Progetto Apertura, a che punto siamo?

Per qualche mese se ne è parlato tanto, ora l’argomento sembra essere sparito dai radar di FIR e stampa

ph. Henry Browne/Action Images

“Dopo il Sei Nazioni (2013, ndr) definiremo il progetto. L’idea è di avviare un programma quadriennale che coinvolga cinque o sei ragazzi tra i 20 e i 24 anni, per formare nel più breve tempo possibile un numero 10 da schierare ai prossimi Mondiali, assieme ai giovani delle Accademie. I seniores prescelti verrebbero poi distribuiti tra celtiche (uno a testa) e club di Eccellenza, scegliendo quelli che più sono in sintonia con la filosofia tecnica federale”. Così il presidente federale Attilio Gavazzi qualche mese fa in una dichiarazione rilasciata a Il Corriere dello Sport. Oppure, leggiamo il comunicato FIR dopo il Consiglio Federale del 2 febbraio scorso sotto il titolo Progetto Apertura: “Il Consiglio è stato relazionato circa la possibilità di attivare un progetto quadriennale volto allo sviluppo dei giocatori di alto livello per il ruolo di mediano di apertura della Squadra Nazionale in vista della Rugby World “Inghilterra 2015″. La gestione del progetto verrà affidata ad un mediano d’apertura con elevata esperienza internazionale che verrà successivamente comunicato da FIR”.

 

Insomma, il così detto Progetto Apertura sembrava lanciatissimo con un responsabile in pectore già individuato – l’ex All Blacks (e Calvisano) Andrew Mehrtens – e un piccolo gruppo di atleti che sembravano già essere cooptati, con i nomi ricorrenti di Luca Morisi e Tommaso Iannone (ma pure quello di Kelly Haimona). Ora però tutto pare fermo, un file riposto in un cassetto o in chissà quale cartella. Non se ne parla più. Questo non significa che sia stato davvero messo da parte ma non sembra – al momento – avere più quella priorità che poteva vantare qualche mese fa.  Una battuta d’arresto c’è stata.

 

Cosa è successo? Difficile dirlo. Di sicuro Mehrtens dopo un lungo corteggiamento ha detto “no, grazie” per motivi familiari. Di quel gruppo di giocatori di cui sopra Iannone sembra proseguire in quella direzione: portato alle Zebre con l’intenzione di schierarlo a numero 10, l’ex giocatore della Benetton ha giocato le prime due amichevoli estive della franchigia bianconera in quella posizione. Un buon inizio ma bisogna aspettare le prove più impegnative del Pro12 e dell’Heineken Cup. Quello del Progetto Apertura è un’idea che è stata criticata da molti che la ritengono insufficiente per risolvere uno de “mali” più annosi del nostro movimento, ma il vero problema sta forse un po’ più a monte visto che sembra mancare un approccio chiaro. Nell’ultimo numero di AllRugby c’è un’intervista a Philippe Doussy, il coach dei calci e delle skills che lo scorso gennaio ha lasciato la FIR per andare in Sudafrica ai Southern Kings di Port Elizabeth. Parlando delle differenze tra quel modo e quello italiano l’allenatore francese è abbastanza netto e usa proprio il Progetto Apertura a mo’ di esempio: “Mi piace molto è un ottima idea, ma so che Mehrtens non verrà. È un peccato ma prima dei nomi deve esserci un sistema, un piano, poi uno lo interpreta in un modo o in un altro ma di base deve esserci un progetto:dove voglio arrivare, quali vantaggi ho se prendo la strada A e quali se intraprendo la strada B. Il nome è l’ultima cosa che conta”.

 

E forse il gap da colmare tra la nostra federazione e quelle dei nostri partner europei e dell’emisfero Sud è proprio quello.

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