Infortuni che fanno discutere: il Mondiale al tempo del senno del poi

“Era necessario farli giocare?”. La domanda rimbalza dal Galles all’Italia che discute di Halfpenny, Webb, Morisi e Garcia

ph. Rebecca Naden/Action Images

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Facciamo una ipotesi. Mettiamo che Warren Gatland avesse preso decisioni diverse e contro l’Italia avesse optato per una formazione imbottita di rincalzi e seconde scelte, lasciando in panchina o in tribuna gente come Halfpenny, Cuthbert, North, Biggar, Webb, Warburton, Jenkins o chi volete voi. Poniamo poi il caso che questa sorta di “squadra B” alla fine degli 80 minuti di gioco di sabato avesse lassciato il campo con una sconfitta sul groppone. Poteva succedere, alla fine, la formazione quasi titolare ha vinto di una manciata di punti. Bene, come avrebbe preso la stampa gallese quel ko? La risposta è facile: male, probabilmente malissimo.
Le due settimane scarse che ci separano dal Mondiale sarebbero diventate un mezzo incubo per staff tecnico e squadra, con una pressione quasi insopportabile se alla ipotetica sconfitta andiamo ad aggiungere il fatto che i dragoni sono nel cosiddetto “girone della morte” con Australia, Inghilterra, Fiji e Uruguay. Una pool dove non bisogna sbagliare nulla, e potrebbe comunque non bastare.

 

Però è successo che Webb e Halfpenny si sono infortunati e salteranno il torneo iridato e la stampa di casa si è schierata (non tutta, ma buona parte) nel partito del “bisognava proprio farli giocare?”. Per non parlare dei tifosi. Gatland ha tagliato corto, dicendo chiaro e tondo che la squadra doveva vincere.
Certo quegli infortuni pesano non poco, ma la verità è che siamo tutti incredibilmente bravi con il senno di poi e che siamo quindi di fronte a una polemica quantomeno pretestuosa, se non addirittura stupida. Il rugby è il gioco che è, ovvero una disciplina di contatto fisico estremo. Se Gatland, magari investito dei poteri di Gandalf, avesse potuto sapere in anticipo dei ko a due giocatori così importanti li avrebbe fatti giocare fino a un minuto prima del crac, di sicuro non li avrebbe tenuti a riposo. Aveva deciso che era la scelta migliore in prospettiva Mondiale e avrebbe seguito quella strada comunque.

 

Perché ci occupiamo delle polemiche gallesi? Perché sul prato del Millennium Stadium si sono fatti male anche Garcia e Luca Morisi e pure loro rischiano il Mondiale, con il primo che qualche speranza sembra averla a differenza del centro del Benetton Treviso. E anche da noi il partito di cui sopra – quello del “bisognava proprio farli giocare?” si è fatto sentire.
Anche qui, come nel caso gallese, siamo di fronte a polemiche che lasciano il tempo che trovano, o che almeno così dovrebbe essere. Dopo il ko davvero brutto di Edimburgo il ct Jacques Brunel aveva solo un’occasione per testare la squadra prima del debuto Mondiale contro la Francia. Normale che volesse schierare una formazione molto vicina a quella tipo. Non era certo Cardiff la gara per far mettere tanti minuti nelle gambe a Violi, tanto per fare un esempio (ma le due precedenti sì). Anche qui: con i “se” e con i “ma” non si va da nessuna parte e sembra che il senno del poi renda tutti molto saggi.
La domanda che ci facciamo è una: ma se avessimo perso di 40/50 punti come successo in Scozia schierando una formazione sperimentale – diciamo così – quale sarebbe stato il trattamento riservato a ct e giocatori? Esatto, la risposta è proprio la prima che avete pensato.

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