Gli spalti vuoti dell’Eccellenza: 979 spettatori di media nel girone di andata

Rovigo sempre con la media migliore ma a correre è Mogliano. Il panorama complessivo però non lascia grandi speranze

ph. Tommaso Del Panta

ph. Tommaso Del Panta

Il girone d’andata del massimo campionato italiano si è chiuso nel fine settimana appena passato. Sul piano sportivo c’è la conferma che Calvisano e Rovigo sono le squadre favorite alla vittoria finale ma tra di loro – in seconda posizione – entra il Mogliano di Franco Properzi, autore di una stagione finora davvero positiva: che potesse fare bene lo si poteva anche sospettare ma forse in pochi avrebbero scommesso su un’annata con questi risultati, tenuto conto anche dei tanti arrivi e delle tante partenze di questa estate.
Poi ci sono le sorprese Fiamme Oro (annunciata) e San Donà (meno annunciata) che sono lì assieme a Viadana e a un Petrarca Padova che dopo un inizio più che zoppicante ha trovato il ritmo giusto. Quindi una Lazio che viaggia un po’ al di sotto delle attese (o forse sarebbe meglio dire che sono altri ad andare più forte di quanto pronosticato) e infine l’annunciato duo di chiusura: L’Aquila e Cavalieri Prato.

 

Questo il campo, ma gli spalti? Come sono andate le cose per quanto riguarda presenze e incassi? Facciamo un primo bilancio stagionale.
I numeri complessivi, innanzitutto: nelle 45 partite giocate finora sono stati staccati 44.050 biglietti per una media-partita di 979 spettatori, numero un po’ più alto dei 919 fatti registrare alla fine della scorsa stagione regolare, ma insomma, siamo lì.
A dominare, come sempre è Rovigo, vera locomotiva del rugby italiano, almeno sotto questo profilo: i rossoblu nelle 4 gare giocate in casa hanno richiamato 7.600 tifosi per una media-gara di 1.900 presenze. La partita che ne ha richiamati di più è quella con il Petrarca quando sugli spalti del Battaglini sono arrivati in 4mila (era il derby-day; match con maggior pubblico del torneo, almeno finora), mentre con la Lazio si sono fermati “solo” a mille.
Rovigo è anche capace di smuovere più tifosi anche in occasione delle trasferte e in ben tre casi (Calvisano, San Donà e Viadana) è la squadra che fa realizzare le maggiori presenze di questo scorcio di torneo.
Va benissimo il Mogliano che richiama anche più pubblico del Rovigo ma giocando una partita in più in casa: 8.400 tifosi per 5 gare, con una media di 1.680 presenze, alle spalle quindi rispetto a quella della squadra di Filippo Frati. Un numero doppio ripetto alla media-gara fatta registrare nella scorsa stagione, quando si era fermata a 885.

 

Terzo è il Petrarca con 6mila presenze complessive e una media di 1.200 tifosi, poi Calvisano (5.800 tifosi in tutto, 1.160 a partita) e Viadana (4.200 presenze e media di 1.050, ultima squadra a sfondare il numero dei mille tifosi di medi a partita).
San Donà guida il secondo gruppo con 2.750 tifosi richiamati nelle 4 gare casalinghe (media di 688), un numero decisamente più basso rispetto a quanto ottenuto alla fine della stagione scorsa quando la media era stata di ben 1.095 ma va anche detto che i biancocelesti sono la seconda miglior squadra in trasferta con Mogliano e L’Aquila che hanno ottenuto i loro migliori risultati sugli spalti proprio contro i veneti (rispettivamente 3mila e 700 presenze).
Seguono Lazio, L’Aquila e Fiamme Oro (con una media-gara davvero vicinissima: 675, 575 e 570). Chiudono i Cavalieri Prato con 1.450 tifosi in tutto e una media di 290 presenze nelle cinque gare giocate in casa: ricordiamo che la stagione 2013/2014 l’avevano chiusa con 680 tifodi di media-gara).

 

Cosa dire? Che sono numeri che fanno pensare. Perché sono bassi, perché sono sostanzialmente identici a quelli di un anno fa anche a fronte del ritorno di una piazza importante come L’Aquila, che invece ha registrato uno dei risultati più bassi del torneo. Dal pubblico neroverde ci si aspettava probabilmente qualcosa di più, nonostante le difficoltà societarie.
Sono numeri che certificano lo stato di “malato grave” per il nostro massimo campionato nazionale, dove ci sono ampi margini di crescita ma che non viene sostenuto a dovere da una programmazione a medio-lungo termine. Non pensiamo che si possano raggiungere i numeri registrati ad esempio nel Pro D2, ma fare qualcosa di meglio dei nemmeno mille tifosi a partita di media non dovrebbe essere impossibile. Pensare di attrarre nuovi appassionati e sponsor con questi numeri è una mera utopia.
Ps: ieri, con un tweet, l’Aviva Premiership ha fatto sapere che la crescita del pubblico rispetto all’anno precedente è stata finora del 3,6% e che le partite giocate in uno stadio sold-out sono cresciute da 9 a 16. Ma quello è davvero un altro mondo.

 

NB: I DATI QUI ESPOSTI SONO STATI RICAVATI DAL SITO SPECIALIZZATO STADIAPOSTCARDS

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