuro) deve avere possibilità di apprendere il gioco più di un altro ragazzo ?? dai circa 18 anni secondo me si può anche fare un ragionamento di selezione ma prima non serve a niente; e, ripeto, le accademie le facciamo legate ai club così se alla benetton interessa un ragazzo giovane, si mette d’accordo con la federazione (non credo abbia senso opporsi all’arrivo di un ragazzo in accademia), lo prende e ci investe su. Perché questa operazione deve farla la federazione ?! La squadra prenderà non moltissimi giovani e punterà su quelli, gli altri ragazzi hanno comunque uno sbocco, l’eccellenza, di livello medio-basso (in europa) e la possibilità di entrare nelle selezioni nazionali per mettersi in mostra; un problema è che sarebbe meglio che nelle giovanili i campionati fossero competitivi

    per quanto riguarda la scuola, credo che in italia fare sport nelle scuole sia difficile ma usare le scuole (in particolare elementari e medie) come strumento di promozione è la scelta giusta, cosi poi se uno vuole giocare si cerca la società

  18. Antonio Angelone 16 Ottobre 2012, 23:59

    Leonida14 a parte che non credo proprio che questa situazione sia solo in Abruzzo. Il Lazio di cui tanto decanti ha 7 squadre in under 16 elite’ e 10 nel girone regionale….e i risultati anche li’ sono da controllare. Se hai Sky potrai vedere la differenza di abitanti fra l’Abruzzo e il Lazio. Se vai poi a vedere i risultati e le partite giocate nelle Marche e nella Campania…..ti renderai conto che le cose non cambiano.
    Il Punto e’ un altro , la Fir deve definire una strategia e mettere giu’ dei denari. A mio avviso il sistema delle 24 Accademie non funziona, anzi e’ uno spreco di soldi.
    Hai tastato comunque un punto caldo…..gli altri sport e le scuole di specializzazione….bene alla FIR rimane questa sola strada: entra nelle scuole elementari , propone un percorso ai migliori e poi promette e crea i giusti itineranei per creare una ipotetica Nazionale fra una decina di anni.
    A questo punto puo’ fare tutto da solo…..non gli servono piu’ neanche le societa’ che fanno i settori giovanili…….

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