Una stagione di rugby in streaming. Intervista a Matteo Scialpi, dieci mesi dopo

Il 12 agosto 2016 The Rugby Channel trasmette Benetton-Grenoble. Il punto presente e futuro

eccellenza rugby tv

ph. Tommaso Del Panta

“L’amichevole tra Treviso e Grenoble, in programma venerdì 12 agosto a Monigo e che inaugura il ciclo di coach Crowley sulla panchina dei Leoni, verrà trasmessa in diretta streaming a partire dalle ore 19:45. L’iniziativa, in collaborazione con Benetton Rugby, nasce da un’idea di MS NETWORK, società da tempo impegnata nella produzione televisiva di tanti eventi del rugby italiano”. Con queste parole annunciavamo la diretta streaming dell’amichevole tra Treviso e Grenoble dello scorso agosto.

Da allora è passata un’intera stagione sportiva, durante la quale molti appassionati hanno familiarizzato con The Rugby Channel. Il Pro12 prima, l’Eccellenza poi e in mezzo Sei Nazioni Under 20, alcune partite di Serie A maschile (e la finale femminile), fino alla finale del campionato Under 16 e al SuperChallenge Under 14 della scorsa settimana. Tanto rugby che in modo verticale è entrato a disposizione di una platea mai raggiunta prima dai tradizionali media televisivi. E in un’era in cui Lega Basket, Lega Volley e Lega Pro si affidano a piattaforme ufficiali streaming, sembra ormai tracciata l’unica strada percorribile anche per la palla ovale.

Conclusa l’annata 2016/17, abbiamo intervistato Matteo Scialpi, amministratore di MS Network. Che dopo una stagione vissuta settimana dopo settimana – con tutte le difficoltà che ciò comporta –  guarda al futuro. “Abbiamo seminato quanto di più e nel miglior modo possibile. Ma per noi sarebbe importante lavorare in un progetto a medio termine”.

 

 

Un primo bilancio complessivo dopo questa lunga stagione

Siamo partiti un po’ con il cuore in mano, credendoci e organizzando un gruppo di lavoro eccezionale. Molte persone sono alle prime armi o comunque provengono da esperienze diverse, con tutti i limiti e le difficoltà del caso. I risultati sono andati oltre qualsiasi più rosea aspettativa. Ci sono stati perdonati degli errori, perché gli utenti hanno capito il nostro sforzo e cosa stessimo facendo. Per chi viene dal mondo diciamo più freddo della televisione tradizionale, una bella soddisfazione: siamo sempre stati accolti con entusiasmo negli stadi e nelle club house, raccogliendo complimenti e consensi. E pure una standing ovation a Monigo.

 

 

Qualche numero possiamo saperlo?

Su YouTube abbiamo raccolto oltre 500.000 visualizzazioni,superando i 9 milioni di minuti visualizzati. Con Facebook i numeri sono ancora superiori: l’Under 20 solo qui ha raggiunto le 80.000 visualizzazioni nella singola partits. Rispetto alla tv generalista possiamo intercettare più pubblico casuale e convogliare maggiormente quello di settore, quello cosciente che vuole trovare del rugby.

 

 

La finale di Eccellenza come è andata?

La finale di quest’anno ha raggiunto livelli record, grazie anche all’accordo che ci ha permesso di avere il live su Repubblica.it. Complessivamente abbiamo superato le 300.000 visualizzazioni, 45.000 delle quali nostre con l’aiuto di risonanza della FIR.

 

 

Il vostro è stato un lavoro settimana dopo settimana…

Nel corso della stagione qualcosa è certamente nato per quanto riguarda la fidelizzazione del cliente/spettatore. Chiaro che su Repubblica.it i contatti sono più simili allo spettatore intercettato via tv, ma i dati veri che ci hanno entusiasmato sono quelli degli appassionati che settimana dopo settimana si sono legati a The Rugby Channel.

 

 

Il rugby è uno sport associativo e che si presta alla comunità, reale o digitale che sia. Concorda?

Ci mandano messaggi privati, chiedono informazioni su come vedere le partite, si complimentano…Sono segnali importanti che non andrebbero sottovalutati da nessuno. Quanto abbiamo fatto questa stagione, tra l’altro senza guadagno ma anzi rimettendoci qualcosa, andrebbe preso in considerazione per essere ulteriormente valorizzato. Abbiamo messo le basi, creato una community che non dobbiamo perdere.

 

 

Qual è stato l’atteggiamento dei club? Hanno compreso le potenzialità del mezzo?

Alcune società l’hanno capito contribuendo in termini di assistenza e partecipazione. Faccio un nome, i Lyons Piacenza che ci mettono a disposizione la migliore banda. Altre invece all’inizio ci vedevano un po’ con il fumo negli occhi, come quelli che avevano problemi di alimentazione o banda. Altri ancora ci hanno detto chiaramente che saremmo stati un ostacolo al loro pubblico allo stadio nel senso di concorrenza, e non parlo solo di Eccellenza. Però parlerei di diffidenza più che di ostracismo e andando avanti è stata superata. Anche perché i risultati parlano chiaro.

 

 

Nazionale Under 20, finale Under 16, Serie A…Il vostro palinsesto era ben più ampio della sola Eccellenza

Diciamo che non abbiamo scoperto l’acqua calda, basta solo copiare cosa accade in altri sport più diffusi. Anche da noi il passaparola è importante: sabato al Super Challenge Under 14 c’erano tanti genitori che una volta scoperto che c’era la diretta streaming su YouTube chiamavano parenti e amici per farli collegare: il web e i social hanno questa potenzialità mostruosa, permettono di creare un tessuto. C’è molta voglia di rugby ad ogni livello, questo l’abbiamo capito.

 

 

L’Under 20 al Sei Nazioni ha fatto grossi numeri. Come funziona in questo caso la messa in onda?

La seconda nostra community al di fuori dall’Italia è l’Irlanda, anche se abbiamo visualizzazioni costanti anche dal Sud America. Proprio la partita contro l’Irlanda Under 20 ha superato nel complesso le 80.000 visualizzazioni, il 25% delle quali dall’Irlanda. Per quanto riguarda la messa in onda delle partite estere, serve un accordo, verosimilmente di reciprocità, con il broadcaster locale: io produco oggi e cedo il segnale e viceversa il prossimo anno. Forse in passato non c’è stata reciprocità. Ma abbiamo provato anche a comprare i diritti della singola partita, senza successo. Forse sono abituati a cifre superiori…

 

 

Per la Serie A invece?

L’Aquila si è fatta avanti e noi abbiamo dato la nostra disponibilità, così come l’abbiamo data alle altre squadre. C’è da migliorare molto, ci sono stati alcuni malintesi per alcune situazioni in sede di commento, ma sono cose che affronteremo.

 

 

Un canale You Tube dedicato ha tanti vantaggi oltre alla diretta

L’enorme vantaggio che hanno i nostri contenuti è che sono sempre disponibili: la partita posso rivederla quando voglio. Ciò ha anche aiutato il club nel lavoro di video analisi: chiaro che c’era anche prima, ma con tutte le partite disponibili online è più facile la comunicazione e la trasmissione. Abbiamo una libreria di 10 anni di rugby archiviata digitalmente: ci piacerebbe fare un’enorme bacheca a disposizione di tutti

 

 

Discorso generale. Siamo pronti ad un canale web come The Rugby Channel?

Diciamo che c’è un cambio generazionale in corso: molte persone ancora non comprendono le potenzialità del web, sono prevenute nei suoi confronti o ancora non ne hanno accesso. La tv ha ovviamente la sua importanza per tutti questi. Comunque la Federazione ci ha dato fiducia e ha creduto in noi. Lo stesso Presidente Gavazzi ha capito l’importanza di quanto stavamo facendo e dato una spinta importante.

 

 

Pensando al futuro, quanto sarebbe importante per voi lavorare con la certezza di un periodo di tempo determinato?

Il vero limite di tutta l’operazione è stata la nostra precarietà. Un progetto del genere ha bisogno di 2-3 anni per crescere: diciamo che questa stagione abbiamo seminato quanto di più e nel miglior modo possibile. Ma per noi sarebbe importante lavorare in un progetto a medio termine. Abbiamo fatto dei numeri, ora possiamo presentarci a possibili inserzionisti con un piano di marketing che già abbiamo. Ma servono un orizzonte temporale certo e concreto entro cui muoversi. La strada l’abbiamo tracciata.

 

 

E se così non dovesse essere?

Non ci sono solo Eccellenza e Pro12 in Italia. Gli appassionati vogliono vedere rugby e ogni domenica sui campi della base ci sono gesti atletici importanti e spettacolari. Ma se li fa Sonny Bill Williams tutto diventa virale, altrimenti…Stiamo cercando di orientarci verso questa scelta di pensiero, senza chiudere le porte a nulla.

 

di Roberto Avesani

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