Dal CdF U18 di Treviso a Rovigo: permit player, qualcosa si muove

I Bersaglieri riaprono al sistema, Ongaro e Bortolami nello staff della struttura. Verso il doppio tesseramento?

rugby rovigo

ph. Tommaso Del Panta

Dopo due stagioni – riporta il Gazzettino – dal Battaglini usciranno nuovamente permit player con destinazione franchigie. Due anni in cui la società di Viale Alfieri non ha voluto prestare i propri giocatori, non adeguandosi ad un sistema che negli anni ha messo in mostra tutte le proprie lacune strutturali e che riusciva nel ben poco nobile obiettivo di indebolire sia il club di uscita che la franchigia di entrata.

Ma il DS rossoblu Stefano Bettarello chiede chiarezza: “Ancora oggi non c’è una normativa che disciplini in maniera adeguata la richiesta dei permit player alle società di Eccellenza“, dichiara al quotidiano veneto. “Chi paga il ragazzo mentre è con le franchigie? Se si infortuna, cosa succede? Sono solo alcune delle domande a cui non c’è risposta […] – Non vogliamo essere visti come la società che frustra il sistema”. Da parte dei Bersaglieri non ci sarà quindi una chiusura a priori, ma “valuteremo con attenzione ogni singolo caso”. Comunque, una notizia positiva se pensata nell’ottica globale del rugby italiano.

 

 

Quer pasticciaccio brutto dei permit player

Il tema permit del resto è uno dei peccati originali per il modo in cui è stato gestito e affrontato dopo l’ingresso in Pro12. Sono due le soluzioni – entrambe fino ad oggi disattese – in cui si sarebbe potuto sfruttare in maniera sistematica e organica l’ingresso celtico per favorire la crescita dei più giovani: collegando da subito un’Accademia alla franchigia oppure aprendo la circolazione dei permit a doppio binario, ovvero dall’Eccellenza al Pro12 e viceversa, magari per gli atleti più promettenti e con doppio tesseramento.

Qualcosa ad oggi in parte si è fatto, favorito anche dalla continuità fisica che la Cittadella garantisce tra la Francescato e le Zebre. Nelle scorse stagioni si sono tenuti diversi allenamenti collettivi (soprattutto in sede di preparazione della partita alla vigilia) e non sono mancati i giovani che si sono allenati in bianconero per poi fare il proprio esordio. Ma la sensazione è che tanti anni di avventura celtica non siano da questo punto di vista stati sfruttati al meglio, o quantomeno questa è una delle conclusioni a cui si arriva se si pensa a quanti talenti abbiano prodotto negli ultimi sette anni le nostre rivali celtiche. Certo, ciò che si fa prima – per loro a partire dalle scuole – rappresenta una fetta enorme di ciò che si raccoglie dopo; ma non c’è dubbio che una delle tappe critiche del nostro percorso di formazione sia il passaggio dall’Elite Juniores all’Alto Livello Seniores.

 

 

Verso i giovani con doppio tesseramento?

Le cose dovrebbero però presto cambiare per quanto riguarda il legame tra Accademia e franchigia. L’ingresso di Bortolami o Ongaro nello staff del Centro di Formazione Under 18 di Treviso (che dalla prossima stagione dovrebbe diventare Under 20 e partecipare alla Serie A) va verso la direzione di una maggior integrazione e un maggior dialogo tecnico tra le due realtà. Del resto, lo stesso Stephen Aboud ci aveva raccontato il punto finale del percorso: i migliori giovani che escono dalle Accademie legati con doppio tesseramento alla franchigia e ai club di Eccellenza e che “avranno il beneficio di allenarsi a tempo pieno con gli atleti delle franchigie, ma anche l’opportunità di fare esperienza in Eccellenza”. A Treviso serviranno almeno due anni, considerando che si è partiti con un’Under 18. Comunque, il primo passo di legare in maniera stabile un’Accademia a ciascuna franchigia è stato fatto. In attesa di capire come verranno gestiti tra due anni i migliori giovani in uscita e sperando che alle parole di Aboud seguano i fatti.

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