Polemiche e critiche che non mancano mai: siamo già in piena campagna elettorale? No, ma la strada è quella
Ieri i dati sull’effettivo numero dei praticanti italiani, una decina di giorni fa la “lettura” dei bilanci FIR, prima ancora… beh, così su due piedi non ci viene in mente nulla, ma c’è sicuramente stato un “prima”. E ci sarà sicuramente anche un “dopo”, magari oggi o tra una settimana. E la domanda diventa lecita: è iniziata la campagna elettorale per il rinnovo della presidenza federale? La risposta immediata, di pancia, sarebbe “sì”, ma probabilmente non è così.
Intanto alcune indicazioni generali: al voto si andrà dopo il termine delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, che si chiuderanno il 21 agosto del 2016, e la data verrà scelta tra quel giorno e il 31 di dicembre. Settembre/ottobre sono i mesi più probabili ma la palla è in mano al Consiglio Federale che farà conoscere la sua decisione verosimilmente la prossima primavera.
Dicevamo: la campagna elettorale è già iniziata? Indubbiamente ci sono diversi elementi che spingono per una risposta affermativa a una simile domanda. Il primo è che il clima è già piuttosto surriscaldato, che il Veneto – capofila di una larga fetta dell’ovale di casa nostra – non ha mai fatto mistero di non gradire l’attuale gestione del rugby italiano e che sosterrà un’alternativa all’attuale presidenza, che lo stesso numero uno federale Alfredo Gavazzi non ha mai messo minimamente in dubbio l’eventualità di ricandidarsi e in molte dichiarazioni alla stampa ha sottolineato la necessità di avere un paio di mandati per poter ottenere dei risultati concreti. Il presidente solo qualche mese fa alla stampa convocata a Milano a chi gli chiedeva conto delle prevedibili difficoltà che hanno tormentato la stagione dei Cavalieri Prato in Eccellenza ha detto sorridendo che a due anni dalle elezioni non si poteva lasciare fuori una squadra dal massimo torneo nazionale. Una battuta (lo ripetiamo: ha detto queste cose sorridendo), ma che dà bene l’idea di quanto l’argomento “rielezione” non sia affatto secondario per Gavazzi, come è anche normale che sia.
Però forse quello in corso – prima ancora che essere una campagna elettorale in anticipo – è ancora un “conflitto a bassa intensità”, definizione utilizzata dagli analisti di politica internazionale per indicare “un confronto politico-militare tra stati o gruppi contendenti, al di sotto della guerra convenzionale e oltre l’ordinaria, pacifica competizione. Spesso implica prolungate lotte di principi ed ideologie concorrenti fra loro”. Parole del manuale delle forze armate statunitensi che ben si adattano a descrivere l’attuale situazione nel rugby italico.
La campagna elettorale è là da venire, ma si sa che per lo scoppio (certo) della guerra vera e propria c’è ancora da attendere un po’ di tempo e non si rimane con le mani in mano. Nulla di nuovo sotto il sole, soprattutto in un ambiente che non si è mai fatto mancare polemiche. E di qui ai prossimi mesi ne vedremo e leggeremo parecchie. Probabilmente anche qualche sorpresa.
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