Gli All Blacks del 2015 pronti a partire. E Dan Carter è più determinato che mai

OnRugby ha intervistato il mediano d’apertura neozelandese in occasione delle convocazioni fatte da Steve Hansen

ph. Paul Harding/Action Images

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Quarantuno sono i giocatori selezionati da Steve Hansen, Ian Foster e Grant Fox per affrontare il test match in Samoa e il seguente Rugby Championship. A questi quarantuno si dovranno aggiungere circa altri quindici che gli allenatori hanno sotto esame e che giocheranno due partite con i Maori All Blacks ed una con i NZ Barbarians.
Alcuni ritorni importanti e cinque nuovi nomi nel gruppo che verrà poi smussato per raggiungere i trentuno da portare in Inghilterra per difendere la Coppa Del Mondo. Tra questi Hika Elliot, tallonatore dei Chiefs che mostrando una grandissima forza di volontà è tornato a livelli di classe mondiale tre anni dopo l’infortunio al collo che potenzialmente poteva mettere fine alla sua carriera rugbistica, convincendo cosi coach Hansen ad una nuova chiamata in nero.
Sempre nell’ambito numero due, Codie Taylor dei Crusaders è stato chiamato per entrare nel giro All Blacks e maturare con il resto della squadra in vista della ricostruzione dei tuttineri post mondiale. Taylor ha dimostrato grande etica professionale, voglia di lavorare e attitudine al sacrificio durante la stagione Super Rugby.

 

Fa discutere la richiamata di Tawera Kerr-Barlow, dal momento che ha saltato un anno di rugby per infortunio. Hansen ha spiegato che TWB ha grandissimo potenziale e che il completo reinserimento del giocatore è iniziato con il suo club prima e successivamente con la selezione per le due partite nei Maori All Blacks. Se alla fine di questo processo, i selezionatori saranno contenti con i risultanti, Kerr-Barlow dovrebbe staccare il biglietto per Londra. Nel frattempo, l’inossidabile Andy Ellis è stato richiamato per coprire la posizione di mediano di mischia e probabilmente giocherà titolare nella partita contro le Samoa.
La favola degli Highlanders continua a brillare con ben due nuovi giocatori chiamati nelle file dei tutti neri: Lima Sopoaga e Waisake Naholo. In particolare per quest’ultimo Hansen ha spiegato che dopo essere stato lasciato in panchina dai Blues nella stagione 2014, Naholo aveva tutte le ragioni per cercare un contratto in Europa. Già ad inizio Super rugby 2015 però Naholo è entrato nel radar dei selezionatori e con l’aiuto della NZRU, il contratto con Clermont è stato recesso.
Infine Hansen ha anche confessato che un paio di giocatori erano sotto stretta osservazione durante la partita di pre-semifinale di Super Rugby tra gli Highlanders e i Chiefs. A fine gara si sono decisi ad apportare un cambiamento nella lista dei quarantuno giocatori, sostituendo il giocatori Y con il giocatore X.

 

Un nome che nessuno dubitava nel gruppone pre modiale è quello di Dan Carter, che per la prima volta ci ha concesso un’intervista in esclusiva per OnRugby.
Dan il tuo nome è stato inserito tantissime volte nelle presentazioni degli All Blacks negli ultimi 12 anni. C’è un significato piu profondo questa volta essendo la penultima?
Sì, e dimostra quanto tengo a questa maglia il fatto che ancora ho le farfalle nello stomaco quando sento il mio nome letto dal presidente della federazione anche dopo 12 anni. Sono estremamente eccitato quest’anno dal momento che non giocherò più per gli All Blacks dall’anno prossimo.

 

Hai giocato una buona parte della stagione a 12 nei Crusaders, c’è un momento in cui hai pensato che se non tornavi a giocare apertura magari perdevi la convocazione?
Penso che gli allenatori mi conoscono abbastanza avendo giocato quasi tutto il mio rugby come apertura negli ultimo 10 anni e di consenguanza sanno cio’ di cui sono capace. Alla fine il rugby è un sport di squadra e di conseguenza fai cio’ che il tuo allenatore ti chiede per il bene della squadra, piuttosto che per il tuo bene personale. Comunque ero più che contento di essere selezionato a giocare come centro per i Crusaders quando me lo hanno chiesto.

 

Per quanto riguarda la posizione di apertura, c’è mai stata tanta competizione per la maglia numero 10 negli All Blacks come quest’anno?
Sicuramente negli ultimi due anni con Beauden Barrett e Aaron Cruden. Quest’anno abbiamo Lima che ha avuto un stagione formidabile con gli Highlanders. Credo che la bellezza e forza di questa squadra sta proprio nella feroce competizione tra giocatori, non solo nel mio ruolo. Come giocatore fa bene, non ti fermi a pensare a quello che fanno gli altri ma ti concentri su cio’ che devi fare tu per giocare al meglio.

 

Quindi questa competitzione non solo ti piace, ma ti stimola?
Assolutamente sì. Quando ci sono altre due o tre aperture che vogliono la maglia devi superare te stesso per rimanere al top.

 

Le partite di Rugby Championship e il test match in Samoa sono delle vere partite di prova per il Mondiale?
Non credo siano esattamente di prova, ma ti fanno realizzare che non tutto è garantito. Penso siano delle opportunità per far vedere di cosa sei capace per un mese circa, per poi avere più chance per giocare altre partite con gli All Blacks.

 

Cosa pensi dei tuoi ultimi quattro anni di carriera?
Ma sicuramente ho dovuto lavorare più duramente dopo una serie di infortuni e appunto per la competizione nella mia posizione. E’ stato il perno della mia decisione di rifirmare con la NZRU nel 2011 per ulteriori quattro anni, per poter far parte della squadra del 2015 anche se non è quello a cui penso tantissimo quest’anno. Sono molto contento della mia stagione in Super Rugby, altrimenti non sarei qui oggi probabilmente. Ora devo solo reindirizzare i miei obbiettivi in modo da poter restare con il gruppo fino a fine anno.

 

Come sei cambiato dopo il 2011 e qual è il nuovo Dan Carter?
Buona domanda. Ho imparato ad affrontare gli ostacoli meglio, venendo fuori dal 2011. Ho giocato un paio d’anni di ottimo rugby prima del mondiale, tutto stava andato estremamente bene fino a quando ho avuto dei problemi non solo nel 2011 ma anche negli anni dopo. Sono più forte mentalmente. Riesco ora a far fronte alle difficoltà con piu’ coscienza proprio per ciò che ho passato negli ultimi anni. Mai prendere nulla per garantito, per questo mi sento più eccitato che sollevato dalla chiamata di oggi. Una grande motivazione.

 

Sei pronto per giocare in Samoa in una partita cosi importante?
Sarà fantastico! Mi piace viaggiare in paesi nuovi e non sono mai stato alle Samoa, in più scriveremo una pagina di storia per il rugby.

 

C’e un nuovo All Blacks, il tuo compagno di squadra Codie Taylor. Gli hai mandato un messaggo per congratularti? Che suggerimenti gli darai?
Il team è stato annunciato mezz’ora fa circa e non ho avuto modo di contattarlo. So che sarà veramente su di giri: mi metto nella sua pelle, ricordo tanti anni fa quando sono stato selezionato per la prima volta per gli All Blacks e a malapena riesci a pensare, dal momento che il tuo sogno si è finalmente realizzato. Inoltre anche la sua famiglia sarà contentissima. L’importante è comunque capire che una cosa è essere selezionato per gli All Blacks, un’altra cosa è giocare e poi rimanere in squadra.
Dal momento che abbiamo un largo numero di giocatori coinvolti perché due squadre stanno ancora disputando il Super Rugby, io direi a Codie di prendere questa opportunita per capire ciò che gli allenatori vogliono da te, per capire i sistemi della squadra. E soprattutto deve allenarsi duramente.

 

di Melita Martorana

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