Sei Nazioni: gli inni delle nazionali spiegati dai Delinquenti

Un viaggio in Europa alla ricerca del loro significato nascosto (e delinquente)

scozia sei nazioni

ph. Sebastiano Pessina

#5 – La Marsigliese

Allons enfants de la Patrie,

Le jour de gloire est arrivé!

Contre nous de la tyrannie,

L’étendard sanglant est levé!

L’étendard sanglant est levé!

Entendez-vous dans les campagnes

Mugir ces féroces soldats?

Ils viennent jusque dans nos bras

Egorger nos fils et nos compagnes!

Refrain

Aux armes, citoyens!

Formez vos bataillons!

Marchons! Marchons!

Qu’un sang impur

Abreuve nos sillons!

Sostanzialmente quello che era l’inno dei rivoluzionari francesi divenne anche, oseremmo dire giustamente, l’inno nazionale. E’ un inno potente, in cui praticamente si ricorda ai cittadini tutto il male fatto dai tiranni (o da chi per loro) e si invita la gentile utenza a prendere le armi e a riempire i galloni col sangue dei cattivi. Poi dici che in campo sono incattiviti…

 

 

#4 – The Flower of Scotland

O Flower of Scotland,

When will we see

Your like again

That fought and died for

Your wee bit hill and glen.

And stood against him,

Proud Edward’s army,

And sent him homeward

To think again.

The hills are bare now,

And autumn leaves

Lie thick and still

O’er land that is lost now,

Which those so dearly held

That stood against him,

Proud Edward’s army

And sent him homeward

To think again.

Those days are past now

And in the past

They must remain

But we can still rise now

And be the nation again!

That stood against him

Proud Edward’s army

And sent him homeward

To think again.

Inno controverso. Scritto da Roy Williamson ( The Corrose) nel 1966 non è l’inno ufficiale. Semplicemente perché la Scozia non ne ha uno. E allora le nazionali hanno pensato bene di prendere quello che più li rappresentava: un inno di riscatto, carico di emozioni, che promette cose non molto carine ai nemici e grande soddisfazione per gli amici. Peccato che gli scozzesi non abbiano amici.

 

 

#3 – Hen Wlad Fy Nhadau

Mae hen wlad fy nhadau yn annwyl i mi,
Gwlad beirdd a chantorion, enwogion o fri;
Ei gwrol ryfelwyr, gwladgarwyr tra mâd,
Dros ryddid gollasant eu gwaed.

Gwlad, gwlad, pleidiol wyf i’m gwlad.

Tra môr yn fur i’r bur hoff bau,

O bydded i’r hen iaith barhau.

Popolo orgoglioso quello gallese. Fiero delle proprie origini, dei propri bardi, della propria poesia, della propria lingua… e della sua capacità di dare un sacco di botte. Tutto questo contenuto in un unico inno, comprensibile ai solo gallesi, a qualche studioso o a chi cerca su wikipedia. Noi siamo tra gli studiosi…

 

 

#2 – Ireland’s call

Come the day and come the hour
Come the power and the glory
We have come to answer
Our country’s call
From the four proud provinces of Ireland

Ireland!
Ireland!
Together standing tall…
Shoulder!
To shoulder!
We’ll answer Ireland’s Call!
We’ll answer Ireland’s Call!

Questo anche non è l’inno ufficiale irlandese. L’inno è infatti il magnifico emblema dell’unione delle “due Irlande”, che hanno deciso di mettersi insieme per riempire di legnate chiunque abbia il coraggio di mettersi contro di loro su un campo da rugby. Nello specifico…vabbè, ve lo diciamo adesso chi nello specifico.

 

 

#1 – God Save the Queen

God save our gracious Queen,

Long live our noble Queen,

God save the Queen!

Send her victorious,

Happy and glorious,

Long to reign over us;

God save the Queen!

La regina. Il motivo per cui gli inglesi fanno tutto questo. Il motivo per cui tutti vogliono prenderli e ammazzarli di botte. La regina. Perché, nel caso non bastasse Dio, qualcuno a salvare la loro Gracious Queen ci sarà sempre. E tutti lo devono sapere.

 

Allora, davvero, non ce la sentiamo di mettere l’inno di Mameli. Ci rifiutiamo. Dalle elementari dovremmo saperne test storia e significato. Diciamo solo che “Stringiamci a coorte” non è un refuso, e non vuol dire “Stringiamoci a Corte”, ma “Stringiamoci a coorte”. Coorte. Formazione militare.

Desti fratelli, che fra un po’ si scende in campo!

 

di Giulio Giuseppe Giorno

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