Haimona, Boni, Bacchin, Vunisa e Vosawai: un po’ di spine azzurre

Il dopo partita con l’Irlanda ha portato alcune novità nel gruppo della nazionale che fanno discutere. E che non capiamo del tutto

ph. Sebastiano Pessina

ph. Sebastiano Pessina

– Kelly Haimona
Il più criticato dopo la partita con l’Irlanda, da parte di tifosi e appassionati. Va bene la cosa dei 60 milioni di commissari tecnici, ma non ci piace il tiro al piccione. Il giocatore delle Zebre non era certo un fenomeno prima della convocazione azzurra e non è diventato il peggiore dei brocchi dopo la sua prima vera gara negativa in nazionale.
Haimona è un giocatore nella media con particolari caratteristiche fisiche che lo rendono più interessante di altri, almeno negli attuali orizzonti italiaci, ma è chiaro che se uno ha messo assieme due-presenze-due in ITM Cup (giocando con Bay of Planty) e che quando arriva in Italia lo fa sbarcando in Serie A non è che può diventare improvvisamente il salvatore della patria. Poi ci stupirà tutti – ce lo auguriamo! – ma da lui dobbiamo aspettarci soprattutto gare diligenti, con giocate tatticamente sensate e qualche sfondamento della linea avversaria grazie ai suoi chili.
Nel dopo-partita di sabato abbiamo letto giudizi ingenerosi: la partita del giocatore delle Zebre non è stata sicuramente positiva, in linea tra l’altro con la media di quanto offerto dall’Italrugby all’Olimpico, ma non si può mettere un qualsiasi giocatore sul piedistallo o quasi e poi gettarlo nella spazzatura nel giro di 4 partite. Che non è che Haimona sia in nazionale da anni, ma solo da novembre.Un po’ di equilibrio nei giudizi non farebbe male.
Tommaso Allan ha avuto un altro piglio? Indubbiamente sì, ma se ci permettiamo di sottolineare che la giovane apertura del Perpignan ha numeri e un talento superiore a quello di Haimona non pensiamo di dire nulla di clamoroso. E’ una cosa che ci pare evidente. Allan deve crescere nella testa, nella costanza e nella consistenza, ma è chiaro che è nel complesso un giocatore più forte. Senza dimenticare che i due possono giocare assieme, con lo spostamento a centro del neozelandese (ma quanto ci piacerebbe vedere Masi giocare in quel ruolo…).
Siamo stati i primi a stupirci della gestione del ragazzo lo scorso novembre, e lo abbiamo scritto, ma è altrettanto vero che Brunel – al pari dei ct che lo hanno preceduto – si trova a gestire una situazione in mediana che non è certo delle migliori o di abbondanza. Haimona può essere una pezza che si mette a un problema contingente – anche un’ottima pezza, all’occorrenza – ma la soluzione a lungo termine può e deve essere Allan. L’impressione è che un po’ tutta la vicenda che riguarda questa giovane apertura, da quando è arrivato in azzurro in poi, poteva essere gestita meglio. Se ancora nel 2015 il tema è trovare-un-erede-di-Diego-Dominguez vuol dire che qualcosa dalle nostre parti non funziona. E non è colpa di Allan, di Haimona o di Orquera, che al massimo sono vittime di una filiera che non non funziona a dovere. Ma, appunto, questa è una questione annosa.

 

– Tommaso Boni, Samuela Vunisa, Manoa Vosawai ed Enrico Bacchin
“Il ct corre ai ripari e convoca Samuela Vunisa e la novità Tommaso Boni dal Mogliano, evidentemente preferito a Bacchin del Benetton Treviso e a Manoa Vosawai (Cardiff Blues)”. Così abbiamo scritto domenica alla notizia dei nuovi uomini chiamati da Brunel visto gli infortuni di Zanni e Campagnaro e non delle perfette condizioni fisiche di Barbieri e Favaro. Scelte che non capiamo, ma c’è un ct che è stato investito di quel compito e che quindi rispettiamo nelle sue decisioni. Però.
Però è vero che Vosawai tre settimane fa ha avuto una distorsione alla caviglia ma anche Vunisa sta così così e non gioca una gara intera da novembre. E se mettiamo la stagione dell’ex Benetton ora ai Cardiff Blues su una bilancia assieme a quella del terza linea delle Zebre il peso è tutto sbilanciato sul primo.Tanto per dire: giocatori e dirigenti degli stessi Blues si sono detti stupiti della mancata convocazione di Manoa in nazionale.
E poi c’è la questione Tommaso Boni/Enrico Bacchin dove non possiamo non essere d’accordo con quanto detto a Rugby 1823 dal coach del Benetton Treviso Umberto Casellato: “Posso solo dire con serenità e senza nessuna vena polemica, che ci sono dinamiche che non capisco. Non ho niente da dire in merito alla convocazione di Boni, ragazzo di Mogliano che ho allenato e sono felice per lui e per la società che lo ha formato. Ma resto perplesso sui criteri di scelta: per otto volte Bacchin e Morisi hanno giocato insieme 12-13 tra Pro 12 e Champions Cup, a un livello forse più vicino al 6 Nazioni che a quello dell’Eccellenza”. Poco altro da aggiungere. Se non che volendo prima di Boni avremmo pensato anche a un Iannone, per esempio. Gente cioè che ha già testato in maniera continua l’alto livello, i suoi ritmi e le sue necessità.
Boni è sicuramente un buon prospetto, ma futuribile, qui c’è un Mondiale alle porte e ci saremmo rivolti a qualche certezza in più. Quelle certezze celtiche che fino a non molto tempo fa sembravano essere la bussola entro cui inquadrare la “lettura” delle convocazoni e che oggi sembrano non valere più. La domanda è: quale è la ratio delle convocazioni? L’Eccellenza ha oggi quell’intensità che non aveva solo qualche mese fa?
Ma come dicevamo prima c’è un ct che ha il compito e il dovere di fare scelte, a lui tocca l’onore e l’onere.

 

Il Grillotalpa

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