OnRugby – OnTheRoad: Edimburgo e la Scozia – parte 2° Le Highland meridionali e le Ebridi

Tutta la magia di Loch Lomond-Trossachs National Park, Oban, Glencoe-Dalness e Stirling, una trasferta ovale diventa un viaggio straordinario

Scotland highlands ©sebastiano pessina

ph. Sebastiano Pessina

Il nostro viaggio prosegue. Abbiamo individuato una meta relativamente vicina. Una zona facilmente accessibile da Edimburgo e da Glasgow (città di trasferte ovali) per chi volesse (e dovrebbe!) prolungare/anticipare il suo viaggio. Ciò detto, la Scozia è tutta da visitare!

Lasciamo la Capitale alla volta di Oban. Abbiamo raggiunto la cittadina sulla costa occidentale attraversando il bellissimo Loch Lomond and The Trossachs National Park. Poi, dal villaggio che dà il nome al rinomato whisky, ci siamo spinti a nord nel suggestivo comprensorio dell’antica contea di Argyll percorrendo la strada che taglia il più celebre glen della Scozia, quello di Glencoe & Dalness. Abbiamo “chiuso il cerchio” rientrando a Edimburgo passando per Stirling. Tre giorni (e circa 650 km) che ci hanno regalato panorami bellissimi molto vari e diversi l’uno rispetto all’altro.
Nella speranza di riuscire a trasferirvi l’incanto di questi luoghi che conservano pressoché intatto il loro fascino naturale e che, anche negli insediamenti civili (villaggi e cittadine) rappresentano una delizia, ecco la breve cronaca del nostro viaggio. Ricorreranno spesso alle parole “loch” (lago), “firth” (fiordo), “glen” (valle), valeva la pena di segnalarlo non tanto per chi non “mastica” l’inglese, ma per introdurvi a ciò che vi aspetta.

Da Edimburgo abbiamo imboccato la M9 in direzione Stirling (non dimenticate che, se siete dotati di navigatore, grande importanza hanno i codici postali che in UK sono addirittura in grado di condurvi nell’esatto punto in cui desiderate giungere; ciò premesso i cartelli stradali, in tutto il Regno Unito, sono posizionati in modo assolutamente impeccabile e razionalizzassimo, difficile perdersi).
All’altezza di Stirling, dall’autostrada abbiamo preso la A811 in direzione Balloch (che si trova sulla punta sud del lago). Da questa località partono molte gite per visitarlo in battello.
Il Loch Lomond è il bacino più grande del Regno Unito (oltre 35 chilometri di lunghezza) ed è il fulcro del Loch Lomond & Trossachs National Park. Il parco che ha un’estensione molto vasta (1.865 km²) offre scenari incantevoli: montagne, colline, laghi, isolette, boschi, una flora e una fauna ricchissime. Una natura arcadica (molti scorci ricordano i paesaggi delle stampe neoclassiche) e lussureggiante (almeno in questa stagione) che, puntando a nord, muta via via e diventa più aspro. È zona turistica e meta di escursionisti.

Da Balloch ci siamo diretti ad  Arrochar, sulla A82. Il piccolo villaggio, adagiato sulle sponde del Loch Long, nella zona settentrionale del parco, è base di partenza per gli amanti delle passeggiate. Le Arrochar Alps, a nord di Glen Croe e Glen Kingla sono una delle loro destinazioni predilette. Il Ben Arthur (circa 900 mt, detto anche The Cobbler, il ciabattino, per la sua forma caratteristica) è il rilevo più interessante della zona, anche rispetto al più alto Ben Ime (circa 1.000 mt).

Da Arrochar abbiamo proseguito sulla A83 in direzione Kilmelford, passando per la meravigliosa Iveraray, sulla costa ovest del Loch Fyne, è il capoluogo della storica contea di Argyll. Per capoluogo siamo abituati a immaginare centri urbani con estensioni e numero di residenti di una certa rilevanza. Invero, il villaggio sede del clan dei Campbell dal lontano XV secolo, conta oggi circa 600 abitanti.
Subito prima di giungere al borgo si attraversa uno stretto e ripido ponte di pietra, l’Aray Bridge (1775), sono le tracce della strada militare creata dopo l’Insurrezione dei clan (1745-46), ultimo atto del tentativo giacobita di portare sul trono di Scozia e Inghilterra uno Stuart. I clan fedeli a Carlo Edoardo Stuart, noto alle cronache storiche come Bonnie Prince Charlie, furono definitivamente sconfitti dalle truppe lealiste al comando del Duca di Cumberland nella feroce battaglia di Culloden, nelle vicinanze di Inverness (16 aprile 1746). La A83 corre sull’antico tracciato creato per consentire alle truppe reali di spostarsi agevolmente dalle basi di Fort William, Fort Augustus e Fort George in caso di nuove rivolte.
Il borgo originario risale alla metà del XV secolo e aveva sede nel luogo in cui oggi sorge il castello. Nel 1720 il celebre architetto John Vanbrugh (lo stesso che ha creato il mirabile Blenheim Palace, di cui forse avete letto nello speciale dedicato alle città della RWC) progettò il nuovo maniero. Nel 1746 i lavori furono poi affidati da Archibald Campbell, III duca di Argyll, ad altri due grani nomi di quel tempo Roger Morris e William Adam, quest’ultimo, l’anno successivo, presentò anche un piano per la ricostruzione del borgo. Di forma quadrata con 4 torrioni a cilindro, il manor (intorno al quale si sviluppa un magnifico giardino e un parco di circa 6 ettari) è un curioso mixage di stili, una perfetta espressione dell’eclettismo, e fu completato nel 1789 sotto il V duca, John Campbell. Il villaggio, ricostruito a partire dal 1771, a circa 1 km di distanza, si deve in buona parte all’opera di Robert Mylne.
Il colpo d’occhio è notevole, un autentico gioiello architettonico-urbanistico. Da visitare, oltre al castello, la storica prigione/palazzo di giustizia (1813) che oggi accoglie un museo. Il Prisons Act (1877) sancì che le carceri fossero gestite direttamente dal governo. Da sapere che quello di Inveraray è l’ultimo piccolo penitenziario locale ad aver cessato la sua attività (1889), mentre il tribunale smise di operare nel 1954.
Se viaggiate con i vostri bambini, fate un giro al Maritime Museum allestito nell’Arctic Penguin ormeggiato nel porticciolo insieme al Clyde puffer, tipico battello da cargo a vapore, alimentato a carbone, che operava fra la costa occidentale e le Ebridi.

Da Inveraray, sulla A816, a Kilmartin (a circa 50 km da Oban) dove, nel 843, sorse il primo regno di Scozia quello di Dalriada. La zona del Kilmartin Glen è ricchissima di reperti archeologici di grande interesse (risalenti sino al Neolitico), qui forse c’è la più alta concentrazione di menhir, tumuli, incisioni rupestri, colline fortificate di tutto il paese. Quella di Dunadd, a circa 6 km dal villaggio, era la capitale del reame dove si ipotizza che si trovasse anticamente la leggendaria Stone of Scone, la Pietra del Destino (oggi custodita nel castello di Edimburgo) sulla quale venivano incoronati i sovrani di Scozia (da Kenneth I a Carlo II). Da visitare tutta l’area senza trascurare il Kilmartin House Museum e il Kilmartin Churchyard (croci celtiche paleocristiane e pietre tombali con incisioni di condottieri medievali; s’ipotizza che nel piccolo cimitero riposino le spoglie di alcuni cavalieri Templari).

Oban è una cittadina deliziosa. La piccola baia, chiusa dall’isola di Kerrera, che si staglia proprio di fronte al villaggio, è attraversata dai colorati battelli/traghetti che collegano la terraferma con le Ebridi. Se ne avete l’occasione imbarcatevi e raggiungete almeno una delle più vicine (anche se meritano tutte una gita): Oban-Mull (Craignure), 46 minuti; Oban-Lismore, 1 ora; informatevi bene perché alcune sono interdette alle auto. Le isole, al di là dei suggestivi paesaggi, sono ricche di una fauna pressoché unica e, in quel tratto di mare, non è infrequente imbattersi in balene e delfini. La piccola Iona, a ovest di Mull (Fionnphort-Iona, 10 minuti) è sede del primo monastero cristiano in Scozia (fondato da San Colombano nel 563); considerato a lungo luogo sacro, più volte oggetto di razzie e saccheggi da parte dei vichinghi è stato sito di sepoltura di sovrani scoti, irlandesi e norvegesi. La più lontana Islay, detta la “regina delle Ebridi”, conserva le tracce di stanziamenti preistorici del Mesolitico e del Neolitico. Finlaggan (a circa 2 Km da Ballygrant) fu la dimora dei Lords of the Isles (di origini vichingo-irlandesi, erano vassalli “emancipati” dei monarchi norvegesi e scozzesi che, nel medioevo, governavano sulle isole Ebridi, Skye e Ross). In effetti, da queste parti, è impossibile non notare tutt’oggi le tracce dell’influenza scandinava.
Una notazione va al whisky. In Scozia 5 sono le aree di produzione (Campbeltown, Highlands, Islay, Lowlands e Speyside) ognuna delle quali offre distillati con diverse e precipue peculiarità, date essenzialmente dalle caratteristiche dall’acqua e della torba della zona che influenzano il gusto e l’aroma del whisky. Da queste parti ci sono diverse antiche distillerie (per saperne di più). A Oban, sul lungo mare, c’è un piccolo locale in cui è possibile fare un’ampia degustazione. Anche le birre locali, vi è una vasta scelta, sono decisamente eccelse e vale la pena di provarle. La nostra raccomandazione è: bevete con moderazione (benché l’offerta, oltre che varia, sia eccezionale).

Da Oban ripartiamo verso nord; imboccata la A828 ci dirigiamo verso Glencoe & Dalness. Ben presto un cartello ci segnala che siano giunti nelle Terre Alte. Sosta a Portnacroish per visitare Castle Stalker (una piccola rocca, edificata, nel primo quarto del 1300 dal clan MacDougall, su di una minuscola isola immediatamente adiacente alla costa). Il delizioso pro-shop offre torte, caffè e moltissimi oggetti (che verrebbe voglia di portare con sé). Da lì si prende la A82 e inizia la magia.
È difficile trovare le parole per descrivere il fascino misterioso del più noto glen della Scozia (oggi protetto dal National Trust). Valli, convalli, cascate, montagne coperte da licheni ed erica, un paesaggio plasmato dal tempo nel corso delle ere geologiche. Eppure, benché la presenza umana non abbia intaccato lo scenario e le sue tracce siano pressoché minime, non c’è niente di drammatico o di inquietante. Al contrario, l’incanto è assoluto.
Solo per darvi qualche suggerimento evocativo del fascino misterioso e ammaliante di questi luoghi, ripensate a “Bravehart”, qui è dove hanno girato alcune delle scene più epiche del film. Per chi non lo avesse visto, Glencoe si è prestato a far da location a “Harry Potter e i doni della morte” e al più recente “Skyfall”. Percorrete la strada che lo attraversa con calma. Fermatevi spesso per godere pienamente di panorami che offrono scorci continuamente diversi. Poi domandatevi che senso ha correre tutto il giorno ed essere schiavi del cellulare quando il mondo offre tanto di meglio, una pace e un silenzio che, forse, non si erano mai manifestati così intensi.
Proseguendo lentamente si torna alla dimensione a cui siamo abituati, ma mai del tutto (siamo in Scozia). Arrivati a Tyndrum s’imbocca la A85 per tornare a Oban. Su questa strada, lungo il Loch Awe, s’incontrano le rovine del Kilchurn Castle, edificato da Sir Colin Campbell nella metà del ‘400, e più avanti il Cruacham Reservoir una spettacolare centrale elettrica costruita nel 1960 (che merita una visita).

È ora di rientrare a Edimburgo, un volo per l’Italia ci aspetta nel tardo pomeriggio. Ma non prima di aver fatto una gita a Stirling (che, all’andata, non abbiamo visitato). Da Oban, per fare un percorso alternativo, ripercorriamo un tratto della A85 per poi immetterci sulla A84 all’altezza di Lochearnhead. Stiamo attraversando il lato est del Loch Lomond.
Stirling. Qui si sono scritte alcune delle pagine più significative della storia della Scozia. È difficile esaurirle in poche righe (ma l’aereo, per la verità, non ci aspetta). Posta in posizione strategica, è il “cancello” fra le Terre Basse e quelle Alte. Residenza degli Stuart tra il XV e il XVII secolo, ha visto due incoronazioni: Maria Stuarda (nel 1543, nella Royal Chapel, presso il catello) e il di lei figlio, Giacomo VI di Scozia (che, Il 24 marzo 1603, successe al trono d’Inghilterra, come Giacomo I, alla grandiosa Elisabetta I) nella Church of the Holy Rude (che, salvo Westminster Abbey, è la sola chiesa del regno ad aver fatto da teatro a un’incoronazione). Ben prima, l’11 settembre 1297, William Wallace (a cui è dedicato un monumento a circa 4 km dal centro), eroico condottiero (ricordate “Braveheart”?) e simbolo per gli scozzesi, sconfisse gli inglesi (durante la Prima Guerra d’Indipendenza) nella ferocissima battaglia di Stirling Bridge. E ancora, fra il 23 e il 24 giugno del 1314, Robert Bruce, nella Battaglia di Bannockburn, inflisse una sonora disfatta alle truppe albioniche di Edoardo II Plantageneto. Notazione molto ovale: dal castello si gode un panorama notevole, agli appassionati non sfuggiranno, fra le tante bellezze, i campi da rugby nella piana ai piedi del Wallace Monument.
La “città vecchia”, che si sviluppa su impervie stradine ai piedi della collina sulla cui sommità si erge il grande castello medievale, è dotata di un centro storico davvero bello (ricco di piccoli palazzi storici del XV e XVII secolo). Le mura urbane, le cui vestigia si possono ancora ammirare (qui meglio che in qualsiasi altro luogo dell’antica Alba), furono erette intorno alla metà del ‘500. Se anche solo avete poco tempo a disposizione e siete a Edimburgo (a circa 60 Km) per il rugby, fate una visita a Stirling (le due città sono ben collegate anche da treni e autobus), ne vale assolutamente la pena!

 

Siamo ormai in aeroporto, pronti a rientrare in Italia. È stato un viaggio bellissimo. Portiamo con noi la magia e le emozioni che questi luoghi ci hanno regalato insieme alla cordialità delle persone che abbiamo incontrato. La Scozia è sicuramente un paese ovale.

Ancora una volta: non lasciatevi sfuggire l’opportunità di fare delle vostre trasferte ovali un’occasione per conoscere il mondo!

 

PER SAPERNE DI PIÙ Visitbritain.com

 

Francesca Lupoli

 

Leggi anche OnRugby – OnTheRoad: Edimburgo e la Scozia – parte 1° La Capitale 

 

 

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