Italia e Pro12, il futuro è meno celtico: parola di Gavazzi

Una intervista che squarcia il velo sui dubbi e sui timori federale: “Il Pro12 costa troppo, o si cambia o ce ne andiamo”. E pensa a una Eccellenza a 8 squadre

ph. Sebastiano Pessina

OnRugby qualcosa aveva subodorato nelle ultime due settimane, ma le bocche erano cucitissime. Nessuna possibilità di scrivere nulla, ora però parla il presidente FIR Alfredo Gavazzi e la questione diventa palese: il futuro celtico italiano è a fortissimo rischio, ora anche la federazione pensa di mollare. In una intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport il numero uno del rugby italiano dice chairo e tondo: «Coi colleghi delle altre tre federazioni sono stato molto chiaro. Il 30 giugno scadrà il primo quadriennio di impegno: o cambieranno le condizioni o ci faremo da parte».
I problemi sono tutti economici: «La Fir investe annualmente un quarto del proprio bilancio, circa 11 milioni di euro, per la partecipazione di Treviso e Zebre. Tre di “tassa di iscrizione”, 2,725 di contributo al Benetton, 5 per la gestione delle Zebre. Troppo, non più sostenibile. (…) Non siamo i cugini di campagna, devono trattarci da soci paritetici. Non finanzieremo più i nostri competitors”.
Poi gli avvertimenti alle due franchigie: “Le Zebre devono dotarsi di un management capace di garantire introiti per 2-2,5 milioni: anche in momenti di crisi, non è impossibile. È quanto più o meno spende Rovigo per l’Eccellenza. Treviso deve capire che non può pretendere sempre più. Riceverà quanto la squadra federale».
Gavazzi si dice poi preoccupato per il movimento italiano e in caso di fuoriuscita celtica pensa ad una Eccellenza a 8 squadre. Il 20 a Londra un incontro con le altre Unions: sarà un incontro decisivo?

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