Quelle Zebre un po’ diverse nell’affrontare il “caso Muliaina”

Rispetto al caso di Brive e allo scontro Manghi/Cavinato la squadra bianconera ha tenuto un comportamento diverso

ph. Paul Harding/Action Images

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Tenere la barra dritta, non dare alcun “spazio di movimento” a condotte etiche o morali contrarie allo spirito dello sport. Queste sono le coordinate a cui fanno riferimento le società di rugby, tanto più se fanno parte dell’alveo del professionismo.
Nel corso dell’ultima stagione le Zebre hanno dimostrato più volte la loro volontà e decisione nel punire chi esce dal sentiero sopra descritto. Lo scorso autunno Leonardo Sarto, Dario Chistolini e Andries Ferreira vennero puniti per aver saltato una cena con la squadra durante la trasferta a Brive (dove i bianconeri si trovavano per una partita di Challenge Cup) preferendo una uscita in un ristorante.
Qualche mese fa a finire nei guai furono addirittura uno dei dirigenti più importanti della franchigia federale – Roberto Manghi – e l’head coach Andrea Cavinato, una cui lite finì con un’aggressione fisica che portò alle dimissioni di entrambi i protagonisti. Tra i due è ora in corso un contenzioso legale che stabilirà le responsabilità dell’accaduto ma le lettere di dimissioni vennero accettate senza grossi problemi dal CdA della società.

 

Ora però c’è il “caso Muliaina”, e le Zebre finora hanno tenuto un atteggiamento un po’ diverso. L’ingaggio dell’ex All Blacks viene annunciato a Parma il primo di aprile, tre giorni dopo viene fermato in Inghilterra nell’immediato dopo-partita del Connacht contro il Gloucester per un’aggressione sessuale che sarebbe avvenuta il mese prima a Cardiff, quando la squadra di Galway aveva giocato per una gara di Guinness Pro12. Rilasciato dopo il pagamento di una cauzione, qualche giorno fa la conferma delle accuse: “Mils Muliaina è stato accusato di aggressione sessuale ai danni di una ragazza di 16 anni o più. Il 7 agosto dovrà apparire davanti alla Cardiff Magistrates Court” ha rivelato un bollettino della polizia gallese.
Un’accusa grave, nel merito della quale però le Zebre hanno invece tenuto un atteggiamento di profilo più basso, meno guardingo rispetto a quanto messo in mostra nei mesi scorsi. Finora la società bianconera è stata alla finestra in attesa degli eventi, senza fare proclami. Però l’annuncio di una “sospensione” dell’arrivo dell’estremo in attesa della conclusione della sua vicenda giudiziaria sarebbe stata più coerente con la storia disciplinare recente della franchigia. Vero è che ufficialmente il giocatore sarà una Zebra proprio dai primi giorni di agosto e che per tutti – Muliaina compreso – vale la presunzione di innocenza, ma forse un po’ della rigidità messa in mostra nel caso Sarto/Chistolini/Ferreira e nel caso Cavinato/Manghi non sarebbe guastata, anche se le vicende in questione sono oggettivamente diverse.

 

L’accusa per Muliaina è parecchio grave (e forse al Connacht si erano resi conto della situazione, parecchio intricata e potenzialmente pesante) e anche se riguarda una vicenda avvenuta quando il giocatore era tessserato per un’altra società siamo sicuri che le Zebre interverrebbero in caso di accuse confermate e sanzionate da un tribunale, però ci pare un passo indietro meno coerente rispetto a quella rigidità messa in mostra in altre occasioni e che non ci era affatto dispiaciuta.

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