Rugby al sud: Amatori Catania, un viaggio-premio lungo mezzo secolo

Marco Pastonesi questa settimana ci porta in Sicilia, alla (ri)scoperta di un club dalla storia importante

Dalla pagina Facebook dell’Amatori Catania

Cinquant’anni fa. E qualche giorno. Il 28 agosto 1963, alle 22, a Catania, in via Gemmellaro. Il primo XV era formato da 16: non ancora giocatori ma già pionieri e missionari, non ancora in campo, ma già a tavola, non ancora a mangiare, ma già a scrivere il certificato di nascita e l’atto costitutivo di una nuova società. Club Amatori Sport Catania. Per tutti, da questo momento in poi: Amatori Catania.
Amatori come l’Amatori Milano, che a quel tempo, anni Sessanta, per via degli scudetti vinti, 12, è una specie di Juventus del pallone ovale. Prime maglie: bianche con una grande A, che sta per Amatori e non per Anarchia, tutte le A cucite a mano dalla mamma di un giocatore. Primo campo: lo Zia Lisa, vicino all’aeroporto, come gli altri, segni particolari un polverone da Parigi-Dakar. Primo torneo: serie B nella stagione 1963-1964, anche perché più in bassodi così non c’è nulla. Prima partita: non si sa più. Prima classifica: secondo posto, dietro alla Cast, che è un’altra squadra di Catania.

 

L’Amatori Catania è, nei miei ricordi, il Regno ovale delle Due Sicilie, la Magna Grecia delle mischie, la Trinacria delle touche. E’ una trasferta-premio, anche perché c’era sempre qualcuno che si tirava indietro, io pensavo per via del viaggio, della famiglia, del lavoro, per poi scoprire ormai sul campo, dunque troppo tardi, che si trattava soltanto di puro istinto di sopravvivenza. Si sapeva che uno dei pionieri-missionari era un bel fascistone – Benito (già il nome la dice lunga) Paolone (e pure il cognome suona come una conferma) -, ma si sapeva anche che i ragazzi erano speciali. Per onestà, per generosità, per passione. E l’anno promiscuo all’Interforze aiutò a rafforzare questa convinzione. Chi non ha mai avuto un Failla o un Sapuppo come avversario, ma anche un Minnella e un Nicolosi come compagno, e un Puglisi e un Catotti come amico?

 

L’Amatori che passa alle maglie biancorosse per un disguido: una muta ordinata bianca viene consegnata con i colletti rossi. L’Amatori che debutta nel rugby internazionale già nel 1967 con un’Italia-Francia giovanile. L’Amatori che inaugura il Fontanarossa, sempre vicino all’aeroporto, con un Amatori-Oxford. L’Amatori che domenica 21 maggio 1967 ospita addirittura Italia-Galles, almeno così sparano i manifesti a lettere cubitali, salvo poi riportare, molto in piccolo, Selez. centro-sud sotto Italia, e Llanelli (nella circostanza modificato in Llanelly) sotto Galles. L’Amatori che, per anni, per lustri, per decenni, ha la segreteria ospitata nel baule della macchina di Santino Granata.
L’Amatori è quello di Testa di Cippo (Nino Amato), così detto per l’uso taurino che ne fa. E’ quello del Vichingo per l’aspetto poco rassicurante (Franco Di Maura), di Jumbo per la potenza straripante (Nino Puglisi), di Pinocchio per il naso alla Cyrano (Antonio Falsaperla), di Abdullah per la carnagione (Antonio Failla), di Kawasaki per le sgommate (Gianni Luca). L’Amatori è quello di nazionali come Orazio Arancio detto Bimbo e di Andrea Lo Cicero detto Barone. L’Amatori è quello del neozelandese Murray Blandford che si trasforma nel biancorosso Mario Branciforti.

 

Cinquant’anni dopo, più qualche giorno, l’Amatori Catania è morto e risorto, è andato e si è moltiplicato, ha ritrovato se stesso. Club Amatori Rugby Catania, serie A girone 2, impegno agonistico e soprattutto sociale, il diritto del gioco e il dovere di diffonderlo a tutti, 300 fra bambini e ragazzini anche dei quartieri più difficili, dove la vita è già una mischia, dove speranze e aspirazioni sono placcate al collo, e dove spesso non ci sono arbitri o Tmo.
Una seconda famiglia, a volte addirittura la prima. Una banca di orgoglio e passione. Una fabbrica di attaccamento e fedeltà. Un’officina di valori. Ecco perché l’Amatori Catania rimane un viaggio-premio del nostro rugby, ed è sempre un pezzo del nostro cuore.

 

di Marco Pastonesi

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