Banda Brunel verso novembre: c’è un po’ di luce in fondo al tunnel?

Nonostante il difficile avvio di stagione delle nostre celtiche, in ottica Nazionale dalla Manica arrivano segnali incoraggianti…

ph. Sebastiano Pessina

Da una parte ci sono le nostre franchigie, che non se la passano certe bene. Dall’altra invece ci sono coloro che hanno varcato Alpi e Manica, e che stanno dimostrando tutto il loro valore. La banda Brunel rischia di arrivare con umori contrastanti all’appuntamento di novembre. Se i vari nazionali celtici (Vosawai a parte) stanno vivendo un inizio di stagione davvero difficile, gli azzurri che militano in Francia e Inghilterra hanno iniziato alla grande le loro avventure. Se in Francia capitan Parisse è partito titolare quattro volte su sei con lo Stade, e se Tommy Allan ha già messo a segno 36 punti con Perpignan in tre match su cinque dal primo minuto (vero che gioca in ProD2, ma il livello è più che competitivo, specie a Perpignan), è forse dall’Inghilterra che stanno arrivando i segnali maggiormente incoraggianti e che più fanno ben sperare.

 

A Leicester Ghiraldini e Barbieri  su tre partite sono scesi in campo dal primo minuto due e una volta (l’altro tallonatore si chiama Tom Youngs e l’altro numero otto Jordan Crane), mentre i giovani Pasquali e Brugnara hanno collezionato minuti davvero importanti soprattutto in rapporto alla giovane età e alla difficoltà e al valore tributati alla prima linea in Premiership. Lo squalo McLean è sempre partito titolare con Sale, andando in meta già due volte, mentre Alberto De Marchi è sempre entrato in campo. A Newcastle Joshua Furno è sempre stato titolare, anche da numero sei, mentre tra i Wasps Masi e Cittadini sono arrivati rispettivamente a due su tre e tre su tre. Ma a parte le statistiche, è il rendimento che questi azzurri stanno avendo a far ben sperare in vista dei prossimi tre impegni della Nazionale, e che avrà un effetto positivo su tutta la Nazionale. Certo, l’ambiente dovrà essere positivo e disposto ad accogliere quanto di buono essi avranno da (ri)portare, ma questo non dovrebbe essere un problema. Se poi aggiungiamo il ritorno di tre pedine fondamentali come Zanni, Favaro e Minto, e pure i buoni indizi di Pasquali e Brugnara (ovviamente in prospettiva più futuribile e sempre che non arrivino altri no al’azzurro), un minimo di luce durante e dopo il tunnel Mondiale potremmo vederla. A patto che i nostri non vengano spremuti per far riposare i compagni inglesi, ma questa è un’altra storia…

Certo, poi ci sarebbero tutti i problemi strutturali e i molti cambiamenti di cui la nostra piramide ovale ha bisogno. Ma vedere solo il negativo alla lunga deprime e basta. E questo non ha poi molto a vedere con quello che oggi Parisse e compagni fanno o meno in campo.
Il gruppo azzurro, al posto del solito stage di fine settembre, dovrebbe farne due nel mese di ottobre in vista degli impegni di novembre contro Samoa (l’8 di quel mese), Argentina (il 15) e Sudafrica (il 22). 

Di Roberto Avesani

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