Leinster e Irlanda, due facce in loop della stessa medaglia

Analisi tattica dedicata ai raddoppi Sexton-Henshaw-Ringrose. E che la maglia sia blu o verde…

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“Leinster gioca in un modo molto simile, con combinazioni veloci fra i numeri 10, 12 e 13. Alla fine sono quelle che ci hanno messo in difficoltà, oggi come due settimane fa”. Parole queste del seconda linea dei Wasps e dell’Inghilterra Joe Launchbury al termine del quarto di finale di Champions Cup perso dalle sue vespe contro Leinster. Il riferimento è alla partita giocata lo scorso 18 marzo contro l’Irlanda sempre all’Aviva Stadium di Dublino, che è costata alla nazionale inglese il Grand Slam. E in effetti, la cerniera in mezzo al campo a cui Launchbury fa riferimento è stata la medesima sia in maglia blu Leinster che verde Irlanda: 10 Sexton – 12 Henshaw – 13 Ringorse.

 

Rivedendo le due partite e confrontando la fase offensiva delle due squadre, non mancano certo i punti di contatto tra i movimenti della squadra della provincia di Dublino e quelli della selezione nazionale. A dimostrazione di quanto fondamentale sia il dialogo tecnico club-nazionale, tanto più per i paesi del Pro12 che hanno un numero inferiore di squadre professionistiche rispetto a Francia e Inghilterra. Un movimento in particolare, che è stato ripetuto con grande frequenza dall’Irlanda nel corso dell’ultimo Sei Nazioni (ma è da un paio di anni che lo si vede fare spesso), si è apprezzato in almeno cinque occasioni anche sabato nel corso della sfida di Champions Cup: il loop, in italiano raddoppio.

Fissare la difesa in mezzo al campo

Con difese sempre più avanzanti e asfissianti, è importante trovare soluzioni per mettere dubbi agli avversari, costringerli a rallentare l’uscita sparata della linea. In una parola, rendere battibile la difesa. Se ben eseguito, il loop è una delle opzioni più efficaci. Le difficoltà certo non mancano: servono infatti sensibilità manuale e capacità da parte di tutti i tre o più giocatori coinvolti di correre traiettorie credibili.

Nello screen qui sotto si parte da una touche ridotta + maul nei 10 metri di Leinster e con i Wasps che difendono la larghezza con due trequarti presidiando la profondità aspettando probabilmente il calcio (quando capiscono che la scelta è di giocare arriva l’ala aperta che sale in linea): McGrath si stacca dalla cassaforte e finta di giocare il primo punto d’incontro con Nacewa e un avanti non coinvolto nella rimessa (immagine 1 – notare la disponibilità di tutti e 3 a ricevere la palla), l’ovale è subito trasmesso da Sexton a Henshaw (immagine 2), con Ringrose (3) che sul raddoppio va a vuoto fissando i centri Wasps.

 

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Questo invece lo stesso movimento fatto dai 3 giocatori nella partita contro la Francia della terza giornata del Sei Nazioni 2017 e contro il Galles nel turno successivo.

Il finto loop: non fare mai la stessa cosa

Una delle più grandi qualità dell’Irlanda targata Joe Schmidt è quella di saper giocare ripetuti multifase proponendo opzioni sempre diverse e logorando i fianchi delle difese avversarie con il gran lavoro dei ball carrier. Nella situazione qui sotto, dopo doppia carica con due mini unit già ben formate ed evidenti, Henshaw finta il raddoppio con Carbery (preziosissimo doppio play maker e primo ricevitore nel corso dell’azione) per andare a contatto.

 

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E questa come si difende?

Altra situazione ostica da difendere. Sexton porta palla e le opzioni tantissime: 1 giocatore all’interno (1) e tre all’esterno. La difesa è in situazione di difficoltà con Wade (non inquadrato) che deve restare a coprire nella profondità. La scelta è quella di giocare un loop con Furlong (4), mentre Ringrose (3) già si sposta verso l’esterno. Il tutto con finto incrocio con tra Sexton e Leavy (2).

L’immagine 2 si riferisce al momento in cui Sexton riprende la palla da Furlong, che è un pilone ma ha le mani per giocare il loop (e tra l’altro dopo averlo fatto taglia fuori Symons tagliando la sua traiettoria di corsa). La difesa a quel punto non può permettersi né di essere aggressiva né di scalare in modo affrettato. Leiua, ultimo difensore della linea Wasps prima di Wade salito dalla profondità, costretto a tentennare vede Ringrose scappargli via all’esterno e solo un errore nell’incrocio tra il giovane centro irlandese e Nacewa impedisce il peggio. Un gioco molto strutturato e in cui avere a disposizione due playmaker di qualità, Sexton e Carbery, semplifica moltissimo le cose.

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