Sei Nazioni, Munari, Benetton e altro ancora: l’Italia secondo Gavazzi

Il Presidente Fir a ruota libera. Pro12 e Italia che verrà, Parisse ed eleggibili. E qualche sassolino tolto dalla scarpa…

ph. Sebastiano Pessina

Per il secondo anno consecutivo si è tenuto a Milano il pranzo di incontro post-Sei Nazioni tra il Presidente Gavazzi e la stampa. Moltissimi i temi toccati nel corso di tre ore in cui il Presidente ha tracciato un quadro del torneo appena concluso, tirando poi le somme della questione Benetton Treviso e Dogi. Si è parlato anche di formazione dei giocatori, con alcune novità in arrivo sul fronte Accademie. Ecco un quadro di quanto è stato detto:

 

Formazione dei giocatori
Accademie: l’obiettivo è passare ad un numero di 10 Accademie Under 16, due Accademie Under 19 e una Accademia Under 20. Nelle intenzioni le due Accademie Under 19 parteciperanno al campionato di Serie A, l’Accademia Under 20 a quello di Eccellenza. Questo per ovviare al problema dei ragazzi che escono dall’Accademia e poi trovano poco spazio nel nostro massimo campionato e per far sì che trovino minutaggio in Eccellenza magari prima di passare ad una franchigia.
Le Accademie Under 18 saranno distribuite nel territorio e collegate ad un club laddove esista una forte società di riferimento mentre negli altri casi dal punto di vista logistico si appoggeranno a strutture esistenti come quelle ecclesiastiche. Per raggiungere simili obiettivi l’arco di tempo su cui ragionare è almeno di 8-10 anni.
Allenatori accademie: saranno affiancati da quattro tutor (tra cui Mascioletti, Casagrande e Romagnoli), che monitoreranno il lavoro svolto dai tecnici. Se avessimo prima dovuto formare nuovi allenatori il progetto sarebbe partito troppo tardi perdendo ulteriore tempo. Cercheremo comunque di far venire esperti dall’estero: tra un mese lo staff degli All Blacks sarà ospite in Italia. Comunque quello degli allenatori è un nostro problema, abbiamo perso degli anni ma dovete chiederlo a chi è venuto prima di me. Per quanto riguarda Dominguez nessuno può smentire le sue qualità , e lo prenderei volentieri per un anno intero, a patto che si dedicasse interamente a questo e non alle altre attività che tiene (Dominguez si è anche proposto alla federazione in passato).
Formazione scolastica: i ragazzi frequenteranno le lezioni e sosterranno i relativi esami presso istituti privati e pubblici. Accanto alla crescita sportiva vogliamo anche quella umana e scolastica.
Nazionale Emergenti: vi faranno parte giocatori dell’Eccellenza. Sarà allenata dai membri dello staff tecnico di entrambe le franchigie in modo da costituire una sorta di raccordo tra queste e l’Eccellenza.
Centri di Formazione Under 16: ai 32 esistenti se ne aggiungeranno probabilmente alcuni.
Costo Accademie: solo quella di Tirrenia costava 1,2 milioni di Euro, diventati oggi 750.000 anche per la scelta di rivolgersi alle scuole pubbliche. E il prezzo collettivo di gestione delle Accademie si è ridotto notevolmente. Ad oggi ci costano un investimento di 3,5 milioni, più 900.000 euro per i Centri di Formazione. Avessi 3 milioni di Euro in più a bilancio li userei sia per i giovani sia in parte per la formazione di manager nella Federazione, che poi proporrei nello staf tecnico della Federazione.

 

Celtic Legaue
Soci alla pari: dal primo luglio diverremo soci paritetici, con i diritti e i doveri degli altri.
Tassa d’ingresso: per i prossimi 4 anni si è passati dai 3 milioni all’anno a 1,250 milioni (totale 5 milioni). Abbiamo chiesto un finanziamento di 3 milioni alla IRB che verrebbe usato per coprire buona parte dei 5 milioni. Dovesse arrivare, resterebbero 2 milioni da pagare in 4 anni. Se non dovesse arrivare il finanziamento IRB, gli accordi sono che i primi due anni non pagheremmo nulla, per poi pagare 1 milione l’anno per i successivi 5 anni.
Richieste alle franchigie del Pro12: il gioco deve rispettare i principi della Nazionale. In particolare saranno De Carli e Bèrot ad occuparsi del lavoro di coordinamento tecnico e nello specifico De Carli seguirà Treviso. La franchigia deve avere un allenatore italiano e anche per Treviso sarà così. La franchigia deve essere una palestra non solo per i giocatori che poi andranno in Nazionale ma anche per dirigenti, staff e manager, che nel contesto della franchigia si formeranno per poi essere a disposizione della Nazionale una volta maturati.
Franchigie e futuro: la volontà è di avere una franchigia nel Nord Est (leggi Veneto) e una nel Nord Ovest. In proiezione sarà presa in considerazione l’area dell’EXPO di Milano, con un impianto-stadio adeguato per numero di spettatori (5.000) dove potrebbero giocare le Zebre, abbiamo già parlato anche con l’amministrazione locale. In futuro vorremmo avere anche una terza franchigia, con sede a Roma e che disputi le gare interne al Flaminio. Ho parlato col sindaco della Capitale, e ci sarebbe la disponibilità. Inoltre ad un imprenditore come Benetton la capitale sarebbe una città vicina ai suoi interessi. Comunque non sarà facile ottenere lo spazio per la terza franchigia, anche la Scozia l’ha da poco richiesto e potrebbe dipendere da un’eventuale rinuncia altrui.
Permit Player: il problema è sempre quello. Sono contrattualizzati dalla squadra della Celtic e poi vanno in Eccellenza o viceversa? Ma soprattutto la preoccupazione è che l’Eccellenza sia condizionata dall’assenza dei giocatori. Bisogna regolare quanti giocatori si potranno prendere da ogni squadra, cercare di non creare squilibri.
Terza coppa europea: nel girone di qualificazione di settembre (di cui abbiamo già parlato) non dovrebbero esserci squadre spagnole. Faremo in modo che partecipino squadre italiane, oppure delle selezioni italiane, se questa ipotesi dovesse essere confermata per altre federazioni, come quella romena.

 

Benetton Treviso
Comunicato post Italia-Francia: certamente ha fatto male ai giocatori e di riflesso alle prestazioni dell’Italia e della Benetton stessa. Ho cercato di dare a tutti serenità e far capire delle cose. Ho scritto loro che la FIR avrebbe dato 2,6 milioni, ma solo se non riuscivo a non pagare la Celtic. Ho detto così: se non riesco a togliere i soldi della Celtic, comunque ti garantisco 2,6 milioni. Ho avuto la sensazione che Treviso mi abbia messo con le spalle al muro e in una situazione difficile da gestire, che volessero forzare la mano per ottenere i 4 milioni che allora non avevo. E se non avessi tirato fuori la faccenda dei Dogi sarebbe stato ancora più diffiicile.
Però dal comunicato di Treviso ho avuto più potere contrattuale nei confronti della Celtic, perché mi avevano fatto perdere tempo. Non so perché abbiano fatto il comunicato. Ho sempre avuto serenità nella gestione del rapporto con il club veneto.
Italiani all’estero: ci sono dei pro (maggiore spazio ai giovani) e dei contro (minor controllo sul giocatore). Con la terza franchigia sarebbe ben più facile trattenere i propri giocatori, controllare la loro formazione e prevenire il problema delle partenze. Comunque anche dovessero andare all’estero i calendari sono prestabiliti e il giocatore sarebbe disponibile come già accade per chi gioca fuori dall’Italia. Tra i dati in partenza Rizzo, Cittadini, De Marchi, Vosawai, Botes, Di Bernardo, Ghiraldini, Zanni (per lui voci anche di un interessamento degli Sharks di Durban e degli Stormers). In Irlanda è più facile trattenerli anche per una possibilità fiscale offerta ai rugbisti: chi rimane a giocare in Irlanda al termine della carriera riceve quanto ha versato dal punto di vista fiscale.
Caso Minto: è stato preso in mano dai medici della Nazionale per le verifiche. Finito il Sei Nazioni abbiamo fatto una riunione con la commissione medica federale, ed ora è accompagnato da loro. Quando avremo i responsi decideremo il da farsi.
Vittorio Munari: il suo contratto scade il 30 giugno 2014 ed è stata una scelta sua quella di lasciare. Tanti manager sono andati via sollevando meno polvere. Ad oggi non abbiamo ancora parlato, ma può essere una risorsa. Comunque ho grande rispetto per lui, sia come manager che come persona e come grande conoscitore del rugby. Non ho assolutamente nulla contro di lui ma ha delle posizioni e deve prendersi la responsabilità di assumerle e candidarsi alla Presidenza della Fir. Deve esporsi e far valere le sue caratteristiche.
Dopo Munari: con Moscardi ho parlato. Ha un percorso da manager affermato, conosce la Federazione, se riuscisse con il suo lavoro a ricoprire il ruolo di direttore tecnico ne sarei gratificato. Un altro nome che stimo molto è quello di Andrea De Rossi: sa relazionarsi con le persone, conosce la parte tecnica, sa come funzionano certi meccanismi. De Rossi ha forse più percorso sportivo, Moscardi più da manager. Un altro nome che posso fare è quello di Mazzanti (attuale ds del Mogliano).

 

Il Veneto
Zambelli e i Dogi: Zambelli crede molto nei Dogi e come sono nate le Zebre potrebbero in futuro nascere i Dogi. La scelta di non fare i Dogi e di proseguire con Treviso è stata fatta da loro (i presidenti veneti, ndr). Che sia Benetton o Dogi non importa, basta che ci sia serietà. Ad oggi comunque mi sembra che in Veneto ci sia una situazione poco serena.
Zambelli e le Zebre: non abbiamo mai parlato di un suo coinvolgimento nelle Zebre. Le Zebre sarebbero onorate di averlo, ma non se ne è assolutamente mai parlato, anche perché è inserito in un altro contesto.
Lettera Innocenti: lo inviterò quando mi riconoscerà come Presidente, cosa che non ha ancora fatto. E la lettera di Innocenti è arrivata proprio in questo momento, forse non casuale…

 

La Nazionale
Sei Nazioni: abbiamo fatto un brutto torneo per diversi motivi. Ci manca un po’ la capacità di gestire certe situazioni, per esempio il vantaggio, e dovrebbe essere un compito della mediana. Gori non sta rendendo come prima e ad Allan serve minutaggio ma quasi quasi a considerare quanto gioca fa più esperienza con noi che con il club (anche se in realtà dopo gli infortuni che hanno interessato il Perpignan la giovane apertura è titolare, ndr); a mio giudizio sarebbe dovuto venire in Italia. Sul campo abbiamo fatto male in difesa e nella conquista dei palloni. In più sulla tenuta mentale può aver influito il comunicato della Benetton.
Dobbiamo capire che rispetto alle altre abbiamo meno esperienza e cultura, siamo bravi se abbiamo sempre grande spirito di abnegazione e se giochiamo al nostro 105%. Altrimenti non c’è nulla da fare. C’è stata qualche polemica sull’aspetto fisico: alle Zebre i test post torneo erano migliori dell’anno scorso, mentre mi sembra che Munari abbia parlato di preparazione fisica sbagliata a Treviso. Dopo il Sei Nazioni Brunel ha mandato una lettera ai giocatori evidenziando cosa è stato sbagliato.
Leadership: Brunel ha le idee molto chiare. Parisse ha tanto entusiasmo ma a volte riflette poco. Certo, se avessimo vinto a giugno con la Scozia,
a novembre con l’Argentina e di nuovo con la Scozia nel Sei Nazioni oggi staremmo qui a parlare di un’altra Italia.
Giocatori eleggibili: solo in Argentina e Sudafrica giocano autoctoni. Vunisa ha fatto un percorso di formazione, e adesso Haymona. Anche Braam Steyn è naturalizzabile. Da questo punto di vista dobbiamo adeaguarci al mercato estero.

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