Le difficoltà del presente e il futuro delle Zebre Rugby: parla Stefano Pagliarini

Abbiamo intervistato il Presidente della franchigia ducale. Che fissa una data e parla di rinnovi e passi indietro

zebre rugby

ph. Ottavia Da Re

Le prossime settimane saranno decisive per il destino delle Zebre Rugby. Anzi, vi sarebbe già una data entro la quale si conoscerà il futuro della franchigia bianconera: il 15 febbraio. A dirlo a OnRugby, in un’intervista rilasciata al termine della conferenza stampa di martedì, che si è tenuta alla Provincia di Parma e ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni e del mondo imprenditoriale locale assieme alla dirigenza bianconera, è il Presidente Stefano Pagliarini. La situazione è difficile, come testimonia la scelta stessa di un engagez-vous pubblico, e lo stesso numero uno dei ducali ha confermato a TvParma che “la cifra di cui noi in questo momento abbiamo bisogno per terminare nel migliore dei modi la stagione è di un milione di Euro“. Ma nonostante questo, l’ipotesi di un trasloco da Parma resta per ora lontana, come già abbiamo scritto e ribadiamo: lasciare quel territorio e il Lanfranchi, anche alla luce dell’esperienza Aironi, avrebbe senso solo se l’alternativa fosse una piazza radicalmente e profondamente diversa dal punto di vista non solo geografico ma anche del tessuto socio-economico (leggi Roma, dove però manca al momento una struttura). Insomma, spostarsi una settantina chilometri più a nord (leggi Calvisano) avrebbe poco senso e l’ipotesi di trasferire tutto al San Michele perde col passare dei giorni le già poche quotazioni e creerebbe non pochi problemi di impasse di tipo logistico (come ci si divide il campo, posto che il club giallonero vuole continuare la propria attività) ma anche politico. Anche perché, almeno stando alle parole del Presidente Pagliarini, l’argomento trasloco “non è neanche mai stato sfiorato” assieme alla Federazione, unico organismo che può revocare la licenza di partecipazione al Pro12.

 

 

Nel corso della conferenza ha detto che i tempi sono molto ristretti. Entro quando conosceremo il futuro delle Zebre?
Il tempo a disposizione non è tanto. Crediamo che entro il 15 di febbraio avremo tutte le idee chiare sulle situazioni in evoluzione. Dopodiché, faremo un ulteriore incontro non con le istituzioni, ma con il CdA e i soci per fare le nostre valutazioni.

 

 

E’ una deadline data dalla Federazione?
No. La Federazione non ha mai dato aut aut in questo senso. Ogni sei mesi abbiamo l’obbligo di una revisione in cui dobbiamo dimostrare alla Federazione che i conti sono sufficientemente a posto per andare avanti. Ma ad oggi non c’è mai stato nessun tipo di pressione. Secondo il parere mio e del CdA è corretto, nel momento in cui emergono problemi, confrontarsi con i soci e rendere loro nota la situazione. Non avrebbe senso arrivare a maggio o giugno e accorgersi che sono finiti i soldi: bisogna trovare tutte le soluzioni per non avere problemi in futuro.

 

 

Ci sono situazioni che si concretizzeranno a breve?
Abbiamo una serie di azioni già intraprese da tempo che mi auguro nel giro di pochissimo tempo possano dare i risultati che ci attendiamo. Per riuscire a chiudere in discesa questa stagione e pianificare per il futuro.

 

 

La conferenza stampa guardava oltre la fine di questa stagione?
A questo livello è impossibile lavorare a vista. E’ necessario fare una serie di pianificazioni e programmazioni e per fare questo una delle cose più importanti sono le risorse economiche, che non si trovano dall’oggi al domani ma a fronte di progetti precisi e dettagliati che devono essere preparati e portati a potenziali partner. Non stiamo parlando della stagione in corso, perché da questo punto di vista è già conclusa. Stiamo parlando del futuro delle Zebre Rugby.

 

 

Le Zebre resteranno quindi a Parma?
L’unica entità che può togliere le Zebre da Parma è la Federazione, quindi questa domanda andrebbe fatta a loro.

 

 

Sareste pronti a fare un passo indietro nel momento in cui la Federazione ve lo chiedesse?
Questo è ovvio. Nel momento in cui si dovesse, e sottolineo si dovesse, dimostrare l’incapacità di portare avanti il progetto, è giusto permettere a chi ha queste risorse di entrare. Se l’entità che vuole entrare è la FIR ben venga. Ma è un discorso prematuro. Abbiamo un continuo contatto per la condivisione di figure come i giocatori, ma questo tema non è neanche mai stato sfiorato. Comunque, il CdA non è legato con le catene alla poltrona, anzi. Se ci fosse un gruppo importante con un progetto concreto per far crescere le Zebre Rugby, sono certo che tutti sarebbero pronti a fare un passo indietro per il bene della società.

 

 

Trovare sponsor disposti ad investire è stata una delle spine nel fianco della presente gestione…
Una ragione è lo scollamento dal territorio. L’altra sono state le cose scritte sulle Zebre, che non aiutano: con uno sponsor avevamo già deciso la cifra, poi si è tirato indietro per quanto letto a settembre a proposito del pericolo fallimento. Pensavamo che certa disinformazione legata alle Zebre fosse una questione elettorale, ma è invece continuata nel tempo. E continua ad essere uno dei problemi per reperire sponsor.

 

 

Da Presidente come ha preso le dichiarazioni del capitano George Biagi?
Certamente è necessario un maggiore dialogo coi giocatori così come è necessario creare maggiori occasioni per confrontarsi. In tutti i modi le dichiarazioni di Biagi sono inaccettabili, ancor più nella sua veste di capitano.

 

 

Conferma il rinnovo di importanti giocatori come annunciato via comunicato stampa?
Confermo che abbiamo già rinnovato con giocatori internazionali di grande importanza per noi e per il rugby italiano. Ciò fa piacere, perché nonostante tutto quanto si sia scritto, ci sono giocatori che avrebbero potuto andare dove volevano ma che hanno scelto di legarsi a noi per il futuro. Non un anno ma due. I nomi arriveranno a breve, insieme a tante altre novità.

 

di Roberto Avesani

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