Speciale Rugby World Cup 2015: le squadre – Fiji

6 partecipazioni su 7 edizioni della Coppa del Mondo e quella memorabile vittoria che eliminò i Dragoni

fiji alla RWCLe Isole Fiji hanno partecipato a sei edizioni della Rugby World Cup. Solo nel 1995 non riuscirono a qualificarsi a causa della sconfitta subita da Tonga nel doppio match di accesso. Due volte sono riuscite passare il girone e arrivare ai quarti, nel 1987 e nel 2007, quando decisiva fu un’incredibile vittoria contro il Galles per 38-34 che eliminò i Dragoni. Nel 1999 fatale è stata l’Inghilterra nella sfida play off post pool.
Nei due video, gli highlights dell’incredibile vittoria con il Galles nella RWC 2007.

 

RWC 2007: Galles-Fiji, highlights primo tempo

 

RWC 2007: Galles-Fiji, highlights secondo tempo

 

DIAMO I NUMERI: LA SQUADRA E I GIOCATORI
Le Fiji hanno disputato in tutto 24 match alla Rugby World Cup vincendone 9 e perdendone 15. La vittoria più larga risale al primo ottobre 1999, quando la Namibia venne sconfitta 67-18 in una partita che rappresenta anche il record figiano di punti e mete (9) in un singolo match iridato. Esattamente dodici anni e un giorno più tardi, il due ottobre 2011, la squadra subiva invece la peggior sconfitta mondiale perdendo 66-0 contro il Galles.
Sul fronte giocatori, il detentore del record di presenze e punti è l’apertura Nicky Little: in 14 match iridati, ne ha messi a segno ben 125, tutti al piede. Sul podio del record di mete primi, a pari merito, Vereniki Goneva e Viliame Satala con quattro marcature ciascuno.

 

L’EDIZIONE DEL 1987: COSA SONO I MONDIALI?
Nel pool 3 della prima storica edizione del 1987 regna l’equilibrio. Primi senza problemi finiranno gli All Blacks seguiti da tre squadre con una vittoria ciascuna: Italia, Argentina e Fiji. Saranno proprio le Fiji a qualificarsi in virtù della miglior differenza punti, nonostante la sconfitta per 18-15 subita dagli Azzurri.
Ma ben prima di preoccuparsi delle difficoltà del confronto sul campo, la federazione figiana dovette affrontare non poche peripezie per mettere insieme la compagine di giocatori da schierare. Jeremy Duxbury, attuale Responsabile Sponsor e Marketing, ha raccontato alla giornalista inglese Alison Kervin quanto fu complesso riunire la squadra. Le Fiji sono un arcipelago composto da più di trecento isole e molti giocatori convocati abitavano in atolli piccoli e remoti. Innanzitutto fu necessario ricorrere all’aiuto delle stazioni locali di polizia per individuare dove vivessero. Poi le lettere di convocazione vennero affidate alla nave che ogni mese faceva la spola fra isole e isolette per consegnare posta e generi alimentari. A quel punto non restava che sperare venissero recapitate, che qualcuno nel villaggio (non necessariamente il giocatore) sapesse leggere e scrivere e che finalmente giungesse una risposta. Un’impresa durata mesi. Questo ci aiuta a meglio inquadrare e comprendere l’importanza della storica vittoria contro l’Argentina del 24 maggio 1987.
In quell’anno, il cammino delle Fiji si interruppe ai quarti di finale, quando fu battuta 31-16 dalla Francia. Questa partita, oltre che per la bellissima meta di Qoro, verrà ricordata anche per quella clamorosamente mancata da Koroduadua a cui, evidentemente, “sfuggiva” che la palla va tenuta con due mani.
Le potete rivedere entrambe.

 

RWC 1987: Fiji-Francia, meta di Manasa Qoro

 

RWC 1987: Fiji-Francia, l’errore di Koroduadua

 

PAPÀ BRAD JOHNSTONE: MOLTO PIÙ DI UN ALLENATORE
Ai Mondiali del 1999 le Fiji sono allenate da quel Brad Johnstone che di lì a poco diverrà coach dell’Italia. Dalla prima edizione iridata sono passati dodici anni, ma le differenze di trattamento riservate alle delegazioni restano molto marcate. Dopo la sconfitta nel girone contro la Francia, che costringerà le Fiji al play off poi perso contro l’Inghilterra, Johnstone riunì alcuni giornalisti inglesi e tuonò contro la disparità di trattamento tra le nazionali: “Ho giocatori che hanno nelle dita più talento di almeno metà di tutti gli atleti che sono qui. Ma gli All Blacks sono in sistemazioni di prima classe e noi in baracche e ci facciamo la doccia all’aperto con una pompa dell’acqua. Non possiamo essere competitivi”. E i problemi di Johnstone non finivano li. Come ebbe modo di raccontare nel corso di quell’edizione della RWC, i suoi compiti non erano certo solo quelli di allenatore: “Se voglio mandare una lettera ai giocatori, devo comprare la carta e mettere la busta su una barca. E poi devo prendermi cura dei loro. La moglie di un giocatore si rifiutava di dare il passaporto se non le lasciava dei soldi, un altro è stato arrestato per non aver versato il mantenimento”.
Una volta, appena arrivati in Galles, l’ex tecnico azzurro scoprì che, a causa di una vecchia rissa, c’era un ordine di arresto nei confronti di un giocatore il quale rimase in cella tutte e tre le settimane del tour. Per dirla con le sue parole: “Allenare è solo una piccola parte di ciò che faccio”.
In questo video, alcune delle controverse decisioni dell’arbitro Paddy O’Brien che nel corso del match contro la Francia fecero infuriare Johnstone.

 

RWC1999: Francia-Fiji, le decisioni di Paddy O’Brien

 

Roberto Avesani

 

Scopri le altre squadre del Torneo sino ad ora pubblicate: Inghilterra – Nuova Zelanda – Italia – Argentina – Australia – Galles – Francia – Irlanda – Scozia – Sudafrica – Samoa – Romania, Costa d’Avorio, Georgia e Giappone

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