Bernard Lapasset si schiera: “Il Sei Nazioni si apra a promozioni e retrocessioni”

Il presidente di World Rugby (in carica fino a maggio) dice la sua sul torneo. E non sono buone notizie per l’Italia

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

La polemica sul formato del Sei Nazioni, sulla possibilità di far entrare nuove realtà (leggi Romania e soprattutto Georgia) non è certo nuova, anzi. Nelle settimane successive alla fine del torneo sono ormai diventate ricorrenti, complici anche i tanti – troppi – cucchiai di legno rimediati dall’Italia. Ora arrivano nuove parole che getteranno benzina sul fuoco, perché a pronunciarle è Bernard Lapasset, l’uomo che negli ultimi anni ha gestito Ovalia dalla poltrona di presidente di World Rugby, l’associazione che governa il rugby di ogni dove. Non l’ultimo degli stolti insomma.
In una intervista a Le Figaro Lapasset (che lascerà la sua carica il prossimo 11 di maggio per diventare l’uomo di punta della candidatura di Parigi all’organizzazione delle Olimpiadi del 2024) ha detto chiaro e tondo che il Sei Nazioni deve cambiare formula, aprendosi a un sistema di promozione/retrocessione: “Bisogna cambiare il formato del torneo. Se vogliamo guardare al futuro questa competizione deve rapidamente aprirsi con un sistema di promozione e retrocessione che può essere diretto o avvenire per barrage. Bidogna dare velocemente una visione, una possibilità a squadre come Georgia, Russia o Romania”.

 

Siamo pronti a scommettere il nostro euro che queste parole daranno il via a nuove polemiche. Il Sei Nazioni, lo ricordiamo, è un torneo “privato”, di proprietà delle federazioni che partecipano allo stesso. World Rugby è quindi un agente esterno, diciamo così, che non può direttamente incidere sul board e sulle decisioni di Francia, Inghilterra, Scozia, Galles e Italia. E’ però indubbio che la sua capacità di fare pressioni è di quelle importanti.
Il contratto che lega l’Italia al Sei Nazioni è valido fino al 2024 ma World Rugby ha in atto un processo di modifica dei calendari internazionali con tempi più stretti di qualche anno. 
Lapasset ha detto la sua, ora bisognerà vedere cosa vorrà fare il nuovo presidente di World Rugby, che conosceremo a metà maggio: l’inglese Bill Beaumont è il grande favorito.

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