Le finali delle Coppe Europee in Italia? Più che possibile

Così il DG di EPCR Vincent Gaillard. E per il 2018 spunta Bilbao…

ph. Matteo Mangiarotti

ph. Matteo Mangiarotti

EDIMBURGO – Vogliamo dare più visibilità alla Challenge Cup, questo è uno dei nostri obiettivi. Abbiamo costituito un team interno per cercare di capire come fare per raggiungere questo traguardo, una delle nostre priorità. Non sappiamo ancora quali saranno i suggerimenti che avremo, ma penso a qualcosa come un incentivo dal punto di vista economico, ‘punitivo’ (per chi non rispetta le regole, ndr) e, in contemporanea, possibile, nuove vie per la qualificazione alla Champions Cup. Vogliamo rendere questa competizione più forte ed attraente, anche attraverso attività promozionali”.
La struttura delle competizioni non cambierà, almeno per le prossime sei stagioni a meno che non ci sia un accordo molto forte fra tutte le parti interessate per qualche piccolo aggiustamento.

 

Il direttore generale di EPCR Vincent Gaillard, ha incontrato la stampa in vista delle prossime finali che si giocheranno nella capitale scozzese nel maggio 2017 e sono emersi particolari interessanti, tra cui la possibilità in futuro di ospitare in Italia l’evento. “Ci sono assolutamente chance per l’Italia di ospitare le finali delle Coppe Europee. La Federazione Italiana ha espresso interesse e vedremo cosa succederà nel futuro; non posso nominare altre candidate per le finali 2018, ma solo quelle che finora hanno comunicato il loro interesse che sono Newcastle e Bilbao”.

 

Per quanto riguarda la notizia del giorno, ovvero la richiesta del gruppo Altrad (già proprietario del Montpellier-Hearult) di acquisizione di Gloucester Rugby, abbiamo iniziato il processo di consultazione di tutte le principali parti interessatecome abbiamo annunciato con un comunicato stampa – in modo da farci un’idea di migliore circa la decisione giusta da prendere. È una situazione piuttosto complicata, al momento le regole esistenti (che valgono non solo per il rugby) non prevedono questa possibilità e anche per questo motivo dobbiamo cercare di capire ed analizzare a fondo tutte le variabili che si presentano prima di pensare quale sia la decisione migliore, come detto. Il prossimo meeting interno è fissato per il 14 febbraio e in quella data avremo una risposta.”

 

Edimburgo è stata la candidatura migliore e più solida che abbiamo ricevuto e ha meritato di essere scelta come sede della prossima finale delle coppe europee. È stata una combinazione di fattori che ci ha fatto scegliere Edimburgo, come la storia, la tradizione, l’offerta della città, ma anche dal punto operativo e finanziario e il rapporto che abbiamo con la Scottish Rugby e siamo convinti sia la scelta giusta. Siamo davvero contenti”.

 

Sono già stati venduti 30mila tagliandi per la finale di Champions Cup e circa 19mila per quella di Challenge Cup, un grande risultato raggiunto prima di Natale“, aggiunge Dominic McKay, Chief Operating Officer della Scottish Rugby. “Non nascondiamo che l’obiettivo è quello di avere il sold-out per la finale di Champions Cup e di battere il record di presenze per quella di Challenge Cup”. L’ultima volta che è stata giocata una finale della massima competizione europea al Murrayfield, nel 2009, tra Leicester Tigers e Stade Francais, sono stati venduti 66mila tagliandi. “Sarà una grande opportunità per tutti i tifosi di vivere un incredibile weekend di rugby, cui va aggiunta la finale del torneo di qualificazione, che si giocherà su uno dei back-pitches del BT Murrayfield, dove molto probabilmente monteremo strutture temporanee, il sabato in tarda mattinata/primo pomeriggio, non è ancora stato deciso, ma vogliamo trasmettere la gara in diretta televisiva. Ci saranno punti d’incontro per i fans in città, ma vogliamo sfruttare gli spazi disponibili attorno al Murrayfield e creare qui un fine settimana speciale per tutti, dove tutta la Scozia avrà occasione di mettersi in mostra sul palcoscenico internazionale”.

 

di Matteo Mangiarotti

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